L’ORRORE DELLE FOIBE :GIORNO DEL RICORDO
Stimatissimo direttore,
Credo che sia un dovere etico e morale ricordare,il 10 febbraio di ogni anno, i massacri delle foibe, con l’obiettivo di non perdere la memoria storica dei militari e civili italiani autoctoni che tra l’ottobre del 1943 e il maggio del 1947- per mano dei partigiani jugoslavi- vennero imprigionati e gettati nelle cavità carsiche dell’Istria e della Dalmazia. Primo Levi scrisse:” Se comprendere è difficile, conoscere è necessario”. Furono delle sofferenze e dolori, fino a una morte atroce,inflitte a italiani assolutamente immuni da ogni colpa. Molti storici sostengono che vi fu un moto di odio e furia sanguinaria dai contorni di una vera e propria “pulizia etnica”. No, quindi, alla vigliaccheria dei negazionisti che insistono: “Macchè foibe erano pozzi”.E lo spirito della celebrazione vuole proprio che onoriamo la memoria di queste vittime e al tempo stesso sentirci vicini ai familiari per questa disumana ferocia delle foibe: una delle barbarie del secolo scorso. Tuttavia, a distanza di tanti anni, ritengo che bisogna guardare avanti e lasciare alle spalle odi e rancori. In altre parole, dobbiamo costruire una prospettiva di feconda collaborazione sulle diverse sponde dell’Adriatico,basata sulla fiducia,sulla comprensione,sulla pace, sulla libertà. Parole sante, quelle del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Giorno del Ricordo:”Il passato non si cancella. Ma è doveroso assicurare ai giovani di queste terre il diritto a un avvenire di pace e di prosperità. La ferma determinazione di Slovenia, Croazia e Italia di realizzare una collaborazione sempre più intensa nelle zone di confine costituisce un esempio di come la consapevolezza della ricchezza della diversità delle nostre culture e identità sia determinante per superare le pagine più tragiche del passato e aprire la strada a un futuro condiviso”.
Ringrazio per la cortese accoglienza e porgo molti cari saluti.
Franco Petraglia – Cervinara (Avellino)
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Categorie: - Politica - Riflessioni
Certo, bisogna GUARDARE AVANTI ma SENZA DIMENTICARE. Imparare dagli errori commessi in passato e assicurarsi che non accadano più. Cosa che comunque è già avvenuta in molti altri casi, per esempio con la Germania. Le pagine oscure della storia, per quanto brutte siano, vanno sempre ricordate.
Bisogna infatti tener presente che quando si parla di un assassino non ha alcuna importanza la sua nazionalità, la sua razza, il suo partito politico o la sua religione. Un assassino rimane sempre un assassino e in quanto tale va condannato, senza distinzioni.
Secondo me il problema di base è la politicizzazione della storia.
Anziché valutare i fatti in modo obiettivo, i governi di qualsiasi nazione e di qualsiasi epoca, tendono a riscrivere le pagine di storia come meglio gli aggrada. E questo è dannosissimo per tutti.
A titolo di esempio ascoltavo prima della brexit un acceso dibattito all’europarlamento in cui veniva detto che il fascismo e il nazismo sono stati vinti dall’Europa (a me risultava che fossero stati vinti da USA, UK e UNIONE SOVIETICA coadiuvati dai partigiani europei).
Riguardo alle foibe, mi risulta che per anni dopo la guerra nessuno ne parlava… silenzio totale, poi l’argomento ha cominciato ad essere introdotto pubblicamente, e ancora oggi trova ostacoli incomprensibili (ci sono gruppi politici che sembrano detestare questo ricordo).
Io credo che sia la verità storica l’unica chiave di lettura che permette di non commettere altri errori.