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Il loop comunicativo nelle relazioni amorose

di Suzanne
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 29 Settembre 2016. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 115 commenti

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  1. 81
    maria grazia -

    Suzanne, più ti leggo e più ho l’ impressione che tu sia in qualche modo “ingabbiata”, e non sopporti di percepire la libertà di altri. Una persona “libera” la si riconosce facilmente ed è di solito quella incurante delle convenzioni sociali e dei giudizi altrui, non si scampa. Poi ci si può sentire liberi anche dentro una cella, per carità.. tutto dipende da come si vive interiormente una situazione. Non credo però che chi VUOLE essere libero, non desideri esserlo anche “esteriormente”.

  2. 82
    Suzanne -

    Maria Grazia, mi pare di aver specificato io stessa quali sono le mie gabbie, non mi occorre psicoanalisi spicciola.
    Invece io ho l’impressione che tu appartenga a quella categoria che definisco “bidimensionale” : un bel quadro, anche d’impatto visivo, ma senza prospettiva ( artisticamente intesa) e ombreggiature.
    Insomma, un’immagine piatta.
    Solo impressioni, non te la prendere.

  3. 83
    Suzanne -

    “Everyone I come across, in cages they bought
    They think of me and my wandering but
    I’m never what they thought
    I’ve got my indignation, but I’m pure in
    all my thoughts
    I’m alive…
    If ever there was someone to keep me at home
    It would be you…

    https://youtu.be/ZtZ1TK1Sfpg

  4. 84
    beetlejuice -

    Vorrei essere libero, libero come un uomo.
    Vorrei essere libero come un uomo.

    Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura, sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale, incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.

    La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche il volo di un moscone,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione.

    Vorrei essere libero, libero come un uomo.
    Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia..

  5. 85
    Golem -

    Suzanne, nelle relazioni umane c’è un periodo di latenza più o meno lungo, durante il quale la comunicazione è “automatica”, supportata da luoghi comuni collegati a quel tipo di relazione.
    Nello specifico, in quelle sentimentali l’automatismo è spesso legato all’attrazione e all’abitudine che si insinua nella relazione stessa, che quasi sempre sembra no “bastare” a dare senso alla storia. La crisi comincia quando le crescite personali non sono state condivise dai due, per creare quella koinè di cui parlavo nel thread degli scambisti.
    Si smette di comunicare, o meglio, non ci si capisce più, perché è cominciata una NUOVA realtá e non si è creato un percorso semantico biunivoco e di comuni prospettive, e questo accade perché entrambi, o anche solo uno dei due, non ha fatto quel famoso passaggio alla fase “voglio” amare. Perché l’amore comincia da quel momento eventualmente, non è vero che finisce. È un’altra cosa quella che è finita, che non ne è neppure l’anticamera. E c’è gente che vive lustri sul “ballatoio” credendo che sia il salotto dell’amore.
    L’inerzia della “passione”, dell’attrazione, può durare un mese o dieci anni, ma prima o poi si esaurisce. L’energia dell’amore no, quella si autoalimenta. L’amore ci “ricarica” mentre lo diamo e lo riceviamo all’unisono, invece ci consuma quando ci illudiamo che lo sia ma non lo è. Se poi è a senso unico non siamo neppure sul ballatoio, ma “in mezzo a una strada”, e hai voglia a gridare “apri”. Non solo l’altro non capisce, non sente proprio.

  6. 86
    Suzanne -

    Beetlejuice, a me piace stare sopra all’albero, e a volte da lassù mi sento più sicura e ho tutto sotto controllo. Ma ogni tanto mi capita di scendere, e in rari, intensi momenti mi sembra di riuscire a spaziare con la fantasia non più sola. É bello, ma poi ritorno sull’albero; quella è la mia dimora.

  7. 87
    maria grazia -

    “Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia..”

    ehh si! Desiderio comune..

  8. 88
    Suzanne -

    Io credo invece che nelle prime fasi di una relazione vi sia una comunicazione più autentica, svincolata dalle aspettative dell’altro e impregnata di quell’energia volta a disvelarci. Poi subentrano le richieste, ci si sente in diritto di poter modificare l’altro, come se in qualche modo ormai ci appartenesse e potessimo disporne a piacimento. É una gran fatica rimanere a livelli profondi di comunicazione senza tradire un po’ se stessi.

  9. 89
    Golem -

    Più autentica non direi. Diciamo più fiduciosa, più ottimista, più idealizzata.
    Quando non si conosce bene l’altro la sua immagine è completata dalla nostra fantasia.
    Col tempo i fumi del l’ubriacatura endocrina si diradano e si vede “meglio” chi si ha di fronte, e in quel momento si “decide”. Ma tanto più era forte la “sbronza” tanto maggiore sarà la possibilità di cambiare aria una volta “sobri”.

    L’ideale per le grandi sognatrici è quello di restare nella perenne incertezza o nel ricordo di un “amore mai nato”. La sicurezza dell’acquisizione dell’altro fa perdere tutto il piacere dell’amore di zucchero filato come lo sono quelli mai realmente vissuti.

  10. 90
    suzanne -

    Golem, io parlo della fase di conoscenza, in cui si prova semplice interesse nello scoprire l’altro, non di quando si è innamorati. Se non ti aspetti e non pretendi nulla se non il piacere di svelarsi e riconoscersi, la comunicazione dovrebbe essere più autentica. Questo intendevo. Poi subentrano le aspettative, l’emotività, e si finisce per considerarsi il punto focale di ogni discorso, anche quando in realtà non c’entriamo proprio nulla.

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