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Il loop comunicativo nelle relazioni amorose

di Suzanne
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 29 Settembre 2016. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 115 commenti

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  1. 51
    H2O -

    Maria Grazia hai detto delle cose giuste, ma il meccanismo di delega funziona solo se il delegato accetta di buon grado i compiti affidatigli dalla delegante che spesso comportano fatica, sacrificio, impiego di energie. Pensi che io non abbia mai chiesto ripetutamente o cercato di delegare a mio marito alcuni compiti? È una richiesta continua che viene però interpretata come ” lamentela”.
    Io credo che la prova da te citata, a cui sono chiamati oggi gli uomini, purtroppo ben pochi la vogliano affrontare. La verità è che molti uomini non supportano adeguatamente le loro compagne in questo percorso di “emancipazione” per una questione principalmente di egoismo. Preferiscono continuare a correre con i paraocchi verso i propri obbiettivi (carriera, affermazione sociale , guadagno,…) , evitando accuratamente di accollarsi compiti “extra” scomodi e faticosi, spesso infastidendosi se viene richiesto loro un supporto che dovrebbero offrire spontaneamente. Le donne d’altro canto si arrabattano in mille faccende , vantandosi della loro capacità di svolgere contemporaneamente compiti e ruoli diversi e così facendo consumano lentamente tutta l’energia che dovrebbe essere impiegata per tenere viva la relazione. Le donne di una volta probabilmente rinunciavano in parte alla loro realizzazione, ma anche per scelta e per necessità’ di mantenere un giusto equilibrio tra le proprie ambizioni e le condizioni esterne. Non sempre l’autorealizzazione intesa come pieno raggiungimento delle proprie ambizioni porta alla felicità, anche perché molti non hanno ben chiaro cosa stiano cercando. Come mai, ad esempio, succede spesso che cantanti ed attori di successo vengano ricoverati in cliniche psichiatriche o si tolgano la vita? Persone che hanno saputo far fruttare i loro talenti e che per molti rappresentano un mito, ma che alla fine si ritrovano spesso soli, depressi e disorientati tra le loro montagnette dorate…

  2. 52
    Yog -

    Beh, sul lettino dello psicologo ci stanno pure. E mica solo su quello, per fortuna.

  3. 53
    Markus -

    Maria Grazia
    “…markus, le donne che si ritrovano sul lettino dello psicologo non sono poi tanto diverse da quegli uomini che si rivolgono al barista per dimenticare i brutti pensieri…”

    Verissimo ! Ma infatti non mi sogno di dire che, in genere, gli uomini di oggi sono realizzati.

    “…Quello che viviamo è un periodo di transizione tra la vecchia società patriarcale che conoscevamo e il mondo futurista che ci attende, nel quale le donne avranno lo stesso spazio e le stesse opportunità degli uomini. E come tutti i periodi di transizione, anche questo comporta qua e là qualche smarrimento e qualche “disagio”…”

    Transizione parecchio lunga direi. E altro che “qualche” smarrimento e disagio !

    “…Nemmeno la più avanzata delle tecnologie potrà mai sostituire l’ UMANO senso della bellezza e la comprensione dell’ essenza delle cose, se questi mancano…”

    Questo dimostra che “l’umano”, in questa epoca, ha perso praticamente tutto ciò di cui era capace

    “..Sono d’ accordo con Golem: la vita VA VISSUTA, NON POSTATA SU FACEBOOK…”

    Anche io sono d’accordo. Non ho neanche facebook !

  4. 54
    Golem -

    H2O, l’Occidente é spaesato, pieno di una moltitudine di solitudini che cercano “rifugio” sul lettino dello psicanalista o con altri mezzi di fuga come le droghe, di qualunque natura, non necessariamente tossica.
    Leggevo tempo fa che il mondo mussulmano non conosce la depressione come la intendiamo noi; non so se dipenda principalmente dalla forte dipendenza dalla loro religione, grazie alla quale confidano in un futuro dopo la morte che compensi i disagi della vita, ma credo che sia possibile, tanto quanto lo é stato per noi fino ad un certo punto. Quando penso ai miei nonni, contadini, ci trovo molto di questa fiducia, che gli faceva accettare la vita e i dolori ad essa annessi con una serenità che non poteva essere semplicemente un dato caratteriale. C’era una consapevolezza diversa riguardo al nostro passaggio terreno. Non dimenticherò mai la frase di mio nonno materno poco prima di morire per un enfisema polmonare, quando, rimproverato amorevolmente dal figlio più simile a lui per non essersi riguardato come avrebbe dovuto gli rispose: “Ho vissuto la mia vita, ho fatto una guerra e me la sono cavata dopo aver visto morire centinaia di commilitoni, ho avuto una bella famiglia e sei figli che abbiamo tirato su bene su con tua madre, che amo come il primo giorno che l’ho incontrata, cosa devo aspettarmi ancora? Sono sazio della vita Mimì”.
    “Sono sazio della vita”. Io l’ho trovata una frase straordinaria, nella quale si intravede tutta la capacitá di capire cosa conti REALMENTE in realtà per sentirsi “sazi” della vita: un lavoro, degli affetti, una tetto sulla testa, una po’ di salute al momento giusto e quel tanto di soldi per vivere con dignitá, il resto è tutto superfluo. Lasciò 300 mila lire del ’72 per il funerale e tutti i suoi esempi di amore e allegra dedizione alle persone cui voleva bene. Ne ho un ricordo straordinario perchè era una persona di un’intelligenza fuori dal comune che sapeva dare tanto con niente.
    >>>

  5. 55
    Golem -

    >>>
    Noi oggi non siamo MAI sazi di niente, e non “dobbiamo” esserlo, in ragione di quella necessitá di sentire bisogni che non abbiamo ma che ci vengono imposti con quei metodi subliminali di cui parlavo qualche giorno fa.
    Il problema di H2O é quello di altre migliaia di coppie che stanno vivendo due fenomeni: quello della trasformazione dei rapporti famigliari, con la perdita del tradizionale ruolo maschile in ambito “latino”, e gli effetti di una crisi economica globale che sta togliendo le vacue certezze legate al “denaro” come soluzione a tutti i guai.
    In definitiva, la mancanza di VERA comunicazione, che prima era coperta nelle coppie tradizionali dai ruoli predefiniti in centinaia di anni di famiglia patriarcale, e in quelle nuove da una maggiore disponibilitá economica durata sino a una decina di anni fa, con la quale si “copriva” apparentemente quella mancanza anche involontaria di “conoscenza” dell’altro, oggi mostrano i loro effetti, anche su queste pagine.

    Ci si trova spiazzati di fronte a delle condizioni cui non si era abituati, mostrando di colpo la fragilitá delle relazioni interpersonali che non hanno avuto modo di crescere all’interno dei valori fondamentali della vita, che ritengo essere quelli che ho citato in precedenza.
    È un ritorno obbligato ad una sobrietá che non abbiamo più da almeno settant’anni che richiederà tempo e sforzi perché venga accettata.
    Sono riflessioni che ho fatto, anzi, abbiamo fatto, con mia moglie durante la nota revisione, che ha richiesto tutto quel tempo proprio perchè non si può discutere solo della punta “dell’iceberg” se non ci si immerge per vedere cosa si cela sotto la superficie di quel mare che è il nostro modo di vivere quello che ci capita.
    Se non si comprende a fondo che il nostro modo di essere dipende da quello che è successo anche prima che nascessimo, i lettini degli psicanalisti saranno sempre più affollati, ma serviranno solo per parlare con qualcuno. A pagamento.

  6. 56
    Adam -

    Ciao Suzanne, certo che si puo’, anzi per molti aspetti sono un nostalgico anch’io 🙂
    Pero’ come sono certo che ho perso degli aspetti positivi del passato che si sono oggigiorno smarriti, allo stesso tempo sono cosciente sia vero anche il contrario.
    E del passato, essendo lontano, si vedono le luci, le ombre le ingoia l’oblio

  7. 57
    maria grazia -

    Il punto non è il riconoscere la bravura di tante donne nell’ “arrabattarsi” in mille faccende e nel “gestire” la situazione. Il punto è che questo NON E’ GIUSTO, sopratutto se una donna ha un uomo accanto il quale, potenzialmente, potrebbe aiutarla. Poi è ovvio che il “segreto della felicità” non è racchiuso semplicemente nella realizzazione materiale di certi traguardi. Se così fosse sarebbe tutto molto semplice e riduttivo. In realtà il raggiungimento dell’ equilibrio e della pace interiore comporta passaggi e meccanismi enormemente più complessi. E’ un qualcosa dal senso e dal significato molto più vasto e più “profondo”. è giusto e normale che sia così. Ma intanto mettere certe cose in chiaro con l’ altro e partire da una base di “equità”, sarebbe un primo passo per avere vite e relazioni più sane, e quindi più riuscite. Un’ importante tassello, questo, per il raggiungimento della propria pace interiore. Ti sembra giusto e corretto che debbano essere sempre e solo le donne a rinunciare ai propri progetti e alle proprie ambizioni pur di cercare di tenere in piedi la struttura familiare ? Per me non è giusto che tantissime donne siano ancora costrette a fare una scelta tra la vita coniugale e la carriera, come se le due cose non potessero essere in nessun modo conciliabili.
    Le donne devono conservare le loro energie per le relazioni con gli uomini ? Secondo me è più giusto dire che devono conservare le loro energie PER VIVERE LA VITA, indipendentemente dalla loro situazione sentimentale. Una vita totalmente assorbita nel dovere, converrai con me che è una “vita a metà”.
    Un uomo che afferma che le faccende domestiche sono esclusivamente prerogativa delle donne è semplicemente uno stronzo, e non merita i vostri sacrifici e la vostra dedizione. Questa è la pura realtà. Tutto il resto sono pippe per autoconvincersi.
    Poi non c’è da stupirsi se tante donne coniugate sono preda di “dolci evasioni”, anche solo mentali.

  8. 58
    Markus -

    Golem, in relazione ai tuoi post n. 54 e 55, mi trovo, forse per la prima volta, in totale sintonia con te.

  9. 59
    Yog -

    Le ombre le ingoia l’oblio.

    Ahò, sto Adam è pure poeta! Aggiungo qualche verso tanto per completare.

    Le ombre le ingoia l’oblio.
    Alla narda, ci penso io.
    Se la donna non pulisce,
    il bilocale ne patisce,
    lustra meglio una vecchia
    piegata sulla secchia
    che una giovine pigrona
    amante della poltrona.

  10. 60
    Golem -

    Markus, lo siamo stati diverse volte anche nell’altro thread solo che non te ne accorgevi. Ti ricordi che ti ho scritto più volte che dicevamo le stesse cose ma in maniera diversa?
    Vabbé, meglio così no?

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