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Il loop comunicativo nelle relazioni amorose

di Suzanne
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 29 Settembre 2016. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 115 commenti

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  1. 91
    Golem -

    Suzy, l’interesse verso una persona,ancorchè non amoroso, nasce già da una “nota positiva” che in qualche modo ci è stata trasmessa, e che ci “predispone” positivamente verso questa figura. Lo facciamo automaticamente, mettendoci in una posizione di attesa “positiva”. Quanti di noi dopo un incontro “piacevole” durato un paio d’ore, raccontandolo ad altri ci sbilanciamo sula base di quelle sensazioni in complimenti del tipo “era una persona squisita” e altre amenità di questo tenore? Tutti, persino io, che ancora oggi lo faccio se non ci rifletto. In realtà di queste persone non conosciamo nient’altro che quel momento, ma questo basta per farci un’idea “generale, ma generica”, che risente inevitabilmente di quel “circoscritto” piacere. Un po’ quello che succede anche qui, dove tendiamo a giudicare sulla base di quello che leggiamo di un soggetto, reagendo secondo quanto questo soggetto “asseconda” le nostre aspettative, acriticamente.
    D’altra parte, l’altro si trova in una situazione simile ma di verso opposto. Se tende, anche suo malgrado, e per una serie di ragioni, ad essere “dominante” nell’interazione che si è creata, cerca di dare di sè un’immagine gratificante e comunque in linea con la inevitabile supeficialità del momento, e questo non lo si riflette, lo facciamo anche in buona fede, perchè tutti vogliono “piacere”, anche quando non vi sono secondi fini.
    Nel caso di potenziali rapporti “sessuali”, intesi in senso lato, non ne parliamo, è pressochè scontato.
    Per quello che può valere, quando incontrai Sally al bar della nave, a lei GIA’ PIACEVO, esteticamente, e lei pure a me, visto che era molto bella, e questo ci ha “predisposto” ad una chiacchierata che confermasse eventuali piacevoli affinità di alto genere, che poi per fortuna ci sono state. Ma certamente non sono potuti emergere altri lati (peraltro praticamente inesistenti) che sarebbero state lette “negativamente”, inficiando così…>>>

  2. 92
    Golem -

    >>>…la recondita finalità del momento che aveva come tema appunto “una piacevole conoscenza”.
    Nessuno ha “recitato” scientemente, ma comunque lo si è fatto, sempre perchè infondo siamo mossi da un interesse, candido, umano, ma che ha comunque una ragione di fondo di natura innocentemente egoistica: quella di “stare bene”.
    Riuscire a “decodificare” i nostri comportamenti, riportandoli alla loro essenza primordiale, che è quella del “piacere”, non è un compito facile, poichè come si suol dire “l’occhio non vede se stesso”. Ma se ci mettiamo di fronte ad uno “specchio” possiamo farcela. E ci vedremo per quello che siamo e non quello che vorremmo essere, e che spesso vorremmo che ci fosse confermato dagli altri, e non solo da quelli che ci piacciono.
    Quando ho parlato del “rovesciamento degli intestini” nella mia vicenda, sul quale molti hanno ironizzato, abbiamo usato quello “specchio” metaforico di cui parlavo prima. Abbiamo visto le rughe, le imperfezioni e i difetti che ogni “volto” ha, ma ci ha consentito di constatare che ci piacevamo a vicenda anche con tutte quelle “mancanze”. Anzi, di più, perchè forse per la prima volta ci vedevamo come finalmente si era, senza volersi “dipingere” sull’immagine dell’altro per piacergli e compiacerlo.
    Dentro quegli intestini c’era anche la “merda” ovviamente, ma va compresa nelle cose che riguardano l’amore in questo caso, come pure per qualunque altro rapporto umano che voglia definirsi VERO. Tentare di far credere agli altri di essere “stitici” non è solo ridicolo, “fa male”, e prima di tutto a sè stessi.

    Come direbbe il Professor Yog un “fecaloma” non è un buon modo per “risparmiare sulla carta igienica”.

  3. 93
    Vic -

    L’amore è fatto da automatismi,
    perfino quando finisce e magari una coppia
    si rincontra per caso…questi automatismi possono
    scattare…naturalmente in quel caso è un fuoco di paglia.
    Sono automatismi che si autoalimentano, ottenuto il primo bacio sarà facile avere il secondo e l’escalation
    continuerà finchè la relazione si alimenta.

  4. 94
    suzanne -

    Golem, concordo su ciò che hai scritto, ma io mi riferivo più che altro al fatto che determinate caratteristiche personali in realtà non sono né positive, né negative in senso assoluto. Purtroppo quando arriviamo ad instaurare una relazione importante, tanti aspetti che prima erano letti appunto in modo neutro, diventano un eventuale pericolo per noi, o qualcosa che non accettiamo. Questo perché l’altro smette di essere individuo e diventa una persona sempre e costantemente in relazione con noi. Non so se mi sono spiegata.

  5. 95
    Golem -

    Certo Suzy, diventano un “pericolo” perchè le caratteristiche di cui parli le proiettiamo idealizzando l’altro per via di certe NOSTRE aspettative, spesso prive di esperienze pregresse che possano averci abituato a ridimensionarne il valore in termini più realistici.
    Ma questo accade quasi a tutti, nel senso che un quadro caratteriale si compone mano a mano e attraverso esperienze comuni. Ma spesso, quando il “dipinto” è già abbozzato con colori i “squillanti” dell’entusiasmo, l’emergere di toni più “scuri” nel “modello” non viene preso in considerazione, sempre perchè l’imprinting, supportato da quei primi piaceri, ci ha dato un’informazione falsa se immaginata in un lungo periodo, per la banale ragione che nessuno è come lo immaginiamo, mai.
    Ti ricordi gli annunci matrimoniali di una volta? Chi si offriva spesso sembrava incredibilmente attraente, un affare per come appariva dalla descrizione, e la fantasia dell’interessato si sbizzarriva ad immaginarne le virtù, tanto da chiedersi come mai uno o una così fosse ancora “solo”. A quel punto i due si incontrano e il sogno 99 volte su cento si trasformava in una triste delusione. La capacità di autosuggestione, alimentata da una impellente necessità o bisogno, arriva ai livelli assurdi di quelle donne che si sono fatte truffare sul web da sedicenti innamorati. Donne che sono talmente “accecate” da quel bisogno da perdere il senso della logica più elementare quando, vedendo le foto di uomini attraenti e affascinanti che le “corteggerebbero”, ignorano il loro di aspetto pur di “sognare”, aspetto che chiaramente non potrebbe risultare MAI appetibile per soggetti di quella portata, negando una semplice evidenza .
    E’ la sindrome di Mediugorjie, o di Fra e di migliaia come lei, che con una sola esperienza all’attivo VEDE quello che vorrebbe vedere in Bob, idealizzandolo, perché “ne abbisogna”. E’ la credulità spinta dalla necessità. Che non ha età.

  6. 96
    suzanne -

    Vic, quindi sostieni che anche la comunicazione si basi su automatismi? In parte lo penso anch’io, e risulta il motivo per cui in tante occasioni non ci si comprende più.

  7. 97
    Vic -

    Suzanne
    Si, automatismi inconsci, che ci fanno agire
    in base al nostro imprinting e alle esperienze
    passate.
    La mente pesca nel nostro database
    cercando esperienze analoghe vissute nel passato.
    Anche nei discorsi subentra il nostro imprinting
    e quindi le nostre idee e da questo punto di vista l’attenzione è
    selettiva, infatti vede certe caratteristiche
    che ci interessano nell’altra persona, mettendone
    in ombra altre non così positive.

  8. 98
    maria grazia -

    “da questo punto di vista l’attenzione è
    selettiva, infatti vede certe caratteristiche
    che ci interessano nell’altra persona, mettendone
    in ombra altre non così positive.”

    Avviene anche l’ esatto contrario: e cioè, una persona che vogliamo vedere a tutti i costi come “negativa”, la vedremo tale anche nel momento in cui dovesse esprimere doti apprezzabili.

  9. 99
    Vic -

    Vero maria grazia
    Poi però arriva un momento che i paraocchi cadono…
    e si vede la realtà così com’è…

  10. 100
    Golem -

    Comunque almeno Vic ha capito per conto suo che le nostre scelte si rifanno a un data base formato da imprinting esperenziali pregressi.
    Ma tanto più scarsa sarà l’esperienza maggiore saranno le possibilità di sbagliare, naturalmente. Così, come correttamente sostiene MG, è facile cadere nella errore pregiudiziale di cui ha accennato, in quanto anche il pregiudizio è esso stesso un data base precotto dalla “vulgata”. E a cui spesso si ricorre per mancanza di cognizioni e esperienza. E qui di chi ricorre alla saggezza di quella vulgata è pieno. Anzi, sono in esuberanza.

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