Con la disoccupazione che c’è ci siamo mai chiesti perchè proprio lo stato esige in molti settori il limite di 32 anni? Che bisogno c’è? Un 33enne non ha diritto a lavorare sotto lo stato? E chissà perchè proprio in questi settori vietano il part time nel biennio di prova e fanno assunzioni soprattutto al nord dove ci sono le moli di lavoro. Servono i giovani da sfruttare fino all’ultimo. Credetemi, nascere al nord non risolve tutti i problemi. La vita costa di più, il lavoro è più facile da trovare ma più stressante, non c’è la mafia ma altri andazzi, ossia mafie diverse. Trovare lavoro in un comune del nord pensate sia facile? Stessa mafia che altrove, non puoi neanche pulire un c….. Nelle grandi aziende i concorsi sono pseudopuliti, si mormora di nomi scambiati sulle schede per facilitare alcuni piuttosto che altri. Il tutto mentre certi rispettabilissimi anziani, tra pseudoacciacchi e pseudocertificati medichi e pseudoinvalidità, passano il giorno a mettere in pratica ciò che impararono da giovani con la gavetta che lamentano di fronte ai giovani, ossia giocare a computer, appendere foto e calendari osè noncuranti del pubblico che vede, truccarsi e pettinarsi, pianificare ferie e permessi, chiaccherare al cellulare, fissare appuntamenti dal parrucchiere. Questo è il loro lavoro e ci vogliono gli under 32enni per portare avanti le emergenze dell’ufficio. Se lo stato rende qualcosa, pensiamo a quanti giovani ci hanno partecipato e quanti anziani. Facciamo il confronto. Questa realtà, ripeto, è tremenda soprattutto al nord, già al centro sento che il pubblico non intasa gli sportelli da costringere chi sta dietro a farsi 5 ore di seguito senza pause, il numero delle pratiche non è tale da rendere arrivista il capo che aumentandolo ulteriormente rischia la promozione e ultraincentivi sulle spalle di chi sgobba.
Limite 32 anni sul lavoro, chissà perché?
di
lupetto
Lettera pubblicata il 19 Aprile 2008. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore lupetto.
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Beh guarda anche al centro c’è casino, come dappertutto penso…glienti statali sono ingobbiti dalla burocrazia, che è uguale ovunque…certe cosele fai solo in comune, l incidenza degli utenti è relativa solo al numero di popolazione per comune…per il resto tutto il monod è paese anche qui c’è chi viene a lavorare in copricostume eprchè dopo il lavor deve andare in piscina e chi sta sempre a farsi i cavoli suoi…tanto il lavoro non lo perde…per di più nei comuni piu piccoli ma con estenzione terrira piu ampia manca il personale ma anche i soldi per averne di piu per cui è un casino e si hanno ritardi enormi….
razzismo e discriminazione caro mio, povera Italia, un nn paese
Beh, al centro, soprattutto a Roma, ci sono i vari Ministeri e le sedi degli altri enti istituzionali, quindi ti lascio immaginare… D’altronde, si è mai chiesto nessuno com’è che a Roma, in orario di ufficio, c’è così tanto traffico in giro? Fosse che, tra coloro che alimentano il traffico, ci sono anche molti impiegati – statali e non – che timbrano il cartellino ed invece di entrare in ufficio se ne vanno a fare shopping o a spasso?
Guarda, qui a Roma credo sia addirittura peggio che al Nord, purtroppo.
Immagino bene,in queste situazioni è penalizzato chi lavora,perchè deve caricarsi anche le moli altrui.Nelle grandi aziende si dice che + o meno è come lo stato.Chiediamoci:perchè per decenni al nord la gente preferiva le aziende?Per lo stipendio,ma un funzionario guadagna + o meno come un bancario,o per il lavoro o per fare carriera?Una mia collega ha voluto che la figlia laureata in legge andasse in banca:dice che sgobba,è costretta a fare straordinari,ma non la vorrebbe mai vedere sotto lo stato,nemmeno a parità di stipendio.Perchè?Forse perchè in un’azienda,proprio perchè c’è + controllo,sono costretti tutti a lavorare e non c’è una minoranza che deve accollarsi tutto.QUi al nord almeno si timbra e si sta in ufficio,non si arriva a questi punti(a meno che non si faccia attività esterna)ma la mole di aziende e imprenditori il lavoro lo porta e qualcuno deve farlo in tempo reale.Io sono in controtendenza coi nordisti per la mia malattia che mi ha sempre fatto vedere lo stato come il mio unico rifugio peccatorio,ove ho constatato che i malati sono tra i + grandi lavoratori perchè isolati e lontani dalle grazie dei capi.Tornando ai 32 anni:se c’è disoccupazione e lo stato deve affrontarla che senso hanno questi limiti?Per avere giovani da sfruttare per coprire gli altri buchi neri?Questo circolo vizioso oltre allo sfruttamento porta alla disoccupazione,perchè è soprattutto l’anziano che ha difficoltà a trovare nuovo lavoro.E’soprattutto il nord,patria delle aziende e cassaintegrazioni,a vedere questo risvolto e a incentivare i concorsi pubblici col limite dei 32 anni.
……E NON TI DICO COM’ E’ AL SUD, LA SITUAZIONE!
Il limite dei 32 anni per i concorsi pubblici (che però è stato elevato a 40 in certi casi, ad esempio per la magistratura, perchè c’erano troppi posti scoperti) è anacronistico, e risale ad un’epoca in cui era normale che un lavoratore “sposasse” il suo posto di lavoro (pubblico o privato) fin da giovane, e poi rimanesse sempre allo stesso posto di lavoro fino alla pensione, e facesse carriera nello stesso posto. Gli unici cambiamenti erano gli scatti di carriera e le promozioni.
Oggi ovviamente le cose non funzionano più così, quindi occorre cambiare al più presto questa legislazione del pubblico, e non porre limiti di età alle assunzioni.
Oltre tutto sarebbe utile a liberarsi di fannulloni inamovibili, e persone inefficienti.
Ma il problema esiste anche nel privato: le aziende tendono a ricercare personale giovane, sotto i 35-40, anche a scapito dell’esperienza e della qualità del lavoro, solo per pagare meno i collaboratori, e si è visto che la qualità dei prodotti e dei servizi negli ultimi anni va sempre più peggiorando.
Questa è una vergogna cui occorre mettere fine e presto.
Oltre tutto è una vergogna che un 50enne se perde il lavoro non possa più praticamente trovarlo (salvo ammanicamenti e raccomandazioni) e abbia anche problemi a cumulare i contributi necessari alla pensione.
Quando invece quel 50enne ha esperienza, molte conoscenze di persone e aziende, equilibrio, ecc., che potrebbero essere utilissimi a molte aziende, bel più di un 20enne inesperto.
Ed è una vergogna perchè questa situazione fa sì che i lavoratori più anziani si tengano stretti (se possono) i posti di lavoro in cui stanno, per paura di non trovare altri posti se se ne vanno, e non permettono il ricambio spontaneo, quindi crea altre rigidità nel mercato del lavoro, e finisce per danneggiare ulteriormente proprio i giovani.
Sotto lo stato non vige la convenienza a arruolare le giovani reclute per pagarle meno,perchè l’anzianità vale pochissimo.Una mia collega con 39 anni di servizio aveva 100 euro lordo di anzianità,ossia circa 75 euro netto in + al mese di un neoassunto.Io la vedo solo in termini di rendimento e scaricabarile,ossia sbattere ai giovani le moli che i vecchi irremovibili non vogliono fare.Oltretutto solo lo stato può assumere giovani laureati,pagarli anche bene come primo stipendio e soprattutto + di un’azienda,ma demansionarli sin da subito facendoli lavorare come somari con mansioni di un operatore diplomato.E’ uno spreco di soldi,allora perchè non si assumono diplomati invece di laureati?Forse perchè i laureati,freschi di studi,sono + manovrabili e accettano di + la ruota che gira?Tanto chi assegna il lavoro sotto lo stato prende il risultato ma non paga di tasca propria gli stipendi nè gli straordinari,non gli interessa pagare un laureato + di un diplomato nè far fare straordinari per lavori perfettamente inutili.Non c’è incentivo alla qualità ma solo al numero,quindi chi lavora bene è bandito perchè curando il lavoro ci mette + tempo e fa meno moli,chi butta lì il lavoro è premiato per la produttività perchè fa numero.Presappochisti e caporioni sono quelli che vivono meglio.Così come lo stato è uno dei posti per eccellenza dove sono odiati i parttimisti,che fanno risparmiare stipendi e creano posti di lavoro,perchè per i capi che non pagano di tasca loro il parttimista produce meno degli altri.
Robinhood2, il limite dei 40 anni in magistratura è stato rimosso con la recente riforma dell’ordinamento giudiziario. Essendo diventato concorso di secondo grado (devi avere un titolo – avvocato, dirigente, professore universitario, ecc. – per concorrere), non c’è più alcun limite di età per tale concorso. Questo giusto per la precisione 🙂
Anch’io sapevo di magistratura,vediamo poi il caso degli insegnanti,ma negli uffici pubblici i concorsoni da anni prevedono il limite di 32 anni.Ultimamente ne è uscito qualcuno senza limite d’età ma limite di laurea,sembra che ce l’hanno su coi laureati.
Grazie per la precisazione Monk. Però tu mi parli di concorso di 2° grado per entrare in magistratura, e penso ti riferisca a chi già svolge altre professioni legali e vuole cambiare.
Ma per i neolaureati in giurisprudenza invece come funziona adesso? C’è ancora il limite dei 40 anni, o è stato abolito anche per loro?
Io mi riferivo essenzialmente a loro: un tempo un laureato in legge poteva aspettare i 32 anni per fare (o rifare) il concorso in magistratura, poi avevano alzato il limite a 40 anni.
La domanda è: chi non ha svolto altra professione legale, e quindi non è avvocato, nè professore di diritto, nè prefetto, o questore, o altro funzionario direttivo della p.a., ma ha però una laurea in legge, fino a che età può tentare il concorso in magistratura?