Aiuto letterario: vecchia poesia napoletana
di
Oceano
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La sentii tanti anni fa e la sento ancora
Azz..e mò mà cacat u cazz.. perche mi e stà siempre appresso..e in coppa a sto filobus tu mo che ce sali a fà..curnutone che pe sta via mò te ne vai..nu chiagnere pe st’amore a chilla nun ce pensà..tu che sì nu figghiuebucchinu senza core..
Chiove,
……na goccia cade in coppa a na lamiera,
…. e fà Tic e fa tac,
…..e fà Tic e fa tac,
uhee che cacamiento ‘u C…o
Io ricordo che faceva più o meno così:” chiove, comme cazz chiave. Nù stizzeche, cuntinuo n’goppe a na rammera. Tic, tic, tic,tic….. i che scassamiento e cazz !!!
Era “scassamento” e non il volgare cacamiento. Da notare che “ramèra” è la traduzione in napoletano di lamiera..
È lo stesso autore di questa nota “poesia”:
‘O viento ‘nnu p’lill’ m’ha purtato. Dimme p’llill’ mio addo s’è stat’. Sí ‘nnu pilo de ‘nna femmena ‘nfucata o chillo de ‘nnu mascolo arrapato.? Ti ggir, te voto, t’addoro… hi vafangul’: sí nnu pilo ‘e culo!
non è Di Giacomo ma Ferinando Russo
In Sicilia ne abbiamo una versione diversa, seppure sempre in napoletano. Cito a memoria, risalente agli anni ’60:
‘Ncopp’a ‘na grundàia
‘na gucciulella d’acqua cala….
plaf. plaf. plaf.
eehhhhhh!
che cacamiènt’e cazz!
Dicesi Di Giacomo ???