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Seconda e ultima lettera: depressione e ansia

di altea

Ormai sono un po’ di settimane che leggo questo forum ed è anche arrivato il momento di lasciarlo, penso.
Prima di lasciarlo però vorrei chiedere un vostro parere, convinta che se ci si debba appendere per errore alla vita, lo si debba fare anche con un piccolo gesto.
Non funziono più, da un po’ di mesi a questa parte. La mia vita si è bloccata in uno stato confusionale assurdo. Sto vivendo al di sopra delle mie capacità. Sto vincendo per gli altri e sto fallendo x me stessa.
Dopo 2 anni di lavoro e umiliazioni, ora tutti sono ai miei piedi. Tutti si fidano di me. Tutti vogliono qualcosa. Tutti si aspettano qualcosa. Per la determinazione che ho, uomini e donne con tanta esperienza, mi portano in alto e mi ammirano. 24 anni e mi si chiede di gestire persone e ho richieste da tutte le parti. Sono una figura essenziale nel mio posto di lavoro. Figurarsi… finché si trattava di gestire il mio lavoro in autonomia, ok. A fatica ce l’ho fatta. Ora ho tutta questa gente addosso e le loro aspettative. Non riesco. Le aspettative mi uccidono dentro. Non riesco a gestire la mia vita né il lavoro. Non riesco. Se una cosa devo farla x forza, allora mi blocco. Non sono mai contenta di me. Arrivo fino all’odio. Una rabbia che non so come sfogare. Voglio l’eccellenza, la perfezione. Voglio saper gestire tutto e non riesco. Amo profondamente quello che faccio. Ma più mi fanno notare come riesca a conquistare tutti con il mio carisma, più vorrei morire e scomparire. I vecchi schemi di autodistruzione non vanno, li ho fortunatamente demoliti. Quelli nuovi non esistono. Mi sento pressata e rimando ogni lavoro. Ogni decisione. In questo stato, non riesco a presentarmi al lavoro e il mio cell. Non smette di squillare. A volte vado in ufficio la sera pur di non vedere tutti quegli occhi addosso. Ho perso il controllo della mia vita e poi del lavoro. E non so come schiodarmi da questo stato. Ho avuto parecchi conflitti con la proprietà e ora, dopo aver dimostrato loro di aver ragione, la proprietà mi ha affidato il 60 x cento delle attività aziendali. Ho 4 uffici da mandare avanti e dei progetti… non ce la faccio. Prima era una sfida, un piacere. Ora è dovere. Ora ho responsabilità. Vogliono disegnarmi la vita su qualcosa che io ho creato. E non ce la faccio. Mi manda in bestia. Ho creato cose che non esistevano e ora vogliono insegnarmi come gestirle. No. Non riesco. E resto per orgoglio. Resto per vedere se i miei calcoli fossero esatti. Resto per non mollare a metà i miei sacrifici. E perché senza di me non vanno avanti. Ma vedere persone che chiedono e basta, non mi va. Mi fanno rabbia e schifo. E mi blocco. Non perché non sia capace, ma perché ho il rigetto. Così però, danneggio il mio orgoglio. Non sono una codarda. Ma non riesco a lavorare con chi si approfitta. Ho provato a fregarmene, ma fare la semplice “dipendente”, mi fa perdere ogni stimolo. Prima non volevano la mia intelligenza, perché era scomoda. Ora che ho dimostrato, la vogliono di diritto. Dopo che fino a ieri sono stata definita “un’incapace” nonostante abbia portato sulla carta il 100×100 degli obiettivi raggiunti. Per tutti sono una vincente, mentre io mi sento uno schifo. Perché danno x scontato tutto. Sono stufa di essere definita una vincente. Stufa di essere considerata o zero o troppo.
Stufa di sentirmi dire cosa devo fare. Stufa che se ne approfittino. Stufa.
Vorrei solo che mi lasciassero lavorare in pace e mi ascoltassero quando do nuove disposizioni, poi discutere se si possa far meglio. Non è difficile. E invece adesso tutti sono fenomeni, tutti sono pompati a mille dalla direzione (sulla base dei miei progetti) e poi mi si chiede di gestirli. No. Questa è follia.

Lettera pubblicata il 31 Ottobre 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 61 commenti

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  1. 1
    Cristina -

    Sentì bambina scendii dal piedistallo perché risulti alquanto pesante con tutti questi discorsi logorroici.. È’ ora che cominci a trovarti un fidanzato così avrai di meglio da fare!!!

  2. 2
    maria grazia -

    ciao altea
    ALLORA … INNANZITUTTO, CALMA ! FA UN BEL RESPIRO E RILASSATI ! SECONDA COSA: credo che tu debba cominciare a porre dei LIMITI tra te e gli altri, tra quello che puoi E NON PUOI concedere. sul lavoro è importantissimo avere rapporti EQUILIBRATI con superiori e collaboratori. Ed “equilibrati” significa che devi renderti utile e disponibile NEI LIMITI delle tue possibilità, e che devi avere la capacità di delegare agli altri tutti quei compiti di cui tu NON PUOI occuparti direttamente. BISOGNA ESSERE UNA SQUADRA, E NON LAVORARE COME SE SI PARTECIPASSE A UNA GARA A CHI ARRIVA PRIMO O A CHI PRODUCE DI PIU’ ! Ora che hai dimostrato le tue doti e ti sei guadagnata il tuo posto al sole dopo una dura gavetta, adesso inizia la parte più importante, e nella quale molte donne purtroppo cadono: DEVI CIOE’ DIMOSTRARE DI ESSERE ANCHE UN BUON LEADER, UN BUON COORDINATORE, e non solo una brava lavoratrice. NON DEVI TEMERE DI PRENDERE IL COMANDO, COME SUCCEDE A MOLTE DONNE. devi invece mostrarti sicura del fatto tuo, equilibrata e serena. Perchè se continuerai a sobbarcarti le richieste DI TUTTI non solo andrai in tilt, ma non ti servirà a nulla da un punto di vista di ascesa professionale e di carriera ! spero che farai tesoro di quello che ti suggerisco. ti garantisco che non sono parole dette a vanvera… facci sapere ! coraggio !

    Cristina
    il tuo commento è davvero penoso. è proprio vero che spesso i peggiori maschilisti sono proprio le altre donne !

  3. 3
    lulù -

    @Cristina, che commento squallido è il tuo!

  4. 4
    altea -

    maria grazia…grazie per la risposta. hai ragione. devo porre dei limiti. è che spesso mi sento in colpa di dire di no. e poi diventa un casino…la gavetta me la sono fatta veramente…ma ammetto di provare rabbia, quando penso di averli svegliati e che non mi abbiano mai detto nemmeno un grazie. lo so che non dovrei nemmeno pensarci…però mi basterebbe un atto che dica “ok. di qui in avanti è un’altra storia”.

    grazie x il commento!

    cristina. interessante ciò che scrivi. ma non presterò il fianco a una discussione improduttiva sullo stile di qualche lettera aperta in questo momento. accolgo il consiglio con piacere e ti comunico che il provare ad attaccarmi con una così bassa argomentazione, mi dà un brivido di piacere. significa che il resto era di una certa qual qualità. bisous

  5. 5
    Kid -

    Ho il tuo stesso problema ma diversamente da te lavoro per mio conto . Quello che sono sicuro di dirti è che è il lato del riscontro umano e della fiducia incondizionata che ti manca, perché come hai già testato nessuno ti farà mai i complimenti e vorrà da te il massimo ma contemporaneamente sarà pronto ad infangarti in ogni momento . Questa è la pressione che ti mette in un meccanismo deleterio anche per la tua vita privata . Da una parte il senso di responsabilità e la voglia di non buttare via i sacrifici fatti e le posizioni raggiunte, dall’altro lato la voglia di dire basta e mollare tutto per pensare più a se stessi e dedicarsi ad altro perché in fondo la vita è una e non può essere vissuta in funzione degli altri . Ma prima di tutto devi importi senza svalutare gli altri e per quanto tu possa essere capace ed intelligente nel lavoro se non hai quel piglio non ci riuscirai facilmente e gli altri ti daranno contro . O ti imponi e vivi con lo sguardo sulla lancetta dell’orologio ben sapendo che un minuto che ti viene sottratto lo tolgono a te stessa dunque la motivazione dovrà essere importante oppure cambi ambiente o lavoro .Sul lato umano non aspettarti nulla, anzi . E lascia stare il capo . Trova un ragazzo fuori dal contesto lavorativo cosicché quando sei fuori ti lasci tutto alle spalle.

  6. 6
    Catcher in the rye -

    Cara Altea, mi dispiace profondamente leggere questa tua lettera, per il caos che senti dentro.
    Cerco di comprendere la tua situazione, in passato sono passato anche io attraverso momenti simili in cui tutto si si fa complicato, si ingarbuglia, si sommano tutte insieme così tante cose che sembra di non poterne venire a capo, ci si sente soffocare. E comprendo la tua difficoltà a dire di no (non fa vivere bene, ma è segno di un’anima gentile e altruista) e la frustrazione dei “grazie” mancati (inizia a diventare pratica frequente, purtroppo) che fa apparire la nostra fatica come dovuta.
    Importante però in questi casi è salvaguardare la propria salute, leggi la propria vita. Entrare nel tunnel della depressione, ansia attacchi di panico non è augurabile, come penso tu sappia. Guarda, ha detto molto bene Maria Grazia: hai fatto la gavetta, hai dimostrato che hai le carte in regola per quel posto, ora arriva il momento di far sentire la propria e gestire gli altri, ma anche se stessi. Qui sta il leader. Cerca di mettere in chiaro quali sono i tuoi limiti, fino a dove puoi spingerti senza arrivare al punto di rottura. Cerca di far rispettare te stessa e la tua esigenza di equilibrio e stabilità, cerca di non dimenticare che dedicarsi agli altri è lodevole, ma non dobbiamo mai lasciare da parte noi stessi.
    Se puoi e ti va, facci sapere! Un abbraccio

  7. 7
    Golem -

    Altea? Ma sei sempre tu? Se posso darti un indicazione dopo una vita di lavoro, sappi che quegli ambienti sono come i vasi comunicanti: tendono sempre a cercare l’equilibrio livellando i picchi , ma ovviamente sul livello più basso. Ti ho già detto che riscontro in te un’intelligenza brillante e questa è percepita all’interno di una comunità come un “disturbo”, e chi ritiene di non poterla gestire tende a “mobbizzarla”; succede anche in questa piazza se sei attenta.
    Un po’ di arroganza con chi gioca sporco ha sempre effetto. Poi i tipi come te tendono a capitalizzare le critiche trascurando i successi. Classico complesso di inferiorità a polarità invertite. Se qualcuno che rappresentava un riferimento di autorita’ morale, in passato non ti ha mai confermato il tuo valore, nel periodo in cui si cercano quei riferimenti, che è di solito l’infanzia, tu sarai sempre alla ricerca di conferme che non troverai mai, e quando dovessi averle…tendi a non vederle come vere, e non cresce la tua autostima. Vedi un po’ se non ti ci ritrovi in questa spiegazione. Ciao Altea, e fatti rispettare, te l’ho già detto. Comincia tu per prima con te stessa.

  8. 8
    maria grazia -

    altea
    penso anch’ io come dice Kid che dal lato umano purtroppo tu ti debba aspettare ben poco. anzi spesso di fronte alla bravura gli altri colleghi diventano ancora più agguerriti ! cosa fare allora? è molto semplice: COCCOLARLI.e cioè aggirare l’ “ostacolo” dando il meglio nel tuo lavoro ma al tempo stesso esaltando le loro doti e valorizzandole ! così, nel momento in cui dovranno aiutarti, non si sentiranno i tuoi “burattini” e tu non ti sentirai “in colpa” perchè gli hai chiesto di fare – GIUSTAMENTE – la loro parte. Nessuno ti verrà mai a dire: “come sei brava”! in virtù semplicemente dei tuoi risultati. Devono sentirsi “tuoi complici”, e l’ unico modo perchè questo avvenga è riuscire a COINVOLGERLI e a valorizzarli. a quel punto SI, che sarai per loro UN VERO PUNTO DI RIFERIMENTO e una collaboratrice degna di rispetto. Io ti invito a tenere duro e a non mollare, sarebbe un vero peccato. Questi momenti di crisi ce li hanno tutti ma poi passano. e anch’ io ti invito ad avere storie sentimentali FUORI DA LI’, perchè altrimenti ti complichi solo le cose, dammi retta !

  9. 9
    Marco -

    Speriamo che questa sia veramente l’ultima lettera cara Altea . Che pesante che sei. Se vuoi fare la donna in carriera e fai pure ma basta con queste manfrine isteriche . Ma ci pensi a tutte le donne e gli uomini che un lavoro non ce l’hanno? . Lavora e non lamentarti troppo perché un giorno potresti non averlo più . Piuttosto hai bisogno di un dottore

  10. 10
    Sara -

    Io trovo queste tue parole veramente inutili . Io sono madre e anche lavoratrice e come me c’è ne sono a milioni . Mi alzò alle cinque del mattino metto in ordine , preparo la colazione per mio marito e mie figli . Li aiuto a lavarsi e vestirsi e poi di corsa li portò a scuola . Poi mi attendono circa una media di dieci ore sul posto di lavoro . Sono una responsabile del settore marketing di un’azienda multinazionale e tutti i giorni come per tutti i lavoratori e’ una vera guerra . Dopo di che arrivò a casa e inizia il turno come madre e moglie . E che dovrei fare secondo te ? Lamentarmi? No di certo . Io di anni ne ho più di te ma mi stupisce che una di ventiquattro anni scriva una lettera del genere . Grazie a DIo hai un lavoro e hai solo 24 anni. La depressione fattela venire per altri problemi e porta più rispetto per chi non lavora e per chi lavora

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