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Lettera al mio cane

di speed16

Non dimenticherò mai quel giorno.
Lo ricordo benissimo.
Era un pomeriggio di maggio, il 16 per la precisione. Per coincidenza anche il giorno. Venerdì.
Ricordo quello che è stato fatto per averti.
Traffici telefonici, finti appuntamenti, chiamate false, ma eravamo solo noi a cercarti.
Avevo appena perso un tuo simile, anche se dopo molti anni ancora lo penso.
Non sapevo ancora come in realtà fosse andata, so solamente che lo scoprii molto tempo dopo e, dannazione, non riuscii a collegare due elementi semplici per capire in realtà come fosse andata.
Erano passati tre giorni da quel drammatico pomeriggio in cui tornai a casa e mi diedero la notizia.
Rimasi sconvolto.
Tre giorni dopo ero pronto ad accettare nella mia vita una nuova compagnia, un nuovo amico, sperando che colmasse il vuoto che aveva lasciato l’altro.
Se ne era andato non per volere suo ma per mano di qualcuno ma, come già detto, questo lo scoprii solo molto tempo dopo.
Ricordo quando arrivai davanti alla palazzina e salimmo nell’appartamento per vederti.
Una donna aprii la porta.
Tu, la prima cosa che feci era quella di difenderti da persone sconosciute.
Quando la tua padrona ci disse che eri tu quello che eravamo venuti a vedere pensai nella mia mente: “Oddio ma io sono venuto qui per lui?!?”.
Lo confesso, non mi piacevi. Eri così diverso da quello che fino a tre giorni prima vedevo ogni mattina.
Cercai di avvicinarti con dei biscotti Saiwa ma eri molto diffidente.
Non mi piaceva la tua aggressività, forse memore del carattere del tuo predecessore.
Dopo quasi un pacchetto di biscotti ecco la fatidica domanda, quella che cambierà la tua vita e la mia per i prossimi anni: “Allora, ti piace?”.
Certo, ero disperato e dissi a me stesso di sì e così risposi.
Ti portammo via da quella che per cinque mesi era stata la tua casa.
Eri spaventato e spaurito.
Non fui io a portarti in braccio fuori, non lo feci perché avevo paura del tuo comportamento.
Ricordo anche che appena usciti ti criticarono perché eri un po’ cicciotto.
Durante il tragitto a casa ricordo che piangevi.
Appena arrivati a casa eri così piccolo e indifeso e avevi paura di tutti.
Eppure il nome te lo diedi io.
Lo scelsi tra due. Il primo era da femmina, ma tu eri un maschio.
Così mi ispirai a quello che era il mio film di infanzia e a quella Jessica Fletcher che teneva in mano uno come te appena nato.
E ricordando quelle parole che pronunciò, decisi che quello sarebbe stato il tuo nome per tutta la vita.
Ma non preoccuparti, ricordo ancora il vecchio nome. Addirittura ricordo quello del tuo predecessore.
I primi giorni furono un disastro, avevo paura di te e ogni tanto pensavo “Perché ho detto sì?”.
Poi riuscimmo a conoscerci meglio e subito tu mi identificasti come il tuo compagno di giochi.
Portarti fuori era un dramma, non eri mai stato oltre la porta di casa tua.
Avevi ancora i polpastrelli vellutati e morbidissimi.
Bisognava tirati e quando si tornava verso casa eri felice.
Eri adorabile e piano piano mi stavi aiutando a superare il trauma.
Amavi giocare con me anche se avevo paura che prima o poi mi avresti morso.
E ciò accadde mentre giocavamo, ma non lo facesti intenzionalmente.
Avevi dei denti ad uncino e me ne conficcasti uno nel pollice sinistro.
Non immagini il dolore. Per alcuni giorni non riuscii a muovere il dito ma non ce l’avevo con te.
Avevo capito che era stato un incidente.
Tutt’ora quando penso a te tocco questa ferita. E me la porterò per tutta la vita.
Piano piano iniziasti ad ambientarti e ad integrarti sempre di più nel nucleo familiare.
Ricordo che alcune settimane dopo andammo a vedere una mostra di piante grasse.
Ti tenni in braccio tutto il tempo rassicurandoti che nessuno di quelle persone voleva farti del male.
Ora non sto qui a raccontare tutto anche perché ci metterei troppo.
So solo che in tutti questi anni tu mi hai donato serenità e divertimento, mi sei stato vicino nei momenti difficili anche se ti trattavo male.
Per questo ti chiedo scusa.
Ora, veniamo agli avvenimenti più recenti.
A quel maledetto sabato 24 ottobre.
Se solo fossi venuto insieme a te, non sarebbe successo nulla.
Lo so per certezza. Io non avrei mai permesso che ti allontanassi. Ma soprattutto che tu stessi senza una protezione vicino ad una strada.
Quel maledettissimo giorno preferii rimanere a casa anziché venire con te.
Eppure prima che andassi via chiesi alla tua padrona dove stavate andando.
Volevo venire ma non venni.
E questo errore non me lo perdonerò mai. MAI.
Quando tornasti eri distrutto, squarciato e tremavi tutto.
Avevo paura di perderti.
Ora sei smorto, anche se lentamente ti stai riprendendo.
Ma come se ciò che hai subito nei tuoi sette anni, tra cui questo e quando sei sparito e nonostante che fossi ferito sei tornato comunque dopo che ti abbiamo cercato dappertutto, non bastasse, stai per subire un altro trauma.
Forse stavolta quello più brutto, quello che non ti aspetti.
Nella tua vita, proprio nel momento in cui tutti dovremmo essere tutti felici perché finalmente ti stai riprendendo, decidono che la tua vita sarà breve e che non tornerai mai più come prima.
Ecco allora che prenderanno un rimpiazzo. Una femmina.
Idea che prima di quello che ti è accaduto era stata proposta più volte ma condannata come eresia.
La cosa ridicola è come questa scelta sia stata fatta. Ma di questo a te non interessa.
E ciò porterà inevitabilmente dolore dentro di te. Lo so. Lo percepisco già io adesso.
E tutta questa ridicolaggine sarà condita dal fatto che questa nuova compagna non sarà nemmeno per te come avrei sempre voluto perché anche se cucciola è già promessa ad un altro cane.
Anzi, verrai addirittura castrato.
Che schifo.
Ma io impedirò che ciò accada. Lo farò con tutti i miei mezzi e con tutte le mie forze.
Non voglio più vederti soffrire.
Mai più.
Non posso permetterlo. Nelle ultime due settimane ti sono state fatte due anestesie complete, più altre due quando eri sparito ed eri tornato ferito la mattina dopo.
No. Basta.
Non preoccuparti, nella sfida più grande potrai contare su di me non su quelle persone mercenarie che al posto di consolarti, curarti e darti affetto ti stanno per pugnalare.
E forse, anche se attualmente non sono il tuo preferito, capirai chi veramente ti vuole bene e chi invece lo faceva solo perché stavi bene.
Non ti abbandonerò mai.
Potrai sempre contare su di me.
Sei la mia vita, quando arrivo a casa dal lavoro la prima cosa che voglio vedere sei tu.

Lotteremo fino alla fine.
Insieme. Come veri compagni.

Grazie di tutto quello che fai per me ogni giorno.

SC

Lettera pubblicata il 19 Novembre 2015. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 13 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Harlock -

    Bellissima lettera. Un raggio di sole tra miriadi di falsi problemi e ipocrisie narcisistiche che si vedono qui.

    Restate insieme, fatevi forza a vicenda. Se potessi, sarei con voi.

  2. 2
    Rossella -

    Non riesco ad entrare nell’ottica della lettera perché trovo che talvolta si parli di animali per mettere in discussione l’ordine naturale. Le gerarchie ci ricordano che esistono sensibilità diverse e abbiamo bisogno di darci delle regole per riuscire a fare sistema. In genere le persone tendono a sentirsi superiori dei loro simili perché pensano che la sensibilità sia una malattia. Io non la penso nello stesso modo e mi reputo una persona abbastanza anticonformista… apprezzo chi ha il coraggio di fare cose che reputo a me inaccessibili. L’uguaglianza così come ci viene insegnata produce snobismo ed indifferenza. Per me è molto importante la natura… quando m’immagino insieme ad un uomo non lo vedo diverso dal modo in cui appare. I moderni confidano nel potere taumaturgico dell’amore, io no. Non ho speranze da questo punto di vista. Penso piuttosto che l’amore abbia il potere di aiutarti a portare la tua croce, cerco un alleato. Non fraintendermi: penso che il tuo pensiero sia veramente nobile! Le altre idee mi sembrano altrettanto valide… non penso che il mio pensiero sia migliore degli altri solo perché l’ho messo a fondamento della mia vita.

  3. 3
    GretaEvaMaria -

    Toccante, commovente…. non riesco, né voglio, aggiungere altro. Un abbraccio ad entrambi.

  4. 4
    Yog -

    Io volevo scrivere una lettera al mio gatto, e lo ho fatto. L’incredibile è che il micio mi ha risposto con una mail dicendomi che non aveva bisogno di una lettera, ma di una lettiera. Gli ho risposto, questa volta via fax, che invece aveva proprio bisogno di una lettera. La “i” esattamente. La lettera che trasforma la lettera in una lettiera. Il felino adesso è dallo psicanalista.

  5. 5
    Golem -

    Yog puoi pubblicare gli estremi dello psicanalista, anzi dello “psigattalista”? Non P e A , mi raccomando, come farebbe Matteo che è che prende le cose alla “lettiera ” in qualità di appassionato di enigmistica alla Bartezzaghi.

    A proposito, dopo l’illuminante dichiarazione montessoriana letta nei post, a te l’uguaglianza come te l’hanno insegnata perché tu diventassi così snob e indifferente? Con fessa.

  6. 6
    maria grazia -

    Yog, non tocchiamo i felini perchè sono animali “sacri”! come il cane, del resto. ma il micio è più elegante e più “paraculo”. per questo lo preferisco 🙂
    io e stella ( la simpatica e coccolosa “tigrotta” con cui convivo attualmente ) parliamo molto tra di noi, anche se lei mi risponde sempre e solo miagolando. ma ci capiamo e ci intendiamo al volo, e ormai viviamo in simbiosi. ed è strano, visto che apparteniamo a due specie diverse e parliamo due linguaggi diversi. eppure, tra me e stella c’è una perfetta sintonia e una TOTALE COMPRENSIONE. molto di più di quanto potrebbe mai essercene con un qualunque essere umano..

  7. 7
    Yog -

    @Maria Grazia
    Io invece non preferisco i gatti: sono loro a preferire me e mi dicono che questo mi colloca piuttosto in alto nella scala di merito degli esseri umani. Devo dire che sono molto più puliti dei cani e meno “appiccicosi”, perciò non ho mai avuto problemi a dormirci insieme.

  8. 8
    Almost-Imperfect -

    A me è venuta un pò di tristezza, sarà che la mia cagnona è vecchia, sarà che negli ultimi mesi l’ho vista tanto cambiare, sarà che ho una paura folle di alzarmi una mattina e doverla portare di corsa dal veterinario perché non ce la fa più.
    Mi viene l’angoscia se penso a tutto quello che abbiamo condiviso

  9. 9
    maria grazia -

    Almost, ti capisco!..
    Yog, è vero. solo LORO che ci scelgono 🙂

  10. 10
    Cuore -

    Scusate, sapete per caso come si svermina un cane e come lo si vaccina autonomamente e poi per il microchip? Come si fa da soli autosufficientemente?

    Astenersi risposte prive dei requisiti di efficacia alle domande su espresse.

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