Cara Anna, leggo e ascolto le tue visioni e le tue idee. Sei orgogliosamente Calabrese, come lo sono anch’io per discendenza paterna e per metà materna (Corigliano Calabro).
Apprezzo il tuo impegno e forse con i fondamentali proveniamo dallo stesso DNA.
Ma non sono d’accordo per niente sulle tue e vostre proposte e voglio dirti perché secondo me, non hanno futuro.
Sono 100 anni, se prendiamo come spunto iniziale la Rivoluzione Russa del 1917, che ogni tanto si affaccia qualcuno sulla scena politica di ogni dove, a indicarci la strada della “vera sinistra”, contro quelli che l’hanno tradita; e le modalità sono sempre le stesse.
Io di questo secolo trascorso, potrei raccontarti la seconda metà, vissuta come appartenente al “popolo delle sinistra”. Inizio giovanissimo con Lotta Continua, poi voto per 40 anni PCI, PDS, DS, PD. Sono sceso in piazza in eventi o manifestazioni, in 49 anni, secondo un dato statistico, almeno 500 volte. Penso di essermi meritato il premio. Sono uno dei tanti, niente di speciale.
In questo periodo ho capito una cosa importante, che molti nel campo della sinistra stentano a comprendere. Le patenti e le etichette che si danno, a se stessi e agli altri, proprio non funzionano e fanno parte, questo si, del pensiero unico di stampo vetero social-comunista.
Ritenersi gli autentici interpreti di un pensiero umanista e di progresso dovrebbe indurre le persone perbene, come sei sicuramente tu, a guardare ad una comunità senza distinzioni di pensiero e di appartenenze. Questo è il messaggio principale che ancora non si vuole capire, nonostante i continui fallimenti di iniziative come quella che vi apprestate a lanciare.
Il “popolo della sinistra” è l’invenzione di una retorica politica di un passato ormai lontano. Un passato nel quale sentirsi di sinistra dava una percezione di essere un cittadino di qualità superiore. I cittadini di una comunità, invece, hanno tutti la stessa dignità politica e umana, anche quelli che la pensano all’opposto da noi ed un bravo politico deve saper parlare a tutti.
Primo punto sul quale non avete futuro.
Poi vengono i principi fondanti della sinistra…o di quello che vogliamo chiamare così!!!
Lavoro, stato sociale, settori deboli della società sono stati il cavallo di battaglia della sinistra mondiale, a cui il vs. movimento intende riferirsi. Bene. Anch’io sono d’accordo.
Ma per ottenere tutto questo da dove partiamo? Partire dal lavoro vuol dire capire come crearlo, prima ancora di proteggere qualcosa che non esiste. Difendere i settori deboli e lo stato sociale, vuol dire avere finanze per farlo.
Una buona politica dovrebbe saper mediare tra tutte le componenti di una comunità, cercando una ridistribuzione di diritti e doveri. Invece nella vostra proposta vedo solo “lotta di classe” e scontro sociale, concepito come anima indissolubile della lotta politica di sinistra.
Quando ascolto i vs. oratori che denunciano il Partito Democratico, e i suoi milioni di elettori, di essere un partito di destra, capisco che siete entrati nell’eterno vortice di coloro che hanno sempre da insegnare qualcosa agli altri, senza farvi mai sfiorare dal dubbio delle certezze.
In questo caso la certezza è quella che un mondo amministrato da sinistra sia migliore. Può darsi, io ci voglio credere, ma non è una certezza filosofica e tanto meno verificata.
Il secondo motivo per cui non avete futuro è che continuate ad alimentare la rabbia e la rivincita sociale, due sentimenti poco nobili, che contrastano fortemente con la ricerca di soluzioni inclusive e condivise dalla maggioranza dei cittadini.
Forse abbiamo sbagliato tutti! Forse la soluzione sta nel cercare la parte di luce che c‘è in ogni essere, piuttosto che alimentare il buio che si annida in ognuno di noi.
Dobbiamo fare uno sforzo per far prevalere la parte sana e positiva di tutti, dentro la logica di un confronto anche duro.
Forse una missione impossibile…. certo, ma stiamo parlando di una rivoluzione…la sinistra oggi deve fare questa rivoluzione. Il tempo della contrapposizione con lo scopo di costruire una sinistra forte piace solo a pochi nostalgici. Io voglio costruire un nuovo mondo ed un nuovo modello di riferimento sociale e umano.
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Categorie: - Politica
Invece io penso che l’opposizione dovrebbe fare l’opposizione. Oggi il discorso è diverso perché il mondo ha bisogno di pace. Tuttavia io penso che sia sbagliato ricercarla al di fuori del corpo, perché nell’uomo c’è una parte immortale e incorruttibile che rende possibile la felicità terrena nonostante le incomprensioni. Stanotte ho fatto un sogno stranissimo, dal quale mi sono risvegliata nel preciso istante in cui si è avvertita in lontananza una piccola scossa di terremoto. Perlomeno io ha avuto questa sensazione. Questo risveglio improvviso mi ha tenuta nella paura per qualche tempo. Poi mi sono riaddormentata. E’ accaduto, nel sogno ovviamente, che sono uscita a comprare dei regali perché in giornata avrei dovuto ricevere la visita di un amico. Al ritorno ho trovato questo amico ad aspettarmi sotto casa e il gruppo di accompagnatori all’interno dell’abitazione. Ci siamo salutati affettuosamente, dopodiché io l’ho preceduto, giungendo così a destinazione, e lui è rimasto ad aspettare i suoi assistenti per non lasciare incustodita l’automobile. Quando mia madre e mio fratello mi hanno vista entrare hanno riferito a me ciò che avevano udito dal suo accompagnatore. Pare che l’amico in questione, una persona che peraltro non conosco, avesse una sorta di doppia vita. Mia madre e mio fratello non sono rimasti turbati dalla notizia, ma l’hanno accolta con sentimenti pietistici e puritani, gli stessi che sono cominciati a nascere nel mio cuore. Strano.
E’ come se una parte di me avrebbe preferito che non si fosse saputo niente della cosa. Lo volevo proteggere, perché in cuor mio sapevo che le cose stavano diversamente, ma la realtà purtroppo non si poteva negare e la realtà era contro di lui dal momento che come uomo ha un rapporto sacro con il corpo; solo l’associazione d’idee lo faceva apparire come un uomo libidinoso. Insomma: niente di grave, ma il suo carattere riservato e la sua mitezza davano alla cosa ancora un’altra connotazione. In quel momento ho avuto paura. Mi sembrava così fragile. Non poteva difendersi. Era diventato un oggetto. Eppure alla fine in me e in lui, che nell’avvertire il sopruso ha manifestato sentimenti di rivolta, alla fine ha prevalso la fede e quindi il perdono. Anche perché il suo assistente non intendeva mancargli di rispetto, il suo soprannome era favore o per favore. Stamattina ho tradotto il vocabolo che lo significava. Si trattava di una parola straniera. Questo suo atteggiamento rimandava ad una consapevolezza del corpo che poteva facilmente orientare il suo pensiero. Questo per dire che, almeno dal mio punto di vista, l’invadenza delle mode porta come conseguenza un vuoto di autorità politica e diventa difficile conservare la pace e la giustizia senza riconoscere il valore sacro delle opinioni contrarie. In queste circostanze bisognerebbe anche evitare di difendersi perché questo principio universale che ci governa, garantendo la libertà di tutti, diventa un boomerang.
Le lettera del Sig. MARCELLO LEOTTA non mi convince. Parte dal presupposto che con la Sig.a ANNA FALCONE sia possibile instaurare un dialogo politico. Sig. MARCELLO nessun dialogo è possibile con coloro (FALCONE & MONTANARI) che espongono le idee con argomenti “mediocri e scadenti”. La Sig.a FALCONE è piena di entusiasmo ma di politica ne capisce poco. Pur discendendo da una famiglia colta e politicamente agguerrita la Sig.a ANNA ignora i concetti di “rapporti di forza”, “schieramenti in campo”, “egemonia” insomma GRAMSCI,per quel poco che ho letto. Sia FALCONE che MONTANARI mi sembrano leggere compitini scritti dal Prof. GUSTAVO ZAGREBELSKJHWYXKJHWYIKJHXWYKJHX, vecchi discorsi che messi in bocca a giovani emergenti fanno cadere le braccia. Sig.a ANNA, Sig. TOMASO la mattina guardate quanto è bello il cielo; godetevi un tramonto. Se vedete questo nostro PAESE così brutto non è colpa di RENZI. E’ colpa di tante generazioni di nostri antenati che non sono stati all’altezza della situazione. Mi permetta Sig.a FALCONE, un suo antenato chiedeva il “quinto” centro siderurgico in Calabria in piena crisi dell’acciaio…..Le colpe degli antenati non ricadono sui discendenti, però tutto è colpa del PD (fondato il 17 ottobre 2007)e di MATTEO RENZI (11 Gennaio 1975). Lei e Montanari non siete all’altezza. Politicamente siete nati vecchi e qualche illustre Professore dovrebbe insegnarvi un p
ò di storia italiana. Evitate le figuracce del Brancaccio e studiate prima di…
Caro Marcello,
bella la tua lettera. Mi auguro che Anna Falcone capisca l’errore, ma a giudicare da questa intervista dell’ Espresso (http://espresso.repubblica.it/attualita/2017/06/13/news/anna-falcone-la-nuova-scommessa-della-pasionaria-del-no-al-referendum-1.304206?refresh_ce ) non mi sembra persona in grado di farlo.
Dal compagno di strada (politica) che si è scelto, Tomaso Montanari, si capisce molto anche del progetto politico: uno che prima stava a sinistra, poi ha inseguito il populismo in funzione antisistema (con specifico riferimento alla riforma di Franceschini: e nessuno pensi che Montanari abbia rosicato perché Franceschini non lo ha nominato Presidente del Consiglio Sup. Beni Culturali preferendogli Giuliano Volpe!), e appena ha fiutato aria di crisi tra i grillini con cui tanto bene si intendeva, si è posizionato di nuovo a sinistra della sinistra più di sinistra. Tanto per confermare il vecchio adagio che c’è sempre qualcuno più di sinistra di te. Sono sicuramente in buona compagnia.
FALCONE & MONTANARI: antica cucina italiana – frattaglie. Vini (NATURALMENTE ROSSI) delle cantine D’ALEMA – PROSIT –