Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 10 Novembre 2012. L'autore, Ohara, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 … 3 4 5 6 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 3 4 5 6 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Standing ovation per Luna, grande commento e grande verità, benchè scomoda. Io son sicura che la ragazza in questione non lo faccia con cattive intenzioni. Probabilmente ha poca esperienza e tende a chiudersi troppo su certe questioni. Il problema sessuale a mio parere non è rilevante per tutta la storia nel complesso.
Ohara, ora ci stai dentro e non vedi tante robe, e lei meno di te! Ma è necessario che LEI si svegli fuori, ma per davvero! Il suo ragazzo non penso sia un mezzo deficiente, perchè lei lo tratta come tale? Dai, sfido chiunque ad accettare di star con una ragazza che prova gratitudine e non amore. E lui la sa sta roba, che lei prova gratitudine e basta, e che con lui non ci sta bene?
Riguardo al tuo intento di prendere in mano la situazione, anch’io ti dico di lasciar perdere e di non entrarci, perchè sono fatti loro, e loro devono sbrogliarli. Faresti un grosso errore ad affrontarlo all’università, lascia stare! E’ lei che deve affrontarlo, non sostituirti a lei, anche quando ti sembra più fragile. A parte questo, quel che ti proponi mi sembra ottimo. Cerca di responsabilizzare questa ragazza e come ben ti suggerisce Luna non farti condizionare troppo dalle coincidenze, benchè capisca quel che dici, ma non fartici condizionare troppo.
Sì, io capisco bene quello che dite e comprendo le vostre ragioni, perché le penso anche io. Quando dico: “glielo dico” è perché sarebbe una reazione istintiva, se lo vedessi. E forse anche per il desiderio di curare la mia dignità, dato che l’ho vista lesa (benché lei non l’abbia fatto con cattive intenzioni). Il punto è scegliere se continuare a vivere una storia di merda. Non lo dico perché ne sono coinvolto, ma perché me l’ha detto e fatto capire lei. Le ho detto come Luna e altri mi hanno suggerito: “Io sto qua, pensa se sono io QUELLA persona per te e vieni da me e risolviamo la cosa insieme. Non puoi vivere male per colpa di una persona che non ti conosce o che sa quali sono i problemi ma non vuole affrontarli perché pensa che s’aggiustino da soli”. Quest’ultima frase è vera, purtroppo, e per me è agghiacciante stare con una persona che soffre e non chiedere cosa non vada. Mi sentire una nullità. E questo me l’ha confermato. Le ho detto che le “concedo” due settimane, dopodiché me ne andrò e la lascerò andare, se è quello che mi dirà, non curandomi del “forse pensava così…forse colà”. Parliamo di scegliere di essere felici. Si può esserlo o non esserlo, nient’altro. Io guarderò altrove, pensando che forse mi ero sbagliato, pensando che non aveva la forza, ma forse non pensando affatto. Non credo che questa storia sia finita ancora, anzi, perché credo che nelle prossime due settimane ci saranno grossi cambiamenti, ma devo considerare il caso chiuso. Poi se ritornerà o se lo lascerà si vedrà dopo, forse non si vedrà affatto, ma non posso sacrificare la mia felicità e quella che potrei donare agli altri per una cosa così semplice da risolvere. Arduo nel concepirlo, ma si tratta solo di sedersi e di parlarsi delle cose che non vanno, perché tra di loro NON vanno. Io Luna ti ringrazio. Non ho mai pensato che tu non avessi empatia né mi stai sulle palle, anzi. Mi aiuti a crescere e a capire. Mi dai anche la possibilità di poter aiutare lei. La tua analisi è corretta, manifesta, quasi un’epifania. Ma le cose in cui ho chiesto di fidarvi sono verità comprovate, accertate, dette e ripetute. Così come il loro rapporto non va, ma comunque scelgono di trascinarlo. Si tratta di scelte, certo, ma come ho scritto prima, c’è da discriminare se vivere bene secondo ciò che si vuole o se vivere male, facendo ciò che si pensa si debba fare. L’argomento è chiuso per ora. Se avrò bisogno del tuo e dei vostri pareri e consigli, saprò che sarò letto e aiutato qui. Vi ringrazio per la vostra disponibilità e umanità nell’aiutare me e, (in)direttamente, quest’altra persona.
Ohara, grazie a te per lo scambio. Rispetto il tuo ‘chiuso qua’. Scusami, solo un’ultima cosa: non la conosce dopo sei anni? Forse sono incompatibili e/o forse hanno anche creato, insieme, una relazione di un certo tipo. E forse, insieme, non sanno chiuderla. Ma sanno loro. Io credo tu abbia fatto bene a spostarti. Anche perché lei non dovrebbe mai poterti dire ‘l’ho lasciato per te’. Anche se è chiaro che se da un anno non è concentrata in un certo modo su quel rapporto è difficile che vada bene. Anche se ciò non toglie che possano esserci anche altre cose che non vanno. Io non darei per scontato però che sia solo lui a mancare, non conoscere, non capire. O che lui a sua volta non possa avere problemi, o cose che lei non capisce. Anche se ovviamente i particolari li sai tu. Quando lui le ha detto di convivere quanto è stata diretta lei nel dire perché no? Sai è anche difficile essere diretti se comunque non si centrano i problemi. E non dire non ti amo più o c’è una persona che mi interessa da un anno non è comunque parlare a carte scoperte e a cuore aperto. Dipende, voglio dire, anche se nasce prima l’uovo o la gallina. Mi auguro che se starete insieme e ci saranno dei problemi da discutere tra voi lei sia diretta. La felicità o la serenità che dir si voglia son dei beni che si costruiscono e mantengono ogni giorno. Non credo molto agli ultimatum, credo più al dire ‘io mi sento così’. E tu cmq, mi pare, lo hai fatto. Hai messo le tue carte, a cuore aperto, in tavola. Forse l’ultimatum interno lo hai dato a te, esasperato e stanco. Ciao!
Sai Luna cosa intendo per ultimatum? Vorrei solo capire cosa dover fare: io non chiedo “adesso lo chiami e lo molli”. Io vorrei che mi dicesse “vorrei stare con te, ma non so come fare: possiamo provarci insieme per non ferire nessuno?”. Sì, chiedo tanto, lo so. Ma sono state tante anche le prove che ho affrontato con tranquillità per mostrarle che non ho interesse nella sveltina, così come credo nel nostro rapporto/legame. Sì, so i particolari di come ha detto la cosa, ma si son ritrovati a vivere assieme dopo il terremoto, ma questa volta ha introdotto delle scuse che non aveva mai utilizzato. Io, per come sono, per come sono stato sempre, ho cercato sempre di capire la persona che avevo al mio fianco immediatamente, perché volevo migliorare da subito il suo umore. L’ultimatum è principalmente per me, ma è anche per lei per riflettere sul come questa terza persona (che è ufficiale, lo so) stia guastando questo rapporto spontaneo che si è creato senza che lo volessimo o ricercassimo. Stiamo male fisicamente, mentalmente e tra di noi quando scazziamo perché vorremmo entrambi poterci vivere: uscire, dormire insieme, fare l’amore. Scusami se scrivo una cosa troppo melensa ma il desiderio più grande per me sarebbe organizzare una festa in suo onore per mostrare a tutti coloro che sanno quanto possano esistere i legami unici. Parlo per ipotesi, ma è un mio desiderio. Vorrei riempire quel vuoto che ha e che sappiamo che possiamo riempirlo solo noi. Mi dice che se deve pensare a un odore per sentire pace, desiderio e far sparire le paure pensa al mio, così come quando mi sogna si sente al sicuro il giorno dopo o ai sogni con dei bambini che ci assomigliano. Però è che così non va, perché ci stiamo massacrando. “L’ultimatum” è per dire: non continuiamo a lungo così. Ma non per essere puntigliosi sul “non continuiamo”, quanto sul “così”. Non vorrei che arrivassimo a detestarci e a pensare che non valga niente. Siamo nervosi perché ci ritroviamo in qualcosa di più grande di noi e sappiamo i suoi timori. Lui è un bravo ragazzo e ha anche lui i suoi patemi. Credo sia come dici tu: entrambi non sanno come chiudere questa cosa. Temevo che se l’avessi scritto sarebbe stato come “convincermene”. Io non ho intenzione di perderla, ma vorrei che lei si sentisse come se fosse così. Io quando non posso abbracciarla e guardarla mi sento vuoto. Anche lei ok, ma l’assenza può servire a riconsiderare le cose. Io ti ringrazio davvero, non sai quanto tu mi abbia aiutato, perché penso tu abbia centrato il punto. Ah e grazie a tutti gli altri, ovviamente. Scusatemi questo post sconclusionato ma l’ora è quella che è e non dormo da diverse notti.
OHARA, ti rendi conto per quali cose ti scusi? Ti rendi conto in quali cose la giustifichi ad oltranza? Che l’età è relativa ma resta il fatto che è una persona adulta? Ti rendi conto di che mi hai scritto ‘pretendo troppo’? E che continui cmq a pensare che l’ostacolo ai tuoi desideri sia lui e non ciò che lei ha in testa, prova, cosa dice e come si comporta? ‘Ha usato SCUSE diverse’. Cioè lui avrebbe dovuto indovinare dal fatto che usa scuse diverse dal solito ciò che pensa realmente la sua morosa adulta che gli sta dicendo balle? Ti rendi conto che tanto la vedi come una fragile creatura che la deresponsabilizzi TOTALMENTE e responsabilizzi lui che dovrebbe svegliarsi e avere la sfera di cristallo? E secondo te lei crescerà immediatamente e cambierà modo di gestire le relazioni nel momento in cui si mette con te? Ohara, noi non possiamo pretendere di controllare gli altri, esigere che facciano ciò che vogliamo noi, che qualcuno ci ami se non ci ama, che ci ami bene se non ne è capace, che ci dica ciò che vogliamo sentirci dire e che pensi e scelga ciò che vogliamo noi. Però ciò non significa che i nostri pensieri, desideri, sentimenti e il fatto che non stiamo bene in una situazione sia di per sè fare pressing e pretendere. Se io amo una persona e voglio stare insieme ad una persona che mi dice ti amo e l’altra persona non mi dice chiaramente ti amo, non mi ama e o non sta con me
posso avere tutti i pensieri romantici di sto mondo ma è un dato di realtà. E i miei desideri non si scontrano con una terza persona (ufficiale!) che @guasta il nostro rapporto, ma con ciò che è o non è la persona con cui mi rapporto io e con ciò che è o non è il rapporto stesso. CAZZAROLA, arrivi al punto di dire che LUI (che sta con lei da sei anni e sente solo scuse e non dirette verità, qualsiasi esse siano) sta facendo un torto a lei e voi. Azzo, ma sarà semmai il contrario? Non è un giudizio morale, ma è un dato di realtà! La smetti di vedere lei come giulietta chiusa in cantina dal padre e che non può vivere il suo grande amore? Sei giovane, ma non sei mica scemo! E poi il vuoto… Guarda che il nostro vuoto non é una roba che ci dà diritto di manipolare gli altri. Nè una cosa che ci riempie un altro o una relazione. Amare qualcuno non è questo. Questa è dipendenza o e l’idea che l’altro non esista in sè ma sia una sorta di madre nutrice. La pseudo madre nutrice non fa il suo dovere? Fanculo, avanti un’altra madre nutrice. Tu stai sbagliando approccio, ragazzo mio. Con te stesso. E rischi di farti un sacco male. Anche con un’altra. Non sei un tour operator che deve garantirle un viaggio così confortevole che a lei basterà star seduta nello scompartimento e guardare il panorama. Guarda che le persone passive e dipendenti e con un’egocentrica sindrome di calimero al momento fan tenerezza ma son egoiste e pericolose. Un mio amico è stato tipo dieci anni con una così, l’ha anche sposata. Quando è stato il momento in cui lei la sua parte doveva farla si è trovata un’altra madre nutrice. Il matrim andava di m? Certo. Ma pensi che lei sia mai stata diretta? Un anno e mezzo. E lui non era scemo nè guastava il loro amore, anzi lui le ha dato mille possibilità di dire la verità. Ma scuse. Cazzate. Ed è lui che ha lasciato lei alla fine.
Ohara,
mi sembri più maturo della tua età ma, purtroppo per te, irrimediabilmente innamorato, e quando è così tutti i torti finiscono addosso a chiunque non sia la persona che ti ha “accalappiato” (passami il termine, per sdrammatizzare)…
se fossi in te, e avessi la forza di farlo, esporrei a questa donna sia i sentimenti (come già hai fatto) che il tuo intento ad approfondire la sua conoscenza in piena libertà, senza promettere nulla di preciso ed evitando accuratamente lo stramaledetto “per sempre”.
invitala, se può, a prendere una decisione entro un ragionevole lasso di tempo (tre-sei mesi), dandole la tua disponibilità a starle vicino emotivamente per quanto ti è possibile, essenzialmente per aiutarla a capire cosa è davvero importante per lei in rapporto alle forze e alla volontà che si ritrova per raggiungere l’obiettivo.
le preciserei però, anche, che dopo tale termine, se la scelta non dovesse cadere su di te, ognuno di voi riprenderà la sua strada “in solitario”. a mio avviso, per quanto fragile e insicura, questa donna non ha diritto di giocare a lungo con due uomini in contemporanea, a meno che entrambi non glielo permettano.
scusami la durezza, espressa a tuo beneficio, e in bocca al lupo sia a te che alla donna in questione!
ROSSANA: tre sei mesi sono un’eternità ;(
non nel senso che magari Ohara non resterà così anche un anno ad aspettare se se la sente, o che lei non possa metterci davvero tre o sei mesi, ma, ecco, forse in questo ho davvero un limite io, e lo ammetto, eh, Rossana, non ti sto dicendo che hai detto una ca…ta.
Forse era una frase provocatoria, mi sa.
Come fa una persona ad autoporsi un limite di questo tipo, a scadenza?
A meno che uno veramente non le dica: senti, tu prenditi il tuo tempo, leggiti dentro e tra sei mesi ci sentiamo.
Non credo che neanche Ohara sia in grado, realmente, di sapere se tra tre o sei mesi sarà ancora qui, così, o sarà “scoppiato”, se le cose non evolveranno diversamente. Per quanto ora possa anche dire: ti aspetterò altri cinque anni.
Non si sta parlando di in quanto tempo trovare un’altra casa o trovarsi un altro lavoro, cosa per cui effettivamente ci sono questioni pratiche che possono richiedere un certo lasso di tempo, o di un trasferimento, credo. Non è che lei deve cercare un avvocato per sbrigare questioni pratiche inerenti alla separazione, mi pare.
Le sue ragioni sono di tutt’altro genere. Si sta parlando di evoluzione di sentimenti e presa di coscienza e coraggio, anche, di prendere una decisione. Che o la prendi o non la prendi, c’è poco da fare. E non la prendi perché c’è Ohara che ti aspetta o che se ne va o che ti fa pressing o non te lo fa. A me questo punto sembra fondamentale. Fermo restando che Ohara non può/vuole stare in stand by in eterno, per la sua salute emotiva e mentale ecc, che fa lei se Ohara se ne va? Resta con il tipo avanti perché non c’è più un altro per cui lasciarlo? O lo lascerà o ci resterà, a seconda, per ciò che lei prova e trova sia il caso di fare?
Io penso che a Ohara, più che stare nel futuro o nel condizionale, e parlare di tre mesi o sei, e di eternità, di pensare sempre di cosa ha bisogno lei o come potrebbe essere se lei prendesse una decisione, farebbe bene tornare un po’ nel presente. Che non significa mettere da parte i suoi sentimenti, ma affrancarsi un po’ sia dai periodi ipotetici che dall’interdipendenza con la decisione di questa donna che prima che loro due riguarda lei e dall’evoluzione della loro storia, degli altri due.
E’ chiaro che per lui è importante che lei sia libera o no. Però io continuo a pensare che è a lei che dovrebbe in primo luogo interessare chiudere una storia se non funziona, trovare il modo per chiuderla o per tentare di risanarla se invece non pensa che sia davvero chiusa, riavere la sua libertà per farne poi quel che vuole. In questo senso, Rossana, certo che condivido il concetto di obiettivo!
Perché capire quale obiettivo hai ti dà anche le energie per trovare le soluzioni.
Invece il limbo è una chiavica.
Ohara un obiettivo lo ha, lo ha talmente da non vedere quanto lei non ce l’ha, e dare la colpa all’altro del fatto che lei non raggiunge un obiettivo che non ha.
A scanso di equivoci non sto dicendo che sia facile. Però guardarsi dentro e trovare il proprio obiettivo reale non è un aspetto banale. Cambia tutto, realmente.
Nella mia vita tutte le volte che mi sono trovata in una situazione in cui non riuscivo a individuare l’obiettivo ho avuto il bisogno di ricentrarmi e trovarlo, indipendentemente dalle aspettative degli altri.
E non perché te ne freghi delle aspettative degli altri, o perché sei stronza, ma perché rischi di fare un gran casino se non ti ascolti tu, se non riesci davvero a capire cosa stai cercando nelle situazioni, che valore e senso hanno per te, qual è la spinta che realmente ti muove in una direzione o un’altra o anche in nessuna direzione.
A 20 anni ho preso una decisione come quella che tu ti aspetti da lei. E non è che era più facile perché avevo 20 anni.
Per poter ricentrarmi e ascoltarmi “scappai” anche di casa, girando in macchina e anche dormendo zero, perché i miei non erano assolutamente in grado di capire. E perché avevo veramente bisogno di escludere il “giudizio” e le ragioni altrui per guardarmi dentro. E mi sentivo fragile, beninteso, non “eroica”. La decisione è stata dolorosa, cmq, perché volevo bene alla persona che stavo lasciando, era stata una storia importante, e da parte mia avevo cercato di salvarla, ben prima che arrivasse un’altra persona. Mi ero arresa, è vero, pian piano sì. Prima. Perché soffrivo troppo. E perché mi si dava l’idea che un senso non ci fosse più. Certo avevo 20 anni e ciò implica che ho fatto errori anche per inesperienza di vita, pur tentando di fare le cose migliori. Idem riconosco questo alla persona con cui la storia era finita. Per me. Le responsabilità ce le siamo presi entrambi. Per quanto io sia uscita di scena nel modo peggiore possibile, pur tentando di farlo pesare nel modo minore possibile. Vivevo forte il senso della responsabilità della verità dei sentimenti. Questo me lo ricordo molto bene. E anche delle conseguenze delle mie decisioni, delle mie azioni. E del mio dire la verità, per me centrale, anche a costo di linciaggio privato e pubblico. Ciò non toglie che il mio ruolo, di chi cmq comincia una nuova vita, sapendo di avere scelto, sia stato più facile di quello di chi viene lasciato, anche se ha fatto delle scelte egoiste prima. Anni prima era successo a me, anche se, paradossalmente, avevo comunque scelto io, di fronte a mr piede in due scarpe, di chiudere rapidamente la questione. Però ero in grado anche di capire la sofferenza che stavo arrecando io. E dopo tanti anni non minimizzo nulla di quel periodo, nè le mie ragioni nè i miei torti, la mia sensibilità e il mio egoismo. Molti anni dopo la vita mi ha portato, mio malgrado, in una situazione di prolungata e grande sofferenza econfusione, diversa e più grave, tra problemi contingenti veramente grandi. Dunque io la confusione estrema la comprendo. Però ti direi anche: non attribuirle le TUE motivazioni, lascia che usi le sue “palle” per trovarle e affrontarle
Luna,
secondo me, in certi casi, soprattutto dopo un anno di presenza costante (e per Ohara tormentante), è necessario per il bene di Ohara tentare di chiarire (o meglio: di chiarirsi) in modo netto a cosa veramente mira la controparte, e se avrà o meno la forza di realizzare quanto davvero desidera.
l’ideale sarebbe stato concordare di allontanarsi da lei per qualche tempo e di permetterle di prendere da sola una decisione fra i due uomini con cui è in relazione. per un senso di tenerezza nei confronti di Ohara ma anche a beneficio di lei (fragile e insicura), mi sembrava giusto accettare che Ohara le stesse invece vicino, senza però tirare la coperta dalla sua parte (mese più, mese meno, ormai che differenza può fare?).
se devo essere sincera fino in fondo, temo che questa ragazza non lascerà il suo compagno per stare con Ohara. se amore l’avesse presa, già l’avrebbe fatto da tempo, sofferente o meno nei confronti dell’uomo che tanto le è stato d’aiuto in passato. temo che, come nei casi di molti matrimoni “stanchi”, Ohara sia soltanto il puntello che le consente di tenere in piedi meno faticosamente il suo vecchio rapporto. e Ohara, innamorato, mentre lei pare non esserlo, non merita questo!
è stato anche troppo paziente nella lunga attesa. mi sembra giunta l’ora di scoprire le carte, in modo anche un po’ duro, a fin di bene. personalmente non m’importa di sapere perchè lei non riesce a decidere: sono fatti suoi. in questo momento cerco d’immedesimarmi in Ohara, a cui suggerisco di tentare di uscire al più presto da questa situazione ambigua, a mio avviso per niente promettente.
è solo il mio punto di vista. per carattere amo mettere il “mostro” in prima pagina, vedere da vicino la sua reazione e agire di conseguenza.