Salve,
2 anni fa mio padre si è rivolto ad un negozio per l’acquisto di un condizionatore. Sono venuti a casa due venditori mostrandoci depliant di condizionatori Toschiba. Poi hanno fatto firmare a mio padre il contratto ma senza specificare la marca. Al momento dell’installazione lui si è accorto l’innesistenza della scritta Toschiba e si è rivolto il giorno stesso al titolare del negozio. Questo ha detto che sul contratto non era scritto Toschiba e quindi che aveva adempiuto al contratto. Mio padre prima di pagargli gli ha chiesto almeno la marca del condizionatore acquistato e il negoziante si è rifiutato dicendogli che non è possibile saperlo. Mio padre gli ha fatto una proposta inferiore alla cifra da lui richiesta e che è stata da lui rifiutata.
Poi ha messo un avvocato e mio padre idem. Ora è stato chiamato in causa. Solo una domanda: in Italia è possibile vendere un condizionatore senza nessuna marca? Non c’è targhetta, non c’è marca sul libretto di istruzioni e il telecomando dietro presenta delle scritte in cinese. Esiste una legge che vieta la vendita di oggetti/macchinari/elettrodomestici senza marca? Se sì, qual’è?
Grazie mille
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Categorie: - Consumatori
Ciao,
ho letto il tuo racconto e posso dirti con certezza che la marca non è fondamentale, l’importante è che i prodotti siano certificati secondo le norme europee in vigore.
Molti non lo sanno, ma nel mondo esistono solo 4 produttori di motori per condizionatori, tra cui anche toshiba, le 4 case produttrici vendono i condizionatori con loro marchio a prezzi molto alti.
I motori che producono vengono venduti anche ad aziende, in particolare cinesi, che rivestono il motore e si fabbricano lo split (la parte dove esce l’aria) e li rinvendono a prezzi stracciati.
Puoi farci caso, basta andare in un qualsiasi supermercato o centro commerciale e vedrai quanti modelli a prezzi diversi troverai..
La differenza di costo oltre ad una maggiore affidabilità è dovuta al marchio, infatti l’alto costo è dovuto alla marca che acquisti e non al prodotto stesso.
Il negoziante in questione non ti ha detto la marca, perchè molto probabilmente neanche lui la conosce.
Per legge in ogni caso il produttore deve essere sempre dichiarato e quindi se vuoi puoi esercitare questo diritto.
Posso dirti in aggiunta che molto probabilmente tuo padre è stato tratto in inganno perchè la carta intestata del negoziante riportava la marca toshiba e tuo padre ha dato per scontato che anche quanto da lui acquistato fosse di quella marca.
Forse puoi esercitare il diritto di recesso o forse ti puoi appellare alla pubblicità ingannevole, tieni presente che per la legge italiana l’utente finale (tuo padre in questo caso) è la parte debole e viene tutelato.
Per il resto ricordati che in ogni caso siamo in italia e quindi … sai cosa intendo vero? ehehe
ciao
Ciao,
sul condizionatore ne sotto ne hai lati ne sopra sono presenti i certificati C E ed UNI.
Ho saputo anch’io che per legge il produttore dev’essere sempre dichiarato ma se non sbaglio questa legge è stata messa in vigore nel settembre 2006. L’acquisto del condizionatore risale ad agosto 2005. Vale ancora la legge che prevede l’obbligo di dichiarare il produttore nel nostro caso? Nel nostro condizionatore non c’è traccia di nessun’azienda, indirizzi, telefoni o quant’altro nemmeno sul libretto d’istruzioni. E’ un libretto anonimo.
Allora la carta del contratto era un foglio normale di contratti forse preso dalla buffetti, ma non una carta intestata Toschiba. Infatti a Milano la Toschiba ha detto che questo negozio non è un loro venditore. Loro sono venuti a casa con cataloghi toschiba e dichiarandoci di volerci vendere un condizionatore toschiba. Ma di dimostrabile non c’è nulla. Il giudice può credere alla parola di mio padre?….
Poi gli hanno compilato questo contratto anonimo e mio padre pensava si trattasse di un toschiba. I diritti di recesso e di pubblicità ingannevole cosa prevedono?
Hai scritto:
“Per il resto ricordati che in ogni caso siamo in italia e quindi … sai cosa intendo vero? ehehe”
Bene, ti posso dire che questi giorni ci è arrivata una cartollina blu dalla posta. E’ andato a ritirarla dalla posta ed era una lettera d’invito a presentarsi ad un ufficio giudiziario. E’ andato li e ha ritirato della documentazione che riportava che la sentenza era stata fatta il 20 giugno 2007 e dato che non ci siamo presentati mio padre è stato condannato a pagare il tutto, più le spese. MA SE NON E’ STATO CHIAMATO NE MIO PADRE NE IL NOSTRO AVVOCATO, come potevamo presentarci e difenderci? Bisogna fare una denuncia al presidente della repubblica?
In questa documentazione però c’era un errore per quanto concerne i dati anagrafici di mio padre. Il nostro avvocato ha detto che in questo caso la causa è nulla, non è più valida.
Come muoverci?
GRAZIE VERAMENTE DI TUTTO CUORE PER L’AIUTO!!!!!