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Il lavoro mi provoca angoscia e ansia che porto anche a casa

di Matte94

Buongiorno a tutti,

mi sono imbattuto su questo sito e ho deciso di scrivere un post con lo scopo di provare a sfogarmi e buttare fuori un po’ la frustrazione che sento. Quello di cui parlo è riconducibile al mio lavoro, seguo la parte amministrativa di una piccola azienda, almeno sulla carta perché poi di fatto mi ritrovo a gestire qualsiasi cosa presenti un problema. La domanda che mi pongo quotidianamente è una sola, forse dovrei rivolgermi a chi fa questo lavoro, è normale che di fronte ad ogni problematica di tipo economico io mi ritrovi completamente abbandonato a me stesso con tutta la responsabilità addosso e nessuno che se ne freghi? Mi spiego meglio, io capisco che tra le attività strettamente collegate alla mia mansione ci sia quella di gestire il flusso di incassi e pagamenti, ma se dopo aver messo insieme i dati, preparato scadenziari e chi più ne ha più ne metta è normale che nessuno mi dia un supporto nella gestione del problema? Faccio un esempio per spiegarmi meglio termino il prospetto del mese e la situazione che ne è esce è la seguente: entrate 10 uscite 15, lo segnalo al titolare, ottengo una risposta muta, passo le settimane successive che mi separano dal punto di rottura a rifare qualsiasi tipo di conteggio per trovare il modo di far uscire i 5 mancanti. Io sono stufo di avere il peso di questa cosa addosso perché ho provato più volte a far capire quali sono i comportamenti che portano ad avere, spesso e volentieri, uscite maggiori delle entrate ma nessuno fa niente per evitare di trovarsi in questa situazione. Quello che chiedo è esattamente questo sono io che mi vivo male questa cosa ed è così per tutte le persone che svolgono la mia stessa mansione oppure ho ragione nel pensare che il mio ruolo presupponga di arrivare fino ad un certo punto e poi è compito del titolare interviene e indirizzarmi verso la soluzione?
Questa situazione mi mette spesso angoscia e ansia che ovviamente mi porto anche a casa perché fino a quando non trovo il modo per risolvere il problema o per tamponarlo la mente è sempre in funzione ma razionalmente penso anche che l’azienda non è mia e non spetta a me portare il peso di eventuali ritardi nei pagamenti.
Non voglio sminuire nessun lavoro, spero di non essere frainteso, ma spesso vorrei essere un operaio in catena che fa il suo, esce fisicamente stanco, ma fino al giorno successivo stacca la mente e non continua a pensare, ripensare alle cose, sento che questa situazione mi sta consumando e non voglio arrivare al punto di rimetterci la salute perché oltre a me credetemi che a nessuno interessa, l’unica cosa che mi viene detta è “pansaci tu”, “tieni tutto sotto controllo” e cose così.

Lettera pubblicata il 20 Giugno 2023. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Lavoro

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    white knight -

    Carissimo… un po’ e un po’.
    Fai bene a fare qualcosa “in più del dovuto”, ti fa onore, ti fa crescere, e fa crescere l’azienda per cui lavori. E senz’altro ti rende importante all’interno dell’organizzazione.
    Tuttavia “qualcosa in più” non significa “tutto”! Se il tuo ruolo di contabile prevede di organizzare gli scadenziari e monitorare i flussi di cassa, non significa che tu debba prenderti la responsabilità dei medesimi! Quello è compito del titolare o del CFO!
    Continua a fare del tuo meglio, e se capita che per l’ennesima volta si verifica un ammanco:
    1- o fai spallucce e lasci che chi lo ha causato se ne assuma la responsabilità;
    2-oppure, se te la senti, prenditi pure la responsabilità di “riparare il danno” ma chiedi almeno un avanzamento di livello con relativo aumento di stipendio!
    Un conto è fare il ragioniere, un conto è fare il CFO. Anche in una PMI.
    In bocca a l lupo!

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