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Lettera pubblicata il 17 Aprile 2012. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Daniel85.
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ciao a tutti,
capitato oggi(per caso)su questo sito, propongo anche la mia (seppur con grandissimo ritardo) sull’argomento: laurea ed ingegneri. La cosa indirettamente mi tocca (non personalmente in quanto sono un “diversamente” giovane di 59 anni, fortunatamente realizzato professionalmente, titolare di una società di ingegneria di sistemi, professionista consulente per grandi Enti, ecc.)ma ad es. per mia figlia laureata da 4 anni (non ingegneria, altro indirizzo scientifico) ma con vostri eguali risultati. Bene, per impiegarla (alla fine) gli abbiamo comprato un negozio dove è diventata:…..una commerciante/artigiana. Per carità, nulla di male, anzi, ma poteva farlo almeno 5 anni prima. L’unica cosa che mi dispiace è che si è arresa subito, non è stata tenace, ne coraggiosa per spiccare il volo, proporsi all’estero. Ed è quello che fanno molti nostri giovani laureati (l’indirizzo non conta), ritornano sotto le gonne della mamma. Inoltre noi genitori (io forse compreso) sbagliamo: riversiamo sui fogli chissà quali aspettative. Grave errore. Mia figlia, non riuscendo a trovare sbocchi correlati ai suoi titoli, master e specializzazioni varie (quello che chiamo “carta da parati”), ma solo call center e”vendite” strane/varie cadde in una specie di crisi depressiva: comprensibile,ma sbagliato. Come padre gli ho risposto che la sua laurea (sudata e conquistata) era una sua personale soddisfazione, la mia era quella che (forse) non mi avrebbe così più sbagliato i verbi, salvandomi tutti i congiuntivi. Cari ragazzi,il momento è quello che è, le aziende devono risparmiare ed ora è terminato la status di avere x ingegneri, x commercialisti, x informatici, ecc. Serve “saperlo” fare, meglio, più celermente ed al minor costo, quindi quello che si chiama “flessibilità” o “duttilità”, in effetti è: farti fare il max dei sacrifici (a te che sei giovane ed incapace professionalmente), pagandoti il meno possibile, per salvare il team aziendale. E’ giusto? Manco per niente, ma è così! Comunque cari giovani colleghi, se è vero che gli esami non finiscono mai (per tutti, anche x i meno giovani)la teoria è una cosa e la pratica è un’altra. E’ sempre stato così e così sarà. Alcuni giovani ingegneri(nel ns. caso)spesso millantano conoscenze applicative che non hanno e non possono avere, di solito non è male iniziare a pulire cessi o sistemare scatoloni, sotto la supervisione di vecchi operai. L a “logistica” e la “metodica” si apprende anche così. E’ evidente che ci si attende una variazione di stato (evidentemente con un surplus di conoscenze). Il consiglio giusto ed il corretto “iter procedurale” è quello dato dall’amico Maverick2011, a cui ovviamente mi associo e mi permetto di aggiungere: siate elastici, e “rubate” con gli occhi e le orecchie, offritevi per qualsiasi “lavoretto”, pensate positivo ed a quello come il primo scalino di una scala che “sale”, dovete tradurre la conoscenza teorica (poca o tanta) in quella pratica ed industriale: ela differenza è enorme
Caro daniel, tutti i miei colleghi sono sistemati:1 su 10 non ha avuto raccomandazioni nè durante la carriera universitaria nè dopo….. il resto…. non ne parliamo…. uno schifo….. basti pensare che le hr che si occupano di colloqui nelle società di ingegneria sono dei laureati in diritto di pesca subaquea o in psicologia….. ma senza togliere nulla a tali personaggi, raccomandati a tali posti, ma sara’ o no’ un ingegnere a dovere giudicare le competenze di un altro ingegnere!? O sbaglio?! Poi l’italia e’ l’unico paese dove, anche se hai esperienza, superati i 35 anni non vieni piu’ considerato, violando completamente le direttive europee sulle pari opportunita’….. io mi riciclo e vado in paesi del nord dove almeno la nostra ingegneria viene apprezzata e dove tutti, in azienda lavorano, non solo i non raccomandati….
In bocca al lupo!
Ciao Franco, il tuo post non mi piace. Sembra quasi voler dire che “solo i miei pari” mi possono giudicare.
Eh mi dispiace ma il mondo non funziona così, non credo che nelle altre parti del globo gli HR siano ingegneri. Durante le selezioni il CV ha un peso di certo non esclusivo dato che, appunto, i raccomandati possono vantare posizioni di pregio in aziende di pregio ma avere zero competenze dimostrabili. Così come ci può essere qualcuno che, non avendo santi in paradiso, fatica a fare esperienze e ad acquisire competenze. Ma ciò non significa che non potrebbe farlo in futuro se la società per la quale si candida lo dovesse assumere..
Alla fine della fiera per fare un colloquio non serve una laurea in ingegneria, si vedono lontano un miglio le persone preparate, attive.. così come si vedono lontani un miglio le persone perditempo.
Te lo dice uno che talvolta fa selezioni ma non è laureato in psicologia e che talvolta fa lavori di ingegneria, o insegna ad ingegneri, pur essendo laureato in economia.
Suvvia, gli ingegneri dovrebbero imparare ad abbassare un po sia le loro aspettative che il loro ego smisurato.
Caro Franco, non metto in dubbio quello che dici riguardo al fatto di essere giudicati da altre persone non del settore, ma io da ingegnere non mi permetterei mai di avere la presunzione di andare a lavorare, ad esempio, in una società di rating come selezionatore, capisci la differenza!?
Non ti preoccupare per le aspettative, chi parla ha fatto ultimamente anche il badante per persone anziane e, ti posso assicurare, che Questo Lavoro ha innalzato il mio Ego come tu lo giudichi.
Sempre inerentemente l’Ego, sono stati i miei ex docenti a farmi un ramanzina dicendomi “tu sei ingegnere e devi lavorare come Ingegnere”….ma il giro è sempre lo stesso…..chi non risica e non rosica…ed allora, visto che io ho un forte Ego, abbasso le mie penne, mi riciclo come programmatore e me ne vado in un paese dove non si viene giudicati in base a discriminanti che tra l’altro vanno contro i diritti umani.
In bocca al lupo anche a te!
Salve signori.
Ho letto Tutti i vostri interessanti commenti. per alcuni di essi sono d’accordo e per altri no.
Ci sono anche altri blogs che parlano dell’argomento uguale, cioè disoccupazione di Ingegneri.
Che dire..beh..leggete Tutto ciò che in merito è a portata di click.
Vedrete voi stessi cosa se ne ricava.
Un Saluto Cordiale a Tutti Voi.
P.S. Tempo fa, leggevo il bollettino degli ex allievi della uni ove mi sono laureato in Ingegneria, ed ho visto l’evoluzione: dai toni trionfalistici del 2005, si è trascorsi ai toni da sopravvivenza del 2010, fino al silenzio totale ( sempre in merito all’avanguardia di ingegneria, per i posti di lavoro e simili ).
A buon intenditor…
ma qual’è il sito europeo per lavorare all’estero?
La facoltà universitaria dovrebbe essere scelta sulla base delle proprie passioni con un occhio ben attento al futuro, certo, ma non con un unico scopo, quello di trovare un lavoro ben retribuito. Con ciò non dico di preferire un tuffo nel vuoto, sospinti unicamente dalle proprie speranze (il più delle volte disperate), tralasciando il dato reale della disoccupazione, ma di avere la responsabilità e il coraggio delle proprie scelte. Aggiungo…se la disoccupazione è lo step successivo ad una laurea decorosa in ingegneria, perché le facoltà ingegneristiche non dichiarano forfait…indirizzando così le giovani menti, per lo meno con un minimo di buona volontà, a “corsi di specializzazione professionale” o a “lavori di bassa manovalanza”, garantendo così “finalmente!” loro un futuro “certo” “armnioso” e “soddisfacente”?
P.S. Il tono è sarcastico.
Concordo pienamente con quanto detto dall’autore dell’articolo. Purtroppo e’ la triste verita’ di questo paese. L’unico consiglio che posso dare al ragazzo e’ di andarsene via in un altro paese, non fare l’errore che ho fatto io.. NON RIMANERE! VATTENE! SCAPPA! Al momento, qualsiasi paese e’ migliore dell’Italia. In bocca al lupo!
Pienamente d accordo . male molto male. italia sinonimo di crisi.
Caro Daniel85,
concordo pienamente con quanto hai detto, io sono laureato in ingegneria civile, laurea magistrale perseguita in 5 anni puliti con 105/110.
Su 40 Cv mandati ho ricevuto due risposte, uno mi ha offerto 200 euro al mese e l’altro mi ha chiesto di fare i disegni ad Autocad. Purtroppo questa è la triste realtà in cui viviamo, il segreto oggi penso sia imparare a fare qualcosa di SPECIALISTICO e ben mirato appena finita la scuola, e non crearsi una macroformazione come quella fornita dalle Università.
Io sto pensando di provare a traferirmi all’estero, ti è mai per caso balenata l’idea di farlo? se sì sai per caso se la nostra laurea può avere una certa valenza? Ho provato a cercare su internet e in siti istituzionali ma si fa fatica a capirci qualcosa.
Se per caso ne sai qualcosa (tu o chiunque altro) fammi sapere, nel frattempo in bocca al lupo per il tuo futuro, non scoraggiarti!
Rodolfo