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Mondo del lavoro in Italia: non laureatevi in ingegneria!

di Daniel85
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Aprile 2012. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 387 commenti

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  1. 91
    USE -

    Sostanzialemnte sono d’accordo con quanto espresso nella prima lettera da DAniel85.
    L’italia ormai da tempo e’ entrata in un circolo vizioso che la porta ad avere sempre meno di bisogno di lavoratori qualificati e sempre piu’ di manovalanza a basso contenuto intellettuale.
    Questo processo la sta trascinando verso il baratro ed e’ un chiaro sintomo della perdita’ di competitivita’ del paese.
    Tutta la politica di risanamento attuata dal governo in questi mesi rischia di essere un inutile salasso se non coadiuvata da una politica del lavoro volta alla valorizzazione del lavoro qualificato. L’uscita dalla crisi
    non puo’ prescindere da una riorganizzazione del lavoro volta all’impiego massimale dei talenti e delle eccellenze italiane.

  2. 92
    Giulia -

    La cosa penosa é che nemmeno all’estero ci vogliono più! Io ho provato a espatriare in Brasile, ma anche li il governo imbroglione come il nostro dice che ha bisogno di stranieri ma poi non concede visti di lavoro neanche a pagarli! Adesso eccomi qua con un anno di esperienza all’estero tra Spagna e Brasile e nessuno che mi si fila… Italia di merda

  3. 93
    Laureato in lettere che lavora! -

    La laurea in una cosa o nell’altra oggi ce l’hanno cani e porci… Se non ce l’hai (e non hai pretese) il lavoro manuale lo trovi di certo, sono d’accordo…
    Ma scusa caro ingegnere, sfotti chi ha una laurea in lettere, fai il bullo perché hai una laurea in ingegneria (capirai che 2 palle), pretendi di essere assunto in comodo posto fisso… tu, oltre a mandare curriculum, cosa avresti fatto?! Perché non provi ad aprirtela tu un’attività per poi assumere neolaureati? Un’attività semplice, es. una produzione di bulloni, ti compri un macchinario usato, fai un Leasing con l’aiuto di papà e cominci a vendere i tuoi bulloni ai ferramenta…
    Troppo comodo aspettare la pappa pronta, oggi come ieri la crisi c’è, ma il mondo non é finito. A proposito di meritocrazia, prima di pretendere di progettare ponti ed infrastrutture, bisognerebbe dimostrare di aver voglia di lavorare a testa bassa o di rischiare qualcosa nella vita… Troppo comodo aspettare il salvatore!

    Ma fatevi una doccia fredda di umiltà “ingegneri” senza ingegno!

  4. 94
    Max -

    Buon giorno…

    Sono il responsabile in Italia per una nota azienda tedesca con sede a Stoccarda(Germania) ed avente alle sue dipendenze già 147 ingegneri.
    Ricerchiamo brillanti ingegneri elettronici,elettrici ed informatici con votazione da 105/110 in poi. Obbligatoria la conoscenza della lingua inglese in modo fluente. Inviate il vostro curriculum alla mail: paforino@tin.it. Lo valuteremo ed eventualmente sarete contattati per colloquio conoscitivo.Saluti

  5. 95
    Anonimo88 -

    Anche io ho una laurea in ingegneria aerospaziale e non trovo lavoro (sono due anni ormai) nè all’estero nè in Italia. Però almeno qualche mio amico all’estero è riuscito a lavorare con una buona paga anche se solo con contratti a progetto. Quindi posso dire che la laurea continua ad avere un valore, anche se solo per qualcuno più fortunato!

  6. 96
    Aton -

    Immagino dopo due anni di disoccupazione quanto possa valere una laurea in aerospaziale… tanto più che ormai i satelliti li vendono da Mediaworld e con 200 € te li mettono anche in orbita e con altri 20 € ti regalano un mese di Mediaset Premium o un buono sconto per un idraulico. Che non si trova manco a coprirlo d’oro.

  7. 97
    @laureato in lettere -

    Che una laurea l’abbiano in molti, nulla da obiettare. Specie nell’area umanistica (lettere,sociologia,filosofia…)
    Nelle materie scientifiche/ingegneristiche non si ottiene una laurea così facilmente.
    E la laurea in ingegneria è quella che dovrebbe dare sviluppo al Paese.
    Proprio perché collegata all’innovazione, alla ricerca.
    Mettere da parte gli ingegneri, sottopagarli o considerarli per lavori manuali è un errore.
    L’Italia, come altri paesi europei possono essere concorrenziali solo con prodotti di alto livello tecnologico.
    Ogni ingegnere che non può esprimere le proprie potenzialità è un danno e un impoverimento per l’intero Paese.
    La mancanza di lavoro per un ingegnere…si traduce con il tempo nella perdita di lavori in campo umanistico.
    Le imprese chiudono per mancanza di innovazione e non sono più competitive con le aziende estere (e non si tratta di costo della manodopera).

  8. 98
    Patrick -

    Ciò che contraddistingue un laureato in ingegneria è la “forma mentis”.
    Un modo di pensare, impostare il lavoro e l’innovazione.
    Le aziende hanno successo quando sviluppano prodotti e soluzioni innovative in grado di competere sui mercati internazionali.
    L’idea di aprire la fabbrichetta e produrre bulloni è superata. Perché converrà sempre di più aprire questo tipo di attività in stati dove la manodopera è a basso costo e il grado di formazione degli addetti mediamente basso.
    Questo è andato bene nel periodo del boom economico degli anni ’60.
    Poi le cose sono cambiate.
    Un’azienda ha successo solo se riesce a sviluppare nuovi brevetti. Nuovi sistemi di produzione. Riducendo costi di produzione, sviluppando tecnologia di alto livello.
    Dicono che in Italia ci siano pochi ingegneri. La realtà è che ce ne sono troppi per la domanda da parte delle aziende che puntano ancora a produrre beni e servizi senza innovarsi.
    La via d’uscita, la ripresa economica, ci sarà solamente quando si punterà sull’ingegneria, sulla ricerca scientifica.

  9. 99
    Ciak -

    Per lavorare in campo umanistico: psicologi, professori, giornalisti, devono essere molto più bravi di altri candidati, proprio perché la concorrenza è molto elevata… E siamo d’accordo…
    Sulla “forma mentis” degli ingegneri avrei un obiezione, ci sono ingegneri si in grado di sviluppare calcoli e funzioni, ma quanti di quelli usciti dalle università hanno davvero sufficiente creatività da essere veri innovatori?!
    Pochi, troppo pochi, perché sia le facoltà italiane umanistiche che quelle ingegneristiche, lavorano fin troppo in modo astratto, appunto formando “bene” le persone, sottoponendole ad ogni genere di esame, molto meno le università lavorano sulle reali risorse umane a disposizione, così non si va da nessuna parte nemmeno se siamo di fronte ad un genio…

  10. 100
    Ciak -

    …e poi ci vuole umiltà… Chi esce da ingegneria, come dimostrano i commenti qui sopra, ne ha poca… Quello che vi aspettate “non è il mondo reale” e l’estero non è la terra dell’oro; per accedere a cose importanti, in Italia o altrove, ci vogliono o ottime raccomandazioni o capacità davvero sopra la media. Non basta aver studiato molto per avere una laurea in ingegneria ed esigere di conseguenza un buon posto di lavoro, anche chi studia lettere o medicina ha studiato molto, probabilmente cose che ad un ingegnere resteranno ampiamente sconosciute, ma che siano cose più o meno utili all’umanità ed allo sviluppo è tutto da vedere…

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