Salve,
al comune dove lavoro oggi il superiore mi ha chiamata e mi ha detto se posso fare il lavoro agile.
Io non ho risposto e ci sono rimasta molto male, visto che nessuno si era mai lamentato di me in 15 anni di lavoro.
Io lo so che sono lenta perché sono grassa e mi muovo a fatica.
Non ne ho ancora parlato con nessun collega perché mi vergogno.
Lo so che è colpa mia se non sono scattante come altre colleghe più giovani.
Forse dovrei dimagrire, ma non ci riesco.
Cercherò di essere più veloce nello svolgere il mio lavoro, più agile come ha detto il superiore, ma veramente non mi aspettavo questo rimprovero.
Lettera pubblicata il 9 Luglio 2020. L'autore, Rosa Maria, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Il lavoro agile è sostanzialmente
il lavoro a distanza, tipo smart working,
da casa insomma.
Personalmente sono contraria a questo tipo
di lavoro eccetto per motivi contingenti di emergenza com’è stato a marzo-aprile.
La presenza fisica in ufficio ha la sua importanza, specialmente per le persone
anziane non use alla tecnologia.
Se hai voluto fare la simpatica ci sei riuscita bene. Se poi sei davvero grassa vabbè, più grave se invece sei seria ed è solo ignoranza…
Suppongo che il post sia ironico,
ma non si sa mai.
Ma non ho perso l’occasione per dire
come la penso su questo…lavoro agile.
Gli impiegati statali esercitano un servizio
alla collettività ed è importante che siano
presenti fisicamente o anche fisicamente.
Mi basta vedere le code che ci sono fuori…
So bene che è un tema delicato, comunque molto dipende da QUANTO sei grassa. Perché se non è una cosa eccessiva e riesci a svolgere il tuo lavoro in modo sufficientemente efficiente non hai di che preoccuparti. E non dovrebbe preoccuparsi nemmeno il tuo capo. Faglielo presente, nel caso la situazione sia questa e lui tiri in ballo ancora la cosa. Se tu stai bene con te stessa e ti piaci così, non devi nemmeno pensare al giudizio degli altri. Non badare ai prototipi che ci propone la società di oggi, dove se si è grossi non si può essere belli e per salire su un palco bisogna essere anoressici. L’unico caso in cui dovresti veramente cercare di perdere peso è se la tua obesità fosse eccessiva e ti creasse problemi di salute. Allora sì che sarebbe un bene. Ma non mi par di capire che sia il tuo caso. Saluti
Vabbè, la donna grassa è una delle peggio cose che possano capitare a un uomo.
Ma se tu stai bene con te stessa, a parte ansimare per due gradini ed avere una speranza di vita quasi dimezzata, chettifrega?
E se non frega a te, figurati a noi.
Per pura curiosità: la tua lettera è seria o è una barzelletta? Mi rifiuto di credere che tu non sappia cosa si intende per lavoro agile. Non ripeto la risposta di alisee, che è alquanto chiarificatoria in merito e che quindi sottoscrivo pienamente. Quanto al tuo essere grassa, sottoscrivo il commento di Bottex, specificando che io ho sempre avuto una forte attrazione verso le persone grasse. Il loro fisico mi ha sempre dato un senso di tenerezza e accoglienza, che le complessioni più asciutte non mi trasmettono. Negli Anni 40 il cantante blues Joe Turner proponeva un brano che recitava: I want a big fat mama to set my soul on fire.
Emh se poi si iniziasse a parlare di “snellire il personale” fai attenzione, perché potrebbero toglierti la pagnotta e non solo le brioches!
Se le lettera è vera vorrei dare a Rosa Maria tutta la mia solidarietà, se non lo è comunque è molto simpatica e mostra l’imbecillità di chi fa le leggi, o anche solo le scrive.
Chi è il genio che ha inventato il termine lavoro agile? Io non lo avevo mai sentito prima.
Non lo so, da wikipedia vedo che questa “modalità” è stata introdotta e definita con la L 22 maggio 2017, n. 81 del governo del nobile Gentiloni, il vero responsabile però non lo sapremo mai.
L’espressione è stata ideata per cercare di tradurre il termine italiano smart working, che peraltro mostra che molti straparlano in inglese ma ben pochi lo conoscono a dovere. Infatti la parola smart vuol dire in gamba, furbo. E siccome i telefoni dalle tante funzioni vengono chiamati smart phone, gli intelligenti nostrani hanno pensato che smart volesse dire elettronico, fattibile a distanza ecc. per cui il lavoro effettuato da casa via computer è stato denominato, appunto, smart working. Poi, per non fare la figura degli esterofili, l’hanno tradotto con lavoro agile, che non c’entra assolutamente niente. Mi domando peraltro quanto di agile ci sia in una modalità lavorativa schiava di computer magari lenti o di connessioni precarie che spesso saltano e costringono a lavorare con ritmi non solo per niente agili ma, in molti casi, di lentezza e sofferenza esasperanti.