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Lavori a mezzo punto e uncinetto

di viseminara

Lo so, lo so cari lettori, potrebbe sembrare che io mi sia bevuta il cervello , potrebbe sembrare che un ufo mi sia calato sulla testa e che mi si sia “fracassato ” proprio sul cervello ma oggi il tema di cui voglio parlare è proprio questo. A scanso di fare la “sartina,” cosa che sapete , non sono, vi voglio riportare un articolo su un vecchio giornale di qualche anno fa che riportava una statistica su i vecchi passatempi del primo novecento. E si, prima di internet e la play station di harry potter le nostre nonne usavano passare il tempo lavorando a mezzo punto e facendo l’uncinetto. Voi direte e la novità dove sta? Lo sapevamo tutti, e avreste ragione, il paradosso è però che se voi decideste di voler fare queste “cose”oggi non trovereste più nessuno o quasi che ve le può insegnare, perchè a furia di non essere più in uso si sono perse. Ma oggi l’industria moderna è vero ci da tutto, ma aumentano gli ammalati di allergie. Non fatichiamo più per fare le cose perchè le troviamo fatte ma aumenta l’inquinamento . Oggi rispetto ieri la vita è più facile in ogni senso e solo una persona su un milione si dedica all’artigianato con prodotti naturali , ma allora perchè sono in aumento tutte la malattie connesse al” benessere”? A costo di fare la figura di una moralista del cavolo , non vi sembra che forse queste attività vadano rivalutate? Dite la vostra.

Lettera pubblicata il 8 Maggio 2006. L'autore ha condiviso 107 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Cittadini

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    rosadeibanchi -

    Io so lavorare a maglia, all’uncinetto e cucire, tuttavia non pratico più nessuna di queste cose, ogni tanto mi limito a cucire a macchina qualche orlo. Il tuo intervento mi fa riflettere su quanto andiamo sempre di corsa e questi lavori “femminili” sono tanto lenti, danno l’idea del far passare il tempo e di non “utilizzarlo” in modo più produttivo. Le donne adesso, invece di stare in casa a far quelle cose lì, la sera escono per socializzare, dato che ormai la famiglia non è più il punto di riferimento principale. Qualcuna che lavora a maglia ancora c’è, delle fuoriclasse, quelle che trovano il tempo per fare tutto. Peccato davvero che si perdano queste arti, così anche si sta perdendo il fare la pasta in casa e il cucinare, nessuno ha più tempo. Ma come mai siamo sempre di corsa? Credo che il tema vero sia questo, e dove corriamo sempre? Non sarà invece il caso di rallentare un po’? Quel che vedo è tanta gente sempre affacendata al punto di non curare più le relazioni affettive, le amicizie, i parenti. Tanta gente che deve “fare”, anziché preoccuparsi di “essere” un po’ di più.

  2. 2
    Bruno -

    RB: “Ma come mai siamo sempre di corsa? Credo che il tema vero sia questo, e dove corriamo sempre?”

    Una risposta che nessuno vorrebbe ascoltare: Corriamo tutti verso la morte, nessuno escluso.
    Se invece di correre, ogni tanto sostiamo a guardare il miracolo che ci circonda, male non farebbe a nessuno.

    ———————-
    Vs: “il paradosso è però che se voi decideste di voler fare queste “cose”oggi non trovereste più nessuno o quasi che ve le può insegnare, perchè a furia di non essere più in uso si sono perse.”

    Penso che questa nobile arte, essendo non più una fonte di reddito è stata trascurata del tutto o quasi.

  3. 3
    rosadeibanchi -

    Che laconico intervento, Bruno!
    La risposta “corriamo tutti verso la morte” mi pare alquanto scontata, comunque non intendevo questo tipo di corsa… E’ ovvio che al fondo del nostro percorso ci aspetta il passaggio della morte, e proprio per questo non sarebbe il caso di rallentare le nostre corse quotidiane e godersi attimo per attimo il tempo che ci è assegnato? O meglio ancora: non è il caso di smettere di rincorrere mete, denaro, faccende, obbiettivi, desideri, e fare invece con più consapevolezza le piccole cose di tutti i giorni?
    Lo dico anche a me stessa, senza presunzioni o supponenze, anch’io faccio parte degli inquieti…
    Le arti non sono mai fonte di reddito, se lo diventano è un fatto quasi sempre puramente casuale o un fatto commerciale organizzato. Fare la maglia ecc. corrispondeva a una reale necessità di vita (vestirsi) in tempi passati, e in effetti costava meno farsi una maglia che comperarla. Le lavorazioni industriali hanno mandato a ramengo questo stato di cose e ora farsi un maglione costa molto di più che comperarselo già pronto. Mia madre faceva la sarta e confezionava anche gli abiti per tutta la nostra famiglia, comperando le stoffe al mercato in genere. Non sarebbe pensabile adesso una cosa del genere.

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