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Laurea. Serve o non serve?

di maria grazia
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Lettera pubblicata il 17 Novembre 2024. L'autore ha condiviso 18 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 149 commenti

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  1. 11
    CLAUDIO -

    Potrà essere importante sapere, quando e quanto sarà impattante nel quotidiano,la neonata”ia”che si presume necessiti di una specifica “laurea”per poterla usarla al meglio.
    Anche se avere una NATURALE predisposizione per l’alta tecnologia(senza il noto”pezzo di carta”) può essere Decisivo in tal senso,a mio modesto parere!!
    D’altronde questa”ia”naviga ancora in un clima tra belle speranze e varie incertezze e mi chiedo se riuscirà a “lavorare”,ad esempio ,in armonia con la NATURA che,secondo una battuta recitata nel film Rocky 5 con s.stallone, È PIÙ FURBA DI QUANTO L’UOMO CREDE!! e forse anche della stessa”ia”concepita dallo stesso uomo(o,comunque dal genere umano,maschio o femmina che sia)”LAUREATO”,ma,come spesso si dice,”MAI dire Mai”!!
    Buona serata!!

  2. 12
    Suzanne -

    L’ultimo commentovè la precisa esemplificazione dei mali dei nostri tempi: pressapochismo ed eccesso di autostima. Assolutamente no: leggere libri universitari non è equiparabile a laurearsi. Primo perché i libri specialistici di ogni disciplina sono incomprensibili per chi non viene fornito dei giusti strumenti per maneggiarli e farli propri. Secondo, manca la componente IMPRESCINDIBILE del confronto con gli altri, dell’immersione in un ambiente di cultura che permea la nostra visione del mondo. Non basta mettersi davanti allo specchio e ripetersi “io sono un figo”, occorre qualcuno che ci spiattelli in faccia la nostra piccolezza. Vogliamo far credere che 7 anni di percorso per diventare psichiatra equivalga a leggiuccchiare roba a caso senza capirne un’accidenti. Vanity Fair non sostituisce i manuali diagnstici eh. Questo o è limite mentale o semplicemente malafede. Infine l’università, soprattutto se vissuta in modo indipendente, insegna a vivere e a sbambocciarsi.

  3. 13
    white knight -

    @ Claudio: bravissimo, hai centrato il punto: l’imminente impatto dell’IA nella nostra società. Molti lavori spariranno (perchè fagocitati da IA e robotica) e verranno sostituiti da altri più qualificati (in grado di gestire e programmare sistemi complessi dove l’IA sarà predominante).
    Per rivestire tali ruoli sarà necessaria se non una laurea, almeno dei corsi di formazione altamente qualificati in tali materie.
    Poi l’elettricista che ti tira i cavi in casa sarà sempre umano… ma l’operaio che assembla pezzi, la Maria Grazia che passa i barcode in logistica, o l’impiegata che fa i conti potranno essere tranquillamente sostituiti da robot e algoritmi.
    Ma niente, c’è ancora gente convinta che “saperci fare”, “sapersi vendere” e possedere qualche piccola soft skill sia sufficiente.
    Per non parlare di quei trogloditi che si lamentano che “i giovani vanno tutti a studiare” e che “non vogliono più fare certi lavori”: che ci vadano loro a raccogliere pomodori!

  4. 14
    maria grazia -

    Claudio io utilizzo l’AI abitualmente, non occorre alcuna laurea.
    Comunque non potrà mai sostituire l’essere umano in tutto e per tutto.

    Argo, che problemi hai?

  5. 15
    Ana Maria -

    @bet la laurea è necessaria per qualsiasi cosa
    In Inghilterra no. Si valuta piu l’esperienza. Io non avendo una laurea o master specifico in Accounting, sto prendendo le certificazioni ufficiali con valenza di laurea/master AAT/ACCA.
    Io con la laurea in turismo in Scozia facevo le pulizie in hotel e la cameriera, perche’ non sapevo bene l’inglese, poi in Scozia non si capisce niente. Adesso a Londra lavoro in finanza. Qui si calcola l’esperienza perche’ ci sono laureati analfabeti.

    @Argo il parere della sua madrina di battesimo. Io non l’ho ascoltata. Le ho detto che mio marito vale molto di piu dei suoi pazienti e tirocinanti (e’ dentista) bamboccioni a cui avrei dovuto aspirare e che da divorziato sapeva affrontare meglio la vita e non si tira indietro davanti ai problemi.

    @maria grazia ma su 100 imprenditori italiani ne trovi forse un paio che sono davvero sul pezzo. Cosa intendi per sul pezzo?

  6. 16
    Ana Maria -

    @white knight l’impiegata che fa i conti: Io non solo faccio fatture e conti, ma devo anche fare report/analisi accuratissime per il Credit Control, scrivere ai clienti e alle istituzioni in business communication in inglese, portoghese e spagnolo, rispondere alle chiamate dei fornitori, comunicare con il team finanziario, contabile e di assistenza clienti del Portogallo e del Brasile. Non e’ semplice.

    Per non parlare di quei trogloditi che si lamentano che “i giovani vanno tutti a studiare” e che “non vogliono più fare certi lavori”: che ci vadano loro a raccogliere pomodori! Qui hai colto in pieno. Qui sono d’accordo con te. Io in Italia ho raccolto le olive e l’uva prima di trasferirmi oltremanica. Ho venduto un po di olio e di vino per campare il primo mese a Londra in attesa di trovare lavoro. Senza pesare su quello che ora e’ mio marito. Una ex compagna di scuola che mi sfotteva dicendomi che sono ridotta peggio dei rumeni.

  7. 17
    Gabriele -

    Sono d’accordo con Suzanne e con White knight, anche io leggo molti manuali sugli allenamenti in palestra, ma questo non fa di me un istruttore di sala o personal trainer, per quello ci vuole il titolo congruo. Anche perché altrimenti sapete si rischia, di avere a che fare con gente, che dichiara dei titoli, senza averli oppure senza aver mai varcato tal soglia di tal Ateneo, e saltano fuori scandali, nella migliore delle ipotesi, o si rovinano le persone, tipo chirurghi plastici che fanno interventi, avendo letto solo un libro e non avendo neppure la Laurea…
    E magari il chirurgo plastico bravo, nemmeno si sa che esiste perché quelli bravi e professionali, non fanno mai molta pubblicità di loro stessi.

  8. 18
    maria grazia -

    A parte che si continua a distorcere quello che dico, ma ho letto così tante scemenze che davvero ci vorrebbe un trattato per replicare a tutto. E anche in quel caso, dall’altra parte si continuerebbe a non comprendere.

    Ci rinuncio, anche perché non ho né tempo né voglia di sgolarmi per spiegare cose a evidenti analfabeti funzionali.

    Grazie ancora ad Ana Maria per i suoi interventi.

  9. 19
    CLAUDIO -

    Proprio nessuno tipo di problema,ho espresso solo semplici,”modeste”opinioni!!!

  10. 20
    white knight -

    @gabriele: quoto! Stavo proprio pensando ai falsi medici e chirurghi.
    @Ana: a parte il solito polpettone sulla tua vita in UK che ormai conosco a memoria, il tuo ruolo (stando a come me lo hai descritto) sta già venendo sostituito da assistenti virtuali e traduttori on line. Mi dispiace.
    Da laureata in “turismo” facevi le pulizie? Mah, prima di tutto bisognerebbe capire che cos’è ‘sta laurea in “turismo”.
    Poi se sei andata in Scozia senza sapere l’inglese (e con una laurea in “turismo”???) che pensavi di fare? La project manager? La data scientist? La AI engineer? La primaria di cardiochirurgia?
    In più… “lavoro in finanza”… da come hai descritto il tuo ruolo sembri più un’impiegata di una piccola azienda che deve barcamenarsi tra amministrazione e commerciale…

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