Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 1 Aprile 2013. L'autore, vasco, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 … 9 10 11 12 13 … 18 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 9 10 11 12 13 … 18 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Marisa non ti inquietare. Io non rigiro nessuna frittata. Ho analizzato parola per parola quello che hai scritto. Sfido chiunque qui dentro a smentire la mia analisi sulle tue parole. L’italiano ha un senso. Certo poi addirittura tiri fuori il fatto che Monica sia un maschio. Ok può essere. Allora anch’io sono una donna. Ma a questo punto anche Rossana e Luna. E tu stessa. Chi mi dice che non sei un uomo travestito ? Strano che pare che Rossana e Luna le conoscano in diversi. E anche loro non mi pare si discostino molto dal mio pensiero. Ma come mai chiunque entra in questa discussione come minimo accenna alla perfidia femminile ? Ma tutti contro le donne ? Strano che tutti, uomini e donne, hanno ammesso una maggiore inclinazione maschile verso il tradimento. Lei no. Anzi rifiuta l’evidenza di aver ammesso lei stessa implicitamente questa cosa. Ma ci sara, un fondamento di verita’ se tutti confermano la stessa versione.
Ciao a tutti 🙂
Ho trovato molto efficace l’immagine di Kid dei pistoleri, e credo sì che, senza essere prevenuti o “paranoici”, il fatto di stare nel presente con un certo livello di attenzione/reazione sia fondamentale, che si sia donne, uomini e qualsiasi siano le proprie preferenze sessuali, e inoltre non soltanto nei rapporti sentimentali, ma in senso più ampio.
Concordo con lui, dal punto di vista mio, sul fatto che dagli uomini ho anche imparato delle cose, anche se non tutti gli ingredienti e le dinamiche che possono agglomerarsi diversamente nel “maschio” mi piacciono. Ma come ho già detto io considero estremamente positivo essere sempre stata anche tra i maschi fin da piccola. Kid, la dinamica che racconti riguardo il matrimonio del tuo amico è orrenda, e indubbiamente queste dinamiche accadono. Personalmente non apprezzando per nulla quel genere di dinamiche e non trovando nulla ma proprio nulla di gratificante nel crearle o farne parte (anzi, lungi da me… mi basta scorgerne un barlume per spostarmi) trovo sempre deprimente quando le vedo, ma trovo, concedimi, anche deprimente quando gli uomini lasciano che accadano. Questa, mi si riconsenta, è una debolezza maschile, ma che non definirei con buonismo. Perché trovo, Fabrizio, che pure se tu dici di ammettere i difetti degli uomini, tu tenda comunque a fare un’accusa alle donne, in modo abbastanza totalizzante, e a fare al contempo un’apologia del tuo sesso. E’ abbastanza normale che tu lo faccia nella fase che stai vivendo, nella posizione di un uomo colpito. Come ho già detto a me non frega una fava di fare un’apologia totale del mio genere, anche perchè, lo ribadisco, per certe particolari caratteristiche scrivo e sottoscrivo e metto il bollo sulla frase: sono felice di non dover sposarne una. Ma, come ho già detto, non per questo trovo le donne tutte come un flagello, neanche per le altre donne.
Il fatto che per certi versi le donne funzionino diversamente (anche dal punto di vista del linguaggio astratto per esempio) non significa che cio’ abbia delle implicazioni universali e per forza negative.
Non mi frega neanche di entrare in quella che si chiama “soggettività” (anche se mi fa sorridere che altre cose siano chiamate “oggettive” a tutti i costi), semplicemente essendo donna da qualche anno e stando anche tra le femmine da quando ero all’asilo credo di aver osservato delle cose che però non mi fanno dire: le donne sono tutte ciniche, spietate e vendicative. Posso dire che quando le donne sono isteriche, ciniche, spietate, rancorose, vendicative, competitive per insicurezza e quando vogliono esercitare un certo tipo di potere sull’uomo ecc sanno essere veramente insopportabili. Credo che sia anche pericoloso però considerare che tutte siano così. E spiego banalmente perché: perché se una suocera, una moglie, una sorella, una cugina o un’amica comincia a smaronare in tal senso contro un’altra donna e l’altra donna non è affatto così (e vi assicuro che accade che non lo sia)
l’uomo spesso da’ per scontato di essere tra due identici fuochi, che funzionano nella stessa maniera, anche quando non è affatto così. A volte lo è, sia ben chiaro, e allora farebbe meglio a scappare. Ma spesso non lo è. Spesso si dimostra incapace di gestire la situazione e al contempo continua a far pesare anche su chi subisce una violenza “al femminile” ciò che lui non vede. Non vede che chi gli sta dicendo che deve buttare qualcuno dalla torre e chi invece no, e gli sta chiedendo altro. Una maturità, una capacità di autonomia o di assertività che in quel momento non ha affatto. Una mediazione di tipo completamente diverso dal fatto di darla sempre vinta alla suocera (dico un ruolo tra i tanti possibili) o di chiudere la suocera nello scantinato e darla per morta.
Posso dire che diversi rapporti si rovinano anche per questo, per la delusione che ciò causa, e posso dire che l’uomo spesso non se ne accorge, non si rende neppure conto di quanto il problema sia questo, nel rapporto a due, e non una lotta nel fango tra due donne isteriche e possessive. Posso dire che molti uomini non colgono mai, o lo colgono in forte ritardo. Solo per fare un esempio di dinamiche possibili, e veramente aberranti, ma non per questo per forza universali, e del pericolo anzi insito nel fatto di considerarle universali. Perché, quando si è troppo ingenui si rischia di pigliarsela in quel posto, maschi o femmine che si sia, ma nel dare per scontato di sapere già tutto di come funziona un genere, qualsiasi esso sia, si rischia di non stare dove si è, e magari di essere lasciati per questo e poi di dire “era ovvio che capitasse, tutti/tutte sono fatti/e così”. Almeno io la penso così.
Per il resto gli uomini, che io per molti versi trovo fantastici e guai se non ci fossero (e non mi riferisco solo al sesso, ma appunto a tutto ciò anche che mi ha dato e mi da’, nel reciproco scambio, avere parenti uomini, amici uomini, colleghi uomini e non solo un compagno, anche se poi tutti possono anche farci incazzare o noi a loro) hanno anche loro le loro belle dinamichette anche di gruppo, o di cinismo, di competitività, di stronzaggine e anche di sputtanamenti, invidie e gelosie, mobbing e incu…ta ai loro simili. Che molto difficilmente agiscono come il terribile clan dello sposalizio descritto da Kid,ma cio’ non significa che, su corde maschili, ciò non avvenga. Ecco perche^ trovo un po’ assurdo, personalmente, fare un discorso in cui certe, chiamiamole, meschinità and co, apparterrebbero ad un genere solo, quando semmai appartengono agli esseri umani, anche se possono svolgersi in modi diversi o con ragioni diverse. Ma per esempio l’ex di un’amica che ha regalato i mobili di lei,di famiglia, a chiunque, per vendetta, pur di farla stare male, e’ uomo. E lei comunque, non ha mai parlato male di lui con cattiveria, mentre lui, che si è risposato per primo tra l’altro,
continua a sputtanarla da anni. E lei incivile non è stata,ne’ stronza. Glieli avrebbe anche lasciati i mobil
Sam,
mi sento in dovere di spiegarti meglio il mio punto di vista.
– “la mia ragazza mi ha tradito e lasciato dopo 7 anni di rapporto e 4 di convivenza.”
– “mi ha amato se così si può dire, i primi 3, 4 anni soprattutto son stati da favola, dopo il rapporto è entrato più in routine,”
– “La realtà è che si era invaghita di un collega di lavoro, questo l’ho poi scoperto io”
– “Ora ci siamo separati e l’ultima volta che l’ho vista mi ha trattato peggio di un perfetto sconosciuto”
nel mio modo di ragionare distinguo il caso singolo da una visione, sempre soggettiva, più globale, in quanto per dare un’opinione su qualcosa di particolare occorre, secondo me, avere molti dettagli e riflettere seriamente su di essi mentre un’idea d’insieme, che pure richiede attenzione e analisi, può essere dedotta in modo più “leggero”.
nel tuo caso, a grandi linee, mi sento di osservare che:
1) essendovi uniti in un’età ancora relativamente giovane per i tempi attuali, questa ragazza possa essere cambiata e aspirare ora a qualcosa di diverso sotto l’aspetto psichico-emotivo;
2) che abbia accettato un rapporto di coppia con te a fini opportunistici, e che ora le si presenti un vascello più promettente su cui imbarcarsi;
3) che sia stata semplicemente innamorata dell’amore e che ora, invece, senta un’attrazione più forte;
4) che si tratti di una persona superficiale, emotivamente instabile oppure semplicemente immatura, ecc…
qualsiasi di queste ragioni, e qualsiasi altra ancora, non giustifica il suo atteggiamento di rifiuto non soltanto di te ma di tutto quanto avete in precedenza condiviso.
personalmente, ma è una mia teoria, ritengo che quando si ama profondamente, che sia per un giorno o per dieci anni, non si può cancellare con un colpo di spugna soprattutto la persona che ha destato quel sentimento. si può non amarla più nel vero senso della parola, ci si può difendere dalla sua insistenza, ma, al di là dei momenti transitori di rabbia, non si dovrebbe mai volerle fare del male, in nessun modo.
mi rendo conto che per caratteri diversi dal mio le dinamiche possono essere diverse, ed è logico che non solo non le conosca ma che mi sia anche molto difficile comprenderle.
il tuo paragone con il giocattolo calza perfettamente, anche se non tutte le donne sono simili a quella che hai incontrato e se, paradossalmente, in passato anche un noto filosofo aveva classificato la donna come il più interessante giocattolo per il maschio, maggiormente dedito ai giochi delle donne, destinate alla maternità.
in ultimo, evidenzio che il bisogno di sesso fisico dell’uomo meglio si presta alla stabilità mentre l’attitudine amorosa della donna, spesso basata essenzialmente sul sentimento, diventa automaticamente molto più volatile. senza contare che la relativa libertà dai condizionamenti economici e l’autonomia in tal senso della donna la rendono ora più libera che in passato di volare di fiore in fiore, cosa che prima era riservata quasi esclusivamente agli uomini.
Non mi è capitato di “rinnegare” il mio vissuto ne’ le persone. Posso aver chiuso delle frequentazioni con delle persone in particolare, per varie ragioni, ma non per questo ho resettato la memoria. Credo stia nella libertà di ognuno scegliere chi avere nella propria quotidianità o no, e quando due persone si lasciano tagliano un cordone ombelicale, ognuno ritrova la sua individualità, ha bisogno di farlo, altrimenti rimane incastrato in qualcosa che non è. Il no contact non è un qualcosa che serve soltanto a “difendersi” da qualcuno o a “rinnegare” qualcuno, e non è nemmeno soltanto una forma di egoismo se una persona lascia un’altra: intendo dire che a volte è chi pretende di esserci ad ogni costo in una forma ibrida, esige un’amicizia quando non è ancora possibile, chi non lascia che l’altro ritrovi la sua individualità ad essere egoista. Poi, appunto, c’è anche chi continua ad esserci ma solo in modo molesto, con ritorsioni, vendette, complicazioni, facendo storie anche per chi si tiene la libreria o sulla gestione dell’educazione dei figli.
Molto spesso è molto più facile rielaborare le ragioni della fine di una storia più a freddo che a caldo. E’ più facile, fermo restando che non si superi veramente un certo livello di civiltà, che due persone tornino in buoni rapporti dopo che è trascorso un certo tempo. A meno che la decisione non sia presa di comune accordo, anche con dispiacere, alla fine di una storia c’è di solito parecchia tensione da stemperare e le due persone possono anche vivere due momenti troppo diversi per “incontrarsi” su un nuovo piano, in cui il fatto di avere un passato comune, pur vivendo un presente differente, non è un problema, ma semmai un valore aggiunto. Chi viene lasciato è ipersensibile, ferito, arrabbiato, deluso, patisce un lutto… anche se l’altro/a sono molto civili ha difficoltà a rielaborare un distacco, una distanza. E’ ovvio che il fatto che l’altro/a sia più empatico e civile ha un profondo significato rispetto al fatto che si comporti in modo incivile, bastardo. Ma anche se si comporta “bene” in una prima fase probabilmente non fa mai la cosa “giusta”. Se non c’è è troppo distante, se c’è è troppo presente ma dicendo che non c’è come prima. Chi viene lasciato dice che vorrebbe almeno la civiltà, ma in linea di massima vuole quello che ha perso, e lo vuole come prima, meglio di prima.
Scrivo ciò riflettendo sul fatto che nel forum girano storie, al maschile o femminile, veramente di orripilante inciviltà. E ne ho viste. Persone che aggiungono al lasciare tutta una serie di cose che potrebbero francamente risparmiarsi. Al contempo però, se è vero che manca una cultura del “lasciarsi bene”, e che ciò è demandato alla sensibilità personale, che in alcuni casi non c’è proprio, è comunque più “facile” con il senno di poi riconoscere anche perché una persona, non veramente incivile, ha attuato un no contact che non per forza voleva essere lesivo. Io trovo aberrante, in tutta franchezza, anche chi non si
@Rossana
Grazie per il tuo intervento.
Forse un mix dei tuoi 4 punti anche se superficiale in se non lo era ma emotivamente instabile mi sa proprio di si.
Dopo averci pensato su ancora sono giunto forse a capire che mi ha cancellato una volta che io ho scoperto il tradimento che lei ha sempre negato quando io iniziai ad avere dei dubbi a riguardo durante la pausa di riflessione iniziata da lei.
Dunque forse per non ammettere a se stessa di essersi comportata a dir poco male nei miei confronti ha deciso di cancellarmi del tutto e ignorarmi, come se non fossi mai esistito.
La cosa shoccante è questo cambiamento repentino, a 180 gradi nella persona che ti amava e che ora diventa completamente diversa, questa freddezza incredibile.
Poi chiaramente me ne sono sentite di tutti i colori su come il nostro rapporto facesse schifo già da tempo..
Cose per me assurde, forzate, tirate fuori dal nulla o ingigantite oltre ogni misura.
Forse un giorno dovrà fare i conti con se stessa e forse chissà quando se ne pentirà.
Ma tutte queste sono solo ipotesi e di certo ora non sto a vivere aspettando che le venga un illuminazione.
Anche se lo facesse non penso proprio che riuscirei a tornare assieme dopo tutto questo.
No …dentro ormai ho chiuso anche io, rimane però un vuoto che fa male, un vuoto lasciato da 7 anni di rapporto finiti così in fumo, bugie, tradimenti ed insulti nel giro di qualche mese e per di più durante un periodo molto sofferto per me anche al di fuori di questa tematica…
È dura c’è poco da dire o da fare..è molto dura…
@Kid
La tua visione dei rapporti teoricamente suona bene ma penso che poi metterla in pratica veramente rimanga utopico.
Per come la vedo io o ami o non ami, se ami e vieni tradito e/o lasciato non penso proprio che ci fai su una risatina e via…soprattutto dopo anni e anni di relazione.
Se ami sinceramente hai lasciato perdere maschere varie che puoi o devi invece usare nella vita di tutti i giorni e così facendo diventi automaticamente più vulnerabile…
Anche il fatto di dover fare “il pistolero” tutto il tempo pure con la partner non mi sembra il massimo sinceramente…
Uno deve già farlo appunto nella vita di tutti i giorni e nel lavoro dove c’è sempre qualcuno che vuole mettertelo nel didietro, se poi devi continuare la cosa anche a casa con la persona che dici di amare e con la quale hai una certa intimità beh siamo proprio messi bene, cioè male…
prende la responsabilità delle proprie scelte e quindi, pur andandosene, continua a tenere un piede nella storia precedente con egoismo.
E’ vero che molti si accostano con superficialità a scelte sentimentali, emotive, concrete che hanno un peso. Che a posteriori riescono anche a dire cose orripilanti come: “Non sono mai stato innamorato di te” dopo aver condiviso degli anni, anche avuto dei figli. A che punto stanno nel loro percorso personale per dire una cosa del genere lo sanno loro… Che sia presa di coscienza, revisionismo storico, rabbia trattenuta, l’idea che dirlo costituisca qualcosa che li libererebbe di ogni responsabilità emotiva: se c’ero dormivo. Credo anch’io che chi ama e vive un rapporto con delle basi forti, e non è solo innamorato (non metto sempre la barra, ma intendo o/a) dell’amore o ha paura di stare solo o fa contento qualcun altro ecc, non si innamori facilmente del primo che passa correndo e anche in caso di crisi l’affronti e cerchi di combattere in positivo, credo anch’io che sotto l’amore ci sia il bene, quello per cui una persona non ti è estranea, non lo sarà mai anche nel caso in cui una relazione si rompa. Però penso che se è vero che esistono persone superficiali, egocentriche, immature, che cercano sempre la via almeno appartemente più facile, ci siano anche relazioni che si logorano anche perché degli equilibri non si sono rotti in 24 ore ne’ perché la responsabilità sia da una parte sola, ne’ perché non ci siano stati dei segnali che però non sono stati colti. Per quanto chi lascia metta il segno meno (sennò non lascerebbe) anche nel caso in cui non voglia fare male, non credo che mettere il segno meno sia solo e sempre un escamotage per togliersi qualcuno dai piedi o per nascondersi dietro ad una presunta esasperazione… credo che alle volte quando qualcuno esplode lascia l’altro senza parole ma non è che prima sia sempre stato zitto. Oppure purtroppo è stato zitto o ha lanciato segnali troppo deboli o chiari ma non riconosciuti o presi in carico dall’altra persona (che non ne ha colto il peso) fino ad esplodere. Anche perché ci sono cose negli equilibri di una coppia che si tendono a dare per scontate, ma non sempre lo sono, perché le relazioni sono dinamiche, ci sono cose del carattere che, pur amando l’altro anche con i suoi difetti, possono esasperare sul serio. Non sto difendendo chi lascia, e men che meno chi lascia in maniera veramente indecente, assurdamente violenta, meschina, pero’ mi chiedo, a nessuno di voi è capitato di riconoscere, con il senno di poi, il fatto che delle ragioni di crisi o rottura o squilibrio potevano esserci sul serio? Purtroppo magari affrontate in modo inadeguato ma comunque con i mezzi che c’erano allora? Il fatto stesso di non aver saputo affrontare o aver affrontato male ci dice anche chi abbiamo avuto o abbiamo difronte, ma non ne farei una questione universale di genere o malafede e volontà di dolo. Anche se in caso di reale malafede e volontà di dolo si sta attenti
Sam
Ognuno la vede a proprio modo .
Diciamo che se ci sono sentimenti , ed ovviamente ci sono , ma che dir si voglia, io sono molto orgoglioso e non mi piace che qualcuno decida della mia vita.
Non sto’ con le mani in mano ad aspettare il boia .
L’esempio dei pistoleri non voleva dire “marcare ad uomo” ma intuire i segnali.
Intanto sono agevolato da una predisposizione minima alla gelosia e dall’altra dalla quasi assenza di necessità di controllo dell’altro .
Non a caso , almeno il 60% dei mie relazioni è a distanza , cosa a cui tutti non sono portati .
Quindi ,l’esempio voleva dire che bisogna essere intuitivi nel cogliere i segnali , cosa non sempre facile , ma quando qualcosa bolle in pentola , stai sicuro che i segnali diventano “indizi” e si sommano tra loro. A quel punto , io anticipo , in altre parole rilancio , cioè mi allontano , amplifico ,se ci fosse una discussione , metto l’altra nell’ottica che la sto’ io per lasciare. Poi vediamo che succede .
Normalmente , o scopre le carte e si chiude , ma di certo non ci passo da zerbino che stà lì ad elemosinare una ragione per po farsi lasciare passivamente , oppure se è un momento di confusione , se la fanno sotto e rientrano nei ranghi . Poi dopo vedo io.
Perchè, se qualcuno non è sicuro di quale scelta prendere, ma stà valutando qualcosa sotto-sotto, psicologicamente ribalti la situazione se sei tu a prendere in mano la possibilità che la storia finisca, e non già più lei.
Se , invece è sicuro , non fai altro che spingerlo a farlo , evitando prese in giro, tanto per far passare un po’ di tempo.
In ogni caso , non subisci passivamente.
Io , almeno , consiglio di fare così , per me non è una tattica ma son fatto così di natura , per il solo fatto che non sopporto che qualcun altro , in qualunque campo , decida anche per me.
Non a caso io non avrei mai potuto fare nè la vita militare , nè lavorare come dipedente 😀
kid è giusto fare in questo modo,ma credo che siano meccanismi attuabili quando il rapporto è ancora “fresco”,dopo 5/6/7 anni le cose cominciano a cambiare. se lei si allontana in modo deciso(magari a causa anche tua) tenti comunque di salvare la storia se è importante,pensando sia solo un momento,ovviamente con discrezione senza forzare la mano. quel che dico è che dopo tanto tempo l’emotività nel gestire il rapporto può prendere il sopravvento sulla razionalità(che consiglia invece di staccare),non è facile come trovarsi in una storia di un anno o qualche mese.
Ragazzi, in quasi tutti gli interventi ho notato molta rabbia. Anche neì miei lo riconosco. Ma la rabbia si ha quando ad un rapporto ci si tiene e soprattutto quando si tratta di un rapporto considato da tempo e quando di base ci sia il sentimento. Si perche’ se si prova sentimento non si accetta di gettarè alle ortiche un rapporto in cui si crede. E soprattutto non si accetta di essere lasciati all’improvviso. La storia dei “segnali” non l’ho mai capita. Esiste il dialogo, la parola e al limite una sana litigata. Ciò che ha espresso Marisa in proposito, ad esempio al mancato ascolto non ha senso. Non si può lasciare un compagno/a perche’ magari qualche volta non ci ha ascoltato. La quotidianità spinge a commettere errori banali che nulla hanno a che fare con la mancanza di sentimento. Lo stress, i pensieri, il carattere possono fare degli scherzi. Ma la vita é fatta di questo. E non esiste il rapporto perfetto. L’importante é che ci sia lealtà, fiducia e sentimento. Poi gli errori quotidiani possiamo commetterli tutti. Un periodo no puo’ capitare a tutti. L’importante e non tradire la fiducia dell’altro, essere sempre se stessi e non bluffare sui sentimenti: o si ama o non si ama. Non esiste smettere di amare perché l’altro/a non ci ha ascoltato quel giorno che volevamo fossimo ascoltati. O perche’ non ha percepito un “segnale” di disagio. Non sempre si puo’ percorrere di pari passo la stessa strada. Può capitare che uno dei due sia più avanti dell’altro. L’importante é percorrere la stessa strada. E di fronte ad un bivio aspettare l’altro e decidere insieme quale strada percorrere. Non é corretto imboccare una strada senza essersi seduti su un sasso a decidere se andare a destra o a sinistra.