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Lettera pubblicata il 12 Gennaio 2013. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore friedli.
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Cerchio,
il tuo post pone domande molto impegnative. la mia sintesi è la seguente:
1) caposaldo, come tu stessa affermi: “la nostra felicità non potrà mai essere affidata a qualcuno di diverso da noi stessi.” se non si ama se stessi e non si è in grado di vivere di sè, non si è nemmeno capaci di amare altri in modo sano e costruttivo. l’amore, come l’amicizia, devono essere come un dessert, non l’insieme delle portate per saziare la fame.
2) l’amore, a mio avviso, è innanzitutto un gioco di specchi e di proiezioni, consce o inconsce, tendenti a fare di due individui uno solo. al di là di aspetti secondari, che possono cambiare sotto la spinta evolutiva (per alcuni in modo più marcato, per altri in modo molto meno pregnante) o per intrusioni esterne, quello che conta per la durata di un rapporto sono forse pochi elementi, molto profondi, legati alla configurazione base del carattere e della successiva formazione, che restano in ogni circostanza la struttura portante di ognuno dei singoli individui e che, quindi, quando si annodano fra loro, come le radici di due alberi vicini, diventano difficilissimi da sciogliere.
3) per me l’amore è così vasto e onnipresente, ha tali e tante sfaccettature, che sono portata a credere che anche quando è malato, o giunge a termine, se si tratta di sentimenti profondi, anche parziali, è sempre amore, soprattutto perchè, oltre alle grandi sofferenze che può portare, non manca mai di dare a chi lo prova, più o meno in egual misura, gioia e potenzialità di crescita interiore (bene e male procedono quasi sempre di pari passo). questo non significa che tutto è amore: bisognerebbe distinguere almeno fra infatuazioni e flirt, e non appiccicare questa importante etichetta ad ogni alito di vento…
4) bisognerebbe essere capaci soprattutto di non privare della libertà chi amiamo, di non pretendere l’infinito da creature terrestri e di valorizzare più il bene che il male che l’amore può portare. la scelta che ci è data è fra non amare, senza correre rischi, e provare ad amare, senza troppe pretese, pagandone tutti i successivi eventuali prezzi. ad ognuno quella che più gli è congeniale…
Grazie Rossana per aver commentato e la tua risposta è molto interessante.
Hai posto l’ accento proprio su quello che domandavo.
Dici che per te l’ amore è un gioco di proiezioni e di specchi consci e inconsci tendenti a fare di due individui una cosa sola.
la domanda che ponevo era proprio questa: l’ amore può trovare sede su quello che io proietto sull’altro?
La proiezione sull’altro e l’ illusione di quello che potrà essere o soddisfare quanto potrà durare? Proiettare sull’altro quello che noi desideriamo significherà che nel momento in cui tale compito avrà perso la sua funzionalità si ricercherà una nuova persona su cui proiettare nuove priorità. Ancor peggio se invece l’ altro non è mai riuscito a soddisfarle con il risultato, spesso, di una richiesta di cambiamento da parte del partner per renderlo più”affine”.
questi meccanismi, come dicevi tu, sono inconsci e ancor più difficili da riconoscere nella prima fase della relazione. La capacità di rinegoziazione con la realtà di quello che l’ altro veramente è, l’ allontanamento dalle proiezioni e la massima consapevolezza dei nostri meccanismi, a mio parere, può fare veramente la differenza permettendo di vivere l’ amore come due individui separati che camminano insieme nel rispetto e nella gioia delle loro diversità senza mai fondersi in un’unica entità.
Sono invece d’accordo con te sul fatto che valga comunque la pena viverlo sempre nella maniera più profonda possibile anche se poi dovesse finire.
@Cerchio
Naturalmente condivido il tuo pensiero. Devo dire che in trenta anni non mi era mai capitato di fermarmi a riflettere su queste tematiche nè avevo mai compreso le mille sfaccettature che un rapporto di coppia può comportare… mi chiedo fino ad adesso dove io abbia vissuto o come facevo a vivere i rapporti senza che mi fossi posto queste domande!
Evidentemente vivevo i rapporti gestendoli ad istinto a solo ora mi accorgo di come in realtà fossero tanto evidenti le problematiche dei miei rapporti passati.
E’ oramai appurato (per me dico..) che chi non sta bene con se stesso non può stare bene con gli altri ed è oramai chiaro che un partner non potrà mai appieno colmare le nostre paure o le nostre insicurezza.
Ma nemmeno noi saremo mai in grado di prenderci cura, “romanticamente parlando”, delle totalità delle problematiche dell’altro partner. Non possiamo perciò pretendere che altri ci salvino nè pretendere di salvare gli altri. Sia perchè probabilmente una persona insoddisfatta e insicura ha necessità di ripartire da se e il nostro affetto, per quanto forte, non riuscirà mai a colmare le loro insicurezze, sia perchè magari la persona in questione non ha interesse di ricevere il nostro aiuto per mille e mille ragioni!
Solo ora mi accorgo di quanto eravamo sbagliati nei miei rapporti passati; io magari che vedevo lei come un’ancora di salvezza, lei che forse vedeva me come colui che potesse risolvere le sue problematiche.
E’ naturale che ciò non poteva mai portare a nulla di buono.
Di certo è che deve essere molto complicato trovare un partner che possa essere indipendente ed autonomo da noi in modo tale che si possa fare un cammino di vita parallelo si, ma non univoco.
E’ dannatamente complicato, credo, trovare una persona abbastanza decisa e sicura di se al punto di avere non dico un ottimo, ma almeno un buono rapporto con se stessa.
Sinceramente sto gestendo questa fase della mia vita con molta curiosità, non credo di essere mai rimasto a casa di sabato sera ma talvolta ora mi capita.. sia perchè gli altri lavorano lontano o sia perchè naturalmente qualche amico è fidanzato e ci si vede sul tardissimo; non che mi dia fastidio dato che mi intriga molto la libera scelta di uscire o non uscire 😀 e di dedicare del tempo a me stesso… la vivo con curiosità perchè nel bene o nel male la vita non la smette di sorprendermi… una cosa positiva, oltre al mio lavoro che almeno per il momento va a gonfie e vele, è una strana serenità che mi permette di riposare nella pausa pranzo anche dormendo per un paio di ore.. o di ritornare a vivere senza l’angoscia di avere relazioni che si stanno accartocciando…
Diciamo che credo di aver intrapreso la giusta strada che speriamo, mi porti a conoscere prima o poi, una persona affidabile e seria con cui proseguire su questo strano percorso chiamato vita… con la consapevolezza che se entrambi i partner non sono sicuri di se non vi è mai nulla di buono.
Grazie mille per la tua testimonianza Cyber81. Penso tu abbia colto quello che è il mio pensiero. “Credo di aver intrapreso la giusta strada”…anche per me questa è la sensazione che mi permette di continuare il tortuoso cammino in questo modo. Spero ci porterà”lontano”