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Lettera pubblicata il 14 Ottobre 2010. L'autore, aleheavygrinder, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Molte donne, anche mature come Sensibility, non capiscono che trattare il proprio uomo come un “figlio”, significa darsi per scontate e farsi “maltrattare” da questo come spesso abbiamo fatto noi con le nostre mamme, per poi pentirci solo quando diventiamo adulti.
Trattateli da uomini, esigete rispetto e non scendete mai a compromessi “per” loro, e solo così capirete di che pasta sono fatti. In quel caso sarete voi a mollarli, eventualmente.
Non tutti evidentemente, ma i nati negli anni ’70, loro malgrado hanno vissuto col culo nel burro per trent’anni rispetto alla generazione precedente, abituandosi ad avere tutto facilmente. Questo non gli ha consentito di “temperarsi” come i padri, che hanno dovuto superare diverse prove nella vita, capendo così cosa significa vivere appunto. Oggi questa generazione si trova sprovvista di mezzi per affrontare questo ritorno agli anni ’50 che la crisi – come una guerra – ci ha ormai messo di fronte.
Non allevate eterni adololescenti. Siate donne, non “mamme” dei vostri uomini. E lo stesso vale per certi “papà”, che si ritrovano da soli dopo vent’anni, quando la “moglie-figlia” è cresciuta e se ne va a cercare “un uomo”.
Non confondete l’amore con “l’assistenza”.
@Sensibility
“Ma credimi, nessuno di quelli che conosceva “noi” avrebbe mai detto che ci sarebbe stato questo epilogo squallido.”
Vedi è proprio questo lo sbaglio secondo me: tu parli di “noi”. In amore non esiste un noi. Per me qualsiasi rapporto nel quale due persone diventano una sola, darà come risultato finale due mezze persone. Siete due individui diversi, ed è mantenendo la tua individualità che nella vita potrai essere felice. Ci sono le affinità nella coppia ed il voler stare insieme, ma restate due individui separati alla fine. Credimi da uomo è bello sentire che come donna sei in grado di amare, ma l’amore prima di tutto è amore di se stessi.
“Anche se pensavo che fosse la mia anima gemella, quella con cui ti intendi senza parole”
L’anima gemella siamo noi stessi … Non esiste quella persona che ti toglie le parole di bocca, ma persone che pregi e difetti possono avvicinarsi a ciò che in un partner ricerchiamo. Nella coppia non bisogna prendersi cura degli altri ma collaborare, vivere i rapporti sul piacere e non sul bisogno, imparando a scegliere e non ad essere scelti. La nostra felicità dipende solo ed esclusivamente da noi e non da gli altri.
@ GOLEM
Sono interdetta. Ma di che cosa stai parlando? cosa non hai capito? dimmi, cosa ti fa pensare che io sia parte de”i nati negli anni ’70, loro malgrado hanno vissuto col culo nel burro per trent’anni rispetto alla generazione precedente, abituandosi ad avere tutto facilmente”? ma cosa ne sai tu del mio vissuto?? Ti ringrazio davvero, ma veramente, non ho bisogno di una filippica sulla vita. So bene come affrontarla, aldilà dello stato attuale. Come hai detto tu, sono una donna matura. Appunto.
Sensibilità, mi riferivo a lui non a te. Era ovvio. Basta leggere meglio il mio post. Parlavo “dell’assistenza” che tante donne danno a certi uomini che “amano”, e che così restano volentieri adolescenti. Se ti fa piacere potrei dirti che dal mio punto di vista, se le donne emancipandosi sono ulteriormente migliorate, gli uomini no, in generale stanno retrocedendo, anche per quelle che erano caratteristiche più tipicamente maschili, capacità pratiche, coraggio, iniziativa e quant’altro. Questo per quanto affermavo nel post precedente, dovuto al “benessere” economico in crescita dalla fine dei sessanta sino ai novanta compresi che ne ha “ammorbidito” le carni. Stanno peggio i nati negli ’80 e ’90, che stanno “assaporando” la crisi mentre cercano di iniziare a rendersi autonomi.
Il tuo “amore” avrà suppergiù la tua età immagino e credo che, come paventano anche altri utenti, tu senza rendertene conto gli abbia fatto da “mamma” e assistente. Per…amore naturalmente. Altrimenti dimmi tu cosa gli è successo, e perché nonostante la tua dedizione ti ha riservato quel trattamento.
Sensibility
quello che stai passando in questi giorni è assolutamente normale e aggiungo inevitabile,nessuno è così corazzato da superare una delusione in quattro e quattr’otto senza sofferenze.
Siamo tutti un po’ bambini davanti all’amore,diventiamo fragili e sensibili,non sentirti in colpa se alle volte cedi alle lacrime,mi sembra normalissimo e comprensibilissimo,il dolore va affrontato con coraggio e le lacrime servono per sfogare quello che si ha dentro.
Non sono d’accordo con chi dice che non bisogna mai abbandonarsi al partner,forse all’inizio è bene non farsi prendere dall’entusiasmo e andare con cautela,ma passato un tempo ragionevole è bene lasciarsi andare,non si può vivere un rapporto col freno a mano tirato,o si vive pienamente donando tutto te stesso o niente,non ci sono compromessi altrimenti vuol dire che non si ama davvero.
“Ho sempre negato l’amore prima di lui, quasi non mi spettasse”
Questa frase mi ha colpito molto,la sento in qualche modo mia, ma voglio chiederti ugualmente come mai sei così ostile all’amore,ti hanno deluso gli uomini oppure non sei mai riuscita a trovare quello giusto?
molte volte alziamo una corazza talmente spessa da impedirci di vedere le persone che ci vogliono bene davvero,per poi paradossalmente scegliere le persone che non meritano per niente il nostro amore causandoci sofferenze e delusioni.
Tempo fa ho frequentato una ragazza a dir poco fantastica,adorabile,ma col tempo ho capito che era solo molto esperta nel gestire le relazioni amorose,forse quando si ha poca esperienza è facile farsi “truffare” da questi individui e incredibilmente ho ugualmente sofferto tantissimo per la fine della storia,non tanto per aver perso lei ma piuttosto per aver perso un emozione così forte e travolgente che mi aveva fatto provare…
@Golem
Si, hai ragione: sono stata eccessivamente devota e protettiva. Innamorata dell’amore. Io donna in carriera, forte caratterialmente e punto fermo della mia famiglia d’origine carica di dolore e di problemi, mi sono posta nei suoi confronti, come sempre: proteggendo. Invece era lui la parte forte, e il fatto che fosse più giovane di me di qualche anno non dice niente, perché più avvezzo di me alle relazioni. E per lui ho perso la mia individualità, non perché me lo abbia chiesto, non direttamente, ma perché mi viene naturale sacrificarmi per tutto e per tutti. Io, donna indipendente e abituata a fare da se, l’ ho lasciato libero di frequentare i suoi amici (senza di me) di avere i suoi spazi mentre io mi tenevo i miei..o pensavo di tenerli. Che aldifuori del lavoro sono pochi e da dividere tra lui e la mia famiglia. E non pensare che io non mi sia accorta che mancava qualcosa, quale il progetto di vita futura, ne ero consapevole! E più volte ho chiesto una sua decisione, che puntualmente rimandava. Quante volte, gli dicevo che se mai gli fosse balenato di andare con altre, di rispettarmi, di dirmelo e io l’ avrei lasciato libero di andare! Forse è l’autostima che mi rendeva tanto fiera di me, per il mio percorso di vita, che piano piano si è sgretolata e non ho saputo impormi e non ho saputo decidere io per me è per lui, lasciandolo. @ walk….non sono ostile all’ amore. Ma per carattere sensibile ed empatico, per destino, o entrambi, non ho incontrato un uomo che valesse la pena vivere. Non ho scelto questo percorso, mi è semplicemente capitato, benché sia sempre stata animale sociale e socievole. Ma non mi sono mai accontentata…non mi interessava l’ euforia del momento, l’ amore carnale. Preferivo perseguire altri obiettivi. E intanto si, la corazza di diffidenza e di paura dell’ ignoto, si faceva sempre più spessa. Fino a che non ho incontrato lui. Non mi sono subito lasciata andare, no….Ho prima dovuto superare una mia personale battaglia, superare la paura di uscirne fregata. E poi…..l’ho fatto in maniera piena e consapevole. Forse dovrei farmi psicanalizzare…. grazie del tempo che mi dedicate. Mi è utile ascoltare chi non mi conosce. Ha una visione più chiara del tutto. Ed è quella che mi è sfuggin
Sensibility, tu, come tanti, pensi che automaticamente ad un comportamento “leale” debba corrisponderne uno altrettanto leale. Non è così, purtroppo, perchè gli animi nobili sono rari. Un atteggiamento di “disponibilità” è spesso considerato “debole”. Come diceva Leonardo con l’italiano dell’epoca, “Ognuno lo core altrui dal suo mensura”. Giudichiamo gli altri col metro col quale vediamo noi stessi, e in “amore” cadere nell’equivoco è ancora più facile per ovvi motivi.
Un soggetto che si relaziona con noi, se non ha la maturità adeguata NON stimerà quell’atteggiamento come indicatore di “valore”, anzi, a meno che non sia VERAMENTE innamorato. In quel caso, ma solo in quel caso, leggendo quelle manifestazioni attraverso un sentimento vero, ne capirà il reale significato.
Per amare veramente paradossalmente bisogna essere “meno” innamorati. Ogni segnale “anomalo” non va trascurato, e tu li avevi percepiti a quanto pare.
Sensibility, un uomo lasciato “libero” di andare con le altre (se ho capito bene) non ti rispetterà MAI, proprio per questa tua generosa disponibilità, che verrà vista come una sorta di “sottomissione”. Prova a dirgli, in quel caso: “Va bene, ma io farò altrettanto…”
Credo che dall’altro dovremmo aspettarci di avere quello che noi siamo disposti a dare, o stiamo dando, chiedendolo in maniera equilibrata. Questa una forma di rispetto di noi stessi che verrà SEMPRE apprezzata. Chi non l’accettasse è perché di noi non si frega niente. E si può essere innamorati o amare chi non ci considera come persone? Ha senso?
Io penso di no, ma c’è anche chi “ama” anche chi NON lo ama. De gustibus.
Auguri comunque.
Sensibility,
– “Forse è l’autostima che mi rendeva tanto fiera di me, per il mio percorso di vita”
– “non ho incontrato un uomo che valesse la pena vivere. Non ho scelto questo percorso, mi è semplicemente capitato”
– “non mi sono mai accontentata…non mi interessava l’ euforia del momento, l’ amore carnale. Preferivo perseguire altri obiettivi.”
– “E poi…..l’ho fatto in maniera piena e consapevole.”
credo siano in pochi a scegliere in modo del tutto volitivo il loro percorso di vita e il loro modo di essere. si è tutti un po’ come fuscelli buttati nella corrente di un fiume, più o meno impetuoso. è il caso a consentirci agganci di vario genere, stabili o temporanei…
forse, in un certo momento e in contatto con una certa persona, non si può che cedere al bisogno di dare e di ricevere amore. non è che la testa non ragioni più, è la necessità che vince e falsa o cela le reali prospettive.
forse anche alcune donne, sicure di sé, possono essere strutturate nell’ottica di amare proteggendo, come di solito fanno gli uomini. forte caratterialmente, avevi un ottimo livello di autostima, ti sentivi realizzata nella tua indipendenza, socievole e capace d’intrattenere relazioni, punto di riferimento per la famiglia d’origine… quindi non facente parte delle donne “malate” che tendono, ripetitivamente, ad amare chi non le vuole oppure chi non ricambia adeguatamente.
c’è chi ama ed è in grado di dare fin da giovanissimo e chi, anche a cinquant’anni, non cerca che di ricevere, incapace persino di ricambiare l’amore. può essere una questione di maturità emotiva oppure di generosità innata, insita nel carattere? dipende dal modo di amare che si è appreso nell’infanzia, come asserisce Jung, o dalla precoce necessità d’imparare a badare a se stessi? domande a cui mi piacerebbe trovare risposte certe mentre tutto quanto ci riguarda interiormente il più delle volte resta sfumato e indefinito.
se la persona che avevi scelto fosse stata affine a te, in grado di valorizzare l’immenso dono che gli stavi offrendo, giorno dopo giorno, la tua dedizione non sarebbe andata perduta. la difficoltà più grande sta proprio nello scegliere, che spesso presenta una rosa di possibilità APPETIBILI davvero infinitesimale.
No Golem! Sbagliato!!!Quando asserisco che gli lasciavo i suoi spazi, o meglio, quando gli dicevo che lo avrei lasciato libero di andare se avesse mai voluto andare con altre, significava SOLO che lo avrei LASCIATO!libero di andare lui per la sua strada e io per la mia…..Per non arrivare ad oggi in questo modo. Ora devo solo riprendermi me stessa e mi sforzerò di farlo al più presto.
Mi dispiace soprattutto di aver perso 4 anni fondamentali della mia vita dietro al niente…avrò imparato Rossana? Cosa dice Jung su un caso patologico come il mio? Grazie a tutti
” E si può essere innamorati o amare chi non ci considera come persone?”
si, se si hanno 15 anni.