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Lasciateli perdere, lasciateli voi

di aleheavygrinder
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Ottobre 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 2.689 commenti

Pagine: 1 239 240 241 242 243 269

  1. 2401
    Rebecca -

    Dopo il mio sacrificio,il mio impegno, sarebbero venute dimostrazioni di amore (che pure mi sembravano già esserci), di gratitudine, di aiuto se nel caso per avere anch’io una nuova stabilità, una nuova crescita, in una nuova vita insieme. Invece no. Al momento opportuno, ossia quando io avanzavo anche le mie esigenze e problemi, certa di un sostegno, di un incoraggiamento, di dimostrazioni di amore, si creava come una linea di separazione, un distacco, tra me e lui. C’era lui con la sua vita, io con problemi (e stranamente dopo esserci sempre dedicati ai suoi in cui io perdevo energia, tempo, sempre più) dei quali lui mai sapeva o si dimostrava come stupito… Mi accorgevo, poi, che non solo certo lui non potesse, e non dovesse, risolvere i miei problemi, ma nemmeno ricevevo quel supporto, quei ragionamenti, quelle discussioni, che normalmente e incessantemente si facevano per i suoi, di problemi. Non solo, per i suoi problemi, sempre, c’era stato un mio contributo concreto. Forse mi direte che era un banale egoista, ma era incredibilmente bravo nel far credere con lui una vita davvero bellissima e realizzata, in cui tutto, con amore e impegno, sarebbe stato possibile. Invece è stato solo possibile, ampiamente, che lui solo avesse una vita se non ancora bellissima, per problemi ancora in corso nella sua stessa vita, almeno già molto più bella di quando era solo e senza di me.
    Quando facevo notare il mio malessere, invece di concentrarsi su quello, faceva in modo di creare ulteriori tragedie, disperandosi che io volessi lasciarlo, che non ero felice con lui, che le cose si sarebbero risolte, che non vedeva problema e via discorrendo, di conseguenza riusciva, ogni volta che io tentavo di far presente i miei problemi e il mio stato sempre più profondo di disagio, in quanto lo amavo sempre, riusciva continuamente a spostare l’attenzione da me a lui, con la scusa paradossale talora del noi. Per assurdo ero proprio io infatti che cercavo di pensare a noi, sapendo bene che nei rapporti di amore è necessario crescere in due e singolarmente. Sapevo bene che il suo modo di pensare solo, gira e rigira, a sé, avrebbe distrutto, nelle fondamenta,il nostro rapporto, che desideravo ardentemente e credevo per la vita. Ma non c’era niente da fare, ogni volta era così.
    -continua-

  2. 2402
    Rebecca -

    Raramente, specie a seguito di un mio allontanamento (in cui io non ero certo spensierata a far altro, divertirmi o svagarmi, ma stavo molto male, seriamente concentrata su un problema di coppia che per me aveva la priorità, anche perché interrompevo – facendomi violenza e quindi aggravando ulteriormente il mio stato – quella che era diventata la mia vita, quella insieme a lui), era come se tornasse a una vera lucidità e un vero amore, dichiarando ciò che era mancato, in effetti, e riconoscendo che le cose fossero impostate in una maniera che destabilizzavano me. Ha provato, parlato, ammesso, dichiarato il suo amore, fino all’ultimo, ma al tempo stesso, ha fatto in modo di contraddirsi, a parole e fatti, facendo puntualmente emergere, ancora, quel suo essere sempre a metà, quella sua ambiguità, e quel suo modo di “amare” che sembrava (ai miei occhi, al mio cuore che si sentiva sempre più ferito, sempre più ammalato) dimostrarmi di volerci essere fin quando io ero amabile, allegra, forte, presente in tutto e per tutto per lui (non posso dire qui le cose che ho fatto per lui) cercando di non far pesare quello che facevo per lui facendolo con amore, per “disperarsi”, e per assurdo sentendolo distaccato, nel momento in cui io veramente non ce la facevo più (per un insieme di problemi che di nuovo non posso raccontarvi, ma in buona sostanza sia problemi miei personali, famigliari, sia problemi che mi creava lui, condizionandomi pesantemente la vita), semplicemente. Quando ero completamente a terra, scoraggiata per la mia crescita personale, i miei personali obiettivi, i nostri obiettivi in comune… Allora, in quei momenti, lui non correva da me. Si mostrava disperato e basta, senza mai dimostrarmi veramente una piena vicinanza, creandomi una ulteriore, enorme sofferenza: perché io, amiche, amici, lo amavo. Non gli stavo dicendo: non ti amo più, ti lascio. Gli stavo dicendo che stavo molto male. Mi ha sentito piangere al telefono, incapace anche di parlare. E mai mi ha detto: amore mio, stai tranquilla, resta lì, che ti raggiungo subito. E io ero sempre più stravolta, sempre più scioccata. E più mi mostravo scioccata, più lui si disperava e si mostrava scioccato a sua volta. E’ davvero allucinante, per me, tentare di spiegare questa mia relazione e questa… fine che ancora fatico a scrivere… “Fine”. Tuttora vivo una sensazione di straniamento dalla realtà, e non mi aiuta certo di essermi ritrovata con problemi personali aggravati e senza più nulla.

  3. 2403
    animafragile83 -

    Anche io ho provato la tua strada l’allontanamento ma non e’ servito a niente ha preso la palla al balzo e a me non e’ rimasto niente anzi i miei problemi personali si sono moltiplicati,la mia vita personale e’ andata on pezzi e dopo 5 mesi sono un cadavere ambulante. Lo so cosa provi e’ sconvolgente ma a questo punto credo che sia persone che non provano empatia che quando ti vedono cadere ti danno una mano ad andare giu e loro si salvano…indenni…a volte fanno anche le vittime…io non so ora bene a che punto sei della tua vita ma devi ricrearti…cadendo e rialzandoti 1000 volte prima o poi raggiungerai l equilibrio…ora puoi assassinarti il cervello per ore,mesi non cambiera’ niente io continuo a farlo ma tanto che risolvo non mi capira” mai non capira mai il male che mi ha fatto puo solo scappare via.. E io devo solo rassegnarmi….rebecca abbiamo perso tempo…secondo me…sei libera di dargli qualche possibilita’ se vuoi ben consapevole che non cambiera’..

  4. 2404
    Libra09 -

    Rebecca ciao,
    anche io sono una di quelle che pensa che chi lascia non ama. C’è però una differenza in quello che hai scritto tu o che potrebbe capitare ad altre persone che vivono una situazione simile alla tua, tu non stai lasciando perchè hai fatto entrare qualcun altro nella tua vita. Tu hai stra combattuto affinché il rapporto funzionasse dando più di una opportunità al tuo compagno. Ti sei sentita abbandonata dalla sua indifferenza o manipolazione e hai preferito fare una scelta che POCHI avrebbero fatto. Stavi soffrendo troppo. Lasciare amando, per poi stare soli, è un gesto di grande rispetto per se stessi e per l’altro.
    Non so come si evolverà la tua situazione ma la scelta che hai fatto la ritengo di una nobiltà estrema e grande amore per te stessa, quindi sii forte, continua così e non sentirti debole per la scelta. Chissà da quanto stavi combattendo.

    Anima fragile,
    Vedi che sei stupenda quando devi dare consigli altri altri! Inizia un pò anche con te che dentro c’è un cuore enorme pieno di tanto amore.
    Un abbraccio forte e buon week end!

  5. 2405
    animafragile83 -

    Libra sono una delle tue grandi fan non dimenticartelo.. Io continuo ad inciampare…ma per gli altri ci saro’ sempre e’ il mio destino…e la mia missione insieme a quella di volermi bene veramente…notte sei una persona davvero speciale.. Come tanti qui…rebecca non sei sola!

  6. 2406
    Rebecca -

    Animafragile, sono a un punto della vita finita… Questa è poi una cosa che ho detto a lui, che la mia vita era finita. Lui rattristato o disperato, ha detto ancora belle parole, che non è vero, che avevo ancora tante cose da fare, da dare. Naturalmente comodamente seduto. La realtà è che quando è stato male lui io ci sono sempre stata. Quando ho avuto problemi miei (in cui in parte entrava lui), erano problemi miei.
    Libra, mi hai fatto venire le lacrime agli occhi. Sì, ho quasi sempre lasciato, anche amando: il dolore che si ha è paragonabile a una specie di suicidio. Con accuse di omicidio. Sono esercitata, ormai, a lasciare, se nel caso. Ti do tutto, ma se mi accorgo che sei ambiguo, mi tradisci, ti approfitti di me, delle mie difficoltà (e questo, sicuro, dopo che io non ti ho mai tradito, non sono stata ambigua, ci sono stata, presente, ti ho amato, aiutato, sostenuto), quando dovrebbe essere il momento, o uno dei momenti, in cui tu mi dimostri il tuo amore, la tua fiducia, la tua stima per me, e fai tutto il contrario, allora è finita. Non ho più cercato ex. Loro sì, mi hanno cercato. Ci sono state eccezioni, tentativi di rimanere in amicizia. Tentativi inutili, anzi concessioni inutili, dal momento che emergeva che si volesse tornare con me. In questo caso, ora sono convinta che lui si senta “vittima”: è più comodo così. Secondo sua logica, io lo avrei lasciato, mentre lui avrebbe fatto di tutto per “recuperare”. Recuperare cosa? Mi ha detto di tutto, in negativo e in positivo solo quando tornava in sé. Ha continuato a oscillare tra due concezioni estreme: io ero dolce e brava, ma poi ero un mostro di freddezza. Io ero intelligente, ma poi non si poteva più parlare con me, perché mi chiudevo. Non riusciva nemmeno, evidentemente, a capire le conseguenze, di ciò che dice e fa (o non fa). Se comunichi con me dicendomi, mentre sono dovuta tornare in famiglia, avendo dei grossi problemi, mi senti piangere, andare terribilmente giù, non riuscire nemmeno a parlare e uscire di casa, e tu comunichi con me sostanzialmente dipingendomi non so come… E dopo tutto quello che ho fatto per te, per noi, fino a non avere più forza nemmeno per me stessa, e tu fai basse, bassissime, totalmente inopportune, insinuazioni, che cosa ti dovrei comunicare? E mai che in questo “recupero” gli sia venuta in mente la cosa semplicissima (ma forse più faticosa per lui) di venire qui: ad abbracciarmi forte.

  7. 2407
    Hurin -

    Ragazze, state tranquille. Tutto passa, ci vuole solo 1pò di tempo!

  8. 2408
    animafragile83 -

    Non e’ finita e’ finita con lui…purtroppo e’ sprovvisto di strumenti per capirti per starti vicino non ne ha…quindi se ti aspetti che cambia qualcosa lascia perdere. Devi richiudere un’altra volta e andare avanti…triste ma vero…anche io sono disillusa ora…ma cosa devo aspettare che torna? Chi torna poi? Chi non sara’ mai come voglio io…e’ questo che ti devi ricordare…non sara’ mai cio’ che vuoi…fa male forse noi donne stiamo peggio quando lasciamo ma pensa come sarebbe andata se ci stavi ancora insieme?

  9. 2409
    Feanor -

    @ ele

    Avevo scritto quello, per rispondere a quanto da te scritto:
    “Prima di amare qualcuno bisogna amare se stessi e imparare a stare da soli.”

    Beh ecco, nn è così semplice, xchè la vita è bella se condivisa! E forse l’essere umano nn è fatto per stare da solo!

  10. 2410
    ale -

    No, non deve tornare nessuno. Proprio sul più bello, quando abbiamo fatto spazio, soffrendo e riflettendo, lavorando duro, per accogliere l’arrivo di noi stessi, perché metterci un altro pupazzo, o lo stesso? Basta. Arriva un momento in cui tutti i segnali dicono la stessa cosa, non funziona. Ho amici che passano da una storia disgustosa e drammatica ad un’altra. Hanno già la chiave del discorso: amico e amica, se tutte queste faccende ti stanno abbandonando, vuol dire un sola cosa, che sei nei pressi di quello che sei e come ombre al mattino il resto si dilegua. Questo vale anche per quelli che si struggono perché non trovano la storia da sogno, quella in cui poi addormentarsi.

    Bravo Cronico, è una ottima osservazione quella che hai fatto. Alla tua esperienza serviva quella precisa ‘padellata’, altrimenti se fosse stata una cosa diluita o anche corretta e morbida, saresti rimasto con un lavoro a metà circa tutto l’insieme delle sensazioni e concetti, andando via ancora contaminato dal torpore e accettazione comuni che in tutti i campi sommergono la nostra essenza e che, in tanti casi, si creano o aggravano anche durante esperienze sia di condivisione che di divisione delle storie sentimentali.

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