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Lettera pubblicata il 14 Ottobre 2010. L'autore, aleheavygrinder, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Sei tu che comandi ora cara Animafragile, e la tua vita risponderà ad ogni tuo gesto e desiderio. Quando avrai voglia di rifiatare rallenterai e quando vorrai correre correrai. Sicuramente, non vuoi restare ferma a stare male. Se ci sarà un momento in cui si sta male è perché la voglia di stare meglio vuole essere spronata a svegliarsi dall’intorpidimento. Adesso forse è tutto sconquassato, ma si va presto a tutta birra. Tanti che scrivevano in passato hanno trovato utile scrivere sulle lettere in cui non c’erano recinti e dove gli altri commentatori manifestavano la propria emersione in scenari migliori possibili. Con alcuni di essi ho intrapreso corrispondenze di qualità dove non ci siamo rassicurati di speranze, ma abbiamo dato vita al nuovo fino a renderlo visibile. Dove le energie sono ferme, io non mi ci dirigo perché non avrei accesso, perché manca il panorama e la visione dinamica e reale. Ho ripreso a scrivere su questo documento per cambiare la sua energia e portarne una nuova a disposizione di chi se la sente, l’ho fatto e anche quando parleremo delle solite cose dei su e giù e degli sbalzi ecc ci sarà un momento in cui verrà ricordato che il suo panorama può essere percorso a 30 all’ora o senza limiti di velocità. Io ho realizzato i miei scenari e li amplio indifferente a qualsiasi ostacolo o paura, scenari che andavano bene per me e che mi impegno ad aggiornare e ad abbellire, e tanti so che hanno realizzati i loro o li stanno immaginando mentre ancora guariscono le loro ferite. Natale è adesso e tutte le volte che tu lo decidi. Scegli di iniziare a fare festa.
Io per il momento immagino cosa sara’….intanto provo ad andare avanti ogni tanto mi sento tirare per una manica piango una settimana e rivado avanti…sperando che sia l ultima volta…non ho tanta voglia di festeggiare quest’anno il mio compleanno e’andato male e a natale nn c penso ho solo paura di essere ritirata per una manica…ora penso solo a mia madre che e’ uscita dall’ospedale e spero che dei colloqui che ho fatto per lavorare qualcuno risponda…il resto e’ un’incognita ma la vita e’ questo…e sicuramente sara’ meglio di adesso
Ciao Ale,
Cambieresti qualcosa della lettera?
Io ci sono arrivata per caso a dicembre dello scorso anno e leggerla al momento mi aveva dato una sensazione di leggerezza, come se qualcuno capisse il mio malessere. Essere lasciati è sempre doloroso, sempre. Venire però “scaricati” quando già qualcuno ha un terzo accanto è indubbiamente più doloroso, così come quando ti addossano tutta la responsabilità e violenze psicologiche varie, beh è tutta un altra cosa. Questo gli amici ai tempi faticavano a capire. Non li condanno, è difficile da comprendere se non si vive sulla propria pelle e noi non lo auguriamo a nessuno.
quindi mi chiedo, se oggi a distanza di anni, tu la riscriveresti nel medesimo modo.
Grazie!
Ciao Libra! La lettera credo andava bene così e anche adesso va bene per il tipo di contesto in cui è nata e per il quale è stata messa a punto, funziona in relazione al momento in cui ci si trova, che è ancora poco maturo, molto confuso (e nel tempo affiora che certi passaggi sono lì per fare colore, sentimento, sangue e per muovere le energie, anche se ancora non lo si sa fare o se non le si ha: è una lettera da battaglia) e contiene quello che ci si vorrebbe sentire dire in sostanza per avere una scossa forte e fraterna nei tempi immediatamente successivi ai fatti e anche come mantenimento per il tempo X a venire, poi si va da soli. Questo è il tempo per il quale sento va bene così com’è. La trasmissione diretta che hai colto tu è la sua impronta e l’avevo concepita per strappar(mi) all’arma bianca ogni dubbio nell’affrontare la scelta di mai più stabilire contatti con quelle persone. In quegli istanti non si è affatto convinti e bisogna ricorrere a risorse inedite. Poi, introduce quello che i documenti precedenti di vari commentatori avevano elaborato. Penso che sia un testo orientativo per quel tipo di paradigma e per quel tipo di reazione ‘a caldo’, incosciente quasi ma credo vincente, e che poi si va trasformando. Mi sono chiesto se potevo scriverne un’altra per il nuovo corso dei fatti, ma lo trovo non possibile. Perché si iniziano a vedere le relazioni per il gioco evolutivo che sono, non la vetta e la coronazione di un sentimento ma una vantaggiosa possibilità di scoprire le maschere dell’essere umano. Meglio che quanto ciascuno scopre poi di sé lo elabori nelle proprie ricerche personali e in contesti e discipline dedicati invece che su una piattaforma che è una straordinaria risorsa di ‘pronto intervento’ pratico in cui non fa nulla se non andiamo alla ricerca dell’arca perduta, basta pure rimettersi a posto e ciccia. Per come è conformato il sito, per l’interazione non fluida e spesso e volentieri per incursioni poco accorte, viene difficile andare dentro anche alle questioni più semplici. Allora mi estendo nei commenti e non sulla lettera, così evito di interferire sulle fasi del percorso di chi capita sulla lettera e sceglie liberamente il no contact (1-chi legge prima la lettera ha appena avuto grane, 2-chi segue tutti i commenti sta elaborando, 3-chi è aggiornato e quasi in sesto coglie anche le nuove sfumature nei commenti). Il mio ritorno a scrivere qui è come dire: Partendo da qui, c’è dell’altro e può essere connesso. Un saluto!
Te l’ho chiesto, perché a distanza di tempo questa lettera è ancora importantissima per me.
Così come i tuoi commenti e non da meno quelli scritti da Guerriero, Elly, Ele, Darcy, Déserée e Maxim!
Pensa Libra che quando l’ho riletta l’ultima volta, molto più di un anno fa, mi sono detto:”Dovevo metterci dentro qualche sberla.” Questo perché col senno di poi ti accorgi che la paura non esiste, anche la paura di dire e di esternare ciò che in quelle condizioni appare legittimo. Ho interpretato che, insieme alla lezione di gran parte di quello che è successo, si tratta di schiaffi a se stessi e servono tutti per completare ciò che l’ex non è riuscito a fare, demolire l’allocco. Sì, in apparenza dentro c’era pure l’amore ma l’amore se la sa sbrigare, è rapido e vigile e ci aspetta sempre fuori dagli schemi. All’uscita chiede:”Perché sei andato a chiuderti laddentro? Io ero qui fuori e tu hai fatto finta di non vedermi.” Insomma, si possono buttare giù le case, quasi sempre, quando basterebbe usare la porta. So che l’ultimo colpo di benna bisogna darselo da soli, in modo da non usare più quel ruolo e, indirettamente, far sì che chi ha fatto dei danni venga allontanato e se torna non trovi più nulla dell’edificio. E se dimenticano per sempre la via e la toponomastica, tanto meglio, siamo a livelli di alta oreficeria.
Capi saldi i nostri amici, tutti così personali e ciascuno con una storia tosta da studiare. Quando li sento richiamati nei commenti sono orgoglioso e ciò da una certificazione anche sull’intento di chi li cita, perché vuol dire che se li è andati a leggere uno per uno, conoscendo le storie, faccia a faccia con un dispiacere a più dimensioni, proprio e collettivo, come hai avuto il coraggio di fare tu nel corso dei mesi. Non finiremo mai di invitare i lettori a ricercare questi utenti nel sito e a leggere la passione che regalano. Se riesco a ritrovarla nei prossimi giorni, cercherò di pubblicare fra i commenti la storia di Andrea, un ragazzo che ha rilasciato il racconto delle sue vicende e reazioni in un modo che io trovai bello e sconcertante. Ci avevo interagito per un po’, forse proprio su un documento firmato da guerriero, e per me fu il primo tassello che riuscii a stabilizzare. A tutti voi, fate buona domenica, lasciate andare, andate in giro e fiutate l’aria che inizia a farsi assai buona.
Ale
Ricambio i saluti. Ma, vedi, io forse a differenza tua sono un po’ più terra terra, pur essendo complicato nei miei ragionamenti. Ti ho letto con attenzione e sinceramente anche con difficoltà,perchè è troppa filosofia per me 🙂 Leggo fra le righe un tuo percorso, immagino di stampo filo-orientale, che rispetto ma non riesco a condividere appieno. Una sorta di filosofia del “tutto dipende da noi”. Secondo me non funziona proprio così…il nostro atteggiamento è importante ci mancherebbe ma non puoi escludere i fattori esterni. Ovviamente quello che dici può essere profondissimmo e scontato allo stesso tempo, cioè tu immagino sei nella fase del superamento, ed è ovvio che subentrando l’indifferenza verso l’ex ne parli ora in maniera anche amorevole o cmq non ti infastidice più. Però quà molti sono nella fase ancora “calda”. Poi ripeto, ti rispetto perchè mi sembri una persona seria e di una certa cultura, ma non riesco a condividere questa sorta di “tutto nella vita ritorna” (karma?). Secondo me gli ex se ne fregano e basta 🙂 Sarò sincero…ma poi non è secondo me, l’ho appurato. Ho parlato direttamente con varie persone in questa situazione e nessuno mi ha mai detto di essere pentito,perchè anche se lo fosse sarebbe troppo dura ammetterlo a se stessi. Io sono alla seconda delusione, e dopo la prima anch’io pensavo di essere ormai corazzato, e invece sono caduto di nuovo…Sono cose, secondo me ovviamente, troppo sconquassanti. Quando anche pensi di avercela fatta e magari è così, non puoi dirti cmq immune per il futuro. Non è come un vaccino che una volta fatto sei a posto per quella malattia. Detto ciò ognuno nella vita sceglie una strada e non so ancora dire se c’è ne sia una migliore delle altre in maniera assoluta. Bisogna vedere che frutti portano e agire in conseguenza. Un abbraccio 🙂
Sono due paradigmi diversi Never, e trattarli qua è improprio perché disassiamo la lettera, che serve a chi sta a mollo giusto ora, e sconcertiamo gli utenti con una escatolgia nauseante. Ho dato le mie versioni nei precedenti commenti. Subfilosofie e credo e teorie e rassicurazioni varie, che hanno fatto una bella polenta ingrassando la new age della nonna dimenticandosi di vivere, a un certo momento bisogna mollarli. Nel secondo momento, nel dopo di cui porto il messaggio ora si passa alla pratica, al vedere e al creare istantaneamente e non ci sono né maestri né manualetti o regolette ma solo noi. Solo responsabilità illimitata e azione. Per questo, qualsiasi considerazione esterna, compresi gli ex, per me è irrilevante. Ricordiamo che il karma comprende tutte le irresponsabilità e non so se si interessi di corna. Allora. Posizione di attesa o difesa e delegazione all’esterno creano certi imprevisti e nel nuovo non passano. Uno dirà: ecco, i superuomini! No, non è questo. Quando ci si arriva, si capisce cosa è, e il periodo è propizio, sta succedendo. Con ciò non voglio togliere i meriti di chi si impegna e fa il suo percorso nel momento precedente. Sta risolvendo alla grande. Vuol dire che sente va fatto e portato a compimento in modo totale e ciò è onorevole.
Gli ex non esistono se non nella misura in cui uno fa esistere o da forma a quello che lui non è. Sono esseri nel loro punto del percorso e che possa importargli o possa non importargli degli altri, paghino ora o fra mille vite o mai, c’è un fatto schiacciante che ti dice dove sei tu ed è che quando vedi, vedi solo chi sei tu, o non vedi affatto, vedi l’illusione. Quindi se al pian terreno fanno una festa e non mi invitano e si divertono, cosa mi può interessare se sto andando a godermi il mio party ovunque esso sia? E a loro, poi, che può interessare? Se poi vogliamo fermare le evoluzioni individuali usando il tema degli ex come freno a mano, perché a molti piace starci a bagno, ciascuno lo può fare. Io sono tornato a scrivere per dare questa informazione: guardare oltre, perché stare a fare le sentinelle per difendersi dai fantasmi o delegare invece di vivere è stare in disonore verso se stessi e perpetua le prove. Se ciò ora è reputato prematuro, torno da dove sono venuto. Si deve arrivare a un punto in cui c’è la prima divisione, e il punto è adesso. Altrimenti si sta ancora nel vecchio, in balia di quello che accade.
A mio parere, la tanto agognata controprova dell’ex che soffre o schiatta deve essere superata sotto tutti gli aspetti, sicuro o scettico. E’ un dramma in cui arenarsi. La trovo irrispettosa e di pessimo gusto perché si delega all’insuccesso o ripensamento crisotico dell’altro la parvenza di un proprio avanzamento mentre si sta al palo. Si tratta della stessa ‘voglia del peggio dell’altro’ che si è subita. Io so quanto può essere stimolante e propulsivo sapere che un giro di ruota può esser stato fatto. Siate bravi a tenervelo per voi se se ne viene a conoscenza, non ditelo. Ma se per caso lo si dovesse cogliere, ci si dovrebbe innanzitutto chiedere come mai quella manifestazione è avvenuta. Vuol dire che la stavamo cercando e aspettando invece di lavorare solo su di noi. A certi gradi di consapevolezza sarebbe ben più saggio osservare i propri giri di ruota, specie quelli a favore e farli aumentare. Si attiva un super potere se vogliamo chiamarlo così, perché si dirige perfettamente e responsabilmente la propria vita e più lo si fa, minori sono le incursioni dei danni. Questo è reale, lo dico perché lo faccio e lo osservo nella vita di altre persone. Ma se non lo si sta facendo, il mio discorso non può essere capito ed è utopia. E siamo di nuovo punto a capo, torniamo a parlare di ex. Ed è giusto così:la pischelletta che si è mollata col fidanzatino e il morale le va a mille se sa che quello là ci sta male, io devo capire che la sua crescita passa da lì a quello stadio.Idem per quelli che stanno meglio se tornano con l’ex. Idem no contact brillante splendido ecc. Si sentono che più di quello non sanno creare ancora, è onestà. Chi è stato mollato pensa davvero di essere immune a sua volta da responsabilità nell’ambito della propria vita che non siano solo collegate a quel farabutto monellaccio dell’ex? Solo capito ciò la diatriba su ex sofferente o ex indifferente finisce, è di cattivo gusto e ciascuno deve ragionarla per sé, autoanalizzandosi e facendo scoperte. Dovrebbe essere estromessa dal circuito della discussione che si tiene,altrimenti diventa un traguardo doppiamente illusorio. L’ex si arrangia con se stesso per la sua vita della quale ha condiviso una eccitante e catastrofica frazione con un’altra persona. Serve la reale comprensione sì di chi sta giù per una releazione troncata, ma più che altro per l’essere umano spogliato di tante illusioni che fra i due mostra le palle di assumersi la responsabilità di scoprirsi ed essere se stesso.
Ale d’accordissimo con te, anzi vorrei esserlo totalmente, invece ancora annaspo…
Però… “Quegli altri faranno una fine orrenda…” in qualche modo è benzina per fare partire qualcosa anche dentro di noi. È come garantire che in qualche modo una volta usciti, noi ce la faremo mentre loro rimarranno sempre le solite persone vuote.
Lo so adesso dirai, che se ne frega di loro, però io quella lettera la trovo stupenda in tutto e per tutto e voglio credere fino in fondo ad ogni singola parola,.
Tra l’altro, le stesse identiche cose le sto imparando a comprendere con la mia terapista.