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Lettera pubblicata il 14 Ottobre 2010. L'autore, aleheavygrinder, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ps: le paure di quando si viene lasciati sono queste e quando le oSservi anche se pare di no sei fuori dal tunnel… Sei in grado di smontare la struttura che vi era dietro.
@ vici
Sai cosa Vici? Si lotta, si volta pagina, ci si vuole bene e si riparte ma quando si è innamorati e corrisposti e porca miseria sembra di sentire il trillo degli uccellini …..un Cantico delle Creature apposta per due persone…o il Cantico dei Cantici. Ma insomma….quando penso che ho permesso il raggiro mi sento arrabbiata da un lato ma mi viene in mente che comunque ho passato dei mesi molto belli. Mi sembrava di vedere le lucine accese e lavoravo meglio. Probabilmente se questo fosse durato più a lungo sarei molto felice ora. E , alla fin fine, anche voler bene arricchisce. Se poi finisce si impara a scegliere meglio . Anche io oggi umore down….sarà il tempo vergognoso. O una canzone che non riesco ancora ad ascoltare ma che ho tutta in mente. Boh…un saluto a te.
Vici buondì! Io trovo giusto il tuo pensiero, credo sarà molto importante per chi lo legge ora. Se c’è una cosa a cui il pensiero ti aiuta a pervenire e che ti salva, ma che poi in modo automatico prova a rinnegare dato che non è esattamente in un sistema pensabile, è la giustizia fuori dalle strutture e condizionamenti.
@desi cambiamo i faretti? 🙂 il tempo di guardare le luci spente serve forse a sceglierne di più brillanti… Diciamo cosi! Verissimo il fatto che quando siamo dentro un cantico non ci possa tangere nulla e altrettanto vero è che spenti i riflettori sembriamo attori spaesati su un palco che vorremmo non ci stesse sotto i piedi. La vita va avanti, ed è un concetto che per la sua ovvietà ci rende inermi fino al momento in cui qualcosa non risveglia quel sorriso inebetito dal quale facciamo fatica a separarci e al quale pensiamo come l’unico artefice della nostra voglia di volteggiare leggeri 🙂 saluti dalla savana. @ale caro, non sai quanto leggere le tue e le parole degli altri mi abbia indirizzata nel capire che anche lo sconforto che si prova davanti alla realtà dei fatti ha una sua imprescindibile logica nella conta totale. Essere abbandonati, umiliati, feriti, offesi e chi più ne ha più ne metta, comporta sempre uno smarrimento che ci sembra interminabile. I giorni passano e ci si chiede che cosa sia accaduto e perchè… Come pugili dopo un gancio che ti stende, abbiamo occhi, mente e cuore presi da una nebbia totale che sembra non voglia diradarsi più, poi succede che la conta al tappeto e il possibile k.o ti fanno all’improvviso rialzare, il passo è incerto le costole e la faccia fanno malissimo e la testa ti dice che tanto sei bollito e destinato a perdere. Sbagliato! Ci si sposta sulle corde si alza la guardia e si studiano avversario e situazione. Il matCh si recupera e si vince quando si arriva a capire che tutte le voci urlanti intorno devono risultare silenzio e nel prendere la forza per tirare il pugno vincente si sguscia via dall’angolo per mettersi finalmente al centro del ring…ti abbraccio e saluto tutti.
Altalena umorale tendente verso il basso anche per me.
Lievi progressi sulla capacità di relazionarmi con me stesso.
C’è poco da fare però, mi manca qualcosa, ed è una sensazione sotterranea e costante che mi accompagna in tutto quello che faccio. Non mi manca lei, ma “un qualcosa” che talvolta erroneamente ancora identifico in lei. E’ un preconcetto, un modo di pensare saldamente strutturato dentro di me, e faccio fatica ad “estirpare”.
Ho picevolmente appreso una cosa però, ciò che amplificava il dolore e rendeva il tutto più complicato e difficile da gestire, era la mia incapacità di soffrire. La mia ostinazione di voler scacciare quel dolore a tutti i costi, il mio tentativo di rifuggire ed allontanare quei pensieri a tutti i costi, in sintesi il desiderio di star subito bene, non sopportare tutto l’insieme di sensazioni negative che percepivo in un ottica esclusivamente distruttiva. Di conseguenza continua lotta contro me stesso: devo cambiare, devo migliorare, devo volermi bene, devo..ecc..
Nel momento in cui ho messo da parte questi meccanismi ed ho iniziato, pian piano, ad accettare il mio dolore, a convivere con lui, a tenermi quei pensieri killer senza volerli scacciare a tutti i costi, cercando semplicemente di osservare il tutto in maniera quanto più possibile distaccata ed asettica, la sofferenza è divenuta decisamente meno pressante e più facilmente gestibile. Riesco finanche a percepire, seppur in maniera sporadica ed indecifrabile, una funzione costruttiva in questo doloroso tragitto. E’ una sensazione che avverto, ma che non riesco a decrivere.
Forse ho detto cose scontate e banali, ma le sento, mi stanno sfiorando e mi donano un tantino di sollievo. Semplicemente, volevo condividerle con voi.
@ Vici
“capire che anche lo sconforto che si prova davanti alla realtà dei fatti ha una sua imprescindibile logica nella conta totale. Essere abbandonati, umiliati, feriti, offesi e chi più ne ha più ne metta, comporta sempre uno smarrimento che ci sembra interminabile. I giorni passano e ci si chiede che cosa sia accaduto e perchè”
E’ questo il punto, quella sensazione di cui parlavo. Lentamente si comprende. Difficile da decifrare.
Quasi quasi faccio un salto dalle tue parti, savana arrivo. Ho bisogno di camminare.
Saluti affettuosi.
Buongiorno Giò,
quello che ti manca sei tu….stai iniziando a vederti…perchè semplicemente hai spostato il tuo asse su di te ancora in modo incerto ma lo stai facendo. Trovo il tuo linguaggio in questo post più chiaro e più maturo, segno di un progresso in atto…Quello che tu scrivi ha attraversato tutti noi…ma come ti ripeto la mancanza è la mancanza di noi, di stima, di certezza di noi e del nostro valore.
Prendi questo tempo per capirti per vedere come ti muovi e vedi intorno a te. Pensa e rifletti con gli strumenti che stai acquisendo e diventa un “ricercatore”. Apri gli occhi e senti diversamente. Riattiva quello che avevi messo a dormire per anni..il pensiero!!
Se la nostra vita non è stata quello che volevamo, è colpa nostra.
Possiamo però darci una possibilità per una vita migliore. Senti e lasciati andare anche se c’è da piangere..
Spiego una cosa adesso che non so se riuscirai a cogliere. Rileggila eventualmente tra alcune settimane: i rapporti umani ci hanno ferito, ci hanno quasi a volte ucciso ma perchè non erano per niente umani e la cosa più difficile del dolore subito alla fine di ogni relazione e che l’altro all’improvviso non ci vedeva più noi eravamo il niente e questo farebbe schizzare la mente di ogni persona uomo o donna. Chiunque anche non sapendolo crede nei rapporti e nell’altro. Non si può vivere senza stare con gli altri.. Non ci si può rifugiare e vivere da eremiti e decidere di non vivere. Ripensa alle cose che hai fatto ti sarai sicuramente mosso per paura o per difesa. Se riprenderai il rapporto con te stesso (perso non so quando), ritroverai la possibilità di relazionarti con gli altri e crescere (scanserai i negativi e i persi..). I nostri rapporti sono sempre stati deludenti soprattutto nel momento in cui si sono conclusi (sempre in malo modo). Se sei qui nel forum e perchè credi negli altri e ti apri agli altri… e speri in uno scambio. Considera ovviamente questo luogo solo come una delle cose della tua vita.
Ci si confronta nel reale e non nel virtuale!!
Buona giornata!
Vieni giò…. La savana offre spunti riflessivi e aiuta a pensare a come fare il leone e non la gazzella. 😉
@ vici
Ciao vici sarò brevissima perché in questo momento clandestinamente rubo un attimo di una giornata super stressante e di corsa…non so se l’ho già detto aqui ma anni fa, quando ancora non capivo Leopardi (o tontina che ero…)ho lletto l’intervista fatta a una ragazza che aveva passato momenti orribili. La sua famiglia era stata toccata in toto. E lei così rispondeva all’intervistatore: ricordavo le parole di un’amica…quando il cielo di notte è buio buio buio cupo le stelle brillano molto molto forte. E le Stelle stanno a guardare e noi guardiamo le Stelle nel buio della Notte. E Quinci uscimmo a riveder le Stelle …;-), A volte il buio fa brillare di più la luce. Un saluto a te dal buio del cielo nero velluto cupo cupo cupissimissimo.
Ciao Cinzia, ti ringrazio per il tuo commento, la tua è un’analisi lucida ed impeccabile. Hai toccato punti salienti e decisivi.
“la mancanza è la mancanza di noi, di stima, di certezza di noi e del nostro valore..Pensa e rifletti con gli strumenti che stai acquisendo e diventa un “ricercatore”.
Di questo ne sono assolutamente convinto, consapevolezza acquisita, mi riesce difficile mettere in pratica, “ricercare”, certamente il cambio di direzione richede tempo e forse, nel mentre, non si riesce a percepire.
“i rapporti umani ci hanno ferito, ci hanno quasi a volte ucciso ma perchè non erano per niente umani e la cosa più difficile del dolore subito alla fine di ogni relazione e che l’altro all’improvviso non ci vedeva più noi eravamo il niente e questo farebbe schizzare la mente di ogni persona uomo o donna. Chiunque anche non sapendolo crede nei rapporti e nell’altro”.
Sicuramente è questo l’aspetto più doloroso e difficile da digerire, il sentirsi insignificante all’improvviso, la delusione subita da chi non ritenevi tale. Questo deriva in parte da una “mia struttura” errata, il riporre negli altri “aspettative eccessive”. E’ un aspetto di quella mancanza che accennavamo prima, che culmina “quasi” in una sorta di dipendenza.
“Ripensa alle cose che hai fatto ti sarai sicuramente mosso per paura o per difesa. Se riprenderai il rapporto con te stesso (perso non so quando), ritroverai la possibilità di relazionarti con gli altri e crescere (scanserai i negativi e i persi..)”.
Sono rimasto immobile, incapace di reagire e di vedere, illudendomi di salvare quello che non poteva essere salvato. Già di per se, questa consapevolezza, mi ha aperto gli occhi sulla possibilità e capacità di scegliere e di scansare. Di questo ne sono certo.
“Se sei qui nel forum e perchè credi negli altri e ti apri agli altri… e speri in uno scambio”.
Desiderio di condivisione c’è senz’altro, non perdo di vista che il vero test viene dal confronto, talvolta scomodo, con la realtà.
Grazie per gli spunti introspettivi che mi hai ispirato..:)
@ desi buondì! La metafora delle stelle è molto carina…nel buio più cupo vediamo bene le stelle. Io dalla savana le vedo tutte le sere, cosa che non mi riesce di fare quando sono nella city. Chissà che vista la crisi non decidano di spegnere le luci anche in città e si possa continuare a guardare le stelle dal balcone di una via molto trafficata…. Saluti campestri.