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Lettera pubblicata il 26 Ottobre 2013. L'autore ha condiviso 20 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore kiky9326.
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e allora, scusami un aattimo kiky; io al tuo posto,adesso sai cosa farei? lo metterei un attimo da parte, ma non per cattiveria; kiky, certe cose vanno capite: io che sono dal di fuori e ti scrivo queste parole, non ho ancora capito questo ragazzo se si è fidanzato con te o con la sua famiglia; e se non l’ho capito io, che sono dal di fuori, figuriamoci tu, che ci sei dentro, che la vivi questa storia! lo so che è brutto far star male a qualcuno che ami, ma qualcosa devi pur fare? kiky, con questa persona, ci devi passare una vita! guarda che si soffre così! se questo deve essere l’uomo della tua vita deve pur capire come vanno certe cose, deve pur sapere quanto costano le responsabilità che si è preso, o no?
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Kiky, capisco la sensazione ma prima di andare sul campo generale e cosmico del mai piu’ e di quanto sei gia’ stata male “ieri”… Stai “sul pezzo”, cioe’ nel presente e nella situazione che vivi ora e che ti crea malessere ora e che stai affrontando ora perdonami due incisi: 1) non credo agli “schemi” sull”eta’, ognuno ha il suo percorso personale, e si continua a crescere sempre. Io a 18 anni avevo una storia molto seria (no in senso seriosa) per la mia eta’ e con il mio ragazzo gestivamo il fatto anche di organizzarci per incontrarci in varie citta’ per via del suo lavoro. E non ci pensavano mamma e papa’, lo facevamo noi. I miei mi hanno/gli avevano dato delle regole e ho avuto genitori anche severi. All’inizio dovetti “combattere” per prendere treni e stare fuori casa ma capirono che eravamo “seri” e affidabili. Al contempo (e guai senno’) eravamo giovani e avevamo la nostra eta’ e non un milione di esperienze di vita che si fanno vivendo (non parlo di sesso droga e rockandroll, dico che e’ normale che via via si accumula anche esperienza nella vita). Cmq per certi versi era piu” infantile sua madre a 38… 2) stasera amici dei miei amici, figlia di 16 anni) erano alle prese con una figlia a cui la troppa liberta’ non ha fatto bene affatto. Loro non sono dei genitori disattenti, se mai la viziano anche troppo, nel tentativo di contenere una ragazzina troppo indipendente ospitano spesso il ragazzo di lei, coetaneo, a casa loro. Lui ha tra l’altro una madre piuttosto assente o che da sola non riesce a stargli dietro .. Pare che il ragazzino alla fine andra” a vivere a casa loro. A 16 anni da un lato sti due ragazzini sono decisamente due adolescenti con molti atteggiamenti del caso, e con il fatto che bisogna star loro dietro perche” vadano a scuola o lui che ha smesso che non cazzeggi e basta. Dall’altro alla fine e” come se convivessero a 16 anni, che e’ “troppo”, ma con il culo coperto dai genitori che corrono a prenderli a mezzanotte se non rispettano neanche di prendere un bus all’orario stabilito. Si dice che ci sono genitori che danno troppa liberta’ ecc perche” se ne fregano. In realta” loro due sono iper presi nello stare dietro a questa figlia e alla fine hanno “adottato” anche il ragazzo di lei. La madre di lei si e’ sposata giovanissima non perche’ incinta eh.Ma perche” anche per la sua situazione famigliare era gia’ responsabile, lavorava… Sua figlia pero’ non lo e” affatto e il fatto che
I genitori siano cosi’ presenti anche se a modo loro (per alcuni discutibile)… Insomma penso si sia capito. Mi dirai… Che me ne frega, mi hai appena detto di non generalizzare… Ma riflettevo su questo: a 20 anni c’e’ chi mette su casa e chi vorrebbe, e non lo trovo fantascientifico, ne conosco. Chi e’ ad altri punti del suo cammino. A 20 tu sei chi sei e sai (almeno cosi pare leggendo) a che punto sei con delle cose che vorresti vivere relazionandoti. Non mi sembri una ragazza irresponsabile, ne’ che non rispetta i genitori ne’ che pero’ chiede loro di risolverle ogni questione. Hai un tuo senso/parametro di indipendenza/autonomia. E mi pare che tu senta il bisogno di viverlo e anche di sentirlo crescere insieme a te e alla persona con cui stai. Un senso di autonomia che non e’ solo economico. E’ ovvio che a 18 anni io vivevo coi miei, e avevo bisogno in senso affettivo e naturale di loro, ma quando organizzavo i miei studi e anche lo stare con lui, quando gestivamo insieme la distanza e i nostri viaggi e io lo facevo anche da sola, anche se poi magari litigavamo da 18enni e lo eravamo, per me era importante quella naturale e costruttiva indipendenza. Io prima un treno da sola non lo avevo mai preso, poi viaggiavo per ore. Contenta. Insomma quella relazione mi fece cmq “evolvere” e non implodere. E cio’ fu possibile perche’ andavamo cmq allo stesso passo e guardavamo nella stessa direzione. Anche se io ero al liceo e lui lavorava da anni. E no, non ci lasciavamo soli se moriva ..il cane. E non solo purtroppo. Sua ..madre di queste cose si e’ resa conto dopo, anni dopo. Quando tra l’altri lui si e’ messo invece cin una ragazza stradipebdente. A quel punto lei non si e’ intromessa per quanto lo aveva fatto prima… Alk’epica comunque lei riusci’ a ‘rovinarci’ davvero, anche se le basi erano buone… Ma la mia domanda, cara Kiky e’: ak di la” di come sonia e ragionano i suoi genitori e come lui vive il rapporto con loro sei sicura che certe visioni della vita che avete siano affini ? Che al di la del più giusto e sbagliato state ad un punto veramente affini del cammino di ciascuno? Perché pure che sia complicata anche la banalità… E non solo per come la vedan i suoi genitori ma per come la vede lui… Non state discutendo su andare a convivere e dove ecc ma su ogni più banale quotidianità… Tra voi due e per te non e’ troppo? Quanto implosivio e’? Per a che punto veramente stai tu con te?
@piero 74 sono d’accordo, no contact alla grande. Ma sai chi ci starà male? O chi non dormirà la notte? La bambina deficiente.
@LUNA ok, sto sul pezzo. Lui, solo in queste settimane, mi ha mancato di rispetto e messa da parte non so quante volte. Dal “sei tu che devi capire”, alla “deficiente” al “eh che alle sta storia del dormire insieme”. Io però quando mi ha chiesto scusa, anche se non ero proprio convinta, ho detto a me stessa “ok, fidati”. Mi sono fidata e a che punto siamo? Lui adesso è su in montagna con i suoi, io qui a casa. Siamo arrivati al punto che io devo litigare con il mio ragazzo per stare insieme. E allora basta, che senso ha? E si ci sto bene con lui, abbiamo gli stessi “progetti”, ma per un motivo o per l’altro adesso sento che con lui non si avvereranno. Come faccio a non esser confusa? A non sentirmi ancora in trappola? Adesso basta, basta e basta non lo chiamo, non gli scrivo nemmeno se lo fa lui. E io ho i miei difetti, questo sì, ma non l’ho mai dato per scontato e tanto meno gli ho dato del bambinetto anche se è ancora sotto la sottana di sua madre.
ma perchè, adesso dormi tranquilla? penso proprio di no, guarda; io ti capisco, sai? praticamente ti trovi di fronte ad un bivio e non sai che strada prendere, ma secondo me è arrivata l’ora di lasciargli il suo spazio per capire realmente i suoi sentimenti; io così farei; tu giustamente dici che non dsai come fargli capire certe cose a questo ragazzo, però dici che hai provato a fargliele capire, ma giustamente sai anche che i consigli che ti stiamo dando su questo forum sono veri, ma vorresti pensarci sopra prima di metterli in pratica perchè sei frenata dal fatto che non vorresti far soffrire nè a lui e soprattutto non vorresti soffrire tu, ma ti ripeto: secondo te, è meglio non dormire per qualche mesetto o soffrire una vita intera? kiky, io credo che allontanarsi per un po. sia la miglior cosa da fare anche perchè credo che non sarai sola in questo intervallo di tempo, o no? credo che amiche pronte a sostenerti moralmente ne hai, o no? allora pensaci.
@piero74 sì, ho delle amiche che mi starebbero vicine, ma il fatto è che lo amo e che esclusa la questione genitori (anche se è bella grossa), io con lui ci sto veramente bene e cosa ancora più importante sento un legame profondo, che con amici, amiche e exfidanzato non avevo mai provato. Quindi sono sicurissima che se lo lasciassi definitivamente (per colpa dei suoi e anche sua) me ne pentirei una vita intera. E’ vero, lui non reagisce, ma io ho avuto i miei tempi per molte cose che ad alcuni sembrerebbero banali (soprattutto nell’intimità fisica e mentale) e lui non mi ha mai messo fretta. Con questo non lo scuso (perché sono cose che non lo hanno fatto soffrire), ma sono disposta ad aspettare e ad allontanarlo per un po’ per dargli il tempo di capire. Se poi vedo che non c’è speranza, allora ciao per davvero.
Kiky, capisco quello che dici e tu sai, ovviamente, sia la situazione che i tuoi sentimenti.
La questione non credo sia lasciare qualcuno se ci sono dei problemi, che si possono affrontare, ma se comunque si affrontano le cose in due e in che modo.
Lui non ti ha messo fretta, mi ricordo i tuoi post in proposito, e capisco anche che non sia banale rapportarsi con una persona che ha subito dei traumi e avere pazienza e accoglienza, ma forse (credo) tu non gli davi del deficiente e comunque consideravi il suo punto di vista e le sue esigenze… a livello empatico e riflettendoci su sì.
Tra l’altro… scusa, ma già quando tu avevi bisogno di tempo questi problemi con i suoi c’erano già o sono emersi dopo? Prima vi vedevate tutti i giorni? Mi manca questo passaggio.
Se tu lo lasciassi definitivamente, visto che non lo stai lasciando per disinteresse, ma per una serie di situazioni e atteggiamenti, che ti creano sofferenza, forse sarebbe anche lui a farsi lasciare, non credi?
Ho capito cosa intendi sul fatto di pentirti, però non sarebbe una cosa che hai fatto da sola…
In effetti comunque spostarti un po’ e dargli il tempo di capire (e quindi di capire tu meglio in che situazione effettivamente ti trovi) non mi sembra una prova di disamore…
Dici che stai benissimo con lui e che avete dei progetti… questa cosa non mi è molto chiara (ma non deve essere chiara a me, ovviamente! Che tra l’altro non so come sia il vostro rapporto in generale)… non mi è molto chiara nel senso che penso che stare bene con qualcuno non è anche starci effettivamente insieme? Paradossalmente tu parli del tuo rapporto, in certi momenti, come se fosse… a distanza, nel senso che pare vi vediate molto poco e riusciate a condividere in effetti molto poco, che non possiamo parlare molto. Non so quali siano i vostri progetti a lungo termine, ma nel presente quanto c’è effettivamente di quei progetti?
Intendo dire: con la persona con cui sto posso avere delle difficoltà oggettive a mettere su casa o sposarmi in questo momento, magari si parla del fatto che alla fine degli studi si potranno concretizzare una serie di cose, magari in questo momento non ci sono i soldi per poter fare una serie di cose, allora magari si passeggia immaginando (concretamente) il viaggio che si potrà fare un giorno, la casa che si potrà avere un giorno ecc. Magari due persone sono molto impegnate con lo studio e il lavoro per cui non riescono a vedersi tanto ma appena possono si vedono
va beh, genitori esclusi fino ad un certo punto, perchè io se vedo che la mia ragazza è una mammona, a questo punto è giusto prendersi un attimo di distacco per capire l’importanza per una persona fin dove arriva; da un lato è comprensibile anche che stia appresso ai suoi, però, cavolo, adesso si sta facendo una vita con te e giustamente voi avete bisogno di una vostra intimità, di una vostra privacy: per quanto tempo puoi ancora sopportare ciò? tu lo inviti ad una gita, ti dice che ti farà sapere e poi ti risponde negativamente perchè preferisce andarsene con i suoi, un’altra volta non ricordo dove volevate andare ed eri costretta a sopportare anche la loro presenza, ma… scusami un attimo: è l’intimità dov’è? guarda che in un rapporto di coppia c’è bisogno anche dei momenti di intimità e… praticamente dov’è tutto questo? il vostro rapporto ha tutte le carte in regola per funzionare, ma certi rapporti per poter durare, hanno bisogno anche di un piccolo intervallo. ciao.
Ora come ora però non mi pare che i problemi siano questi visto anche l’esempio che citavi del fatto che tu avresti pagato volentieri di tasca tua per una breve vacanza e non mi pare (ma forse non ho capito) che lui ne facesse una questione di orgoglio o di non farti usare i tuoi soldi sudati non potendo mettere la tua parte. A parole (da quello che riporti, noi qui ovviamente non sappiamo come vanno le cose in generale) sembrerebbe che lui non ti stia dicendo “teniamo duro, ora ci sono questi problemi con i miei ma vorrei che stessimo più insieme” ecc, ma che lui minimizzi i problemi o che per lui non lo siano. Per te lo sono e per lui no?
Quando tu hai avuto dei problemi, mi pare, comunque li hai riconosciuti con il desiderio di superarli. Forse se lui ti dicesse che per lui l’atteggiamento dei suoi è un problema, il fatto di vedervi poco, di non poter fare una vacanza insieme o sempre con la madre con voi ecc, e sentissi una complicità tra voi nell’affrontare o per lo meno nel reggere la cosa, tu ti sentiresti meno avvilita di così.
Mentre tu sei avvilita anche per l’atteggiamento che lui assume rispetto a come ti senti tu, ciò che gli evidenzi e per le risposte che ti da’.
Fai bene, visto che a questa persona tieni e sai tu in cosa effettivamente state bene insieme, a riflettere costruttivamente, a pensare al tuo bene, ma a non agire impulsivamente.
Però credo che anche Piero ti stia (se non sbaglio, Piero, eh) dicendo questo:
certi equilibri/dinamiche con la famiglia di origine possono non cambiare affatto anche quando una persona va via di casa, si sposa e neanche se ha dei figli. E in quel caso è ancora peggio. Il tempo di per sè, o delle scelte di vita, non cambiano per forza le cose. Quindi comprendo che Piero anche ti dica di valutare bene adesso con cosa in effetti ti confronti e che atteggiamento abbia il tuo ragazzo rispetto a queste cose.
Mi sembra che tu sia comunque “centrata” su questo e non abbia la sindrome del “forse con il tempo cambierà” o “io lo cambierò”. E questo, che tu sia comunque intenzionata ad affrontare e risolvere le cose ora – o perlomeno a vedere un’intenzione concreta di risolverle – mi sembra importante.
Per quanto riguarda la cosa dell’intimità: sei sicura che per lui non sia stato così difficile avere pazienza perché a sua volta non è così interessato all’intimità? Visto anche che dice non sia così importante dormire insieme o che non gli urti così tanto avere la madre terza incomoda…
Piero: il punto è anche – ma ovviamente non ho idea di come si svolga la loro vita intima, nel senso più vasto del termine, non solo intimità fisica – che una persona, dico in generale, può anche, consciamente o incosciamente che sia, usare i suoi genitori per non avere quella privacy e intimità e autonomia. E al di là di chi ha vicino può essere un problema suo.
Come chi non vuole in realtà andare via di casa e adduce che gli ostacoli stanno tutti fuori, mentre in realtà stanno dentro.
Mi ripeto, ovviamente io non conosco la relazione di Kiky e il suo moroso!!!
Solo che quando lei ha scritto che lui ha avuto molta molta pazienza con i suoi problemi e poi dice che non è poi così importante dormire insieme e che trova scuse o motivazioni per stare via da soli o c’è stato effettivamente un cambiamento lungo il percorso oppure sai, alla fine, mettersi con una persona che ha difficoltà (anche momentanea)a vivere l’intimità può essere anche più un vantaggio che una difficoltà per chi ha difficoltà a vivere la propria.
Quello che mi colpisce però è anche che, Kiky, tu hai fatto un percorso per “scioglierti” dopo che hai vissuto delle cose brutte e ora, se ho capito bene, vorresti aprirti sempre di più, ma ti scontri invece con chiusura e non/intimità.
Poi le cose che ho scritto probabilmente non c’entrano nulla di nulla con voi due, ma comunque capire cosa si vuole ecc male non può fare, a nessuno dei due.
Tu sei sicura che vorresti un uomo molto più presente di lui, per esempio?
Non c’è in realtà una regola su quanto e come le persone debbano stare insieme, più che altro c’è cio’ di cui veramente si sente di aver bisogno (che non è una questione egoistica, ma proprio di autoascolto e di modo di essere) e quanto con il partner si è affini e si guarda realmente nella stessa direzione.
Ognuno di noi, comunque, ha credo un concetto anche di autonomia, privacy, intimità.
A me, ripeto, che una persona sia legata positivamente alla famiglia pare un buon segno, non un cattivo segno. Un cattivo segno mi pare uno che per esempio risponde male a sua madre o che se ne frega se suo padre è all’ospedale. Però concorso con te, Piero, che una ragazza “mammona” non è solo una persona troppo legata alla mamma, è una cosa più complessa, un modo di vedere anche se stessa e la vita. Anche un grado di dipendenza o indipendenza, un modo di reagire e gestire le difficoltà e le situazioni ecc ecc