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Lettera pubblicata il 5 Aprile 2010. L'autore, Nik, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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…con quel comportamento più o meno “sereno” che si avevadurante la vita coniugale e familiare. Niente di più sbagliato, le donne diventano il più delle volte vipere velenose, che usano i figli per vari ricatti es. “se non paghi gli alimenti non vedi tuo figlio”, quando ci sono sentenze su sentenze della Corte di Cassazione che stabiliscono che non esiste nessuna giustificazione per negare il diritto di visita al genitore non convivente. Gli uomini, diventano dei paladini, con a volte la sindrome di Peter Pan, poiché la ragione della rottura è la ragazza 25enne, segretaria, alla quale non si può resistere, almeno quel tipo di uomo che pensa di essere macho, solo perché chissà quanti soldi ha da parte o fattura. Oppure c’è l’uomo che subisce, e che si lascia scivolare tutto addosso, e che non risponde mai per le rime, questi sono molto pochi.
Il risultato comunque è sempre il medesimo: figli che escono rovinati e che avversano i legami, specialmente il matrimonio, che io…
…che io francamente respingo con ogni forza, più che altro perché poi è difficile uscirne per tutti. È ipocrisia.
Gabriele,
concordo: oggi il matrimonio resta una costrizione sociale, un terreno di utilità (fisica o pratica) oppure di scontro (economico o psichico). un’anteprima di pochi anni di festa e di costruzione, quasi sempre seguiti da molti anni di tragedia e di annientamento.
Nocivo, in sede di divorzio, in particolare per i figli.
Mica tutti. E comunque, se oggi è così, ieri com’era? Migliore?
Assolutamente no, Golem, non era migliore. Non posso definire se fosse peggio di come viene concepito oggi il matrimonio, ma ti posso dire che prima, specialmente la donna era praticamente costretta a sposarsi, vista la sudditanza che le donne avevano verso l’uomo, e quindi in un sistema prettamente patriarcale, in cui la massima aspirazione fosse quella del figlio “maschio”, per evitare di dover mettere insieme una “dote” per la femmina. O meglio uomo e donna. Oggi siamo fortunati, poiché prima ci si sposava punto e basta, almeno oggi se vi è un rapporto sano all’origine, si può cominciare a parlare di “amore”, a volte anche nel suo significato fiabesco, cosa che è mancata negli anni precedenti o al “ieri” al quale tu facevi riferimento. Tutte le coppie che ho conosciuto, over80 mi hanno sempre detto: “prima non ci si sposava per amore” quindi, anche se fosse capitato, in ogni caso, la donna doveva sopportare diversi episodi di violenza, che oggi senza indugi possiamo…
…possiamo definire “soprusi” per esempio era normale picchiare la propria moglie, oppure negarle i soldi, oppure maltrattarla verbalmente ecc. Tutte cose alle quali non c’era via di scampo, e che non incontravano di certo la comprensione della società, che attribuiva esclusivamente alla donna la riuscita del matrimonio, l’uomo poteva pure avere X amanti, e stava alla moglie “soprassedere” in quanto nel ruolo di “moglie”. Ora, sono d’accordo con te quando dici e pensi che siamo privilegiati, poiché a posteriori possiamo fare filosofia sull’argomento, ma le problematiche rispetto ad uno sposarsi “sano” ci sono sempre state, casomai cambiano con l’avvento di cambia generazionali, almeno secondo me. Se affianco al matrimonio, si associa un tritacarne che è il divorzio, è chiaro che l’istituzione stessa si svuota di significato, sempre secondo la mia modesta opinione🖖
Gabriele, il matrimonio non è la realizzazione di un sogno, ma una “scelta” razionale che si fa…col cuore e si mantiene con un impegno costante. Il fatto è che molti non “vedono” cosa ci sia dietro i cambiamenti che intervengono col tempo e con la convivenza, e spesso escono per la tangente rifugiandosi nel “sogno” successivo, quasi sempre ripetendo gli stessi errori. Personalmente posso ritenermi fortunato, avendo incontrato una donna migliore di me, ma nonostante questo i problemi non sono mancati. È stata la “volontà” di superarli che ha fatto la differenza, assieme alla consapevolezza di dirsi tutto e non mentirsi mai.
Dico sempre che una unione, matrimoniale o di convivenza che fosse, è una costruzione che si fa giorno per giorno, a cominciare da quando le “farfalline” sono volate via e le “illusioni” sul partner hanno lasciato il posto alla realtà. Oggi si è più liberi di fare e disfare rispetto anche solo a 50 anno fa. Ma la libertà senza consapevolezza non è garanzia di felicità. Anzi.
Golem ecchissenefrega se te sei stato fortunato o di com’è il tuo matrimonio! Sempre con sto IO IO IO… Come se poi la tua esperienza debba valere per tutti. Ma poi che ne sai di cosa fa o non fa tua moglie quando non sta con te, ma scendi dal pero! Il matrimonio è una fregatura, lo era ieri e lo è oggi, con la differenza che ieri lo era sopratutto per la donna, oggi lo è sopratutto per l’uomo, il quale si ritrova poi asservito a una fata trasformatasi in arpìa e se non sta zitto e buono va incontro alle conseguenze devastanti di un divorzio. C’è sempre qualcuno che ci rimette insomma. L’ideale è abolire del tutto questo rituale contro natura che serve solo a controllare le persone e a renderle impotenti.
Invece è la tua esperienza che vale per tutti? Per me non lo è una fregatura o Passante dei pantaloni, che non sa leggere neppure un testo, visto che spiego solo certe regole di buon senso e in più parlo di “fortuna” nel mio caso. Ma siccome sei un fallito, in quello come in altri campi evidentemente, incoerentemente sei tu ad ergerti a giudice unico, proprio mentre critichi mio “IO IO IO” che riguardano le mie esperienze. Potevi dire la tua senza mostrare invidie puerili, e magari imparare da chi ne sa più di te, invece, com’è tipico dei perdenti nati, rosichi senza speranza. Tra l’altro l’accenno alle possibili corna di mia moglie, della quale non saprei “cosa fa”, la dice lunga sull’utilizzo che è stato fatto della tua pur non spaziosa fronte.
Devo dedicarti qualche divertente sonetto adatto alla tua condizione. Ogni volta che ti presenti su LaD ne offri l’opportunità.
Ciavio neh.
È mai possibile che qua quando un utente esprime la propria felicità, interviene qualcun altro lamentandosi di essere troppo autoreferenziale, sminuendo e insinuando che non sia vero? Sapete perché non mi infastidisce leggere che GOLEM ha un matrimonio felice? Perché anch’io ho un matrimonio felice. È una cosa brutta, dobbiamo nasconderlo? È meglio gioire, che spargere negatività come fanno tanti altri che buttano m… su tutto e tutti.
Passante, ad alcuni il matrimonio fallisce, finendo nel divorzio o, se non possono divorziare, in una forzata convivenza senza amore, ad altri no. Comunque è meglio aver amato e perso, che non aver amato mai. Che senso avrebbe la vita se non si sono mai provate gioie?
Io sono felice di avere l’anello al dito (non perché è fatto d’oro, che è un ottimo bene rifugio 🙂 ), lo esibisco orgogliosamente davanti agli altri.