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Lettera pubblicata il 21 Giugno 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore alex dext.
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Incaxxato
Si, ti capisco. Guarda,secondo me cmq alla fine la sofferenza e il dolore darà quella spinta finale per superare la cosa…ad un certo punto sono proprio il nostro corpo e la nostra mente che, stanchi di soffrire, rifiuteranno ogni contatto. Io per esempio ho sofferto tantissimo nel non sentirla i primi tempi, ora ti dirò che forse sarei terrorizzato dal risentirla o rivederla. Ad un certo punto basta. Faccia cosa vuole, veda chi vuole ..fine. Non mi passerà oggi o domani, ma anch’io sul quel punto sono deciso.
ciao assunta…sono d’accordo con te che la donna cresceva i figli nella famiglia patriarcale e tirava le fila di tutto…MA CI SFIDO! Lo faceva con i soldi del marito che stava tutto il giorno fuori a lavorare per mantenere la baracca!! Come avrebbe potuto, poverino, tirare lui le fila se era fuori tutto il giorno a spaccarsi la schiena per chi lo aspettava a casa????
perdonami ma trovo un pizzico di femminismo nelle tue parole
Io credo che debba essere giustamente la donna a crescere i figli perchè è lei a possedere per natura l’istinto materno ed una predisposizione naturale ad allevare la prole. Certo anche l’uomo deve fare del suo…ma credo che la natura abbia deciso che si tratti sopratutto di procurare il cibo e difendere il branco affinchè la donna possa allevare i figli in totale sicurezza.
poi il disc orso che con l’emancipazione femmiknile l’uomo si è rivelato debole me la devii spiegare megliuo!
A parte il fatto che, a mio parere, con l’emancipazione femminile, per altro giusta, è venuto fuori che le donne son piu’ xxxx di quanto si pensava….ma sopratutto è venuto fuori che siete molto piu’ fredde e ciniche ed insensibili di come vi si era dipinte in patriarcato. Mi sembra inutile non concordare su sto punto, ripeto, la pietà per il prossimo non è nelle vostre corde!
E poiu…dici che gli uomini, certi, dovrebbero essere considerati deboli! Ma come, solo perchè vi rispettano e hanno grande considera<ione di voi? Perchè piangono se perdono il vostro (falso) affetto? Allora sono gli schiaffi che desiderate veramente?? Io ve li do volentieri! e poi aggiungo una cosa che ho notato:
senz'altro le donne sono piu' predisposte a crescere i figli (ma non certamente a tenere unita la famiglia), ma sul posto di lavoro credo non possiate competere con l'uomo. Io le donne manager che ho conosciuto (sebben molto intelligenti) le ho trovare tutte parecchio frustrate,,,e spesso anche un po' casinare .Inoltre molte fanno un determinato lavoro o si interessano a adeterminate arti sopratutto per civetteria e non perchè le amino veramente. é sempre il mettervi in mostra il vostro scopo principale naturale. Infine Io non dico che le donne siano inferiori agli uomini, giammai, semplicemente non son portate per certi lavori che si ostinano a voler intraprendere. Come l'uomo non è particolarmente portato all'allevamente della prole. Si tratta semplicemente di compiti della natura..NE PIU' NE MENO.
caro dottor…
w arancia meccanica ;). Ad ogni modo io credo che noi uomini, che magari abbiamo già qualche anno dopo i 30 e ormai abbiam messo ben in chiaro come funzionano i rapporti con le donne su questa terra…dovremmo ormai abbandonare sogni ed illusioni di una famiglia.! Io credo semmai che siam stati fortunati se non ci siamo fatti rovinare definitivamente la vita…sposandoci e facendo figli con chi poi si sarebbe rivelata la nostra rovina. Io dico che a 38 anni hai tutto il tempo di godere ancora della compagnia non di una..ma di molte donne e di vivere tutte le poesie che la vità puo’ regalarti. Io ormai non ho paura della solitudine…perchè preferisco star solo che dover subire l’arroganza e la cattiveria, l’egoismo e la falsità di una creatura che per natura non contempla cosa sia il vero affetto nel proprio modo di intendere la vita
Ciao a tutti,
Ciao Assunta.
Voglio essere sincero e dirti che dopo aver letto la tua prima lettera ho pensato “eccone un’altra che tiene il piede in due scarpe per questioni di soldi”.
Questo era ciò che mi girava in testa mentre ti scrivevo la mia prima lettera di risposta, però non ho voluto scriverlo, perché si trattava di pregiudizi e solitamente i pregiudizi me li tengo per me, aspettando elementi più sostanziosi per poi farmi un’idea (e non per sfornare giudizi. A me non interessa giudicare nessuno).
Riguardo alle domande che mi hai fatto, che sono domande toste, non banali, anche qui voglio essere sincero e ti dico che non saprei proprio cosa avrei fatto io e cosa farei se fossi al tuo posto.
Non ho risposte per le tue domande e non ho neanche una lieve idea.
Io ho avuto modo di vivere una situazione in cui la mia famiglia (in senso allargato, intendo anche zii, cugini eccetera) è stata chiamata a dover fare i conti con una malattia pesante e ho capito che certe malattie colpiscono fisicamente 1 persona, ma se ne trascina dietro altre, soprattutto se una famiglia è unita.
Ho amici che devono fare i conti con una malattia genetica degenerativa del proprio figlio che adesso ha 23 anni, ma si è ammalato più di dieci anni fa.
Sono battaglie dolorose, lunghissime e dagli esiti incerti.
Spesso ci si ritrova coinvolti in situazioni che sono più grandi di noi e della quale non riusciamo a capirne il senso logico, ammesso che poi ci sia un senso e che poi sia logico.
Io personalmente ho sempre inteso il tradimento come un atto di codardia pura, da non accettare, però, nel tuo caso, posso dire che questo tuo tradimento non lo “giudico” come un atto di codardia.
Tu sei comunque rimasta là dove molte persone sarebbero scappate e ti sei caricata sulle spalle un macigno non indifferente e questo merito ti dev’essere riconosciuto.
Capisco anche la tua naturalissima necessità di vivere la tua vita in prima persona, in modo individuale e non solo come Assunta, moglie di un marito che purtroppo è malato.
Chiudo questa lettera dicendoti che ti capisco, non ti giudico male e che le tue scelte sono meritevoli di rispetto.
Forza
Ciao a tutti
Max
Per quanto riguarda il discorso sul l’emancipazione femminile:
chiudere uno o due occhi, in linea di massima non va bene, ma dipende molto che cosa scegliamo di non vedere. Se sono cose gravi allora è bene spalancare gli occhi, altrimenti si può anche andare oltre, però bisogna anche imparare ad accontentarsi e capire che c’è sempre qualcuno migliore di noi e migliore di chi è vicino a noi, però non si può sempre buttare tutto all’aria, altrimenti saremo sempre persone insoddisfatte.
Ogni tanto faccio un giro nelle altre lettere scritte su questo sito e molto spesso mi è capita di leggere che l’amore vero era quello dei nostri nonni che si sposavano una volta e stavano con la loro famiglia per tutta la loro vita.
Allora, io ho avuto l’opportunità e la fortuna di vedere con i miei occhi questa cosa e, allargando un po’ il ragionamento, non credo proprio che tutte queste persone abbiano avuto sempre e solo una vita coniugale piena di amore, di affinità caratteriali eccetera, ma semplicemente hanno portato avanti una loro scelta.
Le famiglie di una volta reggevano per tanti motivi.
Per motivi religiosi, in quanto i valori cristiani un tempo erano più sentiti, come per esempio la frase “l’uomo non può separare ciò che Dio ha unito”.
Per motivi sociali, in quanto il matrimonio rappresentava, soprattutto per la donna, l’unica via per uscire dal proprio nucleo famigliare di origine e realizzarsi come donna, diventando moglie e madre.
Per motivi economici, in quanto la maggior parte delle donne lavoravano come casalinghe, occupandosi dei figli, della casa e dei parenti e quindi erano economicamente dipendenti dal marito.
Per motivi legali, in quanto non c’erano i mezzi legali per mettere fine ad un matrimonio visto che la legge sul divorzio è relativamente recente.
Ci sono tanti fattori che rendevano “eterni” i matrimoni. Non per ultimo il fattore amore.
Secondo te, Ros, tutte queste persone hanno avuto la fortuna di sposarsi con persone con carattere complementare al proprio, di amare ed essere amati dalla stessa persona per tutta la loro vita?
Io non credo.Forse la nostra generazione paga un po’ lo stravolgimento dei ruoli. Se ci pensiamo bene da 40 anni a questa parte è cambiato tutto. Sono saltati tutta una serie di punti fissi e tutti i tuoli sono stati stravolti. La mamma vuole fare l’amica, il vecchio vuole fare il giovane, la mamma si ritrova a fare anche il babbo e poi ci sono anche i mammi. Io sono assolutamente contrario a queste cose.
Buongiorno incazzato, ti chiamo così perchè non conosco il tuo nome. Se la tua ex si è comportata in modo disdicevole nei tuoi confronti, è probabilmente perchè non era veramente innamorata, una persona che ama, non si comporta così superficialmente, ma coccola, ama e rispetta il suo uomo. Fai bene a non dimostrare dolore di fronte a lei, devi però resistere se tornerà alla carica una volta che si renderà conto di essere sola, non ti merita e non merita nemmeno il tuo rispetto. L’amore per certi versi fa rima con dolore e se fa accellerare i battiti del cuore, a volte porta sofferenza. La polvere del tempo copre ogni ricordo e presto sorriderai ancora.
Ciao!
never:
“Io per esempio ho sofferto tantissimo nel non sentirla i primi tempi, ora ti dirò che forse sarei terrorizzato dal risentirla o rivederla. Ad un certo punto basta. Faccia cosa vuole, veda chi vuole ..fine.”
sono d’accordo. si arriva a un punto di non sopportazione fisiologica..in cui davvero , anche se una parte di te continua a desiderare colei a cui hai voluto bene veramente, rifiuta spontaneamente ogni contatto e si spera di non incontrARla mai piu’. Faccia pure la sua vita…scopi con chi le pare…ormai davvero si ha la repulsione per chi ti ha umiliato con tanta xcattiveria. Credo stia in questo fatto il riuscire a “voltare pagina”, cioè nel perdere ormai ogni stima verso quella persona che, per via di un imprinting culturale sbagliato, si era arrivati ad idealizzare.
xchè vedete qst è il punto orrmai secondo la mia visione. Io non mi auguro che chi ho amato soffra…non ne sono capace. Io certo son rimsto deluso da loro..ma credo che la causa principale non sia da riscontrare negli atteggiamenti della donna che ormai ho capito essere identici per tutte…ma negli insegnamenti culturali che ci hanno martellato la testa dalla culla alla scuola..e poi dal pulpito. Falsità che cercano in buona fede di dare un ordine al caos che governa il mondo, che cercano di sublimare la drammaticità dell’esistenza…che noi tutti proviamo in quanto consapevoli di essere al mondo (a differenza degli altri animali) e di dover morire. Amore, aldilà, Gesù giuseppe e Maria sono ormai per me solo bellissime fiabe inventate dalla ragione (fallibile) umana come risposta alle domande sul perchè dell’esistenza.
Caro EmAX mi chiedi:
“alla luce di tutto questo, come bisognerebbe comportarsi con eventuali figli nati da una relazione che, secondo il tuo ragionamento, porterà ad una deludente fine?
Non bisognerebbe più farli perché sarebbero dei bimbi-pacco che gli ex si passano tra di loro?”
Caro Emax per rispindere provo a guardare alla natura. Non sta scritto da nessuna parte che i bimbi debbano crescere x forza con due uniche figure educatrici..spesso anzi cio’ si rivela una rovina per la psiche del bambino. In matriarcato le madri crescevano i figli da sole o cmq aiutate da varie figure (fratelli, parenti vari, amanti vari…anche il padre). Non esisteva la proprietà privata sui figli…(se non nei primi mesi di vita quando la natura tenta di difendere la prole ed il suo svezzamento) . Gli altri animali, infatti, dopo i primi mesi-anni di vita-se ne van da soli
Rdf,
scartiamo il fattore matrimonio visto che è una soluzione che escludi. Quindi, niente matrimonio quindi niente famiglia e quindi niente parenti acquisiti. Niente suoceri, niente cognati e, più in generale, nessuna figura educatrice aggiuntiva a quella della madre e del padre. Giusto?
Quindi, questi bambini non si trovano più un tessuto famigliare di tipo matriarcale e avere due figure educatrici, secondo te, è deleterio per la mente del bimbo e quindi?
Cosa bisognerebbe fare?
Va bene che gli altri animali mettono al mondo i loro cuccioli e dopo non molto tempo li lasciano, però c’è una enorme differenza tra tra il “tessuto sociale” nel quale devono vivere gli animali e il tessuto sociale di noi esseri umani.
Sai che non riesco a capire il tuo ragionamento?
Fammi degli esempi proprio spicci, terra terra, perché a me interessa capire.
Per esempio: uomo e donna si incontrano, concepiscono un bambino, non formano una famiglia perche tanto sarebbe una delusione e finirebbe, il proporsi come due educatori per il bambino sarebbe deleterio per il bambino stesso e quindi? Come bisognerebbe comportarsi nel mondo umano e non in quello animale?
Dimenticavo:
Perché ritieni che per un bambino sia deleterio avere due figure educatrici?
Non è più deleterio ciò che succede sempre più spesso a questi bambini e cioè non riconoscere neanche una sola figura educatrice?
Forse, secondo me, è più deleterio dare al bambino più figure educatrici, perché non saprebbe più chi seguire, chi imitare, chi riconoscere.
Soprattutto se queste figure educatrici multiple dicono cose diverse tra loro, creando solo confusione nella mente del bambino.
Io credo che il compito di un genitore vada un po’ più in là della semplice trasmissione del 50% dei propri geni e che gli esseri umani abbiano potenzialità che gli permetterebbero di compiere atti che vadano al di là dei semplici atti istintivi.
A volte siamo solo animali, ma possiamo essere molto più di animali, se ci fosse la volontà.
Ciao a tutti
Max
Emax ho letto il tuo commento di oggi 5 settembre e mi pare di sentire le stesse parole che vado dicendo e pensando da 20 anni a questa parte. Più precisamente da quando mi sono fidanzato, sposato e poi separato. Già sono quello che tempo fa aveva detto che forse la moglie sarebbe tornata dopo la separazione ma di fatto l’unica cosa che mi ha detto è stata “curati”. Mi ha visto di recente ancora in uno stato di depressione irreversibile e anzichè chiedermi come andava come stavo è riuscita a solo da dirmi “CURATI”.
Per chi? Per cosa? Ora sto male non solo per la sua perdita ma per la mancanza del lavoro, di una sicurezza economica e di una fiducia in me che è venuta meno da quando ho perso tutto.
Comunque tutto ciò che hai scritto e che condivido al 200% ho cercato di spiegarlo a mia moglie ma ……