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Lettera pubblicata il 3 Luglio 2017. L'autore, Milena, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Per me l’amore è accettare l’altro con pregi e difetti, senza pretendere la perfezione.
“Per me l’amore è accettare l’altro con pregi e difetti, senza pretendere la perfezione.”
Scuola di pensiero dell’accontentarsi. Che posso anche condividere sotto certi aspetti.
Ma poi arriva sempre il fenomeno che ti suggerisce “MAI ACCONTENTARSI!”
E quindi? quale suggerimento seguire?
La verità è che non c’è una verità. La gente riguardo all’amore sostiene tutto e il contrario di tutto. Soprattutto su internet.
Come quelli che dicono che quando una persona ti lascia è perché è cambiata. Poi ci sono quelli che invece dicono che chi nasce tondo non muore quadrato.
Allora si cambia o non si cambia? Ed è una giustificazione valida?
Siamo nell’epoca degli aforismi e delle frasi fatte copia/incollate su facebook.
I valori, quelli veri, si vedono solo in condizioni di sofferenza. Non nelle condizioni attuali della nostra società, dove scambiamo le persone come fossero figurine e gli aforismi da social come fossero esperienze.
Il troppo benessere che viviamo, la poca comunicazione reale che abbiamo, porta a confonderci le idee riguardo i valori BASE, l’empatia, che invece dovremmo tutti avere, che dovrebbero averci trasmesso genitori e nonni. E fanculo ai consensi su facebook!
Invece siamo qua su internet, a chiedere consigli, a sparare slogan.
Ma quando internet non c’era, chi veniva lasciato fermava forse sconosciuti per strada per chiedere loro consigli su come affrontare il dolore?
Siamo ricchi di benessere ma poveri di valori.
Meditate gente.
Per me l’amore è una promessa da mantenere fino alla fine della vita, nella buona e nella meno buona sorte.
quoto J.J Bad e Sospeso!!
Precisamente, J.J. Bad, su cosa dovremmo meditare? Sui luoghi comuni da te elencati? Internet, i social, sono semplici strumenti di cui possiamo disporre a nostro piacimento; semplicemente amplificano il potere di essere visti dagli altri, e purtroppo questo non sempre risulta un bene. Le persone superficiali o stupide sono sempre esistite, solo che magari in precedenza non avevano i mezzi per rendersi così visibili e riconoscibili. Le banalità sono sempre state espresse, e i nostri nonni non avevano solo buoni sentimenti a cui attingere. Ovvio che non ci sia una verità, ma per fortuna esiste ancora qualcuno che si pone delle domande e cerca pure di confrontarsi con altri, che cosa terribile!
Jj bad. Il fatto di non doversi accontentare mai è una delle grandi bugie di questa società. La partner o il partner perfetto non esistono, la vita perfetta non esiste è un’invenzione della società consumistica. Accontentarsi è la normalità, cercare la perfezione è solo utopia.
Per capire cos’è l’amore dobbiamo partire dal suo significato etimologico. Si tratta di una combinazione di due parole di origine indo-europea: a-mors. Mors-mortis significa morte, a è una particella negativa. Amore significa “senza morte”, cioè proteso verso la vita. È la pulsione alla vita, come direbbe Dante, è la forza che muove tutto (amor che move il sole e le altre stelle – Paradiso XXIII, 145). È dunque una pulsione che sentiamo dentro e ci spinge a compiere il bene della persona oggetto del nostro amore. Dalla tradizione greca sappiamo che esistono diverse declinazioni dell’amore. Eros, l’amore romantico, quello indirizzato ad una persona e accompagnato da pulsione sessuale; agape, l’amore santo, quello contemplativo, di solito indirizzato alla religione e all’elevazione spirituale. Infine vi è la “philia”, che è un amore indirizzato a cose o persone, diciamo è un interesse passionale. Si può amare in questo modo la scienza, un hobby, la cura della casa.
Ma ad accomunare tutte queste forme di amore è la pulsione alla vita, cioè all’agire positivo e creativo, per il bene della cosa o della persona o dell’animale oggetto del nostro amore.
Va da sé che la necrofilia o tutte quelle forme di amore violento non sono vero amore, bensì l’esatto opposto, cioè “mors”, passione per la morte, per la distruzione, mascherato da amore.
Spero di aver chiarito.
Sto leggendo se sia giusto o meno accontentarsi in amore, dove per amore si intende l’Eros. La risposta è NO! Se almeno all’inizio non si sente la pulsione alla vita, la voglia di avere una famiglia con quella persona, la disponibilità al sacrificio, la spinta a “buttarsi fra le sue braccia pieni di fiducia”, allora meglio lasciar perdere subito.
E come durare nel tempo?
Semplice! Bisogna trasformare l’Eros in philia. Entrambi i coniugi devono continuare a prendersi cura dell’altro CON AMORE. Per esempio, una donna può cucinare per il marito o lasciargli un cioccolatino sul cuscino o fargli trovare la casa in ordine. Un uomo può continuare ad accompagnare sua moglie in giro, massaggiarla quando è stanca, supportarla quando è giù, prendendosi cura a vicenda nelle difficoltà restando sempre leali e fiduciosi nell’altro. Tutto va fatto però sempre con amore ed è fondamentale che entrambi i coniugi si mettano di impegno e costanza nel curarsi a vicenda.
Il fallimento di molte relazioni attuali è che si confonde la cura con l’accontentarsi e si insegue un edonismo egoista eterno.
Suzanne, non hai assolutamente capito la mia riflessione.
Al contrario di Aloneinthedark.
In pratica ti ha gia risposto lui al posto mio.
J.J. Bad, ti ho contestato precise riflessioni da te espresse, non certo il fatto che non ci si debba accontentare, come già da me esplicitato in differenti e svariate occasioni. Aggiungo anche di non essere d’accordo sul fatto che i valori siano visibili solo in condizioni di sofferenza, anzi, spesso è più probabile riaffiorino i disvalori che ogni persona può manifestare in alcuni momenti della propria vita. Ma poi, precisamente, di quali valori parli? Dovresti essere meno generico.