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Lettera pubblicata il 27 Giugno 2014. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Reserp.
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Cox2 dici una sacrosanta veritá. Mi é piaciuto un sacco leggerti.
Comunque io credo che la perfezione dell amore esiste; é legata ad una serie di coincidenze fortunate, di animi predisposti e naturalmemte … ad un tempo limitato. Finita la perfezione, finita la spinta del cuore, bisogna saper andare avanti volendosi bene, con una bella dose di razionalita. E a accontentarsi.
Reserp condivido, sono “severa” anche io,
cioè non mi capita tanto spesso che mi piaccia davvero una persona.
Grazie a te e anche agli altri per avermi dato la possibilità di riflettere e per gli spunti che mi avete dato 🙂
Sono d’accordo con cox2
Vi racconto l’esperienza di una donna che conosco, una tipa allegra, rilassata e simpatica, sposata con il marito da una quindicina d’ anni.
Due figli, che ogni tanto strozzerebbe e che sono una gran fatica.
L’ unico di cui non si “pente” mai e poi mai è il marito!
Questo per dire che scegliere la persona “giusta” è importante e che non è tutto per forza dopo un po’ di anni una valle di lacrime di tristezza e razionalità!!
Giusta significa che nn l hai scelta per gli addominali o per le farfalle nella pancia, ma anche perché ti capisce come pochi e ti fa sentire a tuo agio.
Comunque ognuno la può pensare come vuole 🙂
Cox2, non si tratta di amare l’amore qui: ho 30 anni, e quando ho conosciuto quella donna, ero nel disincanto più totale, come sono nel disincanto ora.
La retorica dello stare coi piedi per terra fa sempre presa sulla gente, ma qui nessuno ha ignorato l’esistenza della malattia, del decadimento fisiologico di quello che chiamo luccichio, etc: anzi, proprio perchè considero molto bene i fattori da te citati, dico che l’amore come l’intendo io, quello intenso, quello che crea la dipendenza come una droga, è sempre destinato a morire. E lo dico con tristezza, perchè secondo me è il momento più alto tra un uomo e una donna.
Come dicevo a Lana, esistono dei rimedi per tener vivo quel tipo di sentimento, ma, proprio per la forte presenza degli elementi a cui hai fatto riferimento, questi rimedi risultano inattuabili.
Per me, l’amore ALTO è destinato a finire, a meno che non parta forte dall’inizio (le farfalle nello stomaco ci vogliono!) e gli elementi della coppia non siano psicologicamente competenti. Discorso lungo, che non posso trattare qui.
Per essere più chiaro, Cox2, Cicloossigenasi 2(?), devo dirti che condivido l’importanza che dai al togliersi le maschere volenti o nolenti, al conoscersi davvero, etc., ma non posso trascurare l’idea che ho io (non io, l’indagine psicoantropologica) dell’essere umano: una creatura che ha bisogno anche, purtroppo, della forma, dei giusti segnali del linguaggio corporeo, di seguire l’istinto e il branco.
L’immagine disneyana, come la chiami tu, è quella che lancia i giusti segnali per l’accoppiamento. È triste dirlo, ma so che il me spavaldo, sicuro, schiena dritta, tocco deciso, sguardo profondo, contenuti interessanti, sarà sempre più attraente del me impaurito, trasandato, calzini lasciati per terra.
Dico purtroppo perchè la mia futura convivente avrà molte probabilità di conoscere in me frammenti impauriti, trasandati, calzini lasciati per terra. Ed allora qualcosa in lei morirà. È brutto dirlo, perchè spesso dolore e paura sono più nobili delle maschere disneyane, ma la donna è programmata per desiderare un uomo forte, invincibile. Perchè, secondo voi, spesso ha successo l’uomo bastardo? Perchè riesce a mantenere il giusto distacco che lo rende indipendente, e per questo forte. E perchè tanti matrimoni falliscono? Per l’impossibilità di preservare l’immagine forte e attraente. Sembra semplicistico, ma se fai attenzione scopri che è l’esatto contrario:
siamo animali.
Non noti la contraddizione? L’amore alto, maturo, quello che durerà, non è dipendente, mentre quello adolescenziale lo è. Sei alla caccia di una dose di ossitocina da consumare tutta subito, per forza poi finisce. Ci vuole costanza, impegno, serietà e maturità per curare un giardino. Senza una sufficiente crescita personale (se non sappiamo ancora chi siamo, cosa vogliamo, qual è il nostro posto nel mondo, se non abbiamo imparato ad accettare i nostri difetti, ci colpevolizziamo e infine affidiamo le nostre scelte all’istinto) cercheremo sempre qualcuno che colmi le nostre lacune, che ci ricordi nostro padre o nostra madre, è qui che scatta la molla della dipendenza, e ci si fa del male sì perché sono rapporti malati tra due individui “non sani”, ancora incompleti. Così accade che, se uno dei due “cresce” (aiutato dall’ambiente esterno) e realizza che non ha bisogno di dover dipendere dall’altro individuo, si rende conto di essere nel bel mezzo di un vicolo cieco. A questo punto sviluppa altre priorità e logicamente, se l’altra persona non ha fatto lo stesso percorso maturativo e non è pronta, la storia finisce.
Sì siamo animali, ma bene o male dotati di ragione, abbiamo capacità di discernimento. La dicotomia istinto/ragione è una battaglia che combattiamo quotidianamente. Se in ambito amoroso-relazionale ci si fosse avvalsi sempre e solo dell’istinto, che imporrebbe alla donna di cercare il maschio alpha e all’uomo di inseminare fino alla linea che il suo orizzonte guarda, la società civile così come la intendiamo ora non esisterebbe nemmeno. Il concetto di famiglia, e con esso quello di monogamia che è subentrato nel corso della nostra evoluzione, che in quest’epoca viene sempre più demonizzato e bistrattato, è frutto di una scelta razionale, più che istintiva, da fare tra persone mature e consapevoli. Ci siamo dimenticati di tutto questo: ci si sposa più per convenzione sociale, per ottenere uno status, che per reale presa di coscienza. Così il matrimonio, anziché essere habitat di scambio, confronto e condivisione, diventa gabbia, da cui alla fine si vuole solo scappare.
Non generalizzerei, dopotutto l’uomo bastardo che citi tu ha presa solo su un determinato tipo di donne (che talora non si reputano degne di essere amate) le quali partono con il presupposto di volerlo cambiare. Una specie di sfida tra crocerossine in missione suicida, qualcosa del tipo “io lo salverò da se stesso! Sono io la prescelta che riuscirà a domarlo” 🙂
Ma io mi trovo perfettamente d’accordo con questa analisi!
Tu dici che famiglia/monogamia sono il frutto più di una scelta razionale che di altro. È proprio questo il punto. Io penso che l’essere umano abbia le facoltà giuste per edificare un’impalcatura sociale, combattere l’istinto con il senso del giusto, etc, ma credo anche che, irrazionalmente, sacrifichi un po’ della propria felicità ogni volta che si forza ad incasellarsi.
È nobile l’impegno dei miei nonni, quello dei miei genitori, il tener fede ad una promessa (tutto ammirevole), come biasimevole è il narcisismo/egoismo di oggi che conduce allo sfasciamento delle famiglie con figli per i capricci di amori senili.
Ciò premesso, però, credo che sia nobile quel senso di amore un po’ fanciullesco tra due persone; credo che sia bello percepire il proprio partner un po’ come nei primi tempi, piuttosto che come uno spento amico della quotidianità.
Demonizzi il senso di dipendenza, ma forse ne estendi troppo il significato: mi riferivo, in fondo, a quel piccolo motore che alimenta l’entusiasmo.
È vero: risulta molto difficile che questo entusiasmo permanga nel tempo, impossibile, se vuoi, ma credo sia positivo lottare per esso.
Preservare i tratti alpha, o quantomeno non annientarli nel rilassamento più totale, penso aiuti la nostra compagna a tener vivo il sentimento romantico per più tempo. Cosa c’è di male?
Una volta lessi di una signora anziana ancora molto accesa nei confronti del marito. Il motivo? A suo dire aveva sempre nutrito la sottile preoccupazione che lui l’avrebbe lasciata da un momento all’altro.
Quello del bastardo era chiaramente un esempio estremo, per sottolineare il fascino esercitato da un uomo in controllo di sè. Poi, sì, ho poca stima delle donne crocerossine!
🙂
Il sacrificio è implicito, sono le spese di gestione per la buona riuscita di una relazione. D’altronde tutto ha un prezzo. Ma se si è in due a lottare, e lo si fa per uno scopo nobile, anche la fatica si dimezza. Quando in una squadra c’è molta collaborazione, è maggiore la probabilità di successo, però bisogna anche lavorare molto per ottenere quell’affiatamento.
Le coppie datate conservano ancora una tenerezza dal sapore antico. Tuttavia nel modo in cui si sta sviluppando la società attuale, non so dirti se ci siano ancora le condizioni adatte ad imitare quei legami che ben funzionavano e che anch’io ammiro molto. Siamo bombardati ogni secondo da condizionamenti esterni e il livello di stress è altissimo. Occorre molta molta fortuna per trovare la persona giusta in questo marasma.
L’ideale sarebbe un uomo alpha collaborativo, o un beta con un po’ di sprint in più, che talvolta provoca e fa venire dubbi ma sotto sotto è tranquillo e ci si può fidare. Rari come i Baiji. Credo che la signora intendesse questo 🙂
Bene dai alla fine siamo tutti d’accordo 🙂
Ancora una cosa, fatte tutte le premesse che abbiamo detto sull’importanza dell’impegno ma anche del trovare la persona davvero giusta, ecc …avete piccole dritte alla controparte femminile per far durare il rapporto? 🙂 Secondo me anche lei deve mantenere personalità/interessi/amici/vivacità…
Forse per noi donne però, essendo comunque effettivamente una caratteristica positiva/importante la bellezza, allora il gioco è più duro perché a una certa età….si invecchia! Come la vedete uomini??