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Tutti a lamentarsi ma nessuno qui fa niente

di La Vale
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Lettera pubblicata il 20 Novembre 2012. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 100 commenti

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  1. 51
    LUNA -

    c’è anche chi fa il furbo, cavalcando l’onda del ‘siamo messi male’ per non pagare quando potrebbe. Intendo dire che un tempo se uno ti pagava in ritardo era una cosa che saltava agli occhi come insolita e grave. E ti veniva da tirar fuori la voce e le palle di fronte una violazione. Oggi, poiché ‘tanto’ tutto sta andando allo sfascio si rischia di assuefarsi sempre più alla violazione di rapporti equi di scambio e diritti. Che vuoi? Vedere pagato il tuo lavoro? Non sai che c’è la crisi?!? C’è. Ma un giorno una mi disse, SERIA: La gente non si rende conto che anche noi benestanti stiamo peggio. Io ho guadagnato diecimila euro in meno l’anno scorso. Certo, lei mi dirà: cosa sono diecimila euro in meno? Però sempre soldi in meno sono’. Tot ciò non per lamentarmi, scusate. Ma per dire OCCHIO ANCHE ALLE PERCEZIONI. Il gran parlare della crisi, l’esubero, ad un certo punto non ti informa, ma ti stordisce. Sei depresso e incazzato ma anche paralizzato dall’ansia. E caschi magari anche nel tutti contro tutti. Come il tipo che l’altro giorno inveiva contro gli statali col culo coperto che non fanno un c tutto il giorno. Inveiva ad personam perché al tg mostrano quelli pagati per andare per i c loro mentre suo figlio non lavora. Così tutti gli statali o i dipendenti a tempo indeterminato rubano e hanno troppa grazia. No, sono gli altri che vivono violazioni di diritto giustificate. Io penso che ciascuno di noi fa politica ogni giorno, anche nelle sue scelte apparentemente più banali

  2. 52
    colam's -

    Ciao Paolo,
    se ritieni che la Natura è “solo ed unico insegnante incorruttibile, incapace d’incoerenza e doppiezza, in grado di dare risposte uniche ed universali a tutto” allora come la metti con la prima legge della Natura, ovvero morte dei deboli e dei malati, a buon pro della perennità del branco e delle speci in generale ? Sai cosa si dice: “la Natura è crudele”.

    IO vedo un regresso sociale in questi fatti: un matrimonio su due finisce male, è classico che non ci si conosce in un condominio e a volte nemmeno sullo stesso pianerottolo, nelle grandi città pullulano i quartieri-dormitorio così chiamati appunto perché non ci sta più una agregazione sociale, la comunicazione virtuale prende il sopravvento rispetto a quella reale… tutte cose che secondo me sono peggioramenti rispetto a quello che c’era prima.

    “Cosa propongo? Bella domanda.” … appunto. Sinceramente non hai dato soluzioni concrete, pur vedendo problemi reali (meccanizzazione del lavoro, esuberi forza lavoro). Aspettarsi che “pil a pil” la massa diventi consapevolmente attiva penso sia utopico, onestamente. Ribadisci che le scoperte tecniche fatte nei secoli erano utopiche per i loro contemporanei, ma un conto è un singolo che ha un colpo di genio, un conto è la massa che si deve pacificamente educare e bla bla bla. Ogni testa una sentenza.

  3. 53
    FrateCipolla -

    Cara Valeria

    A mio parere in Italia non cambia nulla perchè coloro che hanno il potere vero in mano si trovano benissimo con la situazione attuale. Intendo la cosiddetta “santa” madre chiesa, la casta dei partiti politici con le loro clientele, le mafie tutte con le loro clientele.

    Per far fuori i partiti basterebbero in teoria le elezioni politiche. In pratica questo però non basta: perchè ogni partito democratico legittimista e non rivoluzionario è praticamente inerme contro gli intrighi della chiesa e contro i ricatti delle mafie. Risultato: una baldracca di democrazia.

    Per estirpare le mafie dovresti scatenare una vera guerra fratricida in tutto il paese. Risultato: un fiume di sangue.

    Per far fuori la chiesa, dovresti far saltare tutte le cattedrali con la dinamite e – come facevano i nostri avi romani – buttare in pasto ai leoni tutti i preti e baciapile. Risultato: un fiume di sangue.

    Se sei giovane, aspiri ad una vita semplice e normale e di baldraccate e fiumi di sangue non ne vuoi saper nulla, allora hai tre vie:

    a) ingoi il rospo e ti aggreghi ad una clientela politica, ecclesiale, o – meglio ancora – mafiosa

    b) fai le valigie e volti le spalle a questo bordello di paese alla prima occasione.

    c) rimani disoccupata, sottoccupata, supersfruttata, precariata, incavolata senza prospettive. A 50 anni penserai e dirai le stesse cose di adesso, senza aver più la forza di cambiare la tua vita.

    Ho scritto a cuore aperto, non serbarmi rancore.

    Saluti

  4. 54
    Paolo -

    Scusa Colam’s ma la considerazione sulla crudeltà della natura, che tra l’altro cozza con quella della sua straordinaria bellezza, sono interpretazioni umane che non hanno nulla a che fare con le leggi che la regolano. Le zebre più deboli poi, sono mangiate dai leoni e non da quelle più forti.
    Riguardo alla stortura che vede ridursi in una città i valori aggregativi, non è che un aspetto negativo della struttura cittadina che non è adeguata ai valori umani, ma questa è cosa diversa dal considerare il genere umano come in fase di arretramento nella sua aggregazione. Oggi abbiamo il telefono azzurro e quello rosa, mentre prima i bambini erano obbligati al lavoro schiavizzato e le donne erano oggetti utili per l’uomo ed i suoi affari.
    Se vogliamo essere sinceri, tu vedi utopica la concretezza che non ti dà risultati immediati. Mettere un mattone sull’altro a te sembra che si perda tempo, vorresti vedere la casa bella e pronta, e sei per acquistare tutto l’arredamento in un colpo solo. Personalmente leggo un paio di libri al mese, e senza accorgermene ho realizzato una libreria che occupa un’intera stanza ed ora ho il problema di trovare altri spazi. Se avessi pensato di realizzare una simile libreria nel momento che ho acquistato il primo libro, probabilmente avrei creduto si trattasse di un’utopia. Per concludere, non esiste un singolo che improvvisamente ha un colpo di genio, esiste un singolo geniale che è immerso in una massa in fase evolutiva in cui trovare lo stimolo per esprimere un’idea geniale. Se consideriamo ad esempio l’idea che ha portato Marconi ad inventare la radio, ci rendiamo conto che quell’idea poteva trovare forma soltanto in quell’epoca e se Marconi non fosse esistito, noi oggi avremmo sicuramente e comunque la radio. Leonardo, il nostro più grande genio, non poteva certo inventare la radio e non perché gli mancava la genialità., ma semplicemente perché intorno a lui mancava quell’evoluzione generale che gli consentiva di concepire e realizzare una simile invenzione. Non è difficile notare che molte invenzioni sono contese da geni diversi in paesi diversi e realizzate autonomamente; si tratta di casi in cui i paesi in cui vivevano quei geni, si trovavano in una condizione socialmente comparabile.
    X FrateCipolla
    – “A mio parere in Italia non cambia nulla perchè coloro che hanno il potere vero in mano si trovano benissimo con la situazione attuale….Per far fuori i partiti basterebbero in teoria le elezioni politiche”.
    Non in teoria, ma in pratica. Ciò che manca è però una condizione di sentire comune della società nel suo complesso. Personalmente ritengo che politici capaci, onesti e preparati esistano, sta a noi riconoscerli ed affidargli l’incarico di governare. Fino a quando il popolo sarà in disaccordo ed in disarmonia, questa situazione perpetuerà, ed una rivoluzione non potrà cambiare le cose, se non il tipo di tirannia e le facce dei tiranni.
    Non releghiamo le nostre colpe, assumiamoci la responsabilità che abbiamo.

  5. 55
    colam's -

    No Paolo, la natura e’ crudele e il forte primeggia anche all’interno del proprio branco a discapito del debole dello stesso branco. Tipicamente molte specie animali sono dei branchi intorno al maschio dominante, che caccia via dal branco i giovani maschi rampanti finche’ uno di questi non e’ più forte di lui. Spesso le femmine devono proteggere i propri piccoli dal maschio che li fa fuori per potersi riaccoppiare. Percio’ come la mettiamo ?

    Concordo con te che la moderna struttura cittadina che non è adeguata ai valori umani, ma non e’ anch’essa frutto appunto dell’evoluzione sociale ? E questo non dimostra appunto che la societa’ si sta disaggregando, visto che produce strutture disaggreganti ?

    Per il resto sono d’accordo con te che ci sono delle lotte a lungo respiro, a lungo termine, anzi sono d’accordissimo. Ma questo non risolve rapidamente i problemi immediati. In altri termini una cosa non esclude l’altra. E’ giusta la tua idea di far evolvere le mentalita’, ma l’Italia ha problemi immanenti che non possono aspettare secoli. Per quelli, aspettando che le mentalita’ si evolvono, che soluzioni proponi ?

  6. 56
    Nadir -

    Ciao Paolo,

    « Fino a quando il popolo sarà in disaccordo ed in disarmonia, questa situazione perpetuerà, ed una rivoluzione non potrà cambiare le cose, se non il tipo di tirannia e le facce dei tiranni. »

    Quanto mi piacerebbe sbagliarmi ed essere smentito dai fatti, ma resto davvero molto scettico sul fatto che questa situazione possa cambiare… trovo condivisibile dire che e’ politica quello che facciamo ogni giorno, anche la piu’ piccola cosa, e hai ragione il cambiamento potrebbe arrivare da ognuno di noi, e partire dal piccolo… ciononostante lo scetticismo sul « popolo bue » rimane e faccio fatica a trovare esempi a contrasto sin a partire dal tempo
    di « volete libero Barabba o Gesu » ?

    E allora, pur non avendo la risposta, nel pratico mi chiedo se possa essere accettabile e/o auspicabile avere una situazione simile a quanto successo a Singapore : sulla carta una democrazia ma nella realta una dittatura illuminata. Con leggi e politiche economiche e sociali imposte dall’altro che hanno portato quella che era una ex colonia alla sbando a diventare un fiorente stato moderno, con un impressionante miglioramento delle condizioni di vita di tutta la sua popolazione.

    Ripeto, ad oggi non lo auspico come la soluzione, pero la domanda inizio a pormela…

  7. 57
    Paolo -

    Mi permetto di rispondere a Colam’s, ma ritengo che possano trovare risposta anche Nadir e quanti altri leggano queste righe.
    Colam’s credo che tu concepisca tutto ciò che ti circonda come una realtà unica ed oggettiva. Ti ritieni indipendente da essa, e consideri che le tue scelte vengano dettate esclusivamente dal tuo volere. Ti vorrei indicare almeno due aspetti che dovrebbero indurti a riflettere:
    1- la realtà che ti circonda è limitata allo spazio che i tuoi sensi ti permettono di considerare;
    2- essa viene elaborata inconsciamente e ti viene presentata affinché risponda alle tue esigenze.
    Se si è provato a focalizzare con attenzione questi due aspetti, specialmente se si è supportati da valenti studi come quelli di: Gregory Bateson; Erich Fromm; Fritjof Capra; Jean Francois Lyotard; Sigmund Freud; Karl Marx; Albert Einstein; Herbert Marcuse; Noam Chomsky ed altri, non si potrà che addivenire a quanto sia illuminante il “pensiero complesso” con cui Edgar Morin ha trovato risposte alle nostre domande.
    Fondamentale è la presa di coscienza che la Terra è la navicella spaziale in cui viviamo una comunità di destino insieme a tutta l’umanità. Naturalmente la dimensione globale della Terra spaventerà chi vuole soltanto raccogliere i frutti del suo orticello, ma è proprio qui che si annida il virus distruttivo del nostro operare. Ovviamente ci si chiederà cosa posso fate io, in questo scenario così vasto. Le risposte sono molteplici e variegate e Morin non si sottrae dall’elencarle, cosa che naturalmente non posso fare io in questo spazio così ristretto e quindi rimando ai suoi illuminanti scritti.
    Ciò che io posso provare ad esprimere, è l’enorme forza distruttiva che si genera da quella ansia di populismo e qualunquismo che ancora non siamo riusciti a superare; come dice Nadir, da Barabba in poi, ma correggo, da quando esiste l’uomo in poi.
    Ricordiamo tre cose:
    1- chi ci governa è la nostra immagine e siamo noi i responsabili della loro presenza;
    2- che i problemi in gioco sono molto più grandi degli stretti confini in cui essi sono costretti ad operare;
    3- ad ogni azione corrisponde un’inerzia che tende ad arginarla ed una reazione che tende a superarla.
    Oggi viviamo in un mondo governato da: Multinazionali; Holding; Company ecc… dove il solo accennare ad un taglio ai loro tentacoli, li mette in fuga in uno spazio di non nostra competenza, lasciandoci in mutande. Non siamo più padroni di nulla, neppure di noi stessi. Oggi ad esempio, viviamo il dramma degli sbarchi di clandestini, ma quale sarebbe la soluzione di Colam’s se lui fosse alla guida del nostro paese?
    Affondarli in mare aperto? Pagare i nostri confinanti affinché li tengano in casa loro? Aiutarli a stare sui terreni non più loro in attesa di essere massacrati? Ritengo più utile cercare di comprendere le ragioni del perché questo avviene.
    — Continua —

  8. 58
    Paolo -

    Semplificando: noi vogliamo mangiare pane fresco tutti i giorni, e così il famoso mostro, compra i terreni dal dittatore di turno che scatena una guerra scacciando gli agricoltori non organizzati, incapaci quindi di un’opposizione valida e così questi corrono a cercare alternative per il loro sopravvivere, arrivando infine a casa nostra che per TV hanno visto molto più bella della loro.
    Cosa facciamo? Li aiutiamo a scacciare il dittatore malandrino; spengiamo la TV; ci mettiamo a vivere in capanne più fatiscenti delle loro; ottimizziamo la nostra dieta accontentandoci dei pani che abbiamo, così come facevano i nostri nonni.
    Caro Colam’s, come vedi i problemi sono enormi, tanti, interconnessi ed irrisolvibili soltanto da un politico, un dittatore o un re. Necessita essere tutti insieme per fronteggiare mostri tentacolari, camaleontici e che spaziano in ogni dove.
    Per Colam’s aggiungerei che l’uomo, nonostante sia l’animale fisicamente meno dotato di tutti, è riuscito a superare tutti, forse non è la forza bruta quella che conta di più. Si resta affascinati a guardare le api, le termiti, Forse come dici, la natura è malvaggia (concetto umano naturalmente), ma quasi tutti gli animali tendono ad unirsi in gruppo per sopravvivere, a meno ché non vivano in territori che non presentano pericoli non affrontabili singolarmente.

  9. 59
    colam's -

    Ciao Paolo, mi piacerebbe che rispondessi più precisamente ai due punti sulla natura crudele e sui prodotti disaggreganti della nostra società.

    Io sicuramente ho una visione estremamente limitata della realtà, ma per forza di cose anche tu, visto che anche tu sei limitato dallo spazio-tempo e dal filtro del tuo inconscio. Giusto ? Perciò in che modo la tua visione delle cose può essere falsata ?

    Sono il primo a rivendicarmi come populista, perché per me la democrazia dovrebbe partire dal basso e non gestita dall’alto dalle elite e dalle caste. Troppo comodo, quando il popolo vota quello che le elite vogliono è democrazia, quando invece ce l’ha con loro (che dovrebbero essere solo nostri rappresentanti) o vota contro “il progresso” allora è populista, inteso negativamente. Vedi i referendum, in Italia come all’estero, che quando “non sono andati bene” o si fanno rivotare o sono bellamente ignorati. Ma non sono qualunquista, per me lo Stato deve essere un attore maggiore della vita sociale del paese (mi rifaccio agli articoli Wikipedia “populismo” e “fronte dell’uomo qualunque”).

    Per rispondere ai tuoi punti:
    1- e’ solo parzialmente vero che chi ci governa sta lì perché la gente li vota. Se nessuno andasse a votare sarebbe meglio sono d’accordo, o se molti votassero partiti alternativi anche, ma il sistema dei partiti toglie libertà di scelta alla gente. Spesso si vota per un partito, ed è il partito a decidere chi occupa le poltrone, inoltre solo una parte dei potenti sono eletti. Per inciso: Mario Monti non è mai stato eletto !
    2- vero che “i problemi in gioco sono molto più grandi degli stretti confini in cui essi sono costretti ad operare”, ma noi possiamo operare solo entro i nostro i nostri limiti
    3- verissimo che “ad ogni azione corrisponde un’inerzia che tende ad arginarla ed una reazione che tende a superarla”

    Il vero problema per me è quello che hai sorvolato, pur avendolo detto benissimo: “Oggi viviamo in un mondo governato da: Multinazionali; Holding; Company ecc… dove il solo accennare ad un taglio ai loro tentacoli, li mette in fuga in uno spazio di non nostra competenza, lasciandoci in mutande”. Questo è il vero problema di cui dovremmo parlare !

    Per l’esempio dei clandestini che sbarcano io capisco bene perché lo fanno, ma non mi importa, l’Italia non può più accoglierli. E’ tutto vero, sulla Terra ci sarebbero risorse per tutti se fossero distribuite meglio. Ma per farlo bisognerebbe mettersi tutti d’accordo (obbiettivo a lungo termine), e aspettando quel momento intanto il fenomeno va brutalmente stoppato (obbiettivo immediato). Perciò forse la soluzione è fare come Israele: assassinii mirati degli scafisti. Il vero problema sono loro, gli scafisti, che dissanguano questi poveracci e li lasciano poi in balìa delle onde. Oggi i mezzi per farlo, tra servizi segreti, droni e altre tecnologie che nemmeno conosciamo, ci sono. E in quel caso non serve fare una guerra: ne ammazzi 10 per educarne 100. Giusto ?

  10. 60
    Paolo -

    Caro Colam’s ciò che scrivi ha molti punti in comune con quello che sento personalmente, ma credo che le nostre mappe mentali siano in qualche misura distanti. Le convinzioni personali portano a risultati molte volte discordanti, non perché i fatti analizzati siano diversi, ma solo perché il nostro bagaglio culturale che li valuta non lo è.
    Noi occidentali siamo portati a credere che le cose siano posizionate su un segmento spaziale immaginario tra due estremi contrapposti. Un qualunque evento viene posto su questo segmento e perciò posizionato tra i due estremi, ciò c’induce a prendere una posizione relativa a questa modalità cognitiva. Vorrei però che provassimo ad immaginare una modalità diversa di concepire le cose, proviamo ad immaginare la rappresentazione sviluppata in Cina ad esempio. I fatti vanno posti in un punto qualunque di una circonferenza. In questo caso i due estremi non sono reali, ma dipendono esclusivamente dalla posizione che assumiamo sul piano che contiene il tutto. L’estremo è quindi soltanto un momento che noi percepiamo come inversione nella continua rotazione del cerchio. Noi spesso ci poniamo il problema del se è nato prima l’uovo o la gallina, in realtà in questa modalità d’intendere le cose, il problema non si pone neppure.
    Proviamo a rivalutare uno dei punti da te posti: il referendum del ’93 sull’abrogazione al finanziamento pubblico ai partiti. I radicali avevano posto il quesito ed il 77% degli italiani aveva aderito all’iniziativa. Ora sorge spontanea la domanda, perché i radicali alle elezioni successive non hanno preso una maggioranza bulgara come quella rappresentata da quell’adesione? Comprendo che molti potevano non essere d’accordo con l’intera linea politica dei radicali, ma almeno per quel caso doveva esserci un’adesione più stringente, anche se poi si sarebbe potuto modificare il proprio voto successivamente, visto che non si è in dittatura (per fortuna).
    Personalmente ritengo che prima d’ogni cosa dovrebbe essere profondamente riformata la scuola, ma non tenendo come principio quello di uno strumento che prepara i giovani ad entrare nel mondo del lavoro, cosa che dovrebbe essere lasciata all’interesse delle aziende, ma piuttosto nel prepararli ad entrare nel mondo punto. Prepararli cioè ad essere cittadini consapevoli, insegnandogli cioè ad essere uomini capaci di comprendere la vita, se stessi e la collettività, e non inculcando idee precostituite, ma piuttosto metodologie valutative orfane di valori predeterminati.
    Il potere imprenditoriale tende a relegare sempre più i suoi costi aziendali alla collettività e rendere sempre più privati i propri profitti. Se noi non diamo chiari segnali di voler modificare questo stato di cose, avremo che anche i partiti tenderanno a trasformarsi in strutture aziendali.
    Vedi, quando scrivi: “Spesso si vota per un partito, ed è il partito a decidere chi occupa le poltrone”; in realtà ripeti uno slogan creato ad arte per distrarci dal problema vero.
    — Continua —

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