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Tutti a lamentarsi ma nessuno qui fa niente

di La Vale
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Lettera pubblicata il 20 Novembre 2012. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 100 commenti

Pagine: 1 8 9 10

  1. 91
    Paolo -

    Necessita prendere atto di ciò che abbiamo a disposizione e provare ad utilizzarlo nella maniera migliore per avviare quel processo virtuoso di cui necessitiamo. Ripeto, altra via non ci è dato di seguire, del resto abbiamo visto i risultati ottenuti rivolgendoci a chi cavalcando l’onda emotiva ed usando strumenti populistici, ha solo provveduto a migliorare la personale condizione materiale, cacciandoci in guai ancora peggiori di quelli in cui già ci trovavamo in precedenza. Esempi ne troviamo disseminati in tutta la storia, da quella più arcaica a quella più recente.
    Se penso alla frase detta da Tremonti: “Con la cultura non si mangia”, mi vengono i brividi. Il suo convincimento è tale che al termine del Consiglio dei ministri del 14 ottobre 2010 ha dichiarato: «Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia.». In pochi dubitavano della sua ignoranza, adesso però anche quei pochi saranno soddisfatti. La prossima volta dirà che la cultura è dannosa. Poi passerà direttamente a bruciare i libri. Si percepisce un senso di sollievo sentire Bersani esprimere: “ora è il momento di dire con chiarezza che non c’è democrazia senza istruzione. Per questo motivo, nella prossima legislatura, bisognerà fare un ragionamento di tipo costituente per mettere in sicurezza un sistema barcollante e per restituire dignità e risorse alla scuola pubblica e ruolo, rilievo e dignità agli insegnanti.”; anche se sappiamo bene che non sarà il suo programma a risolvere il problema, ma almeno lui traccia un solco su cui costruire una strada virtuosa.
    Personalmente non comprendo cosa intendi con: ”La società tradizionale che è stata distrutta io la vorrei rifondare, tutto qui”. A quale società tradizionale ti riferisci? Preferiresti vivere in una società romana di 2000 anni fa, oppure quella di una penisola medievale, o quella a cavallo tra il XIX e XX secolo?
    Tutti sappiamo che indietro non ci è consentito tornare ed una riedizione del passato è impossibile proprio per l’entropia universale. Possiamo soltanto proseguire verso il futuro, evitando di disconoscere i progressi perseguiti e facendo buon uso dell’evoluzione che abbiamo acquisito nel frattempo.
    Credo che in Italia abbiamo già dato abbastanza, nel ventennio fascista prima ed in quello Berlusconiano poi. Ora dobbiamo pensare a dare lustro al nostro grande paese, non con le idee di una rifondazione di un impero romano ormai dissolto o con la costruzioni di ponti faraonici, ma valorizzando quelle qualità intrinseche del suo stesso popolo.

  2. 92
    passante -

    @colams
    “Alla dichiarazione dei diritti dell’uomo non ci credo più”

    non è che diventino veri o meno veri a seconda se vengano seguiti o meno da tutti, chiaro che ci saranno sempre abusi purtroppo ed è proprio di quello che si sta parlando… ma quelle linnee e regole rimangono sacrosante per il bene dell’umanità.
    es: è vietato rubare ma c’è gente che ruba…non è che questo fatto metta in discussione che il rubare non sia giusto.
    starà appunto a te fare la differenza e dire io continuo a non rubare perché sono o voglio essere onesto oppure visto che gli altri rubano rubo anche io….
    è un ideale che bisogna sempre voler raggiungere altrimenti le alternative quali sarebbero, dittature ben peggiori della attuale ? o anarchia totale?
    voglio dire fin che hai una scelta hai una scelta, quando non c’è l’hai più è un altro paio di maniche, allora sei già nella morsa del ricatto o dell’imposizione.
    purtroppo non mi rimane tempo per post più esaustivi, in linea generale però concordo con quanto affermato da Paolo.
    buone feste…

  3. 93
    Paolo -

    Bene caro passante, come si suole dire, mi hai tolto le parole di bocca.
    Ieri sera mi sono divertito un mondo a vedere il nuovo show di Benigni su Rai1 e non ho potuto esimermi dal pensare a Colam’s.
    Quando Benigni ha espresso il suo viscerale dissenso a Berlusconi ed ha tirato in ballo Bondi, Bossi e compagnia cantando, io ho rivisto come in un lampo tutti i numerosi insulsi individui che affollano la corte di quell’ignobile uomo chiamato leader. Donne e uomini che dequalificano il genere umano al solo scopo di curare i propri interessi e per questo sono pronti a distruggere un’intera comunità. Accostare la grandezza dei costituenti con la piccolezza di questi esseri insignificanti, è sembrato il modo più semplice per evidenziare l’inadeguatezza e la bassezza in cui è caduto il nostro parlamento ed ha mostrato come questi mostri riescano ad essere distruttivi con il loro agire, portando la politica da quel livello di illuminante saggezza al misero e dequalificante livello in cui è ora. Ciò che ritengo più grave è però è il costatare quanto questo agire possa significare per il popolo, il quale, invece di considerarlo come un pungolo a migliorarsi, si deprime e si lascia trasportare nell’oblio e nel qualunquismo di cui questi mostri si nutrono.
    Mi sono divertito ma ho anche capito il senso d’impotenza in cui si può cadere di fronte a questi fenomeni. Ho compreso quanto lavoro c’è da fare per stimolare la positività nella gente che purtroppo tende ad assuefarsi alla convinzione qualunquista.
    Sentiti auguri a tutti di buone feste e di un futuro migliore!

  4. 94
    colam's -

    Ciao Paolo e Passante, sempre interessanti interventi ma troppo densi.

    Ho pensate anche io a voi vedendomi Benigni, e concordo con lui (ognuno ha la propria interpretazione): la Costituzione italiana, quando l’applicheranno.. Perche’ in effetti non lo e’.

    Io penso di queste scartoffie che sono invenzioni create da uomini intelligenti per fregare le masse. I politici e gli intellettuali si riempiono la bocca di questi bei concetti per far stare buono il popolo (“vedete, ora siete liberi, abbiamo scritto la Costituzione/Dichiarazione dei diritti/ecc.”) mentre nei fatti viviamo sempre sotto una societa’ disuguale, con le sue caste, le sue elite, i suoi oligopoli e le sue censure. Storicamente secondo me il posto delle aristocrazie nobiliari/clericali/cavalleresche e’ stato preso dall’alta borghesia ora di stampo capitalista/finanziario. Per inciso nel medioevo il popolo non era tassato al 48% come noi, bensi molto meno !!

    Più generalmente: i processi da voi proposti , e lo dite voi stessi, sono lenti. Come la mettiamo pero’ con il fatto che c’e’ urgenza ? Urgenza per l’Italia “del basso” che vive sempre peggio, e urgenza perche’ i paesi esteri e i poteri forti finanziari non stanno mica fermi ad aspettare che ci risolleviamo, anzi un paese debole e’ un paese da depredare (Parmalat, BNL, ecc..). Paolo parlo sopratutto a te: forse tu stai bene economicamente, percio’ ti e’ facile proporre di fare piano piano i passi giusti pensando a tutte le complessita’ del caso..

  5. 95
    Paolo -

    Caro Colam’s, capisco la voglia di fare presto, ma ho imparato a mie spese quanto è vero il detto che: “la gatta, per fare in fretta fece i figli ciechi”. Il motore a reazione è stato inventato nel 1° secolo a.C. da Erone di Alessandria, ma i tempi non erano maturi e così si è dovuto attendere fino al 1944 per vedere il primo propulsore a reazione. Del resto tutti sappiamo che Leonardo ha inventato l’elicottero, ma questo non aveva la possibilità di volare in quanto la tecnologia non era sufficientemente sviluppata affinché potesse essere messa a punto. Mancava addirittura un motore in grado da dare l’energia necessaria.
    Ritengo che una società che preveda un popolo distinto dal detentore del potere, per sua natura distinguerà i diritti-doveri dei primi da quelli dei secondi. In pratica il tiranno tenderà a far valere i suoi diritti ed imporrà i doveri che il popolo dovrà rispettare, e non c’è verso che avvenga il contrario. Avere una costituzione democratica invece stabilisce il principio che non ci siano queste diversità. Il fatto che questo non venga messo in pratica, è solo una questione tecnica che il popolo deve pretendere di attuare. Se ciò non avviene è una mancanza attribuibile esclusivamente al popolo e non può essere delegata in alcun modo ad un tiranno.
    Tu dici: “nel medioevo il popolo non era tassato al 48% come noi”; difatti, i contadini non erano uomini liberi. Consideriamo il fatto che di tutto il raccolto una parte era tenuta dal contadino, una data al signore e l’altra venduta. Del ricavato una parte era tenuta e l’altra data al signore o in tasse o direttamente, a volte non si poteva tenere nemmeno nulla o dal gran che erano alte le tasse non restava nulla. Ne deduciamo quindi che i contadini lavoravano gratuitamente o quasi per ricevere in cambio quasi nulla, altro che il 48%.
    Il concetto di libertà di cui tanto parliamo, non è altro che la determinazione dell’equilibrio tra diritti e doveri di tutti, cosa ottenibile esclusivamente con la democrazia, se poi il popolo non è in grado di attuarla, questo è un problema culturale e non di sistema.
    Spero di essere stato sufficientemente stringato. Ciao

  6. 96
    colam's -

    In realta’ Paolo credo che gli stessi illuministi vedevano anche essi nel “Re Filosofo” (credo che diremmo oggi Dittatore Illuminato) il modello ideale di regime. Sbaglio ? Secondo me invece e’ il sistema stesso, che sfrutta la naturale inerzia del popolo specialmente quando si parla di milioni di persone, che permette di togliere il potere alle persone. Meno un potere e’ locale e meno e’ controllabile dal popolo. In altri termini: il mio deputato e il mio senatore, non so chi siano, e anche se lo sapessi e gli potessi parlare o scrivere di me se ne fregherebbero. Mentre l’amministratore del mio condominio mi deve dare retta.

    Oggi il popolo e’ solo nominalmente detentore del potere. Nei fatti non lo e’. Ed e’ vero che teoricamente abbiamo il diritto di riprendercelo in mano questo potere, ma non succede. Anche io penso che sia colpa del popolo che non riesce a pretendere che siano difesi i suoi diritti. Ma per me la soluzione e’ diversa dalla tua: una minoranza organizzata deve lottare per il popolo.

    Bon mi informo meglio sulle tasse del Medio Evo, a me risulta che era da pagare la Decima (10%) più dei giorni di lavori per la comunita’ (corvee) e altre cosette. Sul discorso di quanto erano liberi o meno i contadini del passato rispetto a noi e’ da approfondire meglio. Oggi ci tengono per le pa..e, se non lavori non puoi proprio vivere, grazie ai cellulari sanno esattamente dove siamo, cosa diciamo, cosa scriviamo. La chiamata alle armi obbligatoria e per tutti e’ un’invenzione della Rivoluzione Francese.

    Stavo ripensando oggi: la stessa Italia moderna e’ stata creata dai carbonari (d’altronde, per la tua cultura ed il tuo stile non mi stupirebbe che tu sia frammassone) e dai garibaldini, non da una evoluzione delle coscienze. Tant’e’ che “fatta l’Italia tocca ora fare gli Italiani” , cosa che ancora non e’ stata portata a compimento. Sbaglio ?

    Molto più stringatamente: ti cosa risponderesti alla lettera appena postata su questo blog “che vita” ? Io quando leggo queste cose e sento i commenti della gente penso, come l’autrice di questa lettera, che ca..o qui tocca fare qualcosa. E presto.

  7. 97
    Paolo -

    Il concetto di “Dittatore illuminato” contiene in sé valori incoerenti in quanto la singolarità del dittatore non può, per sua stessa natura, avere una qualità integrante come inteso dal termine “illuminato”. Soltanto il popolo, in quanto concetto di globalizzante unione di genti, può detenere valori di universalità, anche se evidentemente con condivisioni non necessariamente collimanti. Il senso di democrazia è nato da innumerevoli riflessioni nel tempo, di eccellenti menti umane, mentre ogni forma di tirannia nasce da istintualità animalesche. Anche in una società di soltanto due elementi avvengono fenomeni di conflittualità, ed esistono soltanto due modi per risolverli: attraverso la forza bruta; o tramite una riflessione condivisa. Nel primo caso si avrà una soluzione rapida ma spesso con conseguenze disastrose per tutti, compreso il vincitore. Nel secondo invece, la risposta sarà più lenta, ma molto più efficiente e duratura.
    Il termine welfare, che letteralmente significa benessere, star bene, è stato coniato in Gran Bretagna dopo la prima guerra mondiale dal partito laburista impegnatosi ad aiutare le fasce di popolazione più in difficoltà. Si tratta di un concetto che tende ad equilibrare le disuguaglianze che si generano in sistemi competitivi come quello capitalista. In pratica contiene lo stesso valore fondante della democrazia. Fintantoché il popolo non comprende nel suo intimo i valori difformi esistenti tra competitività e condivisione, noi non potremo avere mai un sistema sano di gestione governativa.
    Prima della comparsa del concetto democratico di welfare, i prelievi energetici (economici e lavorativi) perpetrati sul popolo, erano quasi sempre destinati al benessere esclusivo, diretto o indiretto del tiranno. Segni evidenti sono le varie opere megalomanitiche del passato che possiamo ancor’oggi ammirare come opere d’arte e costruzioni di palazzi, castelli, ville ecc….
    Oggi abbiamo condizioni perfettibili di pensionamento, di sanità distribuita, di previdenza, assistenza ecc…, che derivano essenzialmente da prelievi fiscali. Non abbiamo però, almeno non ufficialmente, un prelievo indirizzato in maniera sistematica al tiranno, cosa che invece avveniva ed avviene in tirannia e che in maniera subdola avviene nel capitalismo travestito da democratico attraverso il liberismo.
    In verità il sistema di welfare dovrebbe tendere a prelevare in maniera inversa a quanto viene distribuito, in pratica esso dovrebbe tendere a ridurre la forbice sperequativa di benessere, sia fisico che emotivo tra tutti i cittadini. Personalmente ritengo che la definizione di democrazia che generalmente adottiamo debba essere riformulata. Oggi gli Stati Uniti d’America sono considerati come il baluardo della democrazia, nonostante non abbia, unica nazione del mondo industrializzato (termine anch’esso adottato erroneamente per indicare evoluto), insieme al Sud Africa, un sistema sanitario universale.
    — Continua —

  8. 98
    Paolo -

    L’Italia, paradossalmente, nonostante tutte le notizie sulla malasanità che conosciamo, secondo la classifica mondiale della World Health Organization (Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS), risulta essere la seconda al mondo. Delle prime venticinque classificate per qualità nell’assistenza sanitaria, risultano ben venti i paesi europei.
    Un vecchi adagio popolare dice che l’occasione fa l’uomo ladro. Un sistema governativo sano e perciò democratico, deve tendere a ridurre il più possibile le occasioni di disequilibrio, pertanto considero che un sistema liberista e capitalista non possa essere in nessun modo, considerato democratico in quanto basato sulle diseguaglianze competitive dei singoli, nonostante adotti sistemi di riequilibrio. La sua stessa natura tende alla difformità del benessere. In pratica un welfare estremamente efficiente annullerebbe la stessa essenza competitiva.
    Una delle cause del grande risultato ottenuto dalla rivoluzione francese e della sua diffusione era il risentimento provocato dagli obblighi per il vassallo a pagare, con il lavoro gratuito e/o il denaro, al signore feudale. Il rito del giuramento vassallatico consisteva nell’immixtio manuum. Il signore prendeva le mani giunte del vassallo nelle sue, mentre quest’ultimo recitava:
    « A tal signore magnifico, io … il tale. Poiché si sa benissimo da parte di tutti che io non ho di che nutrirmi o vestirmi, io ho richiesto alla pietà vostra, e la vostra benevolenza me lo ha concesso, di potermi affidare e accomodare al vostro mundio, e così ho fatto; cioè che tu debba aiutarmi e sostenermi, tanto per il vitto quanto per il vestiario, secondo quanto io potrò servire bene e meritare; e, finché io vivrò, ti dovrò prestare il servizio ed ossequio dovuti ad un uomo libero e non potrò sottrarmi per tutta la mia vita alla vostra potestà o mundio, ma dovrò rimanere finché vivrò nella vostra potestà e protezione. »
    Nella nostra nazione, non esiste nessuna forma di giuramento esplicito che lega il cittadino ad essa. Ogni persona è libera di allontanarsene come e quando vuole, il solo fatto di vivere ed integrarsi nel sistema ha validità implicita di giuramento di fedeltà. Non è concepibile che uno od un gruppo, possano pretendere di cambiare il sistema se non attraverso gli strumenti istituzionali previsti.

  9. 99
    colam's -

    Bon su ciò su cui non andiamo d’accordo è inutile parlare, parafrasando Wittgenstein, eh !

    Finché il popolo non comprende… come fai a farglielo comprendere ? Dici con la Scuola ? Ma come far a fare evolvere la scuola in questa direzione ? Eleggendo i politici giusti che pian pianino la faranno evolvere. Ma come saranno eletti questi politici giusti ? Dal popolo – e qui il tuo ragionamento si morde la coda ! Un popolo non ancora educato dovrebbe però essere in grado di eleggere politici (non ancora educati anch’essi) in grado di riformare la scuola, che educherà il popolo.

    Parlandosi chiaramente, storicamente il Welfare in Italia è stato introdotto dal fascismo, e questo contraddirebbe il tuo concetto secondo il quale i prelievi sotto la tirannia erano a beneficio diretto o indiretto del tiranno e non del popolo. INPS, opera della Madre e del Fanciullo, DopoLavoro, assicurazioni sul lavoro, lotta alla tubercolosi, edilizia popolare e poderi di bonifica, la topolino, le leggi sulla limitazione del lavoro minorile, le colonie marittime gratuite, i treni popolari… Tutte cose che l’Italia di Giolitti e Sabauda o non sapevano nemmeno cosa fosse oppure aveva istituito solo sulla carta o solo limitata a precise e minoritarie categorie di persone. Giusto ?

    D’accordissimo che il liberismo capitalista non è democratico, ed è negativo.

    E’ poco credibile da parte di un democratico, senza offese Paolo, il tuo “Non è concepibile che uno od un gruppo, possano pretendere di cambiare il sistema se non attraverso gli strumenti istituzionali previsti.” .. Se i Giacobini della Rivoluzione Francese o i nostri Carbonari e Garibaldini avessero pensato come te, oggi non ci sarebbe appunto la democrazia. La stessa democrazia è nata da gruppi minoritari che hanno preteso di cambiare il sistema fuori dagli strumenti istituzionali previsti.

    E qualsiasi regime si auto-dichiara essere “quello giusto” per il quale è “inconcepibile” rivoltarcisi contro. Mi fa pensare proprio a quell’aneddoto dei due ragazzini in Chiesa, uno dice all’altro “ti rendi conto quante religioni diverse ci sono nel mondo ? siamo proprio stati fortunati di nascere sotto l’unica Vera e Giusta !”. Stessa cosa per la democrazia.

  10. 100
    Paolo -

    Colam’s credo che tu abbia ragione quando dici : “non andiamo d’accordo”. Ed aggiungo, questa è la ragione per cui ci troviamo in questa situazione di degrado. Io sono convinto che un tiranno che alimenti bene il suo esercito, lo faccia perché voglia vincere la sua guerra personale. Tu invece lo reputi un illuminato perché applica un valore di welfare anche se parziale e “residuale” disconoscendo di fatto quello “universalistico”.
    Quando ci troviamo di fronte al problema di un lavoro che manca, e tutto il popolo si rifiuta di capire le ragioni di fondo del perché ciò avviene e si accontenta delle soluzioni proposte dai politici in base a quello che gli sembra più bello o convincente, allora si merita ciò che gli capita. Provo a spiegare meglio il senso di ciò che dico.
    Un’idea è quella di dare aiuti economici alle aziende che producono lavoro affinché queste ne creino di più, disconoscendo che queste tendono ad appropriarsi completamente del plusvalore.
    Un’altra è quella di togliere soldi alle aziende che si sono appropriate indebitamente di plusvalore, come ad esempio fece Fausto Bertinotti che propose di ridurre le ore di lavoro a parità di salario.
    Ora se invece di valutare le due idee al fine di capire quale è quella che concretamente serve a risolvere strutturalmente il problema, ci fermiamo al senso superficiale e puniamo Bertinotti togliendogli fiducia. Oggi non possiamo lamentarci che i giovani sono senza lavoro perché affidato alle macchine, e quel poco rimasto lo facciano i vecchi che vanno in pensione più tardi e con sempre meno soldi in tasca perché obbligati a sostenere i loro figli disoccupati, mentre i ricchi sempre più ricchi si godono i soldi sottratti ai poveri.
    La colpa non è dei politici incapaci, ma bensì del popolo che ha appoggiato l’ingordigia dei ricchi.
    Proviamo ad immaginare cosa succederebbe a portare il potere che oggi è di circa il 40% a favore del popolo, nelle mani di un sol’uomo che ne sottrarrebbe anche quella percentuale minoritaria. Hai voglia a dire che è illuminato, questo farebbe inevitabilmente il gioco dei ricchi a cui non rimarrebbe che fare ricco anche lui ed appropriarsi insieme di tutta la ricchezza possibile, e poi cercarne altra altrove.
    Lavoisier, nel suo postulato fondamentale dice: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
    Pertanto in ogni organismo strutturato e funzionale come quello sociale, si avrà: materia prima + lavoro + capitale → prodotto finito + valore sociale + plusvalore.
    Perché la trasformazione sia socialmente in equilibrio, necessita che il valore sociale non sia esclusivamente dedicato al salario ed il plusvalore esclusivamente dedicato al capitale. È un grave errore confondere le qualità strutturali di una società con quelle applicative, necessita cioè saper distinguere tra la struttura collaborativa e quella competitiva, e comprendere che invece, le modalità applicative possono essere tiranniche o democratiche.

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