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L’AIDS non è andato in vacanza. Tenere alta la guardia

di albert

Vorrei intervenire riguardo quella che da più parti si segnala come una gravissima e pericolosissima disinformazione: l’AIDS e la sua diffusione attuale.

Immunologi da sempre in prima linea nella battaglia contro l’AIDS, come il prof. Aiuti, ad esempio, segnalano come da tempo i media abbiano smesso di occuparsi del problema, quasi non esistesse, e se lo fanno ciò avviene quando si ha notizia di qualche caso clamoroso (come ad esempio il recentissimo caso di infezione da HIV di tre pazienti a cui erano stati trapiantati organi da una donna sieropositiva).

Anche in questo forum, capita di leggere affermazioni assolutamente incoscienti e che denotano la massima ignoranza, come quelle della forumista che ai post 985 e 986 del forum “Scambio di coppia, il gran ritorno” afferma che l’AIDS sarebbe solo una grande montatura delle case farmaceutiche, che altrimenti dovremmo essere tutti contagiati, o addirittura che i premi Nobel affermano che sono tutte balle (????).

La realtà è invece che l’AIDS e l’HIV non hanno smesso di contagiare e uccidere, e non parlarne non serve a tenerli lontani.

In Italia dal 1982 al 2005 oltre 57.000 hanno contratto l’AIDS, e mediamente ci sono 1500 persone ogni anno che contraggono il virus dell’HIV. E se credete sia poco a livello generale e statistico, non lo è per chi ha contratto la malattia. E’ altresì vero che negli ultimi anni le nuove terapie farmacologiche e i farmaci retrovirali consentono di ritardare anche di molto il tempo di passaggio da sieroposità da HIV a AIDS conclamato, ma questo non significa affatto che sia stata trovata una cura alla malattia, contro la quale il comportamento migliore è la PREVENZIONE.

L’HIV si contrae (a parte lo scambio di siringhe infette e le trasfusioni da soggetti malati) soprattutto per via sessuale, con rapporti non protetti vaginali, anali e orogenitali, sia tra omo che eterosessuali.

Negli ultimi anni si è assistito a una notevole (rispetto al passato) diffusione dell’HIV tra eterosessuali, proprio per le minori precauzioni e la convinzione di alcuni che la malattia riguardasse solo gli omosessuali o i tossicodipendenti.

La forma di prevenzione migliore è ovviemente il preservativo, che dovrebbe essere usato senza olii o unguenti, che ne aumentano la porosità. Meglio ancora i preservativi in poliuretano, che costano qualcosa di più, ma resistono molto più a strappi e non si rompono praticamente mai.

Se per vari motivi qualcuno non volesse usare il preservativo, è sempre possibile ovviamente chiedere al partner un test ematico (detto ELISA), che non costa nulla nelle strutture pubbliche e circa 15-20 euro in quelle private, sull’eventuale sieropositività.

Quello che va sempre raccomandato è comunque di stare attenti e non lasciarsi mai ingannare da fattori superficiali come la bellezza, l’apparente vigore e forza del partner, perchè si può essere apparentemente in piena forma fisica e non sapere di essere sieropositivi anche per molto tempo.

Ricordate che perfino atleti e sportivi di livello mondiale, come il cestista americano Michael Jordan, il tuffatore plurimedaglia d’oro Greg Louganis, il tennista vincitore di Wimbledon Arthur Ashe, ecc., ecc. hanno contratto o sono morti per AIDS.

Un’attenzione particolare a chi frequenta persone di origine africana, non per razzismo, ovviamente, ma perchè il Africa sub-sahariana ci sono ben 25-28 milioni di persone vittime dell’HIV, e in Africa l’AIDS è una delle principali cause di morte, con punte fino al 30% della popolazione dei Paesi dell’Africa meridionale.

maggiori informazioni si possono trovare anche sul sito del ministero della salute, oppure sul sito http://it.wikipedia.org/wiki/AIDS.

E ricordiamolo sempre: purtroppo l’AIDS non è in vacanza, ma lavora 365 giorni l’anno (366 nei bisestili).

Lettera pubblicata il 6 Marzo 2007. L'autore ha condiviso 26 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Salute

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    mauro -

    Da più di 30 anni lavoro come contrattista in giro per il modo,occupato nell’avviamento di impianti petroliferi e non.In tutti questi anni,ho visto crescera esponenzialmente L’AIDS,e devo dire purtroppo che ho lasciato qualche mio collega di lavoro per la strada,che ora come ora,avrebbe la mia età.Lo hanno contratto attorno negli anni 80\85,quasi tutti essendo ormai deceduti da circa 20 anni.A quei tempi non conoscendo la malattia,nè sapendo come affrontarla hanno tirato nell’abisso anche le loro mogli.
    Sono stato per lavoro in Africa i paesi come Togo,Nigeria,Congo,stati in cui la sieropositività arrivava a toccare punte del 98% nella popolazione,come ci documentavano i virologi del Sacco quando si andava a fare le visite mediche(sono obbligatorie di legge) per recarci a lavorare in quei paesi,ma non solo,il corollario era seguito da altre patologie,quali la malaria,il tifo,il colera,Ebola, seguite da malattie veneree di altro tipo,naturalmente a livello endemico.Dire che l’AIDS è un fatto tipico dell’Africa, sarebbe come dire che il raffreddore è prerogativa dell’Italia,dal momento che se andiamo a guardare che cosa avviene nei Paesi dell’Est ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli da quanto ce nè.Paesi come il Kazackhistan che fino a qualche anno fa ne erano immuni adesso hanno avuto modo di conoscerlo.Come?? con la prostituzione.Sembrerebbe strano che in un Paese come il Kazackhistan ci sia o esista,ma lo sviluppo economico legato alla scoperta di giacimenti di gas naturale con il conseguente sviluppo industriale ed il richiamo di migliaia di lavoratori,ha creato un giro di denaro vorticoso,che non poteva non attirare molte donne, provenienti da Ucraina,Romania,Russia,ecc alla ricerca del guadagno facile.Una donna,costa 500 dollari al mese,in Nigeria circa 150.A voi le conclusioni.Rimango sconcertato nel vedere che tra colleghi di lavoro facciano a cazzotti per andare a lavorare in quei posti,e magari perderci pure la testa e rovinare la famiglia.Leggendo il post del gentile lettore di cui sopra,sono concorde in ciò che dice,dobbiamo essere UOMINI.Dobbiamo avere la forza di non farci ingannare dalla bellezza nè dal sorriso.Dobbiamo avere CARATTERE.Io sono sopravissuto ai miei colleghi grazie alla mia diffidenza che mi ha salvato.Io in quei posti non ci andavo per turismo,ma ci andavo per lavoro e ci stavo a volte anche tre anni,per cui era mio preciso compito SALVAGUARDARE la mia salute in tutti i sensi adottando tutte le misure necessarie.Se in Russia il preservativo è un optinal,figuriamoci in Nigeria.
    Ciao a tutti

  2. 2
    albert -

    Grazie Mauro per la tua preziosa testimonianza.
    In effetti hai fatto benissimo a richiamare l’attenzione sulla diffusione dell’AIDS anche nei Paesi dell’Est.

    Il problema maggiore è appunto la tendenza a minimizzare, o a credere che se un problema viene trascurato dai media è perchè ormai è risolto.
    NO!!!
    I media purtroppo operano con logiche puramente commerciali, tendono a dare il massimo rilievo a notizie che possano vendere o creare la massima audience, se un problema si è “cronicizzato” allora smettono di occuparsene.

    Un altro motivo per cui l’AIDS deve sempre essere considerato una minaccia quotidiana è che non è affatto chiaro il meccanismo di trasmissione da soggetto a soggetto. Esistono soggetti che lo contraggono anche al primo rapporto non protetto con una persona sieropositiva, altri hanno una maggiore resistenza immunitaria.
    Quindi è inutile guardare le percentuali, l’unica soluzione è proteggersi.

    Nella pagina sopra c’è un errore di battitura: quando si parla di farmaci “retrovirali”, ovviamente si intendeva scrivere ANTIRETROVIRALI.

  3. 3
    Giuseppe Barone Presidente C.M.C.P ASL SA 1 -

    Insieme contro l’aids…….chiamaci allo 320/3514691

  4. 4
    Sentinella79 -

    Un errore grossolano (molto diffuso) è relativo all’ex cestista malato di hiv, che è MAGIC JHONSON (Earvin Johnson, nato nel 59), non Michael Jordan.

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