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La vita è sfuggevole

di Sandro82

Mi sento uno stupido se penso a quanto ho sofferto in questo periodo. A quante cose ho rinunciato, a quanti giorni ho buttato al vento piangendo e pensando al passato. Mi son fatto zavorrare da esso, gli ho permesso di rovinarmi il presente. Mi son sempre lamentato del fallimento della mia vita, di come tutto fosse andato storto. Mi son fatto opprimere dalla visione di un futuro nero e senza speranza, perdendo di vista il fatto che esiste solo il presente ed è questo che va vissuto, nel migliore dei modi possibile. Ho litigato con tanti, ho detto cose orribili alle uniche persone che mi amano veramente.

In questo periodo ho pensato tanto al suicidio, cercando di capire quale fosse il metodo meno doloroso, sia per me che soprattutto per chi rimane. Ma per questi ultimi non esiste tale metodo. Inoltre ho sempre avuto una paura fottuta. Pur essendo consapevole che non c’è niente dopo, ho avuto paura di questo “niente”. Quindi, da persona senza fegato quale mi sono rivelato, ho cominciato a desiderare una morte che non dipendesse da me, in modo da lavarmene le mani e lasciare fare al caso. Ho sperato tornasse a trovarmi un vecchio “amico”, che in passato mi ha ridotto ad un relitto, che mi ha cambiato (in peggio) la vita, facendomi perdere quel poco che, con tanti sacrifici (soprattutto di mio padre), avevo ottenuto. Beh, alla fine sono stato accontentato.  Però non è stato come mi aspettavo. Credevo avrei accolto la cosa come una liberazione, ma l’unica reazione che mi sta provocando è un sentimento di indescrivibile rimpianto. Rimpianto per ciò che non ho fatto. E rimorso per tante cose che invece ho fatto.  Ho perso troppo tempo a pensare al passato e ad un futuro che non sarebbe mai arrivato. Col senno di adesso è stato tutto molto stupido e moltissime cose davvero insignificanti.

Il fatto è che, nonostante la consapevolezza che la morte arrivi per tutti, quando tocca a noi sembra quasi impossibile. “Sta succedendo sul serio? Davvero tocca a me?” Penso a tutto quello che avrei voluto fare, ai posti che avrei voluto vedere e mi rendo conto di avere avuto poco tempo ma soprattutto poche possibilità. Ancora c’era tanto da vedere in questo pianeta e io sono stato come incatenato, dalla mancanza di soldi e da me stesso.

Dicevo che sono stato accontentato ma, inconsapevolmente, ci ho messo anche del mio. Un paio di visite di controllo saltate e un esame che ho rimandato per mesi e per altri mesi ho tardato a ritirarne l’esito, come lo sapessi. In realtà è stata colpa della mia tendenza a procrastinare tutto, tendenza fortemente accentuata in questo periodo di forte depressione. In passato ho già avuto a che fare con questa malattia e con la sua cura (peggiore della malattia stessa) e ne sono uscito per un soffio, portandomi dietro pesanti strascichi, brutti ricordi di una sofferenza immane e la promessa che mai più avrei passato tutto questo. Quella promessa rimane, specialmente perché questa volta la malattia ha attaccato un organo piuttosto delicato e malmesso già di suo, cosa che lascia poco scampo. La mortalità è molto alta e lo stadio è avanzato. Invece di mesi di sofferenza per inutili tentativi, preferisco rinunciare e decidere come andarmene, che è la mia unica vera libertà. Voglio risparmiare sofferenze a me e agli altri.

Non lo dico a voi per muovervi a compassione o per manie di protagonismo (mai appartenutemi), quanto perché non ho a chi altri dirlo. Vorrei tenere amici e parenti all’oscuro della mia scelta, perché non capirebbero né accetterebbero. Anche solo confidarlo ad un amico temo sia un peso troppo grande per lui e una responsabilità che non gli compete. Inoltre mi servirebbe qualche consiglio riguardo la mia “strategia d’uscita”.

Avevo pensato di vendere il poco che ho e sfruttare parte di un piccolo risarcimento (che dovrebbe arrivarmi entro pochi mesi) per fare un viaggio in un luogo mai visitato, per fare qualcosa di mai fatto, per avere la compagnia di una bellissima donna (per la prima volta a pagamento, visto che già da tempo ho perso la voglia/speranza di una relazione). Vorrei recuperare qualcosa. Però so che non godrei di niente di tutto questo e che sarebbe denaro sprecato che invece potrei lasciare alla mia famiglia (che versa in terribili condizioni economiche). Eppure sarebbe egoismo cercare di provare qualche breve momento di gioia o adrenalina prima di andarmene? Non è forse un mio diritto provarci? Non lo so, sono combattuto.

Vorrei chiudere tante cose in sospeso, ma non ne ho la forza. Non credo avrò volontà e tempo (potrebbe servirne tanto) per vendere le mie cose, per cui avevo pensato di incaricare un amico. Secondo voi è sbagliato dare tale responsabilità? Voi come reagireste se un amico vi dicesse di mantenere questo segreto e vi chiedesse di occuparvi di questa cosa? Sembrano cose futili a cui pensare in circostanze del genere, ma penso a chi rimarrà e vorrei aiutarli.

È tutto così strano e offuscato. Mi sembra un sogno che non riesco a distinguere dalla realtà. Per la testa mi passano troppe cose, sono confuso. Ho sempre cercato di immaginare come sarebbe finita, ma mai mi sarei aspettato finisse davvero così, pur avendolo desiderato ultimamente. In verità avrei preferito qualcosa di più veloce e inaspettato, magari durante la mia più grande passione.

Vorrei tanto tornare indietro e non sprecare il mio tempo. Vorrei aver perdonato. Avrei voluto un carattere meno spigoloso, far pace subito, per non perdere i bei momenti con la persona che amavo. Vorrei non aver rinunciato a tanto. Vorrei non esser stato tanto stronzo con mia madre. Adesso vorrei un sacco di cose, ma è tardi.

Cercate sempre di essere in pace con voi stessi. La vita non è altro che una breve illusione.

Lettera pubblicata il 21 Aprile 2016. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 28 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    Filipp -

    Sandro, hai desiderato molto di farla finita nell’ultimo periodo ora il destino pare volerti accontentare ma non ti sento felice… Dovresti saltellare dalla gioia ma non è così. E lo sai perché? Perché vuoi vivere! Quindi adesso basta filosofeggiare, combatti come mi sembra hai già fatto una volta e sconfiggi di nuovo questo male. Curati, e metti al corrente i tuoi cari. Ti saranno vicino e con loro la battaglia sarà meno pesante e per favore vincila questa battaglia e poi torna qua a scrivere che ne sei uscito una seconda volta, ne saremo tutti felici tu per primo! Un abbraccio.

  2. 2
    Condor -

    Ciao Sandro82,
    mi spiace che le cose siano ancora peggiorate.
    Se veramente il tuo destino è segnato, e ne hai la forza, io approfitterei per cercare di godere gli ultimi momenti della tua vita:
    1) un bel viaggio
    2) stando vicino alle persone che ti vogliono bene

    Comunque rifletterò molto su quello che hai scritto….
    Ti abbraccio

  3. 3
    Sofia -

    Sara’ perché io ci sono passata nel profondo …in tutto ciò che hai detto…
    Però Sandro….tu sei l’unico da quando sono qua che mi hai commosso!
    Mi sono molto commossa a leggere la tua lettera… Ho imparato un po a conoscerti fin dalla prima tua lettera e te lo sai…ti son sempre stata un po vicino chiedendoti anche come stavi…mi ero un po affezionata a te… E ora non hai idea del dolore e dispiacere nel leggere questa tua lettera…

    Ora non me la sento di scriverti….
    Ma lo farò domani con calma….

    Ciao Sandro…

  4. 4
    Golem -

    Sandro, sei una persona seria, come lo è la tua lettera, l’unica che abbia trattato il tema della vita e della propria morte da adulti, e l’unica degna di una mia stima. In questo senso, e per come lo hai espresso, quando accadrà quel momento che aspetta tutti, sappi che per me avrai vissuto quello che sarà stato, da uomo. Molti non potranno dirlo, tu sì.
    Ti ammiro.

  5. 5
    Dany0103 -

    Questo è quello che vorrei passasse.

    La vita va vissuta come se ogni giorno fosse l’UNICO. Il più possibile…

    Fatti il viaggio Sandro. Credo che per i tuoi l’idea che hai fatto qualcosa che ti ha fatto sorridere sarà una consolazione.

    E si, cerca di mettere a posto le tue cose. Tutte!

    Curati finché c’è un filo di speranza… ma (sempre mio modestissimo parere),non arrivare all’accanimento… almeno io non credo lo farei!

    Sempre più convinta: la vita è come un soffio di vento. E la salute il bene più prezioso…

    Un abbraccio

  6. 6
    Michelle86 -

    Caro Sandro,

    In questi giorni ho pensato e ripensato alla tua lettera e a cosa avrei voluto dirti, a come mi ha fatto sentire..
    E ad essere sincera sono incazzata con te per aver desiderato la morte, e in generale con le persone che scelgono di vedere tutto in modo negativo! Si perché di gente che passa cose brutte e affronta periodi bui ce n’e` a volonta`, eppure alcuni scelgono di mantenere il sorriso fino in fondo, di amare la vita fino alla fine apprezzando le piccole cose belle che ci sono sempre, mentre altre credono di essere vittime della vita come se non avessero alcun potere sulla propria situazione e sul proprio destino.
    Io ti dico che certe cose non si possono controllare, ma che si ha sempre, e dico sempre, una scelta: quella di vedere le cose da un altro punto di vista, di scorgere la bellezza delle piccole cose, di essere positivi, non perché dobbiamo fare contenti gli altri, ma perché lo dobbiamo a noi stessi! Da ogni esperienza, bella o brutta che sia, si impara qualcosa in piu` sulla vita e su sé stessi, si diventa piu` consapevoli (se lo si desidera) cosí da fare meglio la prossima volta. Dimmi, ora, in questo momento, ti sembra cosí difficile da fare? Dici tu stesso che ora ti senti uno stupido “pensando a quanti giorni ho buttato al vento piangendo e pensando al passato”.
    La vita e` qui ed ora, tutto il resto sono solo nostre pare mentali, e prima ce ne rendiamo conto meglio e`, perché la vita e` incerta, chiunque di noi potrebbe non esserci piu` domani.
    Nessuno sa cosa ci sia dopo la morte, e ognuno e` libero di pensarla come vuole, eppure chi sta per morire istintivamente pensa alle cose che non ha fatto, o a quelle che avrebbe voluto fare in modo diverso, migliore. I rimpianti sono la cosa peggiore al momento di andarsene, e allora forse la pace con sé stessi, sapendo di aver fatto tutto il possibile per essere felici, diventa il nostro scopo di vita.
    Comunque tu ci sei, qui ed ora, e la domanda e` questa : cosa non sei disposto a rimpiangere?
    Purtroppo per la maggior parte di noi ci vuole appunto una vita intera per renderci conto di cosa vogliamo e di cosa abbiamo davvero bisogno, ma a volte vale la pensa accelerare i tempi con un po` di volonta`.

    Un abbraccio

  7. 7
    Francesca -

    Sandro ho letto tutte le tue lettere e mi hai emozionato e fatto piangere. Sicuramente sei una persona molto fragile soprattutto per la vita non facile e per la delusione amorosa avuta, ma chi non ha fragilità in questa vita? Nonostante hai desiderato di morire nell’ultimo periodo ora si fa strada in te un certo istinto di sopravvivenza.. sei molto giovane ancora, soprattutto per morire, cerca di lottare più possibile, non ti arrendere, curati e cerca anche un supporto psicologico di cui avresti avuto bisogno già negli ultimi mesi. Lotta anche per la tua famiglia, per la tua mamma, l’amore di una mamma è più grande di qualsiasi amore che puoi trovare in altre donne ( te lo dico da mamma)… e soprattutto lotta per te stesso, te lo devi.. la vita ancora più darti molto, magari qyesta fase passerà, ce l’hai già fatta una volta no??? Forza… coraggio. ..

  8. 8
    Cassandra -

    Che bella lettera…
    Dopo aver letto quella di edier, fa una certa impressione
    http://www.letterealdirettore.it/flebile/

    Entrambi calcate la mano sul non aver del tutto vissuto, sul tempo che scorre portando via con sé… la vita.

    Cosa dire?

    Ognuno di noi è diverso ma di fronte alla morte si reagisce in modo simile: si diventa VERI.

    E la verità tu l’hai descritta benissimo: perdonare, amare, vivere il presente, essere se stessi in PACE.

  9. 9
    Sofia -

    Sandro….perché non stai rispondendo?… Non è da te…tu hai sempre risposto..

    Dove sei?
    Come stai?

  10. 10
    Sandro82 -

    Grazie a tutti per le vostre parole. Scusate se risponderò parzialmente, non sono lucidissimo per adesso.

    Filippo, Dany, Francesca: purtroppo non c’è molto da curare. Si tratterebbe di subire asportazioni chirurgiche, chemio, radio e tutta la trafila che serve ad allungare di qualche mese la vita. Che me ne faccio di poco tempo in più se devo vivere tra ospedali, dolore, sangue e vomito? Su questo aspetto sono molto razionale e pratico.

    Michelle: il problema è che molte cose si danno per scontate, tipo la vita. Questo perché, per autoprotezione, la mente umana tende a nascondere l’ineluttabilità della morte. Si sa ma spesso, nelle scelte di tutti i giorni, ci si illude che si vivrà “per sempre”. Ho desiderato la morte perché effettivamente la mia vita è stata frustrante e inutile e l’ho desiderata in un periodo che non sono riuscito a sostenere. Adesso me ne pento, ma solo col senno attuale. Spero che tutto questo serva a qualcuno, a fargli capire che ogni giorno in più è un regalo.

    Condor, Golem, Cassandra: grazie anche a voi.

    Sofia, non avevo ancora risposto perché… non lo so. Devo ancora seriamente realizzare. Mi sento in un incubo, sono confuso. Rileggendo la mia lettera, mi sembra scritta da un altro. Non riesco ancora a capacitarmi che si stia parlando della mia vita (o di quel che ne rimane). Stamattina mi son svegliato con una sorta di tranquillità, quasi serenità, poi ho “ricordato” e mi son reso conto di non essermi risvegliato da un brutto sogno, ma che è la cruda realtà. Ho avuto una mattinata d’angoscia, di irrequietezza. Adesso mi son calmato un po’, per quel che valga. Mi ha aiutato pensare che non devo più disperarmi a cercare lavoro, che non devo più vergognarmi di arrivare a 40 anni a casa con i miei, che non vedrò mai i segni della vecchiaia. Ho riconsiderato anche la mia passata relazione e adesso posso dire che sono contento di averla avuta, almeno ho provato cosa significhi amare veramente (ma non essere amato, non si può avere tutto). Avrei potuto ritardare 2-3 anni e non conoscere mai la sensazione di guardare negli occhi qualcuno e sperare tutto il bene del mondo per quella persona. Sono contento di averla conosciuta e di aver condiviso con lei 2 anni, pur con tutte le sofferenze e illusioni (perché da parte mia era tutto genuino).
    Sto tirando i conti di quella che è stata la mia vita. Sto cercando di trovare tutti i lati positivi, anche se questi non superano di certo quelli negativi. Sto provando ad aiutarmi così.

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