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La vita che non va

di Aida

Vorrei solo raccontare la mia storia. Sento il bisogno di farla conoscere ad altri. Ho quasi 30 anni, ho avuto un tumore alla testa quando avevo dieci anni e da allora sono rinata un’altra persona. Una persona che cammina in modo strano, sente poco e ha un po’ difficoltà a farsi capire, ma anche fiera di quello che ha passato, tant’è che si e’ laureata, va in palestra, fa volontariato, viaggia… Tutto portandosi dietro le sue cicatrici, che lei preferisce definire le sue medaglie, anche se non le permettono di essere completamente quella che vorrebbe essere. La malattia è stata una dura prova che non è ancora finita perché mi ha lasciato segni che porterò sempre con me. Si e’ trasformata in una sfida continua verso questo mondo freddo, che solo a parole e’ vicino a chi e’ diverso. Dall’altra parte mi ha anche regalato l’entusiasmo per la vita, per ogni giorno di sole, che altrimenti non so se avrei avuto. I problemi che la realtà impone però, riescono spesso a oscurare anche la giornata più luminosa. Mi sento mutilata di una parte della vita che mi manca come un organo fondamentale. Niente amicizia, niente amore. Nessuna possibilità di diventare indipendente grazie a un lavoro. E’ un vivere una battaglia continua, cercando di non sentirsi troppo soli e sperando sempre in un futuro migliore. È un continuo scendere a compromessi costretto dalla situazione. Un accontentarsi delle cose più superficiali, perché sembra che a te siano escluse quelle più importanti, più profonde, a cui gli altri non fanno neanche caso. Come un attesa infinita alla vita vera. Per tanto tempo ho pensato che la vita fosse in debito con me, che per forza doveva concedermi una ricompensa per quello che mi ha fatto passare. Adesso invece ho capito che bisogna sempre lottare e chi è svantaggiato deve lottare ancora di più. MAl ARRENDERSI!!!

Aida

Lettera pubblicata il 20 Maggio 2018. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 22 commenti

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  1. 1
    Maestoso -

    Ciao, io penso che se da una parte la vita ti ha messo in difficoltà ed in serio pericolo di vita, dall’altra ti ha dotato di una sensibilità rara da trovare. Le persone che nella vita ne ha passate tante sono persone che guardano oltre, di solito vivono gli amori in maniera più matura. L’umanità e la sensibilità, l’educazione sono doti molto rare da trovare. Vedrai che arriverà una persona in grado di farti aprire il cuore e con cui condividere la vita. Per quanto riguarda il discorso lavoro, e te lo dico da tuo coetaneo, ormai tutto è diventato complicato. Una volta chi si laureava in medicina aveva un futuro assicurato per esempio, oggi è diventato una battaglia all’ultimo posto nei concorsi pubblici. Chiamalo capitalismo, chiamalo come vuoi, siamo tutti sulla stessa barca. Lavoriamo, facciamo una vita dignitosa con lo stipendio, ma nulla di più.

  2. 2
    E -

    La soluzione è: un Amore perfetto! (Come il mio per intenderci)! Circondarsi di tante persone! (Come faccio io per intenderci)! E avere tanti soldi per fare meglio (come sto cercando di fare io per intenderci ?).

  3. 3
    rossana -

    Aida,
    “un vivere una battaglia continua, cercando di non sentirsi troppo soli e sperando sempre in un futuro migliore. È un continuo scendere a compromessi costretto dalla situazione.” – non desidero sia di consolazione prendere atto che la quotidianità, anche per motivi diversi dal tuo, è lotta per la maggior parte degli esseri umani.

    secondo me, la differenza sta soltanto in una lotta continua (non solo per chi è in qualche modo svantaggiato o disabile) oppure in difficoltà esistenziali che s’impongono unicamente in periodi transitori, a volte anche lunghissimi. si tratta quasi sempre di resistere e di evitare che gli eventi alterino la propria indole.

    per tutti, poi, il finale d’impari lotta in ambito psico-fisico sarà più o meno lo stesso: è solo questione di tempo! di solito più aspro e più duro per chi più ha avuto di positivo in precedenza.

    un caro saluto.

  4. 4
    Yog -

    Lotta Continua. Mi pare fosse il nome di un movimento politico extraparlamentare degli anni ’70. Consolati appunto pensando che a’ livella è uguale per tutti.

  5. 5
    maria grazia -

    Non viviamo nel mondo ovattato delle favole, e non alterare la propria indole o il proprio percorso in presenza di traumi e sofferenze molto pesanti, è praticamente impossibile.
    Se, invece che perderci in deliri di onnipotenza, accettassimo i nostri limiti di esseri umani e imparassimo a gestirli, impareremmo anche a meglio comprendere la natura dei nostri simili e a non soffrire oltre il dovuto per i torti che ci vengono fatti da persone che in fondo andrebbero solo compatite. Si eviterebbero tanti drammi e tante scelte avventate.
    Sono anche dell’ idea che non bisogna darsi per vinti se in passato si sono commessi degli errori, pensando che le relative ricadute debbano essere IRREPARABILI. Colui che sa combattere è colui che sa rialzarsi dopo la caduta, non colui che vive in una perenne e apparente perfezione ( che NON PUO’ esistere ).

  6. 6
    Aida -

    Lo so che la vita è difficile per tutti, so anche che esistono persone con problemi molto più grandi dei miei. E per ciò mi sento anche in colpa. Ma vedo intorno a me gente che sta insieme e che sembra essere felice e mi chiedo perché a me ciò non succede… Non chiedo tanto alla vita, solo una possibilità per iniziare a vivere e non solo sopravvivere

  7. 7
    rossana -

    Aida,
    la tua richiesta è più che legittima, e umanamente condivisa da quasi tutti. ma… purtroppo… la volontà e l’impegno sono utili solo per il raggiungimento di obiettivi pratici, nessuno può ottenere con questi quanto desidera a livello emotivo.

    nemmeno con la bellezza, la piena salute o il denaro. le cose apparentemente più semplici, se oneste e sincere, sono di fatto le più difficili da realizzare, non solo per te.

    un abbraccio.

  8. 8
    E -

    SEMBRA. Sembrava anche al mio ex marito finché non l’ho buttato fuori di casa perché mi ero stancata!!! Sembra sempre: a te che vuoi illuderti e a chi è come te, immaturo e non in grado di godersi la vita con equilibrio e senza farfalle.

  9. 9
    maria grazia -

    Aida, quel “sembra” dice tutto. ESSERE e SEMBRARE felici sono due cose completamente diverse. Le persone difficilmente lasciano trasparire all’ esterno i loro disagi, e preferiscono recitare la parte di individui con la vita perfetta. Non pensare agli altri. Rifletti su ciò che TU vuoi veramente e cosa è meglio per te. E agisci di conseguenza. Ciao.

  10. 10
    Aida -

    Non credo che tutti recitino la parte di essere felici, credo che certe persone lo siano veramente. Certo non è facile, è una battaglia per tutti. È cogliere un momento che però ti fa andare avanti, è solo quello che voglio. Sto lottando con tutte le mie forze per cercare il mio equilibrio.

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