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La sto perdendo giorno dopo giorno

di fg123
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 20 Ottobre 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 372 commenti

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  1. 31
    rossana -

    Golem,
    per me ogni caso è a se stante. non sono in grado di ricavare dei denominatori comuni, anche se magari ci possono essere.

    buona serata!

  2. 32
    M. -

    Altea,
    perché ti è piaciuto il mio post numero 18?

    Sei o vorresti essere una persona con un bassissimo grado di manipolazione altrui?

    Cosa studi?

    Rossana,
    mamma mia che dipinto che hai fatto della MIA gioventù.
    Vestito tagliato abbastanza su misura, ma ovviamente c’è dell’altro.
    Non credo che la tua generazione e tutte quelle che ci hanno preceduto fosse qualcosa di più e di meno rispetto alla mia.
    A livello di facciata sì. Erano ed eravate migliori di noi, nella forma…….
    Forse la mia generazione deve fare molta più fatica per trovare quei punti di riferimento che ogni generazione dovrebbe avere e ritrovare in chi li ha preceduti. I genitori per esempio.

    In realtà siete “giganti” che si sgretolano sempre di più ai nostri occhi, lasciando a noi il peso di “mettere a posto” i pesi che ci lasciate sulle spalle.

    Bye

  3. 33
    Golem -

    Rossana, come per qualunque “malattia” i sintomi si intravedono in tutte le storie che hanno un certo iter. Sicuramente le modalità con le quali si giunge a quelle conclusioni saranno le più varie. Ma, a mio parere, le dinamiche sono sempre le stesse, e legate al solito gioco a nascondino tra istinto e ragione.
    Ciao, buona serata

  4. 34
    altea -

    …m., non studio niente. sono un fallimento universitario plurimo (comincio a pensare x scelta)…diciamo che butto un occhio sui libri giusto perché mi servono per risolvere problemi al lavoro…
    non so cosa voglia dire la tua domanda ma la tua tattica, mi sembra abbia una buona dose di istinto di conservazione.

    e forse dovrei iniziare a conservarmi, anziché…anziché.

    per il resto. sarò di parte, e ormai mi sembra di dire tutto il contrario di tutto (sto combattendo contro svariate cose che mi passano dentro)…ma…io se parto con la “vocina”, parto. salvo poi tornare indietro con i sensi di colpa.

    vuoi forse che la debba lasciare andare, x farla tornare?
    tanto una persona insicura, è insicura sempre. di sicuro questo amore platonico (e li amo…sono sempre così perfetti, finchè si sta lontani),se mai dovesse concretizzarsi perderebbe un buon 30×100 di svalutazione “realtà” nel termine immediato, un buon 40 di svalutazione “problemi quotidiani e ipotesi di fuga/divorzio” nel brevissimo periodo, e un altro 25×100 da dividere come segue nel medio periodo:
    – 10 per “senso di colpa e dubbi vari”
    – 10 per “frenata ripensamento”
    – 5 di “credevo fosse amore, invece era un calesse”

    e un 5 a strascico per “lotta alla razionalizzazione di un amore fallimentare” da assegnare in varie misure nel medio-lungo periodo.

    il lungo periodo è un’ipotesi irrealistica, lo sappiamo bene.

    quasi mai si costruisce la propria felicità a scapito di quella altrui.
    salvo essere ancora nella fase di conoscenza dell’altro sesso e soprattutto del sesso.
    dopo 20 anni di matrimonio è un’illusione di libertà.
    non si cancella tutto quel tempo insieme. di essere appartenuti per così tanto tempo ad una persona.

    la prova schiacciante è che chi viene “scarcerato”, non dice mai “sono felice.”ma “sono sereno”. la serenità è roba da anziani. in un’epoca della vita in cui è ormai tardi per ricostruire qualcosa di durevole e serio.

  5. 35
    altea -

    l’innamoramento è progettualità. togli la magia di quella, ed è tutto finito.
    semplice.

  6. 36
    rossana -

    M.,
    “Forse la mia generazione deve fare molta più fatica per trovare quei punti di riferimento che ogni generazione dovrebbe avere e ritrovare in chi li ha preceduti. I genitori per esempio.” – concordo.

    a livello privato tutti i genitori, però, prima o poi si sgretolano agli occhi dei figli. a mio avviso, è un passaggio obbligato. altra cosa sono i dissesti politici e il danno che ci siamo e vi abbiamo arrecato, se non altro con l’enorme accumulo di debito pubblico. questi sì, sono imperdonabili.

    buona giornata!

  7. 37
    rossana -

    Golem,
    la malattia può anche essere la stessa (cosa che però resta da verificare) ma, a seconda dell’età del “malato” e della sua situazione personale si può provare a trattarla con maggior o minor leggerezza.

    una cosa è la fine di un’unione perchè l’uomo non aderisce al desiderio di maternità di sua moglie; altra è l’infatuazione amorosa di una giovane donna per un uomo maturo; altro ancora potrebbe essere il capriccio momentaneo di una madre di famiglia. personalmente, rifiuto di fare di tutta l’erba un fascio, anche per la diversa stoffa e storia delle persone in ballo.

    ho seguito privatamente la storia di un uomo tradito cinque o sei volte per denaro; la sua famiglia si è ricomposta, perchè lui amava sua moglie, pur ammettendo di averla data per scontata. e si trattava di un uomo del sud. non ci avrei scommesso un centesimo e invece pare ce l’abbiano fatta a superare la disavventura, pagando entrambi un altissimo prezzo di sofferenza, per il bene loro e dei loro figli.

    buona giornata!

  8. 38
    Golem -

    Buongiorno Rossana. Nei tre esempi che mi hai citato, che dimostrano tre iter emozionali differenti, il fattore che li accomuna nella genesi decisionale io lo chiamo istinto, o inconscio se preferiamo, che è il “vaso di Pandora” che contiene “oggetti” del nostro IO di cui ignoriamo l’esistenza, ma che agiscono nell’indirizzare le nostre scelte. Ecco a me interessa l’azione di questi elementi, e il modo con il quale presentano alla coscienza le “richieste”. Come poi quest’ultima realizzi il percorso per soddisfare quelle richieste, sarà SEMPRE assolutamente personale, ed emergeranno inevitabilmente qualità e spessore, o stoffa che dir si voglia, del soggetto interessato.

    Seguendo l’interessante “iter” di Altea, si nota come una personalità ricca ed intelligente come la sua, crei dei “percorsi” emozionali labirintici, estremamente complessi, che ripercorre ogni qualvolta si vengono a ricreare determinate condizioni di interattività empatica tra lei e il soggetto “amato”. La stessa istanza in una personalità più “semplice” produce un risultato più semplice, MA CHE NASCE DALLO STESSO SINTOMO.
    La ricomposizione di una vicenda sentimentale come quella che auspica e auguro al nostro protagonista, o quella dell’uomo del sud che hai citato, non sarà MAI una marcia indietro rispetto a quelle istanze istintuali che hanno prodotto la frattura, ma una RAZIONALIZZAZIONE della realtà con la quale bisogna comunque fare i conti, e quindi un compromesso. Questi eventi soggettivamente caratterizzati, sono i cosiddetti epifenomeni di cui ho accennato qualche post fa. Che identificano una certa vicenda come diversa da un altra, ma NON cambiamo l’essenza della ragione che invece LE accomuna entrambe.
    Un saluto.

  9. 39
    M. -

    Altea,
    la serenità è per chi ha saputo guadagnarsela dopo numerose cadute, e non bisogna essere necessariamente anziani per essere sereni.
    È una medaglia al valore.
    Ho smesso di rincorrere la felicità.
    Non perché io non voglia essere felice, ma perché credo che sia un qualcosa di talmente sottile, sfuggevole, che forse non vale la pena di subire tutto lo sbattimento per raggiungerla.
    Felicità. Ma, poi, che cos’è la felicità? Quanto dura? Quando inizia? Quando finisce?
    Queste sono domande che prevedono risposte multiple, tagliate sulle esperienze personali, e quindi senza una formula assoluta per raggiungerla.
    Piuttosto mi sono concentrato sui miei godimenti.
    Le mie passioni (le corse in macchina, moto, cavalli), la cultura sotto varie forme, i viaggi, il cibo, le serate con amici, la mia famiglia.
    Insomma, sono un godereccio, e questa cosa mi dà ciò che io chiamo serenità, ed altri chiamano felicità.
    Non rincorro nulla. Mi limito soltanto ad arredare il mio mondo con le cose che mi piacciono.

  10. 40
    rossana -

    M.,
    concordo: il “vissero felici e contenti” appartiene al mondo delle favole.

    non necessariamente la serenità è appannaggio della vecchiaia, bensi di chi, come te, si limita soltanto ad arredare il suo mondo con le cose che gli piacciono.

    buon pomeriggio!

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