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La sovrappopolazione mondiale

di Yoel
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Lettera pubblicata il 26 Febbraio 2006. L'autore ha condiviso 34 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 73 commenti

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  1. 31
    kikkooo -

    Difatti su google maps si vede CHIARAMENTE l’abbondanza del territorio libero rispetto al territorio urbano.
    Di tutta la superficie terrestre, le aree urbane occupano SOLO l’ 1,5%.
    La superficie delle foreste e terreni boschivi 32% – Altro (praterie e mix) 30% – Pascoli permanenti 26% – coltivazioni permanenti 4,7% … Terreno arabile 31.000.000 kmq. Nel mio preventivo la superficie necessaria per coltivare cibo vegetale per 6 miliardi di persone è 180.000 Kmq e gli animali si nutrono già autonomamente nel terreno che occupano. In natura i bovini e gli erbivori mangano erba, non mais OGM… Come vedete io parlo con i numeri e non con il qualunquismo da LEGGENDA METROPOLITANA. La sovrappopolazione è una leggenda metropolitana, il vero problema invece è soltanto l’egoismo e la stupidità umana che non ha limite.
    Anche se sono convinto che l’uomo non può distruggere interamente il proprio ecosistema, ho anche premesso con il seguente appunto nella mia nota: è utile per tutti, anzi direi INDISPENSABILE rispettare la natura, e non inquinare e non distruggere quello che risulta essere UNICO E PERFETTO ECOSISTEMA che abbiamo… Per approfondire:
    http://www.facebook.com/note.php?note_id=440314050742

  2. 32
    colam's -

    Comunque l’Italia e’ un paese dove la popolazione in pratica diminuisce, il rateo di figli per donna fertile e’ troppo basso (sotto all’1,4) da permettere il rinnovo generazionale. Percio’, immigrazione esclusa, in Italia non andiamo verso la sovrapopolazione.

    A proposito, trovo interessante che i paesi con minor fecondita’ al mondo siano proprio Italia, Germania e Giappone. Cioe’ quelli che hanno perso la Seconda Guerra Mondiale.

    Un caso, oppure no ? Secondo me no, anche se non so darmi una spiegazione precisa e credibile.

  3. 33
    Kimi -

    Non puoi escludere l’immigrazione, esiste e ci stiamo facendo i conti.
    Tant’ é vero che aumentiamo, altro che diminuizione.
    E poi abbiamo passato i 60 mln, siamo a 200 ab/kmq e non andiamo verso la sovrappopolazione?
    L’Italia é chiaramente sovrappopolata.

  4. 34
    colam's -

    Ciao Kimi,

    io escluderei l’immigrazione perché, specie ora che l’economia è entrata durevolmente in crisi, gli immigrati secondo me possono essere portati a lasciare l’italia e non a rimanere o peggio venire per cercare lavoro. Secondo me adesso l’immigrazione in Italia è sempre più precaria e temporanea e meno “radicanda”.

    Insomma gli immigrati secondo me sono meno radicati e possono andarsene come sono venuti: per motivi economici. Ho trovato questo articolo di ieri come esempio: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2010/27-ottobre-2010/immigrati-crisi-frena-arrivi-aumentano-rimpatri-1804037183190.shtml

    E secondo me l’Italia non è sovrapopolata. Io abito a Roma, e non appena esci dal GRA, ci sono quasi solo spazi vuoti. Non stiamo in sovrapopolazione, siamo solo mal distribuiti. Ci ammucchiamo nelle metropoli mentre si svuotano le aree poco urbanizzate. Se ti è capitato per esempio di fare l’Aurelia, noterai che traversi giganteschi spazi vuoti in particolare nelle province di Viterbo e Grosseto. A parte questo le cifre che dai dicono che ci sono due persone per ettaro. Non so se hai presente quanto sia un ettaro di terreno, ma ci può vivere una famiglia tranquillamente…

  5. 35
    Tiziano -

    Sono d’accordissimo che la sovrappopolazione e’ un gravissimo problema. Quando andavo a scuola negli anni sessanta, mi veniva insegnato che eravamo 3 miliardi. Ora siamo 6 miliardi e mezzo !!!
    Siamo INFESTANTI.
    Per di piu’ quasi ognuno di noi produce sempre maggiori immondizie.
    Dobbiamo diminuire di numero (direi 500 milioni), e consumare di meno.
    Questo, se amiamo Madre Terra.
    Altrimenti siamo come un treno lanciato a folle velocita’ verso il baratro.
    Tiziano

  6. 36
    Kimi -

    Ciao Colam’s,
    scusami per l’enormità del ritardo nella risposta.
    Trovo molto poco supportate queste ipotesi sull’immigrazione.
    La difficile situazione in cui il nostro paese si trova adesso rappresenta comunque una chimera per i disperati del terzo mondo. La crisi mondiale non ha ridotto il gap fra paesi di emigrazione e paesi immigrazione, tutt’altro.
    E con una natalità che scende troppo lentamente nei paesi da cui si emigra, questi non se vanno, il tuo “possono andarsene” resta molto teorico. Almeno al momento.
    Maldistribuiti: siamo distribuiti secondo una logica funzionale alla conformazione orografica del nostro territorio. E’ normale che ci si accalchi soprattutto nelle aree di pianura, e di pianura costiera.
    E non mi parrebbe una grande idea redistribuire -come pure in certa misura è già avvenuto- perché vorrebbe dire altro cemento, degrado e consumo di territorio, e non rioccupazione di paesini dimenticati.
    Una famiglia può vivere tranquillamente su un ettaro di terra? Stai scherzando. Qui non si tratta di avere una casa di 10 o 10mila mq, ma di premere su quella superficie, ottenere da essa tutto il necessario per vivere, in termini di fabbisogno alimentare, energetico, di inquinamento che generiamo, di rifiuti da smaltire.
    La nostra impronta ecologica é in rosso, e come potrebbe essere altrimenti? Mezzo ettaro a testa per vivere e da cui dipendere completamente, è impossibile. E infatti non siamo capaci di restare nei limiti della nostra capacità ecologica e altri paesi pagano per questo deficit (non è solo l Italia a creare questi problemi a causa della sua sovrappopolazione, naturalmente).

  7. 37
    colam's -

    Ciao Kimi e grazie per le risposte.

    Certo sull’immigrazione le mie sono supposizioni. La mia sensazione è che con la crisi viene meno sia il “welfare state” che il lavoro, perciò credo che anche per gli immigrati in Italia sia un periodo di grama. Detto questo sarà gramissima anche da loro suppongo. Bisogna anche distinguere tra “immigrati”. Tra poco forse ai Cinesi, Indiani o Brasiliani converrà tornarsene nelle loro economie in crescita piuttosto che stare da noi !

    Sulla ridistribuzione, per parlarsi fuori dai denti, secondo me una gran cosa da rifare è la rioccupazione delle terre arabili, tipo bonifiche, con distribuzione di lotti di terra con cascina alle famiglie interessate, che ne diventerebbero proprietari dopo 10 o 15 anni. Sì lo so è una cosa fatta dal fascismo che è il male assoluto ecc. Però secondo me questa non era male come idea.

    Secondo me non siamo distribuiti secondo una logica orografica, o non solo. E’ vero che sulle Dolomiti ci sono meno persone, da sempre, che sulle coste. Ma è altresì vero che i paesini tendensialmente si svuotano (ma erano vivibilissimi prima, anche in senso orografico) mentre le grosse agglomerazioni continuano ad espandersi. E questo non è logico né sostenibile.

    A sensazione (ma sarei interessato ad un confronto con dati) credo che un ritorno ad una società più agricola ci permetterebbe invece di starci tutti. Però intendo società agricola tipo quella dei nostri bis-nonni o nonni. Ovvero con inquinamento quasi nullo (non si butta nulla), fabbisogno energetico basso (negli anni ’50 l’Italia era AUTOSUFFICENTE per l’energia elettrica grazie solo all’idroelettrico, il cosidetto “carbone bianco”), alimentazione “povera” (cioè locale, cioè come si dice oggi “a km zero”)..

    Che ne pensi ?

    Per me non è tanto utopico, i miei nonni vivevano così, non sto mica parlando di marziani..

  8. 38
    Kimi -

    Ciao Colam’s e grazie a te,
    devo dire anzitutto di essermi riletto i tuoi precedenti commenti e di averlo fatto non per mio scrupolo metodico, ma spinto da una certa suggestione per gli scenari a cui facevi riferimento.
    Per rispondere alla tua domanda: le tue posizioni mi sembrano quelle di un nostalgico-idealista, tutt’altro che disprezzabili e non prive di un certo fascino romantico.
    Tanto interessanti sul piano evocativo, quanto, però, fragili sul quello stringente della realtà. Quello che penso io è questo, sinceramente.
    Nel dettaglio, e’ vero, l’urbanizzazione va in quella direzione, ma le grandi conurbazioni sono nate e si espandono laddove era possibile, in pianura. Appena cominci a salire, le maglie della rete urbana cominciano a farsi più rade, com é naturale.
    Però per me questo é comunque secondario. Anche se distribuissimo in maniera più uniforme la popolazione, avremmo sempre 60 mln di abitanti con la loro impronta ecologica. Saremmo comunque in troppi.
    In certe zone la pressione antropica scenderebbe, avresti miglioramenti localizzati, ma il dato totale non cambierebbe.
    Se tornanissimo ai modi di vita degl anni ’50, certo l’ambiente ringrazierebbe, ma il problema -e in questo siamo in dissenso totale- è che non ci staremmo tutti, proprio per nulla. Se riusciamo a vivere in 7 mld di uomini-termiti al mondo, e in 60 mln in Italia, é perché proprio questo modello di sviluppo inquinante e degradante ce lo permette. Per ora. E distruggendo l’ambiente, per cui non sarà sempre così.
    Due cose, a mio avviso, consentivano negl anni d’oro del Real di mantenere un equilibrio ecologico che abbiamo perso:
    1)il basso fabbisogno energetico, come dicevi tu.
    Ma non si torna indietro, Colam. Se ti presenti in campagna elettorale proponendo di ridurre i consumi (e a quel livello, poi!), e la gente capisce appena quello che comportebbe, tu perdi sicuro. Nella democrazia moderna il demos vuole benessere, non rinuncie.
    2)il livello di popolazione che c era all epoca. Non dimenticare che eravamo 2.5 mld nel ’50, 3 nel ’60. Con quei numeri il tuo modello potrebbe funzionare ancora oggi (ma all epoca non c era il degrado che abbiamo causato nel frattempo, e non c erano i cambiamenti climatici da mettere in conto), con 7 (+2 ca. in arrivo per inerzia demografica) crolla tutto comunque.
    http://www.aetherialux.blogspot.com/, a tempo persissimo e se non ti urta un salto nell’oltranzismo maltusiano, per me sarà un piacere come lo è stato qui.
    Ciao!K

  9. 39
    colam's -

    CIao Kim, dunque secondo te l’Italia non è in grado di sostenere 60 milioni di persone anche se queste vivessero come vivevano le 40 milioni nell’immediato dopo guerra. Può essere come può non essere ma non ho dati in mano. Mi hai comunque aperto gli occhi su un fatto: anche se tornassimo al modo di vivere dei nostri nonni, abbiamo fatto tanti danni in questi decenni che ci toccherà scontare, abbiamo modificato il Clima e la Natura. Già… Tosto…

    E’ chiaro che il mio modello non passarebbe ad oggi, sia per le resistenze “democratiche” della gente, che non voterebbe un partito per il ritorno al lume di candela, sia per quelle del “sistema”, ovvero tutti quelli che stanno bene con il sistema attuale, cioè industriali, grande distribuzione, ecc. Secondo me ci dovremo arrivare per forza quando/se si realizzerà quando predetto dal “Club di Roma” nel 1970, e cioè che dopo il periodo di crescita dei decenni scorsi viene il periodo di decrescita, dovuto anche dal fatto che il petrolio finisce.
    Non sarà un ritorno voluto ma forzato, e nemmeno forzato dalla politica, bensì dai fatti stessi: quando il petrolio sarà veramente troppo caro , ci sarà sempre meno gente in grado di avere una macchina, e già saremo ripiombati nel modo di vivere degli anni 30: biciclette, e per i più fortunati Vespa ! QUando sparirà del tutto, ricompariranno i calessi per i ricchi e i muli per i poveri.

    Del Maltusianismo onestamente non mi piace questo: proprio noi italiani che siamo già pochi, che facciamo pochi figli, dobbiamo sentirci pure dire di diventare discepoli di Malthus ? Ma lo facciano i popoli più prolifici prima di noi ! Se noi diventiamo Malthusiani, va a finire che sparisce il popolo italiano, sommerso da chi non si sarà fatto convincere da queste idee.. Ecco il problema per me…

  10. 40
    Nicola -

    Quello che dici in questo articolo mi fà male al cuore. Inoltre la popolazione mondiale non arriverà mai ai 10 milioni e i tassi di crescita sono ancora in progressione ma si attenueranno. La soluzione per il problema ecologico è una vita in armonia maggiore con la natura, non di certo applicare ulteriori norme agli esseri umani perchè non si riproducano. Ho un articolo da sottoporti alla lettura, ritengo che tal soluzione sia di gran lunga preferibile a quella che tu proponi.

    http://www.clandestinamente.it/2011/03/18/il-mito-della-sovrappopolazione/

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