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Lettera pubblicata il 13 Agosto 2018. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Attimo Ogi.
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Ma Esther, ovviamente non vado oltre le parole. E chi dovrebbe mai farlo ? Chiunque lo faccia è un criminale, che impone agli altri la propria violenza.
Per quanto tu possa pensare male di me e di Itto Ogami, noi rispettiamo la libertà degli altri, esattamente come la nostra. Quindi se scriviamo qualcosa lo facciamo per libertà, giusto o sbagliato che sia.
Vorrei anche segnalarti che condivido ciò che hai scritto ” non ti basterà mai nessuna rassicurazione “.
Io infatti riconosco che NON esiste alcuna donna che mi soddisferà: considerata la mia età, non potrò trovare ciò che cerco. E se anche la trovassi “giovane” e illibata… è già capitato… rifiuterei. Io non tocco le ragazze che considero “piccole” rispetto a me. Ho i miei principi che rispetto anche quando vanno contro me stesso.
Io non sono “da solo” come credi tu. Ho già spiegato che però non sono soddisfatto di ciò che ho, per questo scrivo. Non cerco nessuna attenzione. Scrivo per me stesso e per chi è come me.
Ogni uomo dovrebbe:
– rispettare la donna di un altro e non considerarsi “un grande” perché se l’è portata a letto, ma solo un verme.
– rispettare le ragazze più giovani. NON SI VA con le ragazze giovani se si ha una certa età. Pudicizia e serietà, capito schifosi vecchiacci miliardari ?
– non si va a letto con una donna per “piacere” personale, ma ci si va una volta intrattenuta una relazione duratura con l’intento di stare insieme per sempre. Altrimenti è una frode (se lei crede in te) o è un furto (per il futuro uomo di lei).
– non si mente sulle proprie intenzioni: se vuoi avere due donne, dillo apertamente ad entrambe, e verifica che siano disposte ad accettarlo. Nascondere è marcio e viscido.
– non si va nel letto con le figlie degli amici (seppur “adulte” per legge). Chi lo fa è un maiale.
– non si va nel letto con una donna ubriaca, anche se te lo chiede lei.
– non si commette violenza sulle donne, ma al tempo stesso non si deve essere succubi delle donne.
Gabriele, la sostanza non cambia.
Se una donna è sposata con un uomo e non lo tradisce mai (e prima di sposarsi era ovviamente illibata) oppure non è sposata ed è illibata, è sempre perfetta.
Si tratta delle due condizioni della donna “pudica”
Quando non ha conosciuto fisicamente il suo uomo è nello stato “ILLIBATA”
Quando ha conosciuto il suo uomo è nello stato di “SPOSATA”.
Tutto il resto… beh… meglio che taccio.
Va bene, Attimo, ho letto il tuo primo commento dopo il mio, l’importante è non esagerare. Se scrivere ti aiuta, ti capisco perché anch’io sono qui per esprimere tutto ciò che arrecherebbe tedio altrimenti anche al miglior mio prossimo ben disposto. È una caratteristica di famiglia: anche mio nonno scriveva diari e diari fitti di pensieri e parole sulle nostre giornate, quasi le vivesse due volte così. Io sono molto simile a lui.
Al secondo tuo post risponderò in un altro momento. Grazie del tuo riscontro.
Itto, premettendo che sono d’ accordo con la maggior parte dei principi che hai esposto nei tuoi ultimi due commenti, rimango comunque della mia idea: le fisme che ti impediscono di costruire un rapporto armonioso con una qualsiasi donna possono essere ricollegate essenzialmente a due cose:
– un’ omosessualità repressa che ti rifiuti di dichiarare/accettare
– oppure un serio disturbo della personalità, probabilmente legato a traumi passati, e che come tale andrebbe opportunamente trattato in sede psichiatrica.
Va bene Maria Grazia,
se anche sono malato come tu dici, l’importante è che io divulgo la NON violenza per le donne, e anzi mi esprimo sempre moralizzando ANCHE gli uomini.
D’altra parte gli uomini hanno anche la colpa di non essere riusciti a stabilire un serio patriarcato, ragione per cui alla fine la donna ha visto questo uomo solo come un maiale che beve mangia e russa, rincretinito dal calcio.
Ma Esther,
la veemenza delle mie esagerazioni è legata alla assidua e meticolosa precisione che metto nella descrizione delle mie sensazioni.
Se guardando una persona e/o un suo comportamento io ne resto deluso o sotto shock perché la mia interiorità ripudia talune cose, io cerco di riportare sulla tastiera tutta la realtà della sensazione provata, come un pittore farebbe di un soggetto da dipingere.
Io scrivo: “quella infame donnaccia vomitevole e viscida”.. anziché un più politico “quella donna che non vedo di buon occhio”.
Ma il punto è proprio focalizzare l’espressione sulla sensibilità perché sia trasferita ad altri la sensazione nascente dentro l’animo.
Poiché il mio rifiuto della non vergine si classifica come “odio” (nella sua accezione più ampia) inserisco nelle parole quel determinato sentimento.
E la controprova è proprio la reazione di altre donne (come te) che ricevono questa “onda d’urto”.
In nessuno modo però è diretta a qualcuno!
Se tu fossi interessato effettivamente a perseguire un obiettivo che comincia da questo tuo ideale, penso potresti cercare del seguito, o comunque esprimerti in un linguaggio più consono. Non si tratta di cosa è “politicamente corretto” e cosa no. La promozione di qualsiasi cosa si basa proprio sulla FORMA con la quale essa viene espressa.
Il pittore, per avere più spazio possibile, di solito apre una’associazione culturale, oppure la P.Iva. Credo nel tuo caso, che tu ti possa assumere la responsabilità di questo ideale e principio dando luogo ad una associazione.
Io sono una persona abbastanza pratica come penso si sia ormai capito: non penso che nessuno che scriva certe cose riguardo a certi argomenti sia un gay represso, oppure abbia chissà quale disturbo psichiatrico da curare. Semplicemente potrebbe esprimersi e scrivere in termini diversi, questo sì; ma da qui a giudicare qualcuno malato ce ne passa. Se no, se volete essere coerenti con ciò che state dicendo, proponetegli…
Una perizia da parte dello psicologo della procura della sua città, così si avrà l’argomento necessario, per dire che Attimo Ogami sia uno psicopatico.
Gabriele,
grazie per la precisazione.
Io scrivo per me stesso e il linguaggio è interiore (se sono arrogante, scrivo in modo arrogante).
Ma ho sempre detto che scrivo per me stesso e per quelli che provano quelle determinate sensazioni.
Esempio: uomini picchiati dalla moglie.
Il primo descrive la sua esperienza “queste gran tr…di donne che ci fanno del male… ecc ecc.”
Lui non sta dicendo che tutte le donne sono tr…
Lui scrive per trovare qualcuno che HA PROVATO l’emozione di considerare tutte le donne delle tr…
Io faccio lo stesso. Se provassi l’emozione “le donne sono tr…” sarei capace di dire questa frase anche in presenza di donne tutte illibate!
Ma giustamente, come ho specificato ad altri utenti, mai e poi mai mi riferisco a persone reali o che possano essere “individuabili”. Parlo del più e del meno in relazione a ipotetici personaggi maschili e femminili. Noterai questo dettaglio in tutti i miei scritti.