Ho paura… paura perché dopo un anno di convivenza con il mio amore abbiamo deciso di tornare a casa dalle nostre famiglie perché abbiamo deciso che max tra due anni vogliamo sposarci. Le nostre famiglie ci potranno aiutare, ma non accettando la convivenza lo faranno solo quando ci sposeremo. Io sono cattolica e per me essere nel peccato era terribile.
Ora mi chiedo però se sarò in grado di sopportare tale distacco, il nostro amore è tutto ed è forte, ma ho bisogno dell’approvazione delle famiglie perché è un valore in cui crediamo fortemente e sono convinta che non si può costruire un amore sul fallimento di un altro amore (quello per le famiglie) in fondo loro ci chiedono di sistemarci per bene…
Uff si comprende vero la mia crisi? Sapete aiutarmi?
Angela
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Categorie: - Amore e relazioni
Le vostre famiglie, se vi amassero come Dio ci ama, non dovrebbero mai condizionare le vostre scelte facendo leva sui vostri sensi di colpa. Si tratta di quello (il senso di colpa nei loro confronti che magari sono tristi, piangono e si disperano perchè convivete) e non dell’amore per la famiglia di origine che vi ha fatto tornare indietro.
Per esperienza personale che mi è costata moltissimo, ti consiglio di cercare di amare i vostri parenti in modo “sano” (non voglio offendervi, sia chiaro). Ma voglio dire che non è sempre Amore il voler accontentare gli altri per non farli soffrire. Queste sofferenze sono frutto di un loro atteggiamento sbagliato nei vostri confronti. Dovremmo imparare ad amare come ci ama Dio, che ci prende per mano ma che ci lascia anche andare, che è felice perchè noi siamo felici, che ci ama in modo incondizionato permettendoci solo così di dare il meglio di noi.
Se non vuoi più convivere perchè lo senti sbagliato per te, è un conto e fai benissimo a seguire il tuo cuore e i tuoi santi valori. Ma se lo fai solo per gli altri non penso te ne verrà niente di buono. Inoltre, in questo modo, gli altri si aspetteranno sempre di essere accontentati perchè solo così si sentiranno amati, e ogni volta che farai una scelta che non è quella che loro vorrebbero, ti faranno sentire in colpa. Cerca di spiegare loro che l’amore e il rispetto che hai per loro non c’entra niente con questa tua scelta che, ripeto, riguarda solo te e la tua coscienza. Una volta ho sentito un sacerdote rimproverare durante un’omelia i suoi parrochiani che, con i loro pregiudizi e con i loro giudizi, avevano isolato una famiglia solo perchè la loro figlia era rimasta incinta senza essere sposata. Il prete disse apertamente che solo Dio legge nel cuore degli uomini e che a volte, due ragazzi che pur non essendo sposati fanno l’amore con la convinzione che si sposeranno e si apparterranno l’un l’altro per sempre, potrebbero tranquillamente risultare agli occhi del Signore (cont..
più meritevoli di altri che, pur essendo sposati, tradiscono i valori del matrimonio quali ad esempio il rispetto e la lealtà tra coniugi.
Quindi, mi ripeto, se il problema è tuo nei confronti di Dio, è una cosa. Ma se quello che ti spinge a fare questa scelta è il valore che ha per gli altri, ti consiglio di non farla.
Io sono, come te, cattolica; non ho convissuto, non ho nemmeno “consumato” prima del matrimonio e metto Dio al primo posto nella mia vita. Ma ho imparato che la fede è qualcosa che va molto più al di là dei pregiudizi e delle apparenze. Tante cose che noi diciamo di fare “per amore di Dio”, a ben vedere, sono cose che facciamo per non essere giudicati male, ma non dal Signore, quanto piuttosto dagli altri.
Concludo dicendo che il mio intervento non vuole essere un incoraggiamento a convivere, assolutamente. Ma solo un incoraggiamento a leggere bene nel tuo cuore e a cercare solo li il significato vero che tu vuoi dare all’Amore.
In bocca al lupo.
ciao Cristiana, leggendoti so che tutto quello che dici è vero…io e il mio fidanzato siamo uguali in tutto anche riguardo ai sensi di colpa che ci affliggono ogni giorno della nostra vita…aver dato un dispiacere e sapere di poter rimediare crea nella mente una devastazione tale da non renderci in grado di vivere serenamente la nostra vita…sentiamo spesso la parola “traditore…sei un traditore,…traditrice sei una traditrice” per averli mollati in un momento difficile sia per la mia che per la sua famiglia…io sono sfinita e lui più di me…vogliono vederci realizzati economicamente e non sacrificati come adesso, vogliono aiutarci e supportarci ma nn alle nostre condizioni…e questo lo so è ingiusto ma come si fa a non rispettarli? pensare solo che nella vita non si può avere tutto e subito…e io voglio la benedizione di Dio e vivere nel peccato è pesante per me…se la nostra unione è voluta da Lui non temo nulla…ma non posso non cncedere a noi due la serenità se questo è il prezzo da pagare per un annetto beh lo farò!
Se scrivi un’altra volta che “vivi nel peccato” vengo lì e ti gonfio…
Ma peccato de che? Sei per caso una popolare pornostar che fa sesso con animali? Sei lo stupratore seriale di Milano?
ma te guarda cosa significa ancora nel 2010 vivere nel paese dello Stato del Vaticano…
Io sono laico, ma voglio citare questa frase: Dove c’è amore c’è Dio. Punto. Detto questo io non devo rendere conto più a nessuno…neanche ai miei genitori. Mancare di rispetto è tutt’altra cosa, lontana anni luce da quello che stai facendo tu. VIVI LA TUA VITA, e non quella dei tuoi o suoi genitori….
lo so lo so lo so…è così difficile per me decidere cosa fare…ma so che maggiormente lo farei per il mio fidanzato!
Ma perchè non vi sposate subito? Così potete vivere insieme come avete fatto finora.
Scusami, ma certe volte mi sembra che ci si crei problemi enormi quando invece si tratta di sassolini…
Ma secondo te “vivere nel peccato” significa condividere la vita con la persona che ami senza essere ancora sposati? Supportarsi, condividere gioie e dolori, amarsi sinceramente… senza essere ancora sposati, questo per te è “vivere nel peccato”?
Vivono nel peccato quelli sposati che alla sera vanno dalle prostitute.
“…e questo lo so è ingiusto ma come si fa a non rispettarli?”
Rispettarli? Ma sono loro che non rispettano la vostra scelta.
Guarda che rispettare i propri genitori non significa fargli decidere come dobbiamo vivere.
vi leggo…ho scritto per chiedere un consiglio? o per condividere la mia insicurezza? forse il mio fallimento? mi sento come paralizzata, impotente, non riesco ad essere la protagonista della mia vita,il fallimento della mia incapacità di portare avanti un progetto è sempre più presente nella mia vita, sono stata sempre una ragazza forte, non avevo calcolato mai l’amore e oggi che lo vivo sono una vera pavida, paurosa di perderlo ruoto intorno a questo amore che devo condividere con gli altri!
Scusatemi tutti ma mi sento sfinita!