Durante la sua vita, l’essere umano è alla costante ricerca della felicità….e ogni volta si lamenta che non la trova, che vorrebbe tanto essere sereno e felice…che non chiede altro dalla vita.
Ma poi quando riesce a trovarla…finisce per non essere del tutto contento, non è completamente soddisfatto… cioè una volta raggiunta la tanto agognata metà…non riesce ad essere felice di averla raggiunta…perché non può più lamentarsi di essere infelice.. perché non ha più scopo nella vita, avendolo già raggiunto…e inevitabilmente entra in una spirale di apatia che gli fa perdere la raggiunta felicità…e così ricomincia l’eterna ricerca…
Perchè l’essere umano è così incontentabile? Perchè quando ragigunge la tanto agognata metà…non è contento, e non riesce a tenersela stretta a lungo?
Rispondete numerosi…ho bisogno di risposte
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Categorie: - Riflessioni
perchè gurdiamo sempre il bicchiere mezzo vuoto, ci lamentiamo sempre e cerchiamo un ideale che non c’è…ogni medaglia ha il suo rovescio
Io credo ke questo accada a quelle persone sognatrici ed idealiste ke passano la vita a cercare l’anima gemella immaginandola come un’entità perfetta, angelicata. Ovviamente l’uomo ha i suoi difetti e nessuno è perfetto. Per questo quando si incontra una persona “reale” si smette di sognare il “grande incontro” ed è questo ke viene a mancare: “il sogno”. Sognare è bello ma bisogna mettere i piedi per terra ed affrontare la vita in modo più pratico. Io credo anke ke quando c si innamora davvero d una persona quello stato di felicità persiste perkè non si ha più motivo di rincorrere un sogno e la persona al tuo fianco con tutte le attenzioni di cui ti ricopre diventa irrinunciabile.
io credo che dipende sai?? da che persona prendi.
Se prendi un ragazzino di 15 anni di ora.. che ha tutto: cellulare, pc con schermo piatto, psp, una stanza tutta per lui, abiti griffati, fidanzatina che cambia una volta al mese, ecc ecc… tu dagli un cagnolino!
nemmeno lo guarda.
Prendiamo ora un bambino che non ha nulla, un povero bimbo somalo, con lo stomaco gonfio di fame, che gli si vedono le costole, prendilo, portalo in italia, dagli tutto e dai tutto alla sua famiglia.. stai pur certo che quel bambino non sarà incontentabile.. a lui non gli parrà vero! penserà di stare nel paradiso!!!
Morale della favola?? c’è chi ha troppo e chi non ha niente.. l’uomo dipende come lo fai crescere e come lo educhi, e saprà apprezzare ogni minima cosa, ogni sforzo, anche un fiore solitario, anche le stelle volendo.
è vero, ed io questo fenomeno lo chiamo semplicemente idiozia
Bel paragone leilaluna, azzeccato… io rispondo che chi dispezza compra, come si dice da me, nel senso che la soddisfazione piena non si avrà mai nella vita…
“ed è proprio il mondo che vorrei quello che non ho avuto mai…”
vogliamosempre di piu perchè abbiamo troppo, chi ha poco s accontenta di poco perchè di piu non può avere, chi ah tanto non s accontaìenta e vorrebbe di piu perchè pensa di meritare di piu…cosa sia poi questo per di piu…non me lo chiedere…non lo so…io m accontento, in senso positivo ehhhehh 😉
un po penso che sia nella genetica umana la ricerca del meglio altrimenti non avremmo raggiunto wuesto livello di evoluzione…un pò però anche i nostri tempi celeri e sempre dediti alla ricerca del meglio no aiutano il vivere bene…
Nella vita bisogna sapersi accontentare,mettere dei paletti,la vera felicità è nel sapersi vivi,nel sentirsi utili a qualcuno,sacrificando,e sacrificandosi un pò di più per gli altri e un po meno per se stessi.La felicità per me è l’abbraccio di un ragazzo diversamente abile proprio ierisera che ho accompagnato a casa in autoambulanza,queste per me sono cose insostituibili,che mai nessuna posizione agiata,o conto in banca o ferie in mari lontani potrà mai sostituire.DAGO44
Per come la vedo io, la ricerca della felicità, la ricerca in sé, come concetto e dimensione dell’esistenza, è un bene! E guai se nn ci fosse! La ricerca è qualcosa di dinamico, che spazza via antiche certezze, mettendo in discussione altre e costruendone altre ancora. L’uomo è fatto per cercare e ricercare, se smettesse di farlo, andrebbe contro natura e contro la possibilità stessa di evolversi. Nn potrebbe mai fare la conoscenza di se stesso e degli altri. Se nn conducessimo quella ricerca,credo che potremmo arrivare a compiere 100 anni senza aver saputo nulla, assolutamente nulla, di noi stessi. La ricerca “spasmodica”, invece, come l’hai sapientemente chiamata tu, è il risvolto negativo della ricerca in questione e ne diventiamo vittime quando guardiamo in modo statico le persone che sn intorno a noi, le cose, insomma il mondo; quando crediamo di aver capito tutto e nn ci stupiamo più, quando prendiamo un oggetto tra le mani, lo guardiamo superficialmente e decidiamo di buttarlo e cambiarlo con un altro che ci sembra possa offrirci cose nuove, ignorando che il vecchio oggetto aveva tante altre angolature che nn abbiamo considerato e nn perchè nn ci fossero, ma perchè siamo stati cechi o annebbiati! E così credo accada anche con le persone, ”metà” comprese, con le quali viviamo gomito a gomito e riteniamo siano sempre uguali a loro stesse o che ad un certo punto nn vadano più bene.Crediamo di aver capito tutto di loro, mentre, invece, magari ci sn sfuggite proprio le cose più semplici e, forse, più profonde! La ricerca spasmodica è la malattia di chi nn ha fantasia, di chi sa solo guardare senza mai riuscire a vedere, di chi nn sa guardare più in là del proprio naso,di chi crede che l’orizzonte sia una linea e basta, che si può osservare solo da lontano!I bambini africani che nn hanno nemmeno la minimissima parte del tutto che abbiamo noi, hanno, però, qualcosa di preziosissimo che noi, per come stanno le cose oggi, nn abbiamo ancora trovato il coraggio di rintracciare nelle nostre ricerche, che il più delle volte sn insensate, ovvero la fantasia, la capacità di vedere oltre la povertà e la miseria e la capacità di “sentire” VERAMENTE la bellezza di tutte le cose e di tutte le persone, di cui noi nn vogliamo essere capaci! Sn sicura che se domandassi ad uno di qst meravigliosi bambini cos’è la felicità, me lo direbbe senza esitare ed io ne rimarrei sicuramente a bocca aperta.
Infatti la felicità è nelle piccole cose della vita, ma bisogna saperle vedere per apprezzarle…invece spesso ci si perde in altro…c è sempre altro…sempre qualcosa di meglio o di più importante ( ma se ci fermiamo ci accorgiamo ceh non è così…ma chissà perchè non ci si ferma mai……)…
ceh fine faremo di questo passo…non lo so…
raggiungere traguardi non è trovare la felicità ma è soddisfazione…è fiducia in se.. è miglioramento di se…la felicità…in realtà ce l hanno tutti…ma nessuno se ne accorge…
la felicità potrebbero averla tutti, bisognerebbe capire in se stessi che cos è il concetto stesso, è sicuramente qualcosa di astratto, ma è qualcosa che quando si prova non la si vuole perdere per nessuna cosa al mondo….
io penso che la felicità è nelle piccole cose di ogni giorno ma è soprattutto nel cuore, e penso che la cosa importante e che se spesso in noi si possa perdere questa sensazione, bisogna avere accanto la persona che ti rispolveri questo sentimento, chiunque esso sia un nuova amore, un amico, una soddisfazione lavorativa e tuttò ciò che ci rende vivi