Ho passato un intero anno della mia vita a domandare a tutte le persone che ho incontrato se erano felici. L’ho chisto a chiunque, di qualsiasi età, qualsiasi credo, qualsiasi colore polito e sopratutto a qualsiasio status sociale. Molti di loro erano fidanzati o sposati altri invece non lo erano affatto. Parecchi erano ricchi ma c’erano anche molte persone nulla tententi. Insomma l’ho chisto a tutti, proprio tutti ! Le risposte sono state le più strane e variegate possibili ma nessuno mi ha risposto SI ! la risposta nel 99,99€ dei casi inizia sempre con un … ma guarda… la mi vita…. la sua vita…. Insomma sembra proprio che nessuno sia felice ! Eppure la maggior parte della gente da me intervistata le cataloghi facilmente come le classiche persone sorridenti, solari, divertenti e chi più ne ha più ne metta ! Invece sembra che la loro vita e sopratutto la loro felicità sia sempre dipesa dall’altro ! Dalla concausa che fa accendere la fiamma della passione e quindi della FELICITA’ ! allora mi domanderete… ma tu …. caro Arturo… sei FELICE ? io rispondo SI ! io sono felice perchè quando sono infastidito dal rumore del mio silenzio interiore riesco a sorridere, a darmi una pacca sulla spalla ed andare avanti ! sguardo alto e fiero come chi sa che la nostra vita deve essere vissuta tutta d’un fiato ! BUONA VITA A TUTTI !
La ricerca della felicità
di
ARTUROBOSCHI
Lettera pubblicata il 18 Marzo 2013. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore ARTUROBOSCHI.
La lettera ha ricevuto finora 17 commenti
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Io invece ti domando.. cos’è la felicità?
Caro Arturo B.; c’è una piccolo dettaglio di cui non tieni conto. Qualcosa che è sfuggito tanto a te che alla persone intervistate.
Hai ragione quando dici che la nostra felicità non dipende soltanto dagli altri ma anche da noi stessi. Quello che forse ti è sfuggito è che gli esseri umani non si scelgono il loro carattere. Il carattere di una persona è determinato da svariati fattori. In parte è iscritto nel suo codice genetico ed è legato al suo temperamento, alla conformazione del suo sistema nervoso, alla sua particolare costituzione psicofisica, al buon funzionamento dei neurotrasmettitori cerebrali. In parte ha a che fare con i traumi e le esperienze che hanno caratterizzato l’età della crescita. Questi fattori determinano il modo in cui reagiamo alle circostanze negative, rendendoci più o meno fragili, più o meno vulnerabili, più o meno inclini al pessimismo, all’angoscia e alla perdita della speranza.
Se sei felice ringrazia la tua buona stella che ha fatto di te una persona sorridente piuttosto che una persona malinconica o un depresso cronico con tendenze suicide.
Saluti.
Ciao arturo!!sai hai ragione.la felicita’ delle persone deriva dagli altri.io come te ritrovo pace e felicita’ nel mio fastidioso silenzio interiore.vedo che piu gli altri hanno piu sono tristi.persone che hanno avuto tutto ,amici,amore .io dalla vita ho avuto poco .
Beato te!
Ma non ti domandare perche gli altri, benchè sorridenti e solari, siano felici.
Essere sorridenti /solari/allegri può essere un modo come un altro per porsi dinnanzi al mondo.
CIau, e rimani sempre contento come ora! UN abbraccio
Katy
Ciao “Conto alla rovescia”, avresti perfettamente ragione su tutto…. se solo pensassi che non siamo solo materia…. ma siamo sopratutto ANIMA !
…. comunque io avevo già scritto cosa fosse per me la felicità…. per ANGELA invece volevo dire che non è vero che la vita ti ha dato poco ! scava meglio dentro di te e scoprirai un TESORO !
Caro conto alla rovescia,mi sono sentito di scrivere ora qui, perchè ho intravista un tono di arresa verso alcuni tipi di carattere.Nella vita bisogna avere il Coraggio di conoscerci ed affrontare il silenzio che è dentro di noi,ognuno di noi ha un tipo di carattere, ma è modellabile,lo dico per esperienza personale.Anni fa ero un ragazzo estremamente negativo,egoista pensavo di stare male solo io,quando ho aperto gli occhi,quando ho avuto il coraggio di guardare la tempesta dentro di me,mi sono sentito rinascere.Ora sono ottimista solare,nella vita se si vuole si puó,bisogna avere l’intelligenza di mettere da parte i nostri limiti per una volta e fare ció che si vuole fare.La vita non sarebbe bella senza la sofferenza,so che puó suonar male,ma dalla sofferenza si cresce,essa ci fortifica ci rende pronti per superare un nuovo ostacolo di vita.Se fosse davvero una vita ricca solo di gioie non potremo goderci determinati momenti.Lottiamo per i nostri sogni,agiamo per quel che ci sentiamo di fare,molte persone con gravi malattie continuano a lottare e sorridere,lottiamo per chi ormai non puó davvero più lottare è impossibilitato da tragici eventi.Godiamoci ogni singolo attimo ed amiamo.Se levassimo elettricità al nostro mondo,forse tutti ci cominceremo ad indagare su cosa realmente è importante per noi.Davvero una bella casa,macchina ecc ecc fanno di noi persone felici,un aumento di grado a lavoro quanto puó renderci felici,rispetto alla famiglia che amiamo agli amici e alla nostra donna,non trascuriamo le cose che ci sono veramente a cuore,lottiamo ogni giorno per meritarcele 🙂
Considerando che, la felicità non è un modo di essere, nè un modo di comportarsi, ma è invece uno stato d’animo e quindi è destinato a cambiare con il tempo che passa fra alti e bassi, ed è l’emozione positiva che si sente quando i propri desideri sono appagati, ne consegue che tutto dipende da quanti ed a quali desideri aspira qualcuno (consciamente o inconsciamente).
Più arduo è (o pensi che sia) il poter ottenere quello che desideri in maniera intensa e più ti ritrovi lontano dalla felicità, fino alla disperazione (volere una ragazza che non ti vuole, volere delle ricchezze che non puoi avere, volere ancora in vita una persona che è morta, voler trovare lavoro (più è difficile trovarlo e più lo si desidera e peggio si sta!), ecc…)
Ma tutto è relativo…
Ne è la prova il fatto che un classico individuo che possiede già tutto continua a rimanere infelice e insoddisfatto, perchè avrà desideri sempre più grandi che non può esaudire con i soldi o in nessun altro modo!
Al contrario esistono nello stesso mondo anche tribù, intere popolazioni (intendo quelle che vivono di cacciagione e non quelle che muoiono di fame a causa delle multinazionali) che sono di gran lunga complessivamente più felici rispetto ai precedenti, eppure senza possedere alcun chè (ed anche rispetto all’occidentale medio), e che riescono a stare meglio proprio per l’assenza di questi irrefrenabili desideri (soldi, televisori, automobili, piscine, iphone, tablet, vestiti di marca…)
In conclusione, qui si tratta di trovare l’equilibrio giusto tra l’accontentarsi anche delle cose più semplici, del porsi sempre obiettivi nella vita effettivamente raggiungibili, e del non arrendersi quando le cose vanno storte, infatti essere felici vuol dire anche essere ottimisti, come diceva Einstein “Ci sono due modi di vivere la tua vita. Una e’ pensare che niente e’ un miracolo. L’altra e’ pensare che ogni cosa e’ un miracolo.”
zalone é tutto giusto quello che dici, pero’ é anche vero che dovremmo pensare anche ai problemi personali come problemi importanti, e nn pensare cke quelli degli altri sono piu’ importanti dei nostri. Io per esempio non ho manco un amico. Ti sembra una cosa da niente?
melo
è ovvio che i problemi personali sono importanti, ma quello che intendo dire è che non bisogna ingigantirli nè perpetuarli, perchè questo può portare a bloccarsi ulteriormente, quindi a stare peggio.
Il punto è che molto spesso sdramatizzare i propri problemi aiuta molto a risolverli, o in ogni caso, a viverli meglio, e nel caso di problemi irrisolvibili (es malattie degenerative) a conviverci meglio.
Rimurginare troppo su quanto grave può essere un problema non porta a niente, anzi porta a stress tristezza e depressione, pensare a come risolverlo con un pò di ottimismo invece direi che è più produttivo.
Nel commento precedente non volevo assolutamente evidenziare il fatto che “i problemi degli altri sono piu’ importanti dei nostri”, il nòcciolo della mia riflessione è basato sul fatto che la tristezza sovrasta quando non è possibile esaudire dei desideri ardenti; e che la soluzione è quella o di lasciar perdere, dimenticare e spostarsi su altri desideri più accessibili, o di trovare la soluzione per esaudirli. Scartando appunto l’alternativa di rimurginarci inutilmente sopra!