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Lettera pubblicata il 6 Maggio 2008. L'autore, salvo098, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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e nemmeno gli altri, quando è legata a qualcuno
bisogna sempre partire dal presupposto che nulla è eterno … che le cose cambiano … bisogna essere indipendenti anche quando si ama alla follia … altrimenti si soffre … e non è colpa degli altri!
bella lettera, “scelta dal caso”. utili tutti i commenti.
concordo con: “Io so che molte volte le donne lasciano gli uomini che si fermano.”
bisognerebbe indagare perchè questo avviene… che non possa essere, anche, perchè si amava di piú il tipo di vita che con tali partner si aspirava a condurre che non i partner per loro stessi?
Tutti i nodi vengono al pettine…
hai lasciato qualcuno (che ha sofferto) per una persona che ha PROMESSO mari e monti, e che oggi puntualmente NON MANTIENE gli impegni presi.
Ma d’altra parte … 3 figli … uno dovrebbe aprire gli occhi prima o no ?
(ci sono donne che per mantenere i figli farebbero qualsiasi cosa…. QUALSIASI cosa).
Attimo,
commento di buon senso, anche se non sempre si é in grado di destreggiarsi come si vorrebbe quando si é in due a essere coinvolti.
a mio avviso, non ci puó essere quasi niente di meno sicuro della durata di un amore, ammesso che sia sano e sincero.
Perché vi complicate la vita con menate sentimentali?
Non è più semplice ricercare il godimento, ben sapendo che nessuno ci appartiene e che il nostro cosiddetto partner nulla ci toglie a fottere con un altro, purché ci voglia bene?
Cito: ” il nostro cosiddetto partner nulla ci toglie a fottere con un altro, purché ci voglia bene”
A mio avviso toglie parecchio…praticamente tutto.
Se la mia donna si fa trombare da altri, in che cosa dovrei “vedere” il bene che mi vuole ? Nelle parole “ti voglio bene” dovrei scorgere qualche verità nascosta ?
Senza fatti concreti (compresa la rinuncia al piacere carnale con terzi) la parole “ti voglio bene” restano soltanto vuoti echi del menefreghismo assoluto.
Condivido il pensiero “gaudente” (quis habet aures audiendi…) di Viveur, non capisco infatti l’eccessiva commistione tra sesso e sentimento, essendo il primo una necessità fisica e il secondo solo una categoria mentale, che la cultura Occidentale ha mixato in un mal riuscito frullato che fa più schifo di quello fragole-banane. Avere una compagna tranquilla e soddisfatta è meglio di averne una rompiballe e musona, magari perché di suo è laureata in lettere e non trova nè il manzo, né il posto fisso a scuola. Concetto semplice come una narda liscia (uso un pleonasmo, va sempre liscia, la narda), che eviterebbe molti femminicidi perpetrati inutilmente.
Yog,
tralasciando il fatto che “nemo propheta in patria”, e quindi i benpensanti nostrani criticheranno la mia uscita, considerando vieppiù che “electa una via, non datur recursus ad alteram”, mi accontenterò di ragionare per mio conto sulla necessità di illibatezza femminile, senza pretesa di plauso da parte Vostra. Un uomo, geloso retroattivo o meno, che desideri l’esclusività carnale con la propria sposa, se dovesse accoppiarsi con la guadente laureata soddisfatta, ne morirebbe pietosamente, pur anche amandola, secondo la formula “nec sine te, nec tecum vivere possum”. Infatti se l’amore è una disciplina tutta mentale, essa comunque implica una radicazione materiale anche nel possesso psicologico dell’amato. La speculazione se esista un amore senza possesso è lasciata ai filosofi e ai geni (che di solito sono senza donne). Alla gente comune, nel comune sentire, il letto matrimoniale è un luogo riservato, in cui non far cantare altri galli a parte se stessi.
Ennò, il letto matrimoniale, si nihil avocet, è sacro, altrimenti scatta il 614 c.p.; certe cose si fanno in motel o in tenda Quechua piantata nello spazio comune condominiale, dal deca le trovi a 50 euri 4 posti.