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La palla che non rotola

di magirama

Ciao a tutti. Vengo spesso in questo forum e rispondo anche volentieri alle lettere, qualche volta ne scrivo qualcuna anch’io, è evidente che i temi maggiormente gettonati siano l’amore e i sentimenti, sfoghi di delusioni d’amore. Oggi vorrei parlare di un’altra cosa, sollevando una questione personale che mi sto portanto dentro da un po’ di tempo, una cosa che riguarda lo sport.
Premetto che a me piace molto lo sport, personalmente gioco a tennis con una certa passione e lo considero un modo bellissimo di trascorrere del tempo libero unendo divertimento e attività fisica.
Dal punto di vista televisivo, ho sempre seguito il calcio. Brutta roba. Ormai possiamo considerarlo ancora uno sport? È diventato sempre più una macchina che fa girare una quantità spaventosa di denaro, un ambiente scellerato dove l’unica cosa che viene messa in campo sono gli interessi economici delle società. Cosa dire dei giocatori? Altra mazzata. Ormai essere un calciatore è un modo di essere, in Italia poi, sembra quasi uno stile di vita. Giornali e rubriche televisive non parlano d’altro, sia di quello che fanno in campo che di quello che fanno fuori. L’immagine del calciatore modello è quella di un miliardario capriccioso che parla da grande campione ma che poi vive di eccessi, soldi a palate, auto di lusso, belle donne, inutile nascondere il fatto che ormai le veline o le donnine della TV vedano nei calciatori lo scapolone d’oro.
Le trasmissioni sportive dovrebbero rinominarle “trasmissioni di calcio e qualche accenno agli altri sport”, senza considerare che poi trovo di pessimo gusto le polemiche, le liti, gli scontri verbali tra personaggi di discutibile serietà che danno un cattivissimo esempio di fronte a una volgare partita di calcio, un ulteriore incremento alle tensioni e all’odio che c’è tra tifosi. Ma poi, quelli che vanno allo stadio, sono veramente tifosi? Qualcuno sì, c’è ancora chi segue il calcio con gusto e passione, però com’è concepibile che si arrivi al punto di vedere il tifoso avversario come un nemico? Perché si deve arrivare al punto di odiare e voler offendere o ferire (all’occorrenza anche uccidere) una persona solo perché indossa colori differenti? Perché si permette a questi personaggi violenti di sporcare, sfasciare e danneggiare luoghi e strutture pubbliche, oltre che mettere a rischio l’incolumità delle forze dell’ordine che sono spesso disposte in massa per garantire la sicurezza di un evento?
Tutto questo solo per una partita di calcio. Manco fosse una guerra. Ne vale ancora la pena? Più che altro perché a pensarci, siamo a cospetto di un gruppo di organizzazioni che fanno di tutto fuorché rendere il gioco pulito e giusto (mi riferisco a organi come la FIFA e l’UEFA), sempre legato agli episodi dubbi, sempre con gli arbitri nel mirino, sempre a che fare con giocatori che poi sanno solo essere sleali e scorretti, un atteggiamento che gli viene persino insegnato da ragazzini, poiché conta solo vincere, non importa se con un clamoroso tocco di mano oppure se è necessario sfracellarsi al suolo col solo soffio di un avversario. Dopo magari a giochi fatti si può anche fare i bravi bambini e dire la verità, ma in campo conta solo vincere, lealmente o meno. Dico la verità, tutte queste cose mi stanno disgustando tantissimo.
Il calcio non è più uno sport e l’ho capito soprattutto da un recente episodio, una circostanza in cui mi sono sentito molto coinvolto come spettatore e sportivo.
Era un freddo e uggioso pomeriggio di metà novembre e a S. Siro, nota per essere “la Scala del calcio”, l’atmosfera non era quella tipica, 80. 000 persone fecero il tutto esaurito senza bisogno di forze dell’ordine, roba da fare invidia a Milan e Inter con un solo episodio. Le righe sul campo erano diverse, le porte avevano due pali lunghissimi e la palla in campo non era rotonda bensì ovale.
Non è la prima volta che seguo il rugby, ma i recenti impegni della nazionale mi stanno insegnando ad amare davvero molto questa disciplina, per i valori che trasmette in campo e anche fuori.
Quando hanno intonato gli inni nazionali mi è venuta la pelle d’oca perché sebbene fosse un’amichevole, non avevo mai visto un simile senso di unione e raccoglimento da parte dei giocatori e dei tifosi, nemmeno nella finale dei mondiali di calcio avevo provato un’emozione simile, poi giocare contro la Nuova Zelanda è stato un evento di un prestigio assoluto.
Ho seguito la partita con grande entusiasmo e sebbene non abbia ancora compreso a fondo tutte le regole, mi sono divertito tantissimo. Ho visto in campo 15 grandi giocatori, 15 campioni giocare con grandissimo cuore, poi mi hanno veramente sorpreso la correttezza e il rispetto dei tifosi nei confronti degli avversari, c’era quasi il silenzio quando dovevano battere loro un calcio. Un ambiente magnifico in cui ho visto l’arbitro prendere le sue decisioni senza mai essere contestato né dai giocatori e né dal pubblico, aiutato anche dalla correttezza dei giocatori stessi, ed anche se non abbiamo vinto (sapevamo che loro erano fortissimi) io mi sono sentito molto orgoglioso perché negli ultimi 10 minuti in cui abbiamo dominato, sembrava davvero che tutti i tifosi stessero spingendo quella mischia insieme ai giocatori azzurri.
In questa mia lunga lettera non era mia intenzione “sputtanare” il calcio e i suoi appassionati, penso che continuerò a seguirlo, anche se in fondo è più un’abitudine che altro. Il mio intento comunque è quello di lodare il rugby e render onore a chi lo pratica e anche a chi lo segue, poiché sembra che sia uno dei pochissimi sport che possa dire di avere dei veri tifosi sportivi, una disciplina dove non vincono i furbi, i disonesti o i simulatori e in cui lo scopo è lottare, rimanere in piedi e correre trascinando la squadra verso la meta. Quando si vedono i calciatori rotolarsi a terra per un leggero tocco si pensi ai giocatori di rugby che cosa affrontano senza fare una piega. Inoltre è un esempio magnifico anche fuori dal campo grazie al suo magnifico “terzo tempo”, in cui due squadre che si sono date una dura battaglia fisica in campo si stringono la mano e si complimentano.
Spero di non avervi annoiato e mi piacerebbe sentire qualche opinione, ho fatto un po’ di outing su cose che penso di questi tempi riguardo lo sport.

Lettera pubblicata il 26 Novembre 2009. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Attualità

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    silvana_1980 -

    guarda io credo che purtroppo il calcio sia diventato una sorta di appuntamento dove sfogare gli istitinti più animaleschi che uno-una ha
    a differenza di una volta che si andava allo stadio seduti e si guardava la partita e la massima confusione che si faceva era quando c’era un goal o quando si vedeva l’azione da goal per incitare la squadra….ora è diventato un tripudio di bestemmie, di accuse, gli stessi telecronisti (che personalmente riunirei tutti in cima a una torre e butterei giù senza alcuna esitazione) urlano, si parlano uno sopra dell’altro, si fanno i loro film sulla partita chiaccherano per conto loro
    i calciatori che si offendono pesantemente…
    sembra un pò di essere tornati al Colosseo quando c’era l’uccisione dell’uomo che lottava con le belve…un trionfo della violenza
    ci siamo evoluti? non tutti
    è tutto così, una sorta di oasi protetta della maleducazione…nello stadio di può insultare, ferire, di tutto…e le punizioni sono molto blande. La nostra giustizia non aiuta.
    Da donna non sono un amante del rugby, ma concordo sul fatto che ci sono altri sport meravigliosi come l’atletica, il pattinaggio artistico, il pattinaggio su ghiaccio, la danza…perchè non hanno quel successo?
    perchè nella nostra epoca vince il casino, la confusione, ovunque
    e quando uno sente un minimo di silenzio, di tranquillità, di armonia, di disciplina… si annoia
    forse è questa la triste verità

  2. 2
    magirama -

    Ciao e grazie del tuo commento. Sono perfettamente d’accordo con te. Purtroppo il mondo del calcio è diventato ormai una macchina difficile da fermare, un ambiente pieno di soldi e dove anche il minimo concetto di sport non esiste. Come dici appunto tu, è diventato uno sfogo di tutto ciò che di peggio un ultras può esprimere, dico di proposito “ultras” perchè quei soggetti sono tutto tranne che tifosi, hai ragione, si vede solo un senso di odio e violenza dove la giustizia vacilla davanti agli interessi di tanti.
    Giusto per intenderci, sabato hanno giocato Genoa-Sampdoria, un derby molto sentito, in campo e sugli spalti sembrava di vedere una battaglia cittadina, è vero, come al Colosseo, poco ci manca. Poi i giocatori in campo non sono un esempio di lealtà, sleali all’occorrenza e abili a simulare o accentuare anche un minimo contatto, i giornalisti poi sono proprio ridicoli, per certi versi esaltano i giocatori manco fossero delle divinità, poi loro stessi urlano, litigano, alzano la voce, sono odiosi. Io sabato sera ho visto la partita in TV ma ad un certo punto ho spento e me ne sono andato, non ne potevo più di tutto quel frastuono.
    Ho accennato al rugby poichè mi sto divertendo tantissimo a guardare questo sport, ma naturalmente non volevo tralasciare altre discipline altrettanto sportive e pulite che potrebbero essere rivolte anche a un pubblico femminile. Purtroppo sembra come dici tu: dove c’è silenzio, rispetto e rigore, c’è noia e di conseguenza meno interesse. Qualcuno dice “eh, ma il calcio è lo sport nazionale”, secondo me è una cazzata, perchè nessuna regola dice ciò, la verità è che il calcio è lo sport più seguito perchè nel bene o nel male se ne parla di più, perchè in un modo o nell’altro muove più soldi e sopporta in tutti i modi un atteggiamento che esula molto da un atteggiamento sportivo e rispettoso.
    Io mi sto orientando in un altro modo ormai: palla ovale e sempre in mischia!!! 😀
    Ciao e un abbraccio.

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