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Lettera pubblicata il 13 Agosto 2017. L'autore ha condiviso 19 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore ShadowGhost.
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Ma che soluzione inutile è questa??? Il fatto che fosse Edwin Abbott è lapalissiano ( non vi sono molte alternative)…embé?
Poi, Yog, anche tu ignori Buzzati eppure mica mi infervoro così, dai! Ma esiste la soluzione o è una panzana galattica???
Flatlandia eccellente,me lo aveva consigliato un amico che mi ha trasmesso anche la passione per HP, (ne è passato di tempo) gran bella citazione
Sul resto invece concordo solo sul retrogusto amaro,
anzi di piu… amarone..
Guarda Yog, io ieri sera, onestamente, avevo guardato Wikipedia e trovato ‘sto personaggio con relativo riferimento bibliografico, Avevo ipotizzato che questa fosse la soluzione, ma non ho volutamente eseguito un “cut & paste” da Wikipedia per non fare la furba e fingermi “acculturata” su tale autore (di cui effettivamente ignoravo l’esistenza) . Immagino che sottolinearai, come conclusione del sillogismo di cui sopra, che, quindi, oltre ad essere molto ignorante, io sia anche poco furba…Non hai tutti i torti: iniziero’ con il ripasso della “la quarta dimensione” del bisnipote di Hegel (intanto leggo solo pag.34, poi vediamo se proseguire perche’ se e’ troppo pallosa forse mi addormentero’).
Nessuno di voi ha dato la soluzione. Dopo son tutti buoni. Ma chissenefrega. Tutti nel mio bilocale di Quarto a festeggiare. Narda a go go ben fresca. La vita continua eppoi ne parliamo quando avete letto (almeno) pag. 34, perchè in realtà non vi ho detto granché, nè lo farò.
Faccio notare che ambedue i libri sono editi da Adelphi, casa editrice che io stimo molto principalmente perchè il dorso dei libri ha un colore gradevole che dà un tono al mio studio. Flatlandia è verde e quell’altro rosso, il guaio è che non hanno le stesse misure e quindi non posso metterli vicini.
Acqua idrica, no, non è palloso più di tanto, per dirtela tutta io lo ho letto sotto al sole stravaccato sulla sdraio in giardino e con un livello etilico da codice rosso (nonché da codice penale in caso di guida), ma Flatlandia è più divertente anche se (o forse proprio perchè) è stato scritto più di cento anni fa.
Suzie, amica, la soluzione esiste eccome, o quantomeno PUÒ esistere, quid satis. Non capisco però l’altro tuo asserto.
IO ignoro Buzzatti? Dai i numeri? Ti confondi con qualcun altro. Io abito vicino a via Saterna e la frequento spessissimo. Ho infatti un debole per i completini in canapa della Maricorda. Eppoi c’è un ex voto della Val Morel che mi è caro, prova a indovinarlo.
P.S.
Suzie. Non si chiama Edwin Abbott.Si chiama Edwin Abbott Abbott. L’altro era suo padre. Supponiamo che tuo padre si chiamasse Mario Rossi. Tu saresti Mario Rossi Rossi, cioè Rossi al quadrato. Già. IL QUADRATO.
Se non si chiarisce ‘sta storia qui finisce Abbott.
Yog, non Buzzatti, quello è suo cugino!
Non sarà mica la bottiglia? Io opto per le formiche mentali che ti ripetono incessantemente: “lo sai che non esisti?”.
Quando uscirò dalla mia attuale dipendenza, magari Fatlandia me lo leggo…Ma scusa, se si cambia edizione come si fa a trovare la fantomatica pagina?
Di Rucker c’è una sola edizione in Italia, quella di Adelphi.
La tavola buzzatiana che mi ispira è la n.35, non quella della bottiglia che mi pare leggermente minacciosa.
Bene fai a leggerti Flatlandia, sono sorpreso che tu non lo abbia già fatto.
Yog, questo tizio non l’avevo mai sentito nominare! Pensare che amo la fantascienza; c’è stata la fawe ” divoratrice di Dick”, ma l’unico romanzo di fantafilosofia letto è stato una grande delusione!
Di che tizio parli? La fantascienza qui non c’entra una min..... Salvo il fatto che gli anglosassoni chiamano dick proprio ciò che gli egizi adoravano come mink. Robe di kappa.