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Lettera pubblicata il 18 Luglio 2013. L'autore ha condiviso 12 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore ILSaggio.
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Quando uno si fidanza gli amici già lo sanno che inizieranno a vederlo molto poco,quasi mai all’inizio e poi sempre un pò di più dopo che l’attaccamento all’altra si fa più razionale,ed ognuno si riprende i suoi spazi..Ma quello non dev’essere un ostacolo,di compromessi se ne trovano,a voglia.. Non calcolare troppo. La tua è solo paura.. E con le ragazze ci abbiamo toppato tutti un sacco di volte. L’importante è provare.. e se c’è la sintonia lo capisci e non c’è bisogno di fingere o di controllare niente. Tutto funziona secondo natura. Poi i primi tempi ti viene voglia di scappare per non legarti,ma dopo poco questa voglia passa.
La cosa più difficile secondo me in questa vita è capire il giusto peso delle cose. Ed è un peccato che si arrivi sempre a capirlo troppo tardi e dopo qualche duro colpo o dopo tanta sofferenza. E’ tutto molto più semplice di quello che sembra. Devi riuscire a dare un giusto peso agli altri,alle loro parole,agli eventi della tua vita. E non faccio del banale moralismo,ma ci sono passato. Ed ho un’altra domanda che spesso mi sono posto: se tu potessi viaggiare indietro nel tempo,adesso,tipo in un’altra epoca,mettiamo in età medievale,saresti lo stesso o ti comporteresti in maniera diversa? Pensaci..
Giusto, l’importante è provare, è che non capita molto spesso di poterlo fare, e talvolta sono io ad evitarlo.
Cercerò di sfruttare di più ogni minima occasione che mi si presenti da qui in avanti.
Concordo con le tue parole…
Cmq per la domanda, non conoscendo quel periodo, il come si viveva, non saprei dirti con certezza, ma penso che un tempo non essendoci tv radio niente la vita era più vera e sincera, oggi ci si fa plasmare dalla società e dalle persone che ne fanno parte, la maggior parte della gente non è più rara, vedo degli stampini in giro, uno uguale all’altro, perchè la società ti dice di essere così se no sei uno sfigato.
Penso che se avessi vissuto in quel periodo avrei avuto meno problemi e non sarei stato così timido e impaurito.
Scusa,mi sono spiegato male.. E’ difficile far capire bene che intendo quindi provo a spiegare che volevo dire: quando mi immagino,a volte,quando non so cosa fare,di prendere una macchina del tempo e di andare nel passato(a prescindere dagli usi delle persone,mettiamo siano persone simili a quelle di ora) mi viene da pensare che non avrei più legami con niente,con conoscenti,con la famiglia,e con il mio passato. Chiuso tutto. E sento proprio che riuscirei a oltrepassare tutti i limiti che riconosco in me da sempre. Sarei magari più sincero,più spudorato,più naturale. Farei tutte le cose che ho paura di fare nel presente. La stessa cosa mettiamo può succedere se da domani decidi ad esempio di prendere un aereo,andare in Venezuela,li conoscere gente nuova che ti fa cambiare nome in (mettiamo)Carlos Banderos. Ed iniziare a viverci senza che nessuno abbia più notizie di te.
Credi che tu saresti diverso e inizieresti a comportarti diversamente e avresti più coraggio,più forza,saresti più intraprendente?
Saggio,
credo in cuor tuo tu stia sognando la storia romantica. E che i nostri tempi siano avversi. Le persone, ragazzi e ragazze, uomini e donne, “puliti”, veri, che seguono il cuore, che restano sognatori anche crescendo e soprattutto coerenti nel tempo sembrano un miraggio, quasi viene da chiedersi se davvero esistano. Si può dubitarne, ma non rinunciare a crederci davvero.
Nel mio piccolo ti inviterei a non dare troppo peso alle solite generalizzazioni, le ragazze non sono tutte uguali così come non lo sono i ragazzi. Molti, a dire il vero la maggioranza, per effetto di mode, insicurezze e paure, è vero finiscono per conformarsi totalmente alle mode, alle tendenze anche nei peggiori comportamenti. Eppure ognuno di noi ha una testa, e qualcuno per quanto sia sempre un essere più raro, decide finalmente di seguirla.
Molto dipende anche dagli ambienti che si frequentano, oltre da ciò che tu vai realmente cercando. Vero che l’apparenza inganna, ma anche questa frasetta, ripetuta a sproposito, può scadere, non è valida sempre e comunque e darle retta incondizionatamente sarebbe cadere nello stesso tranello convenzionale del suo opposto. Cerca le persone (da amare, da voler bene, con cui condividere qualcosa di vero e sentito) nei luoghi dove tu andresti, non per ottenere visibilità o opportunità, ma nei posti in cui ti recheresti semplicemente perché ti fa piacere starci, naturalmente, per e con passione. Per farti un esempio: personalmente detesto i locali affollati e se volessi conoscere qualcuno simile a me, di certo non ci andrei al fine di conoscere qualcuno: seppur potessi per un fortuito caso trovare l’unica persona lì nella mia stessa situazione, sarebbe totalmente un controsenso, mi segui? Quello che sto provando a dirti è che l’unico modo che hai per essere amato davvero, per logica, è l’essere te stesso. Senza caricature. Senza sentirti quasi in dovere di vestirti “da figo”. Senza diventare tu stesso un prodotto di questa pazza società, totalmente superficiale e commerciale. Chi ti ama davvero ama te, così come chi ti vuole bene sul serio, non l’idea che tu vuoi dare di te stesso. Pensaci, potrebbe essere proprio la caricatura ad allontanare i tuoi simili. Snaturandoti finisci per concretizzare il contrario di ciò a cui aspiri, finisci per non scegliere, per essere catapultato nella “non appartenenza”, in un limbo che è fatto di ambiguità e incertezze.. Vivere per come si è, fragilità inclusa, errori inclusi, senza bisogno di mostrarsi diversi, è il primo grande atto di libertà che l’essere umano moderno possa regalarsi. E non è per niente facile, come non è facile “buttarsi”, credere nell’esperienza e nella praticità quando si è passati per una teoria facilmente disattesa dalla realtà. Ma lei ti amerà davvero, loro ti vorranno bene davvero se sapranno chi realmente sei. Altrimenti saranno attratti/allontanati da un’idea di te, sarebbe un grande inganno per te e per gli altri con cui ti relazioni. Credo ancora…
in definitiva, nell’essenza dell’uomo. Credo che non ci si innamori di qualcuno perché è bello, perché è intelligente, ecc. Và oltre alle mere doti o a tutta quella serie di status symbol, mettiamola così, la posizione, la ricchezza, ecc.. Ti deve proprio accarezzare l’anima, farti sentire un’unica cosa, “a casa”. E continuo a pensare che da un’intesa vera, solida, profonda possano crearsi legami che durino per l’intero nostro passaggio su questa terra, sia un legame d’amore o di amicizia, che poi sono solo modi diversi di chiamare dei sentimenti e catalogarli. Va da sé che questo meccanismo presuppone una conoscenza autentica. Ed è anche vero che la gente e l’odiosa rete di relazioni di facciata o “conoscenze da pettegolezzi” si alimenta di preconcetti e catalogazioni.
Ma caspita, mi dico, siamo altro.. E allora forse un po’ tutti dovremmo imparare a ridimensionare, partendo dal nostro piccolo, una cultura sociale in cui persone come te si ritrovano insoddisfatti e infelici. C’è sicuramente in parte del disagio personale, negarlo sarebbe da ciechi, ma il teatro della collettività a mio avviso ci condiziona molto più di quanto pensiamo, riflette sul nostro umore, sulle convinzioni, sull’autostima e via discorrendo, e ben poche volte in positivo.
Ti chiedo scusa se ho divagato nella riposta, non è mia intenzione non dare importanza a ciò che hai scritto, tutt’altro. Credo che, come te, persone che possano scrivere lettere simili ce ne siano altre e a tutte direi che siamo pezzi di storia e che volessimo siamo una generazione che ha gli strumenti (ad esempio internet) per iniziare una lenta e proficua trasformazione della vita sociale, puntando a qualcosa di solidale e sereno. Una realtà, è vero lo ammetto forse idealizzata da tanto l’ho sognata, dove le persone possano viversi e vivere gli altri senza inutili timori, ansie, preoccupazioni. Per quanto la strada sia lunga e difficoltosa…
Un sorriso 🙂
Ah ok ho capito cosa intendi, avevo interpretato un’altra cosa, che però si ricollega, nel senso, spiego meglio: se domani dovessi ritrovarmi in un’altra epoca, o in un nuovo stato dove nessuno mi conosce, penso che mi riuscirei a comportare secondo la società di quell’epoca/paese.
Per quelli come me penso che la difficoltà e la paura forse nel sapersi esprimere (a livello caratteriale/emotivo con gli altri) e tirare fuori quello che c’è dentro di noi, sta nel fatto (almeno in buona parte) che è per come la società sia lontana da quello che siamo noi, non sono uno strafottente, un irrispettoso delle regole, poco affidabile, e tutte queste cose oggi come oggi da noi sono elementi molto frequenti nelle persone.
Quindi se la nuova gente che andrò ad incontrare sarà più o meno la medesifa, farò lo stesso fatica, se invece mi ritrovassi tra persone con caratteristiche opposte sarei più aperto e non farei fatica ad esprimermi.
Non so se ho reso l’idea.
Un esempio concreto che ho provato a vivere, se davanti mi ritrovo una ragazza con la quale sto parlando, e questa è una altezzosa, una che si da importanza, snob, che si capisce che ti sta ascoltando ma che non vede l’ora che tu smetta, magari parte già con pregiudizi verso di te, faccio fatica a esprimermi, faccio fatica a tirar fuori quello che ho da dire.
Se invece, parlo con una ragazza umile, una ragazza che ti ascolta anche se magari quel discorso non gli interessa, ma cerca di farti capire proprio il contrario (a me capita spesso di farlo con qualcuno che mi parla) allora riuscirei ad essere me stesso, riuscirei ad aprirmi.
Quindi penso che il nostro comportamento sia un riflesso incondizionato (anche!) dal chi abbiamo a che fare ogni giorno.
Poi ovviamente del nostro c’è sicuramente, ma è la minima parte credo.
PS: Ho letto solo dopo il commento di Lullaby, hai perfettamente azzeccato quello che ho cercato di spiegare io nel mio commento qui sopra appena scritto, senza parole… mi hai letto nel pensiero.
Spero ad ogni modo che un legame di questi possa viverlo io e tutti voi altri come me, prima o poi, sperando davvero che questo “poi” non sia poi così lontano, perchè è vero che a 21 anni si è ancora giovani, ma la vità è troppo breve, non basterebbero 100 anni per riuscire a viverla come noi (o almeno io) vorremmo.
Scusa se mi sono firmato diversamente da AMICO di Martina. Ma sono sempre io. Oltre a questa precisazione volevo dire che adesso che c’è Lullaby sono contento di lasciarti nelle sue mani. Dalle ascolto.
Tutta la storia del viaggio nel passato serviva per scoprire se ti senti troppo limitato dalla tua reputazione e dall’idea che hai e che gli altri hanno di te. Capita di non riuscire a cambiare per questa responsabilità nei confronti dell’idea di noi stessi. Anche se dentro se ne sente la voglia. In tal caso,ricordati che la gente non si ricorda di te come te la ricordi tu,alla gente a cui non sei caro non interessi più di tanto,e non dimenticare che una volta morti diventiamo “cibo per vermi”. Ti lascio questo link(se posso) https://www.youtube.com/watch?v=jMScVXySbk4; è il monologo finale di The big Kahuna. Buona fortuna
Avevo scritto un commento immenso,ma poi ho deciso di cancellarlo e non sapendo come fare lo sto modificando scrivendoci sopra queste parole.
Stessa cosa,scusate.
Nessun problema per il nome, tranquillo.
Per il resto del discorso sicuramente c’entra oltre alla società anche il fatto da te menzionato, cioè che mi sento limitato dalla mia reputazione o dall’idea che la gente possa avere di me.
So che le persone di me se ne fregano, ad esempio tutti i giorni sui mezzi pubblici ho “paura” di guardare la gente in volto per paura che mi stiano già tutti fissando loro, e quelle poche volte che prendo un po’ di coraggio noto ovviamente che nessuno mi sta osservando.
Purtroppo sono al corrente di tutte queste cose, è che non ho idee, consigli per uscirne da questa situazione, non so come fare e dove trovare la forza, consigli concreti, fatti da applicare.
Basterebbe forse essere spronato (anche inidirettamente) dalla persona giusta e tutto sembrerebbe più semplice e inizierei ad ambientarmi a questo mondo.
Ma non c’è nessuno e da solo non riesco, e sento che quindi rimarrà così per tutta la mia vita.
Il video, è fantastico, ed è tutto molto vero, ma ricadiamo sulle stesse parole, io questi discorsi li capisco e so che sono veri e giusti, ma non riesco ad applicarli poi nella vita reale.
Un domani come dice nel video, probabilmente mi renderò conto che i pensieri e problemi che ho adesso saranno delle sciocchezze, ripenserò a quanto ero stupido a fare certi pensieri forse, a non essermi goduto il mio corpo fin quando ero bello come un dio greco, ad apprezzarmi per come ero, è vero… ma io sto “vivendo” adesso, io voglio che la mia vita parta da ora, a tanti miei coetanei è partita da un pezzo, e un domani quando anche loro si ritroveranno ad avere problemi più seri di questioni amorose o il non avere avuto amici, in quei momenti di difficoltà avranno però nel repertorio tante belle cose da raccontare, e io?
Ho una paura grande che se mai dovesse succedermi qualcosa, se mai dovessi morire, ci sarebbero solamente i miei genitori a ricordarsi di me, che è fantastico, pensando al fatto che molti non hanno neanche quelli, però capisci che mi rattrista come cosa, io non voglio diventare un divo, non voglio che tutto il mondo mi conosca, mi bastano poche persone, tra le quali entrerebbero sicuramente i miei genitori, ma vorrei che a tenere tanto a me ci fosse anche la mia compagna di vita, gli amici più cari, da ora, non da 30/40 anni.
Se rifletto davvero a chi penserebbe costantemente a me nel caso in cui non ci fossi più, solo i miei.
Grazie per gli auguri di buona fortuna, ma ho paura che con me (e molti altri nelle mie stesse condizioni) solo la fortuna non basta, o meglio, che vada creata da noi stessi, con della autodeterminazione, ma io non ci riesco.