Ciao a tutti… mi dite il vostro Punto di vista? La mia compagna non vuole più fare vedere i nostri figli ai miei genitori dopo che tra lei e i miei c’è stata una pesante discussione dove i miei addirittura l’hanno minacciata di fargli del male. Premetto che questo mi ha deluso tantissimo al che li ho allontanati… io essendo loro figlio so che non farebbero del male ai miei figli ma lei dice che loro non si devono avvicinare perché ha paura per i bambini. Premetto che ora a 2 anni di distanza i miei esprimono il desiderio di vederli e a ogni rifiuto mio padre o mia madre piangono o mi scrivono messaggi straziati
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Categorie: - Amore e relazioni - Famiglia
Ciao,
penso che potresti trovare un accordo con lei. Vengono con te e quando cresceranno in maniera molto naturale, senza mancare di rispetto ai nonni, potrebbero cominciare a sentire l’esigenza di restare a casa studiare piuttosto che a fare altro. Per me il padre e la madre sono uguali, ma rappresentano esigenze diverse che non mi consentono di stare all’interno della logica delle decisioni dei giudici in caso di separazione. Con la famiglia paterna ho un legame più sentimentale (fatto di retorica della materia) che potrebbe portarmi a fare delle scelte che vanno contro lo spiritualismo disincarnato che è il punto d’arrivo dell’eccesso di arbitrarietà che si ricerca in tutto quello che riguarda la madre. Infatti, se proprio devo essere sincera, gli anni in cui mi cominciava a pesare la visita a casa di mia nonna coincidono con gli anni del liceo. Lo spettacolo e tutto quello che riguarda la creatività non si conciliano bene (nel mio caso) con il percorso religioso che ho cominciato proprio in famiglia. Quando ero più piccola il sabato e la domenica mi facevo venire a prendere (alle volte ero proprio io a prendere il telefono per fare appuntamento) e trascorrevo il fine settimana a casa dei nonni materni. Sempre con la gioia nel cuore. Andavo a messa, frequentavo la parrocchia e la domenica dopo la messa avevo preso addirittura l’abitudine di stare qualche tempo in compagnia dei bambini e dei ragazzi della corale. Andavo alle prove con una certa regolarità, ecc.
[…]Ad ogni modo ricordo che per me era fondamentale iscrivermi a questa scuola. Ne sono stata contenta, anche se ho dovuto sacrificare i miei affetti. Mi è servito a crescere e a trovare l’unità che cercavo. Sono diventata più socievole. Sono cresciuta. Con la mia sensibilità non mi sarei sentita libera di vivere in un mondo globalizzato in cui le possibilità contano più dei rapporti umani. Affronto tutto con più risolutezza, senza sentirmi schiava dei miei insuccessi e della vergogna.
Loro minacciano di farle del male, tu ne sei deluso (!!), li allontani, ora vorresti imbastire un avvicinamento parziale tra loro e i vostri figli.
Stai molto molto attento a quanti equilibri familiari vuoi vedere devastati.
I tuoi scrivono strazianti lettere per vedere i nipoti, ma non per vedere la loro madre. Se non hanno intenzione di riallacciare rapporti civili con lei, rassicurandola sul fatto che non faranno del male né a lei né ai figli, non riusciranno a riallacciare alcun rapporto affettivo con i nipoti.
Sarebbe quantomeno inopportuno che i nipoti vedessero i nonni in situazioni problematiche (con la madre necessariamente non presente, della quale non si deve parlare se non male,ecc) . Pensaci. Potrebbe sembrare un’innocente semi-avvicinamento, ma inevitabilmente si trasformerebbe in un boomerang.
Se loro non vogliono lei, devono stare alla larga dai nipoti, che potrebbero finirebbe per trasformare in strumenti di ricatto affettivo.
Tu cerca di mantenere intatta l’unità familiare tua, affinché i figli restino fuori da quell’inferno barocco che qualche volta sono i rapporti familiari, almeno finché saranno abbastanza grandi, emotivamente solidi, in grado di gestire situazioni complesse senza scottarsi. Poi decideranno chi frequentare.