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Mia interpretazione di come la gente facilmente giudichi

di tintinni

Io mi accorgo che basta poco per fare aprire bocca alle persone. Può essere una parola sbagliata, offensiva, volgare o il modo sbagliato di porsi in quel preciso momento che stimolano il pensiero di chi assiste di arrivare ad un giudizio “lei è volgare, lei è arrogante, lei è… ” senza alcuna valutazione, non c’è un fermarsi di attimo in cui riflettere ponendosi una semplicissima domanda “perché appare volgare? “, il senso della domanda è questa “cosa vuole dire, trasmettere con questa apparente arroganza? “. Mi chiedo spesso, “una persona chi è veramente? ” Questo interrogativo mi è uscito fuori osservando la gente, ascoltando i loro atteggiamenti, le loro espressioni e, mi sono accorta che le persone non sono mai loro stesse, cambiano atteggiamento a secondo del luogo in cui si trovano, delle persone che hanno in torno, delle situazioni che stanno vivendo; e io presumo sia naturale, perché, loro non sono ciò che li circonda, fanno parte di tutto quello quindi una persona non può essere veramente se stessa perché condizionata dal sistema e dalla gente. Noi subiamo continuamente un lavaggio del cervello fin dalla nascita. Io che sono cresciuta in Italia, non ho mai creduto alla religione “Cristiana” dal momento in cui ho cominciato a pormi questa domanda “ho scelto io di essere Cristiana? ” e poi osservando le altre diverse etnie (non so se si scrive in tal modo, ignoranza a parte) mi sono posta un’altra domanda “ma se fossi rimasta dove sono nata che tipo di Religione avrei seguito? “. Quindi io non posso riconoscermi in ciò che non ho scelto di avere. Questo è forte lavaggio del cervello che il povero Uomo (lo dico in modo simpatico e con sorriso) “essere di questo mondo” non si ferma mai abbastanza a rifletterci, se tutto il nostro sapere, la nostra istruzione, il nostro credo, i nostri gusti, il nostro modo di giudicare, se tutto questo fosse meccanizzato e non di nostra appartenenza. Già solo il fatto di giudicare, trasmettere negatività attraverso l’informazione dei telegiornali, vista come una cosa normalissima, non sapendo che tutto questo reca danno alla stabilità emotiva del nostro inconscio, acquisendo immagini collegate ad emozioni negative e contro producenti, che poi influiscono sui nostri atteggiamenti quotidiani, ma li diamo per “Normalità”.
Per me è bastata solo una lettera “Chi sono le Brasiliane? Ve lo dico io! ” per avere nella maggioranza solo suscitato giudizio abbastanza negativo nei riguardi della mia Personalità, per come è stato impostato il tutto. La gente non si ferma a comprendere, ma essendo che la sofferenza è a portata di mano di tutti, si ritiene che sia parte della vita, questo, secondo il mio umile punto di vista, contribuisce sempre più, all’accrescimento della sofferenza umana, si, perché le persone non fanno in modo di aiutare chi sta male, ma gli dicono “oh non sei mica l’unica? non sentirti vittima quando non lo sei! tu ti senti sempre giudicata! TU le cose te le inventi, è un problema tuo, del tuo cervello! ” bhe e tanto altro : -) di simpatico, ora valuto invece la mia reazione quando è l’altro ad essere sofferente di qualcosa. Io parlo con la persona in questione, e gli chiedo la fonte del suo male, gli lascio raccontare la sua storia, la sua vita, le persone a lui o lei attorno, e comincio a valutare, e non so perché e come mi venga, riesco a percepire il suo problema, gli trovo la soluzione, ma, quella vera è l’ascolto. Io mi sono sempre stupita di questa mia capacità, perché fino ad ora ho sempre avuto o sentito la necessità di parlare con qualcuno ma, a poco a poco ho cominciato a comprendere che io non posso chiedere esigere qualcosa dall’incomprensione. Comprensione ed incomprensione sono due mondi opposti, dalla comprensione nasce l’ascolto, la disponibilità, l’amicizia, l’apprendimento, dall’incomprensione nasce rancore, odio, ignoranza, in-complicità e tanto altro. Ad esempio, qualcuno dice “tu parli sempre di te, io, io, io, scendi dal piedistallo”, rifletto un attimo. Io chi devo essere “Io” o il mondo? Ogni persona è singolare, vive di se stesso in se stesso, per questo abbiamo personalità, e la esprimiamo, se io non esisto, non esiste neppure il mio ragionamento, esiste il vuoto. Se analizzo me stessa e parlo di me stessa io arrivo a comprendere perché sono fatta in un dato modo, da cosa può essere condizionato e come arrivare ad una eventuale soluzione, e ciò che può contribuire a tutto questo e saper trovare quelle persone che con capacità di ascolto sanno farmi ragionare ed io valutando bene possono aiutarmi a capire cose a cui non ero arrivata da sola a comprendere!
Quindi il problema di fondo qual’è, non esiste un problema, io mi rendo conto che si tutti viviamo simili o uguali problemi ma, la reazione cambia secondo la nostra volontà e questo influisce molto nella nostra e nella vita degli altri, in positivo od in negativo, a secondo della nostra scelta!

Lettera pubblicata il 11 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    Zingaro22 -

    si sono d’accordo, mi è molto di conforto pensare che certe cose non le penso solo “io”.grazie,

  2. 2
    sasa -

    Ciao, ci sono delle cose che condivido moltissimo della tua riflessione. E’ vero, siamo portati a giudicare in modo superficiale le persone, a volte lo facciamo così, tanto per dire qualcosa, tanto per partecipare, ma non siamo profondamente connessi con l’altro.
    Io ho sempre pensato che ogni persona sia molto di più di cio che dice o delle azioni che compie, come dici tu siamo sempre molto condizionati da cio’ che ci circonda, quindi è difficilissimo capire quanto di quello che facciamo nel nostro comportamento sia un automatismo che ci è stato imposto e di cui non ci accorgiamo nemmeno più e quanto invece rifletta la nostra autenticità e il nostro vero essere.
    Io credo che molto dipenda da quanto siamo consapevoli, momento per momento, di quello che pensiamo e del fatto che non sempre quello che pensiamo corrisponda alla verità delle cose. Io posso vedere qualcuno che fa qualcosa che non rientra nelle mie aspettative e posso pensare male ma posso anche fermarmi e sospendere i miei giudizi….
    A parlare e sparare sentenze siamo tutti capaci, ma ascoltare è un’altra cosa, richiede pazienza, una mente sgombra da pregiudizi, una disposizione interiore molto particolare e non facile da ottenere senza un certo tipo di concentrazione.
    Non so chi ha detto che il miglior modo d’amare è l’ascolto, forse un qualche guru di meditazione, e credo profondamente a questa frase, è così, non c’è forma d’amore più bella dell’ascolto, che può essere riferito in primo luogo a noi stessi, ascoltarsi e non giudicarsi, dare spazio, accogliere con benevolenza , tutto ciò apre e dispone il cuore alla comprensione vera dell’altro, perchè se siamo sufficientemente buoni e amorevoli con noi stessi lo saremo anche con gli altri.
    ciao

  3. 3
    Gianni -

    Ciao Tintinni,
    ho letto le tue 3 lettere ed i commenti, il problema fondamentale delle persone, me compreso, è che ci nascondiamo dietro al nostro Ego, quando qualcuno sembra invadere i “nostri” spazi o il nostro modo di pensare, ci arrabbiamo e ci mettiamo in difensiva.

    C’è una teoria “New age” che afferma che ci sono solo due sentimenti: amore e paura, ogniuno di noi può decidere come affrontare la vita, seguendo l’uno o l’altro sentimento, se si ama l’universo e le creature che ne fanno parte, la paura non ha modo di esistere.

    Ogniuno di noi può essere ciò che vuole, partendo da questo preciso momento e dimenticando ciò che ha passato: noi adesso siamo la somma delle scelte fatte in passato, ma domani saremo la somma delle scelte che facciamo adesso…

    Il passato non lo puoi cambiare, lo puoi solo accettare, il presente invece è a tua disposizione.
    Puoi decidere di non essere “Brasiliana” come hai deciso di non essere cristiana…

    Il punto è che c’è bisogno di un lavoro e di una crescita interiore, che a volte può richiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta ma le persone hanno paura dei cambiamenti e piuttosto di mettere in discussione sè stessi, mettono in discussione la realtà e le persone che li circondano.

    La domanda che dovresti farti ora è:

    Cos’è che mi impedisce di cambiare e superare il passato..
    ..di cosa ho paura?

    ..e la risposta che dovresti darti è …NIENTE!

  4. 4
    Tintinni -

    Ciao a tutti…. rispondo a tutti e tre perché solo oggi ho letto i vostri commenti…. Non mi sono soffermata a leggere non immaginando di ottenere risposte….. e questo mi ha fatto molto piacere…. ho superato la barriera delle mie paure e concordo con le vostre risposte…. vi ringrazio….

  5. 5
    rossana -

    Tintinni,
    ho letto con interesse la tua esaustiva lettera d’apertura del tema.

    da una frequentazione in attrito del sito, che perdura da quasi un anno, ho appreso che sono tendenzialmente incline ad accogliere e a valorizzare di primo acchito gli aspetti della personalità altrui affini ai miei, quasi ignorando involontariamente quelli negativi, mentre altre persone, maggiormente sulla difensiva, rilevano fin dai primissimi contatti quelli in contrasto con i loro.

    non mi dispiace di essermi riscontrata con questo limite, che cercherò di smussare.

    in seguito, con maggiori approfondimenti di conoscenza, pur essendo simili in gran parte degli aspetti più significativi, si può incappare nella cosiddetta pietra d’inciampo, dalla quale può derivare la rottura degli equilibri, se non si riesce a gestire con tolleranza la diversità.

    come nelle classiche frequentazioni amorose, può quindi succedere che tutto quello che era luce diventi fango, come giustamente hai evidenziato: “Comprensione ed incomprensione sono due mondi opposti, dalla comprensione nasce l’ascolto, la disponibilità, l’amicizia, l’apprendimento, dall’incomprensione nasce rancore, odio, ignoranza, in-complicità e tanto altro.”

    entrambe le esperienze sono però utilissime per approfondire la conoscenza di se stessi e per potersi meglio orientare in futuro.

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