Lo ammetto, sono parecchio influenzato dalla disastrosa performance della nazionale italiana di calcio di questi europei.
L’unica nota positiva è che almeno non dovremo sorbirci orde di bifolchi che cantano “po-po-ro-po-po-po-pooooo” o che grugniranno “campioni d’Europaaaa!!” per i prossimi 4 anni.
Detto questo ho notato una cosa, che ormai va avanti da anni e che di fatto non riguarda solo la nazionale italiana, ma anche le altre: le nazionali di calcio FANNO SCHIFO.
La qualità è decisamente bassa, e quando è alta, lo è per periodi limitati di tempo, (magari per una singola edizione di mondiale/europeo), quasi si trattasse di una parentesi fortunata.
Non è possibile che una nazionale passi dal vincere una competizione o arrivare in semifinale in un’edizione e non passare il girone o non qualificarsi nemmeno all’edizione successiva.
Specialmente se a comporla sono campioni o comunque bravi giocatori che poi con i club di provenienza fanno scintille.
C’è evidentemente qualcosa che non va.
Secondo me sono le pressioni esercitate dai club stessi, che “catechizzano” i propri assets imponendo loro di non sprecarsi troppo per la nazionale perché poi a settembre quando riprende il campionato devono essere al top (e non magari infortunati o già stanchi).
Hai voglia ad incolpare l’allenatore: la colpa è di quegli 11 babbei che scendono in campo col freno a mano tirato.
E’ una presa per i fondelli.
Tanto vale abolire le competizioni con le nazionali (che poi spesso tra giocatori naturalizzati ecc. non sono nemmeno rappresentative delle nazioni stesse per cui giocano) e puntare tutto su spettacolari scontri tra titani internazionalizzati (tipo l’imminente Superlega).
Lasciamo perdere la polemica sull’eventuale sbilanciamento tra sport e business: quello c’è già, anche in FIFA/UEFA/FIGC… tanto vale esplicitarlo…
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Categorie: - Riflessioni
Solo le nazionali di calcio fanno schifo? Sicuri? Ma poi, il calcio è ancora uno sport? Ormai è un fenomeno di massa, una religione, ma non uno sport. Parlo come uno che da ragazzo viveva di pane e calcio, ma ormai è un ambiente dove le società pensano solo ad arricchirsi, dove i giocatori simulano e protestano, dove servono forze dell’ordine a truppe per controllare dei vandali travestiti da tifosi, in TV non si parla d’altro, ai ragazzini nelle scuole insegnano solo i trucchi per procurarsi i rigori… Poi ci siamo noi: gli ipocriti. Facciamo la predica ai nostri giocatori che dopo l’eliminazione dagli Europei sono corsi in spiaggia sui loro bei yacht con le loro belle fidanzate, ma se avessero vinto li avremmo decorati come eroi nazionali. Ci lamentiamo che gli abbonamenti per vedere le partite aumentano ogni anno, ma continuiamo a tirare la cinghia per farli. Siamo noi che facciamo schifo continuando a finanziare questo mondo corrotto e marcio fino al midollo…
I soldi ormai hanno rovinato questo e molti altri sport, ma non c’è più modo di tornare indietro. Per ritornare ad avere uno sport “bello e pulito” bisognerebbe smettere improvvisamente di seguirlo, di comprare merchandise, di fare abbonamenti TV… Sicuramente farebbe dei danni seri, perchè nel mondo del calcio ci sono anche persone che ci lavorano e che guadagnano lo stipendio con cui pagano il mutuo di casa, ma sarebbe un segnale forte verso chi sta al vertice e si riempie le tasche. Le nazionali ormai non sono motivo di orgoglio, sono una mezza seccatura per molti giocatori e la parentesi della Superlega non è altro che un becero tentativo di sanare dei debiti.
La cosa che mi inquieta è quando parlo di procedure che si usano in sport americani, tipo il “draft” o il “salary cap”, atte a mantenere le leghe in equilibrio, mi sento sempre rispondere che “nel calcio non è attuabile”. Capito? Qui non funziona così, ecco perchè fa così schifo e farà sempre più schifo.
@ magirama: capisco, però occhio che lo scandalo scommesse (per esempio) ha coinvolto soprattutto la serie B qualche anno fa.
E in una qualsiasi gara ciclistica amatoriale della domenica gira un po’ di tutto (epo, doping, ecc.)… per vincere magari il trofeo della pro-loco…
Quindi attenzione, lo sport è contaminato praticamente a tutti i livelli, anche laddove soldi non ne girano (o ne girano molto pochi).
Personalmente credo che la riforma non debba riguardare tanto “quanti soldi devono girare” (che sarebbe in contrasto con i principi del libero mercato) quanto la severità con la quale debbano essere stangati i club in caso di porcate.
Mi sembra che la UEFA si sia mossa solo quando ha visto minacciato il proprio regime di monopolio dal progetto concorrente della Superlega…
Ma quando qualcuno è stato scoperto a truccare le partite si è sempre limitata a dare buffetti sulla guancia…
Ho visto un documentario in cui Blatter negava la corruzione della FIFA e ho letto un libro sullo sfruttamento delle persone (molte delle quali anche morte) per i mondiali del Qatar. Cose fuori dal mondo. La Superlega serviva solo per sanare i debiti di molti club, la UEFA chiaramente la condanna perché le toglie il suo ruolo dominante. Cosa hanno fatto i grandi organi per combattere i debiti folli e le scorrettezze finanziarie? Il fair play finanziario, una pagliacciata ridicola che i club aggirano sempre senza problemi, tanto è vero che le clausole e gli ingaggi crescono continuamente ma la UEFA non fa assolutamente nulla. Inutile poi indignarsi pensando che c’è gente che muore di fame e altra che spende milionate per i calciatori, questo è il mercato, se la gente continua a seguire il calcio sarà sempre così.
Riguardo lo sport sporco, beh, tutti vogliono vincere perché alla fine la vittoria è prima di tutto una questione economica, poi forse una cosa di prestigio. Il ciclismo che tu hai citato è stato per anni vittima di doping fuori controllo, però chissà come mai, a pagare sono sempre stati gli atleti ostaggi, mai i medici.
La cosa che mi fa un po’ arrabbiare è il concetto del “non vincerò nulla, pace, ma almeno devo arrivare quarta in classifica per il piazzamento in coppa”, che non è per il prestigio, è per le casse della società. Poi i risultati si vedono con la nazionale, un’accozzaglia di rammolliti che giocano per club altrettanto rammolliti, che si accontentano delle briciole, che non sanno più lottare per nulla che non siano dei piccoli interessi. Hanno mai fatto delle riforme tecniche e strutturali in Italia sul calcio? No, sono solo aumentati gli abbonamenti dei diritti TV. E basta…