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Lettera pubblicata il 22 Marzo 2006. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Loredana.
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Talmente brava che vieni a dircelo su questo sito senza che nessuno te l’abbia chiesto…ahahaha! Ma per favore! Tutti fenomeni su internet…
Diciamoci la verità, ci sono casi in cui meno male che di mamma ce n’è una sola
(Piuttosto, e la cassa intanto? Niente?).
Ciao a tutti! A 31 anni dopo sei anni di convivenza e tre prima di storia a distanza, in procinto di comprare casa e avere figli, il mio lui inizia ad essere distante fino a che dopo una trasferta per lavoro torna a casa e mi dice che non è più sicuro dei sentimenti che prova per me e mi chiede tempo. Il tempo glielo do, pur vivendo mesi di grande sofferenza, e dopo un’ulteriore trasferta per lavoro mi dice che forse si vuole trasferire in un’altra città, che la vita che facciamo non lo soddisfa e mi chiede di andare con lui pur sapendo perfettamente che dovrei buttare alle ortiche la mia carriera. Specifico che la nostra vita l’ha sempre soddisfatto e che è un periodo di forti pressioni a lavoro per via di tutte queste trasferte che sta facendo (che a volte durano anche mesi nei quali riesce a tornare a casa solo nel fine settimana). A volte mi dico che è una crisi dovuta dalla combinazione del lavoro e della paura di “sistemarsi” definitivamente mentre altre penso che quando dice che non mi ama più lo dica per davvero. Fatto sta che prima di partire per l’ennesima trasferta gli ho detto di prendersi le cose da casa perché questa indecisione sta durando troppo e di chiarirsi le idee mentre è fuori e l’ha fatto..
Quando se n’è andato ho provato quasi un senso di liberazione perché vederlo sempre triste mi stava logorando. Prima di andare via mi ha chiesto di parlare e se secondo me il rapporto si potesse recuperare e io gli ho detto che quello che è successo non si può ignorare e di schiarirsi le idee. Adesso vivo in un vortice di alti e bassi 🙁
@veronica Vista così le trasferte di lavoro sono altro che trasferte di piacere…il copione sembra lo stesso di sempre: C’è un altra…vi mollate e lui tornerà dopo che con l’altra finirà, perchè l’altra gli farà capire che è un pirla.
Cara Veronica, ma… non siamo noi donne che scendiamo, spesso e volentieri, a compromessi? Convivenze et similia (cose simili, ci siamo capite, cioè rapporti come da sposati) fanno comodo solo all’uomo… e noi, lì ad aspettare i loro comodi… non va bene! Noi non dobbiamo fare le serve a nessuno! Dovremmo dire: Se mi vuoi, fai seriamente e ci sposiamo, altrimenti, arrivederci e grazie. Noi donne facciamo le femministe a parole, ma, allo stato dei fatti, ci comportiamo come delle schiave, come donne a metà. Ed è questo che le madri insegnano alle figlie, ad essere succubi, ad abortire se capita di restare incinte… Invece di insegnare loro ad essere responsabili, moralmente sane, integre, disponibili sì, ma fino a un certo punto! Bene hai fatto a metterlo alla porta. Il problema è un altro, cioè come comportarti quando tornerà… Perché non so se augurarti di riaverlo (ma, se non è cambiato davvero, non serve..) o di perderlo perché non ti merita… Auguri di cuore!
per Xavi: ma le trasferte le fa sempre in posti diversi quindi non credo sia un’altra fissa se di un’altra davvero si deve parlare
per Fiordaliso: resto veramente basita davanti alla tua risposta. Per tua informazione quella contraria al matrimonio sono io mentre lui ha sempre voluto sposarsi. Quindi il tuo discorso veramente non lo capisco. Se sono convivo sono una serva, se mi sposa automaticamente sono una donna moralmente sana e integra? Non si dovrà giudicare il rapporto e il rispetto dell’uno verso l’altro a prescindere dall’essere sposati o meno? mah
Ma….L’infiorescenza centaurea è la femminea versione di JJ?
È vero Meta! Ecco un caso interessante di affinità elettive inquietanti.
Si veronica… ma per caso ha un gps tra le chiappe?
Se ha Android e la geolocalizzazione attiva… potrebbe anche essere… l’account gmail traccia i movimenti con scarto di una ventina di metri.