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Lettera pubblicata il 22 Marzo 2006. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Loredana.
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Lilly, è difficile per me racchiudere una lungo percorso in una mail ma proverò in qualche modo a dirti quale è la mia esperienza ma che non è individuale ma universale. Ognuno di noi ha una vita e una storia diversa ma abbiamo in comune delle dinamiche patologiche che ci hanno portato a creare una vita che non è vita. So anche che molte delle cose che ti dirò non potranno essere colte perchè lo è stato per me uguale quando gli altri me lo dicevano. Prima di tutto ci siamo tutti ammalati nella famiglia io a causa di mia madre svalutante e completamente anaffettiva e con un padre assente. Ho passato la mia vita senza saperlo con questo inizio sbagliato che non ha creato in me le premesse giuste per essere me stessa. Ho creato una corazza, ho cominciato ad odiare, a cercare amore nei posti sbagliati.Ho sempre avuto bisogno del riconoscimento degli altri per esistere. Ho elemosinato amore da chi non me lo dava (storie con uomini sbagliati). Ho passato anni cercando di colmare vuoti incolmabili. Non ho vissuto. Dopo nove anni di terapia ma con uno psichiatra giusto. Devo dire che in questo sono stata fortunata. Ora sto bene e sono contenta della mia vita. Cosa ho capito..che io esisto a prescindere dallo sguardo degli altri, che io è vero che non venivo amata ma che soprattutto io NON SAPEVO AMARE, che mi ero identificata con mia madre una identificazione mortale, che cercavo il padre che non avevo avuto, che volevo curare e occuparmi degli altri per non curare me stessa e le mie mancanze, che ero una donna ma in fondo una bimba non cresciuta il cui solo obbiettivo di vita era essere in coppia, che mi portavo retaggi di un pensiero pesante, religioso, bloccante…(come quando dici ho 41 anni…e allora?)..la società dell’apparire e non dell’essere. ho capito che stare bene è bellissimo invece di passare da un melodramma all’altro..la vita non è questa…ci hanno fatto credere per secoli che l’unica realizzazione fosse marito e figli…invece di realizzare se stessi per poter esser qualcuno che non va verso gli altri per compensare qualcosa o per mancanza ma verso gli altri per amore, curiosità, desiderio. Il desiderio e l’amore sono cose diverse dalla bramosia cieca che ti fa divorare tutto pur di soffocare dolori e mancanze antiche. Leggi qui nel forum spesso di.. istinti…gli istinti ce li hanno gli animali io sono una donna un essere umano e io ho il desiderio e l’interesse per gli altri. La mia vita ora è serena perchè non devo più andare in giro a chiedere a nessuno chi io sia. Ho la mia identità e ho ritrovato la mia nascita che mi avevano rubato. Arrivare a ciò mi è costato tanta fatica e dolore ma è l’unica via d’uscita per cominciare a vivere veramente.
Lilly, il tuo e’ un racconto di esperienze e sensazioni personali e quindi spero che un mio intervento non risulti invadente da questo punto di vista. Solo riflessioni le mie: innanzitutto concordo con Cinzia sulle etichette riguardo l’eta’. Io se sto bene me ne straciullo di quanti anni ho e cio’ vale da sempre. Io la sensazione del vestito, per esempio, la ebbi fortissima a 21 anni. E mi sentivo pure “anziana” o insomma «fuori tempo» (uno mio, musicalmente parlando) rispetto a quando ne avevo 18. E, per dire, a 29 stavo benone. Attenzione, la mia vita non era perfetta ovviamente e non lo ero io, c’erano anche problemi da risolvere, cose da affrontare, rotture di scatole, non ero piena di soldi che mi uscivano dalle orecchie… Avevo anche una questione in particolare da risolvere e che mi causava stress, ma ho dei ricordi pieni e felicissimi e non sono assolutamente balle. Dopo le ??? dei 21 nel tempo mi ero trovata in accordo con me piu’ prima (molto ma stramolto) ed e’ anche vero che avrei potuto fare ancora meglio (per me stessa, non in senso di medaglia o approvazione) ma e’ anche vero che non esistiamo solo noi, nel senso che comunque abbiamo in ogni caso anche varie contingenze su cui stare in equilibrio (e’ normale eh) e esiste un nostro equilibrio. Facciamo scelte che hanno delle ragioni. E non c’e’ un positivo “assoluto”. Per esempio io lavorai in un posto che era un “manicomio” ma dove facevo cose che mi entusiasmavano di brutto dandomi felicita’. I miei non erano d’accordo e mi dispiaceva (e cio’
Mi creava degli stress emotivi e pratici, sapevo e so oggi che pure se io andai dritta per la mia strada e a ragione (per loro era un suicidio e invece era il contrario) se avessi avuto piu’ serenita’ e non ostruzionismo avrei avuto piu’ energie e mi posso pure incaxxare e posteriori per non essermi regalata ancora di piu’. E pure con me. Ma la balla sarebbe questa, perche’ vivevo QUEL tempo, con gli elementi che avevo
Ora non sto a riassumere dieci anni dopo, Anche di rovesci che dipendono da te sino a un certo punto (e io su cio’ che dipende da me son severissima) e di dolori che ti torcono le budella. Ma il punto e’ che quando io sto bene con me me ne infischio realmente di quanti anni ho. Cio’ non vuol dire che giro col ciuccio o che sono “irrealistica”. Ma parlo di energie, creativita’ e persino la mia faccia cambia. Magari sempre la stessa ma non c’entra. A parte che se accorgono pure gli altri, la macchina fotografica, il mio passo quando entro in una stanza. Io vengo da una famiglia in cui persone anziane non avevano eta’. L’avevano e non l’avevano. Ma se c’e’ una cosa con cui la gente si fa del male e’: alla mia eta’ io… E non importa che eta’ ha! Ho visto anziani non avere eta’ mentre facevano teatro, un amico riprendersi rapidamente dopo essere stato strappato alla morte perche’ voleva tornare a fare cio’ che ama, e perche’ non voleva darsi addosso anche lui. Lilly la vita puo’ stenderci e possiamo stenderci anche noi. Siamo umani. Le parole di qualcuno possono mandarci in crisi perche’ toccano delle verita’, ma che siano imput e non una mitragliatrice che ci puntiamo addosso. Oppure ok che lavorino anche cosi ma ad un certo punto come qualcosa che serve e non che annienta. Mesi fa ho avuto modo di riflettere su qualcosa che mi era stato detto anni fa. Nessuno e’ un guru e da’ comunque una SUA lettura di cio’ che riguarda te. In cio’ che questa persona mi disse c’erano delle osservazioni che, estrapolate cmq dal suo non poter essere totalmente obiettivo, avevano colto cose interessanti. Che pero’ poi uno confronta con se’, il proprio vissuto,le proprie ragioni. Usando anche un filtro. Mah, troppo lungo da spiegare, pardon. Ma nel rinnegare se stessi anche retroattivamente forse si che ci si sta raccontando una super balla e ci si rinchiude dentro. Perche’ ti raccontavi palle qd eri in.cerca di affetto? Lo eri. O quando ti isolavi? O quando.ti isolavi ma con bisogno di affetto? O quando facevi per gli altri cio’ che non facevi per te? Ecc. Il problema nel tuo post mi pare (mi pare) l’eccesso di severita. E te lo dice una che se va su qlle corde puo’ arrivare a rivoltarsi peggio di una calza bucata sin dalla xaramella scartata male nel ’78 che al 2035. Pero’ sai cos’e’? E’ ke a volte ci si puo’ rivoltare per ‘essere obiettivi’ mentre nessuno ti chiede tanto. Ki ti vuole bene anke se e’ incazzato con te preferisce ke tu ti faccia du spaghi sorridente nel presente ke t’accoppi di seghe sul male ke avresti causato anche con un rutto.
Luna, Valinda, Lilly, Manu, Raffy…. sono ormai tantissimi mesi che leggo i vostri pensieri, le vostre riflessioni, i momenti di empatia…e finalmente dopo tanto tempo ho deciso di scrivere anche io, in particolar modo stimolata dagli ultimi due post di Lilly, ove ho rivisto perfettamente me stessa. Una storia come tante la mia, sulla quale cercherò di non dilungarmi troppo, con una persona entrata nella mia vita circa due anni fa, uscita per 8 mesi (ove pensavo di essere riuscita a superare), rientrata negli ultimi 2 e definitivamente (?) conclusa poche ore fa….Dopo aver “spurgato” il dolore di giorni e giorni,mi sento ora come se qualcuno mi avesse fatto una puntura di anestetico, come se non riuscissi a provare nessun tipo di sensazione.E con una valutazione di me stessa, del fatto di essermi illusa di aver ritrovato una sorta di equilibrio solo perchè avevo smesso di “sentire”…Capisco benissimo quella sensazione dell’andare in frantumi per la ricerca spasmodica del complimento dell’altro, del volersi sentire protetta, di essere un bisogno per qualcuno e mai per te…Mi bruciano ancora sulla pelle le parole forti e terribilmente veritiere (in parte) di Claudio, sul fatto di non potersi fidare di me perchè IO non mi sono fidata di lui….e così ci siamo fatti del male e io ho permesso a persone sbagliate nella mia vita di potermi fare trattare come una che “tanto è sempre lì” disposta ad ascoltare tutti, a farsi “radere al suolo” piuttosto che farlo io…e questo mi ha portato a pagare dei prezzi molto alti. Mi sono rialzata anche io tante volte, con stima ed orgoglio, pensando tutte le santissime volte che stavolta era finalmente quella giusta, per poi accorgermi drammaticamente che non era così. Luna, è vero quello che dici, le parole di alcuni possono essere percepite da noi come delle mitragliatrici e personalmente mi sono sempre fatta scaricare addosso l’intero caricatore, compreso quello di riserva. Sento un bisogno fortissimo di riportare una sorta di ordine nella mia vita, ho tante consapevolezze che un buon terapeuta mi ha fatto acquisire, ma non ho ancora la capacità di metterle realmente a frutto…Mi rendo conto di essere estremamente fragile di fronte al giudizio da professore in cattedra della persona che amo e mi chiedo se questo sia davvero amore o una sorta di malattia, di dipendenza affettiva dalla quale non riesco a distaccarmi. Ed è talmente forte questo bisogno di amare e di essere amata, che mi sono raccontata una grottesca bugia, ove mi sarei potuta accontentare anche dei surrogati…e questo ho fatto, lasciando una sorta di porta aperta a chi non la meritava, per non essere incisiva, perchè non riesco a farmi valere, perchè ho paura… Come si può uscire da tutto questo? le mie “dipendenze” mi hanno fatto distruggere l’unica cosa che negli anni ho sempre portato come un baluardo della mia esistenza, il principio della verità sempre e comunque…e ora non so più chi sono….
non so a cosa è dovuta la mia crisi di questi giorni…sto male, mi sento il mondo crollare addosso e non sento la forza di reagire!
La mancanza di lui è forte perché penso ai mesi passati insieme, ci conosciamo da quasi 5 anni, un po’ di tira e molla e poi questi sei mesi insieme, questa estate insieme dove abbiamo condiviso momenti belli ed importanti, se ci penso scoppio a piangere a dirotto per quanto mi mancano.
Con il corso che sto facendo anch’io, come ha appena detto ELY ho acquisito importanti consapevolezze di me stessa e questo ora si sta rivelando un’arma a doppio taglio.
Ho capito cose importanti di me, ho capito di aver fatto un sacco di errori in molti campi della mia vita, mi è presa la “smania” di correggere il passato, di rimediare a tutto questo ma so che posso farlo solo ricominciando da me, costruendo giorno per giorno il mio presente e piano piano un futuro.
E’ fondamentale affrontare una storia con sicurezza in se stessi, con il massimo rispetto per se stessi e senza paura, con forza, sicuri di quello che siamo e vogliamo. Io ho vissuto una dipendenza affettiva perché lui per me era ossigeno, era serenità, stavo bene con lui, vivevo momenti meravigliosi ma non pensavo che erano momenti. Mi sentivo bene, importante, al sicuro anche se non ci facevamo promesse o non costruivamo qualcosa di importante, una crescita per noi e la nostra storia. Io neanche ci pensavo, vivevo il momento.
Per non soffrire e non attaccarmi a lui ho provato a vedere un’altra persona perché lui quando gli ho parlato di questo ex che mi ricercava mi ha detto “più di così non posso darti, non posso dirti niente se trovi una persona che può darti di più”
Ho provato ma è stato un errore, volevo lui più che mai.
Quello è stato il momento per capire che non c’era più posto per i “giochi”, ma o si costruiva qualcosa o non potevo stare con lui perché mi mancava o perché stavo male senza di lui.
Invece la mia dipendenza affettiva mi portava a questo…mi andava bene così perché mi bastava che lui ci fosse, che mi volesse bene come mi dimostrava, che fosse ancora nella mia vita, ero forte sapendo che lui c’era perché lui per me c’era davvero.
Adesso mi manca terribilmente, adesso ho capito anche lui…io avevo bisogno di lui e non avevo la forza e le p@lle di affrontare una storia, l’unico obiettivo della mia vita era qualcuno accanto per sentirmi più forte…lui invece ha degli obiettivi di lavoro, di studio, sta sistemando la sua casa e mi ha detto che questa per ora è la sua strada e gli obiettivi da portare avanti prima di tutto.
Lui aveva ed ha forza interiore, autostima, sicurezza di se stesso e delle sue capacità…se poi c’è una storia bella tanto meglio, ma non era ossigeno come lo era per me.
Per me è stata dura in questi mesi elaborare tutto questo e scoprire più che mai questa mia debolezza.
per affrontare una storia amare se stessi è davvero fondamentale, è quando sei a quel punto che puoi sentirti pronta e forte per vivere una storia, per formare una “squadra”, per dare e ricevere amore, per non accontentarsi, per non far sembrare una cosa normale una cosa meravigliosa di cui non puoi più fare a meno, per dare il giusto valore e peso alle cose e alle persone e soprattutto a se stessi.
In questi giorni sono crollata, la situazione a casa è dura, mamma era stata in ospedale e da gennaio non è più stata bene, ho una cognata che si infastidisce se gioco con la mia nipotina e me la tiene lontanta gelosa com’è della bimba, le ore in ufficio a volte a livello psicologico sono una di una pesantezza e di un faticoso che mi stendono, mi ritaglio sempre i miei spazi anche se ho poco tempo ma cerco di dedicarmi a me perché ne ho davvero bisogno.
Avrei bisogno come l’aria di quei momenti con lui che mi mancano così tanto, ma devo guardare avanti e non significa guardare chissà dove, solo giorno per giorno e cercare di ottimizzare tutto il buono che sto facendo senza distruggerlo in poco tempo come sto facendo adesso.
In questi mesi sento davvero di aver fatto cose costruttive ed utili per me, di essere cresciuta, ma non ha senso che alzi il telefono così dal niente e lo dica a lui…come diceva LUNA si deve crescere in due o perlomeno anche lui in questa fase di distacco deve capire quanto conto per lui, capire me e quello che abbiamo vissuto.
Dobbiamo capirlo insieme e volerlo insieme un futuro, a senso unico non si fa niente, ci si fa solo del male e si mente a se stessi.
Devo quindi riprendere in mano la mia vita, ritrovare la forza che ho costruito in questi mesi, non abbattermi per la situazione familiare e smettere di pensare a quanto mi manca e a quanto è stato importante per me, perché nessuno deve essere per me stessa più importante di me.
Mi devo rassegnare una volta per tutte, abbiamo preso due strade diverse, ora non so qual è la sua, non so più niente di lui e va bene così. Un mese fa in un messaggio mi ha detto che mi pensa spesso perché mi vuole bene e sa che gliene voglio anch’io e mi ha chiamata con il nome dolce che usava nei momenti in cui eravamo più vicini e dentro di me ho sperato inutilmente… ma io ora se dovesse tornare qualcosa tra noi ho bisogno di altro e se non torna vuol dire che doveva finire così, che è finita e che non siamo fatti per stare insieme.
Devo tornare a rassegnarmi e tornare a pensare che la mia vita è solo nelle MIE mani e la mia serenità dipende solo da me.
Mi devo rialzare da questa crisi e tornare a lottare per il mio benessere, senza demoralizzarmi e dando più importanza a me stessa, senza nessuno accanto, io sono Forte da sola, senza bisogno di nessuno perché quello di cui ho bisogno è dentro di me.
Scusate i discorsi contorti ma avevo bisogno di scrivere di getto i miei pensieri e condividerli con voi che so che potete capirli e magari aiuto un po’ chi sta come me, ci aiutiamo a vicenda.
Ciao a tutte 🙂 è sempre bello e prezioso leggervi.
SUN mi spiace per il tuo brutto periodo e ti capisco benissimo, perché anch’io vivo una storia simile alla tua. Tutto quello che dici è sensato e giusto ma…non è che troppa autoanalisi e autocritica fanno più male che bene? Mi spiego meglio: perché pensare sempre di aver sbagliato tutto e di aver per forza avuto emozioni/relazioni malsane? Io credo che la dipendenza affettiva sia una cosa piuttosto grave che arriva quasi alla cieca ossessione e sinceramente non penso sia il tuo caso SUN. Scusa se mi permetto di “entrare” così nella tua storia ma è perché ti leggo da un po’ e abbiamo anche avuto esperienze piuttosto simili.
Non è semplicemente che tu eri innamorata di quest’uomo, provavi grandi emozioni, eri molto coinvolta e lui semplicemente no o cmq non abbastanza? e se pensavi a lui, lo volevi nella tua vita era appunto perché lo amavi? e forse se lui era più distaccato era perché era meno preso dalla storia? mentre tu umanamente volevi di più, volevi costruire, condividere, amarlo e sentirti amata al 100%? mi sembra umano tutto questo perché vederci per forza una dipendenza affettiva cara SUN? e mi sembra che comunque questa storia l’hai chiusa quando hai capito i tuoi sentimenti e ti sei cmq spostata visto che non ti sentivi più felice. ci vedo assolutamente “sanità” e lucidità in questo.
tu dici che lui è una persona “risolta”, con degli obiettivi ecc.. ma mi pare che anche tu hai una tua vita, un lavoro e tutto il resto. Non mi sembri una persona che è fissata e fossilizzata sulla ricerca del principe azzurro senza pensare ad altro nella vita…
e poi ragazze perché rimuginare così tanto e farsi male pensando a tutti gli errori del passato? ai se, ai ma, ai rimorsi e ai rimpianti? l’ho fatto anche io e vi capisco…ma è una strada senza uscita perché ci si può stare anche 10 secoli a porsi queste domande senza arrivare a nulla, tranne che a sentirsi sempre più una cacca pestata. semplicemente perché comunque il passato non si può cambiare, perché anche per quel passato noi adesso siamo quelle che siamo e perché è assolutamente impossibile che il passato di una persona sia tutto da buttare e tutto di errori… ciò non toglie naturalmente che si possa imparare dalle proprie esperienze per non ripetere gli stessi sbagli, sentirsi di più cercando magari di fare scelte più sane..
anche se su questa “scelta” io ho sempre avuto qualche dubbio perché come diceva qualcuno “la vita è quello che succede mentre stai facendo progetti”….
Trovo assolutamente vere la maggior parte delle vostre osservazioni…SUN, se tu potessi soltanto immaginare le cose che ho tentato di correggere in questi ultimi mesi della mia vita!!! Vedi, quando l’anno scorso terminò la storia con Claudio, stetti veramente male, pur avendo la consapevolezza che prima o poi mi sarebbe passata, basandomi sulla scorta delle mie pregresse esperienze…Nonostante tutta la negatività che sentivo addosso, una volta trascorso il tempo del “ragionevole lutto” decisi che avrei dovuto fare tesoro di quell’esperienza (se lo avessi fatto con tutte le cose errate della mia vita a quest’ora sarei milionaria….ma vabbè questa è un’altra storia) così forte ed importante: lui era riuscito ad aprirmi gli occhi su molti aspetti di me che tanto tempo fa, come una sorta di autoprotezione, avevo deciso di soffocare…Lavorai tantissimo, anche con il mio terapeuta, a cercare di capire che cosa non funzionava e giorno dopo giorno, mese dopo mese, riuscì a riacquistare una sorta di equilibrio, anche aiutata dalla mia vita piena ed interessante…ma…c’era una cosa che non ero riuscita ancora a focalizzare in maniera precisa: la mia dipendenza emozionale, il mio sentire di voler essere il centro dei pensieri per qualcuno, la voglia di essere amata, pur rimanendo ancorata alla mia posizione di libertà individuale e di poter affrontare alcune situazioni da sola. Per questo, come te, quando dopo tante “botte” mi accorsi che l’uomo di cui ero innamorata non mi avrebbe potuto dare nulla di più di quello che io volevo (almeno per quel tempo), feci uno stacco forte dentro di me e dopo un po’ di tempo lascia entrare per un brevissimo tempo un’altra persona. Una frequentazione durata pochissimo e finita con il peggior comportamento possibile da parte sua (dato che scoprì che conviveva e scelse la via della sparizione). Ancora una volta un attaccamento a qualcuno che era “sbagliato”, ancora una volta il mio benessere che dipendeva da qualcuno…La “guarigione” ovviamente fu molto più semplice, dato che non ero innamorata e nel frattempo avevo anche altri cavoli familiari ai quali pensare…Riscoprendo un rapporto con mia sorella, la voglia di esserci per le amiche che avevano bisogno di me, il darmi il più possibile…Facendomi anche risucchiare dai malesseri degli altri. Ma non importava, mi faceva sentire una sorta di appagamento. E proprio in questo periodo di grande riscoperta di un’altra me (o almeno così credevo), tornò nella mia vita l’uomo di cui sono innamorata. Un rapporto ricominciato con “prudenza”, in cui non c’erano aspettative, in cui era meglio che solo noi “sapessimo”….Beh ragazze, me lo feci andare bene anche stavolta, scendendo ancora una volta ad un compromesso troppo alto per me…e non sentendomi adeguamente “protetta”, ho fatto un errore madornale: permettere di farmi ricontattare da qualcuno che si era comportato malissimo con me, solo perchè mi aveva dichiarato di aver capito di essersi innamorato. Continua
Ci furono solo alcune telefonate tra noi, in cui cercai di essere il più chiara possibile, comunicandogli che io stavo rivedendo il mio ex e che tra noi non ci sarebbe potuto essere mai nulla a prescindere da questo, dato che non si può attendere il gesto di una persona per “staccarsi” da una situazione in cui dici di trovarti male.. Ho sempre pensato che una persona debba essere “scelta”, per quello che è, non per l’idea che l’altro/a può farsi di te e perchè potrebbe rappresentare la tua possibilità di salvezza. Ma in tutto ciò ho fatto una grandissima cazzata: ho nascosto questa situazione a Claudio e nel peggiore dei modi, cancellando tutto dal mio telefono. Ma cosa pensavo di fare? Il destino decide sempre per te e la legge del contrappasso inesorabilmente ti punisce, lasciando quel qualcosa che fa sbandare la tua vita e rimette tutto in discussione… quel qualcosa che lui ha scoperto. La reazione ve la lascio immaginare…le ultime parole sono state “non mi cercare mai più, un rapporto va costruito con il sentimento e la fiducia ed una di queste due cose tra me e te non ci potrà mai più essere.”
Da quel giorno (non ne sono passati tanti in verità), sono entrata in una specie di tunnel con me stessa…non riesco a perdonarmi e nello stesso tempo non riesco a comprendere per quale motivo sono stata io a permettere tutto ciò. Sono stata ad arrovellarmi il cervello per ore ed ore, fino a trovare la mia spiegazione: mi faccio trattare male dalle persone e le mie dipendenze mi stanno rovinando la vita. Mi accorgo di non essere molto differente da un tossicodipendente…come se avessi bisogno di quella “dose” affettiva ogni giorno. No, non posso più andare avanti così e devo avere il coraggio di affrontare la mia crisi di astinenza se voglio davvero riuscire ad uscirne….
Probabilmente è vero quello che dici Valinda, che troppo autocritica verso sè stessi alle volte fa più male che bene: ma come faccio a “perdonarmi” di aver permesso all’egoismo di una persona che non ha voluto rispettare me, la mia storia, le mie parole, di rovinare quello che era riuscito a sopravvivere a tutto il resto? So quanto era importante per lui la fiducia e la sincerità ed è proprio per questo che so che non potrà essere ricostruto nulla questa volta…ciò che la conoscenza di anni consolida, può essere spazzato via con una folata di vento. Ma la cosa più terribile è la consapevolezza di aver frantumato tutto il lavoro che avevo fatto su di me e mi chiedo ancora per cosa…Dato il prezzo che ne sto pagando. Alle volte ho paura che non ce la farò mai…..
ELY scusa ma mi sembra che stai usando due pesi e due misure non trovi? ovviamente mi permetto di parlare per ciò che tu racconti qui… Dici che tu per Claudio hai anche sofferto, ti “sei fatta andare bene” anche la volta dopo una storia come voleva lui pur di stargli accanto, hai accettato il suo ritorno e l’hai nuovamente accolto con amore mi pare… e lui solo perché ti sei risentita con un tuo ex e hai omesso di dirglielo fa le valigie e se ne va sbattendo la porta??? non ti sembra troppo esagerato? ok tu avrai sbagliato peccando di leggerezza e tutto il resto ma non mi pare tu abbia commesso una cosa così grave da giustificare questa sua reazione di chiusura totale nei suoi confronti. allora tu cosa avresti dovuto fare viste le sue incertezze/indecisioni sulla vostra storia? fuggire a gambe levate subito, perché magari pure te non ti sentivi abbastanza apprezzata e non avevi cmq fiducia in lui… ma invece sei restata, sempre. percghé come dici chiaramente eri innamorata.
se si ama quasi sempre si sta o comunque non si va via al primo soffio di vento contrario che tira. e quantomeno si dimostra empatia e comprensione verso l’altra persona, o almeno ci si prova no? soprattutto se quella persona ci ha a sua volta sempre compreso, accettato e amato pur coi nostri difetti e mancanze… mi sembra che caricarti così di sensi di colpa per la fine della tua storia sia veramente esagerato e ingiusto. possibile che sia tutta colpa tua? possibile che se questo uomo tiene veramente a te non riesce a perdonare questa piccola cosa? e tu a lui quanto e cosa hai perdonato? di sicuro darti addosso così non ti fa bene Ely e ti fa cadere in un circolo vizioso di domande senza fine e senza risposte.
anche perché a volte le storie finiscono senza che ci sia per forza la colpa di qualcuno e ciò che noi vediamo come il motivo scatenante e il problema della rottura, è solo la punta dell’iceberg di una relazione che non funzionava già di suo….
se ripenso alle mie storie/frequentazioni vedo persone che hanno tagliato tutti i ponti magari per una cavolata colossale e altre che sono restate nonostante miei periodi in cui ero oggettivamente nervosa-molesta-sgradevole per problemi miei…eppure in entrambi i casi ero sempre la stessa, ero sempre io con le mie stesse modalità e caratteristiche…..