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Lettera pubblicata il 22 Marzo 2006. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Loredana.
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Ciao a tutti!!!
Vi leggo sempre e in questo periodo avevo poco da scrivere perché il mio cuore è stato meglio!
Mi sono dedicata davvero a me e a stare meglio, mi sono anche iscritta ad un corso davvero utilissimo di leadership persona e sto imparando un sacco di cose su messa, rifletto sulle cose, sugli atteggiamenti, i modi di pensare, che possono darmi una vita più serena, sto affrontando nuove consapevolezze di me stessa!!
Sto facendo anche questo perché ho un bisogno enorme di STARE BENE CON ME STESSA!!! Di avere un domani la possibilità di un rapporto Vero dove si cresce insieme, dove si forma una “squadra” e non dove mi trovo io a prendere le briciole perché ho “bisogno” io di “lui” per sentirmi importante, sicura, queste cose devo ottenerle da sola e sto lavorando su questo.
Ma purtroppo cercando qualcuno accanto per soddisfare questi miei bisogno finisco sempre per fare pasticci e non sono questi i presupposti per la nascita di una storia.
Ho fatto passi da giganti.
In questi giorni, vuoi la pasqua o chissà cosa, sono un po’ crollata…mi sono venuti a galla un sacco di ricordi con lui, sarà bastato sentirlo per gli auguri, che ne so, ma mi è presa male in questi giorni.
Penso alle cose di me che ho capito in questi mesi, a come mi sento cambiata, un po’ cresciuata a quanto vorrei condividere questo con lui, a come sarebbe… e poi i ricordi…in questi mesi non c’ho pensato, ma ora mi sembrano tutti riaffiorati e tornati a galla, ogni cosa mi riporta a questa estate insieme, sono due giorni che ho il tormento di questa cosa e mi pare che ogni mattoncino che ho tiratu su sia crollato tutto di un colpo!
In giro sul web ho letto questa frase ieri “se guardi indietro potresti ricordare qualcosa che non tornerà più. Se guardi avanti potresti pensare a qualcosa che non arriverà mai. Chiudi gli occhi e riaprili solo quando avrai la forza di tornare indietro senza piangere e guardare avanti sorridendo”
e per come mi è presa in questi giorni non riesco ancora ad aprirli gli occhi…
So che è un momento di crisi, ma mi crea molto sconforto, mi sentivo forte e pensavo di aver superato la situazione…e invece…:-(
un abbraccio a tutti VOI…MANU, VALINDA avete ragione, è troppo importante e fondamentale amare se stessi, è la base di tutto!!!
LUNA ti leggo sempre con mille attenzioni e ti stimo sempre di più!
RAFFY cerca di reagire, Vai Avanti e pretendi l’amore totale senza ma e senza se perché questo è quello che meriti e che vuoi davvero per te!!!
Un abbraccio forte a tutti e sapere che ci siete e sempre un grande conforto per me e per il mio cuore malconcio!
Ciao a tutti/e 🙂 quoto in toto il 12929 di Valinda e il 12930 di Manu (Valinda… quasi 13000… e manco stavolta un pupazzetto con la mascotte di LAD?!? :-P). Non ho molto da aggiungere se non un saluto affettuoso a SUN e anche leggendo il suo post: ma che cac.hio! Post in cui traspare amor per se’, piu’ serenita’, energia, positivita’… (e non solo il tuo Sun) in cui ad un certo punto l’umore va in vacca e inizia a piovere parlando di lui o lei… lui e lei che sarebbero il positivo che manca..
sicuri? pero’ son proprio quelli che a pensarli cadono gli zebedei… per come son fatti… perche: non ci sono… ok, ma il fatto che non ci sono o che decidere se tornarci sia come “mangio una mozzarella avariata e mi faccio un periodo di cagotto o no?” qualcosa vorra’ dire o no? Se qualcuno ti ama e’ li quando stai meglio con te stesso, non ci son caxxi. e’ la’ quando stai peggio ma anche quando stai meglio nel senso che accoglie con gioia i passi che hai fatto per te e non per smontarteli ma come linfa positiva. dare una possibilita’? si, ok, ma a chi si approccia, si presenta come? io sono per dare una possibilita’ a chi e’ costruttivo e che e’ li’ per amare a sua volta e costruire qualcosa insieme. c’e’ stato un periodo di crisi? ok, ma cosa abbiamo imparato entrambi? e come ci poniamo ora? capisco la mia amica che dopo vicende da far invidia a una trama da telenovela brasileira e patemi da melodramma e’ tornata col marito, errori di entrambi, reciprocita’ nello svoltare. non un binario morto, giusto manu, ma un altro treno da prendere insieme, per mano. non per forza verso un idillio, il futuro non si sa, si fa day by day, ma avendo mollato zavorre in stazione e con un qualcosa di forte in comune: sentimenti reciproci e voglia di stare il piu possibile bene e sereni. pero’ non e’ che lei ha fatto un percorso, lui no e lei e’ andata a suonare il campanello a uno che era rimasto fermo o a cui non frega una fava o attua dinamiche identiche, mi spiego? io una seconda possibilita’ la darei,se me la sento, ma dipende anche a chi e come. astenersi perditempo e binari morti e minestre che se le riscaldi fanno le bolle.
Volersi bene è un pò come il “ti amo”. Facile a dirsi, non così facile da realizzare.
Spesso dietro al “mi voglio bene” c’è, in realtà, scazzo che tracima nell’egoismo (una sorta di “col c.... che ci ricasco”).
Ma in questo modo ci si vuole bene e ci si auto-protegge o ci si castra mentalmente per proteggersi?
Quante volte, dopo una batosta, vi siete domandate (domandati) se lasciarsi andare e volersi bene vanno a braccetto o fanno a fanno a pugni?
Lillina, ciao 🙂 credo se lo siano chiesti un po’ tutti dopo una batosta. Anche perche’ penso che fisiologicamente il fiore prima di riaprirsi al sole, o al possibile vento, pioggia, debba anche sentirsi più protetto lui da se stesso, ancorato alle terra, non rialzare le difese per forza rispetto all’esterno quando sentire di aver dinuovo le sue… “difese immunitarie”. In fondo anche quando abbiamo una forte febbre, che ci scassa molto, il primo giorno che usciamo di casa siamo un po’ spauriti, siamo convalescenti… Credo che sia normale chiedersi, dopo una batosta, quale sia il nostro livello di sensibilità… anche se potremmo innamorarci del primo che passa correndo e che potrebbe distruggerci anche con uno sputo involontario, o al contrario avere una fase di rigetto…
Dipende anche dalla batosta e alcune persone sentono un bisogno fortissimo di salire su un altro treno piuttosto che sentire la propria convalescenza (e a volte per questo non vedono bene neanche dove salgono, perché fondamentale è salire) o per bisogno di consolazione e affetto… altre dopo una batosta hanno proprio bisogno di col c.... che mi freghi, detto indiscriminatamente, ancora prima che a qualcuno in particolare… Io l’ho avuta la fase col c.... che mi freghi.
Credo però che l’amor per sé di cui parliamo sia un’altra cosa (anche se certo, soprattutto se si tratta di un percorso… in corso, i confini possono non essere così netti tra le ragioni che stanno dentro ognuno, e i bisogni, a volte anche in contrasto). Quando ti svegli un giorno e pensi che tutti ti hanno ballato la samba fin sulle ossa perché sei stato troppo poco egoista o ti rileggi come un citrullo(o una citrulla) i nodi possono venire al pettine con molta enfasi e magari per un periodo potrai essere egoista come non lo sei mai stato/a… prima di riequilibrare le tue parti generosone/egoistone magari non faresti neanche due centesimi di credito quando prima avresti prestato seimila euro senza manco una carta scritta… Anche perché magari hai bisogno di dirti: ecco, io sono anche questo/a, io sono anche capace di dire di no, di non esserci sempre, di correre allo squillo del telefono, di svenarmi… posso essere anche l’esatto contrario…
Però, dicevo, credo che l’amor proprio di cui parliamo sia un’altra cosa. Sia quel volerti bene per cui non è che sei un fiore chiuso o una pianta che spara spine a chi si avvicina, ne’ l’orgoglio di una solitudine che non ammette condivisione…
Credo sia il fatto di accogliere volentieri un altro fiore, ma non un sacco di juta pieno di veleno. Credo sia avere rispetto per sè, il proprio tempo, il proprio benessere, la voglia di stare bene con sè, e di condividerla con qualcun altro.
E’ ovvio che nessuno di noi conosce il futuro, e quindi ogni relazione si fa giorno dopo giorno. E’ ovvio che nessuno è perfetto, ne’ noi nè gli altri. Tuttavia se parliamo dell’amicizia, che è comunque una forma d’amore, posso dirti che io non ho chiuso con l’amicizia, ma ho
chiuso dei rapporti con delle persone, e non me pento affatto e anzi pensare di non avere a che fare con certe dinamiche di quelle persone mi fa provare sollievo. Non per questo penso che tutte le persone abbiano quelle stesse caratteristiche nè penso che gli amici che invece mantengo siano esseri idialliaci. Però le persone con cui ho chiuso mi causavano malessere (o magari io a loro, perché no, perché non erano come volevano loro, giusto o sbagliato che fosse), in prevalenza malessere, stress, invece le persone che frequento non mi causano quella sensazione. E non sono perfette, nè sempre solo sorridenti, nè prive di alcun problema al mondo, nè i rapporti sono solo superficiali, nè non puo’ capitare di pizzicarci pure, né di non deludersi mai e poi mai nelle piccole cose di ogni giorno… però se penso a queste persone la mia faccia è: 🙂 se penso alle altre era :S 🙁 :/ :@ – – Ci sono persone con cui ho chiuso nel corso della vita che non stimo e che mi hanno proprio creato dei danni, per altre ho semplicemente preso atto del fatto che non era cosa. Non penso siano dei mostri di lokness, ma di spostarsi era il caso.
Sono contenta per una ragazza che abbia avuto un bambino e se la incontro per strada e le parlo dieci minuti non sono ipocrita. Tuttavia se penso che ogni volta che uscivo da un incontro con lei mi sentivo con le energie sotto i tacchi e che se non rispondevi a un sms immediatamente, magari perché non lo vedevi nemmeno, ne trovavi sei in cui ti diceva che sei una stronza… e altre amenità… beh, no thanks. Anche perché lei è così da sempre, e mi dispiace per lei, o forse sarò io che non collimo, ma non ce la posso fare. Perche’ ho avuto e ho altri amici che hanno avuto fasi anche nere e in cui non era facile rapportarsi, io ho avuto fasi nere in cui non era facile rapportarsi con me, ma di base la sensazione non era di avere mangiato un cinghiale con tutti gli zoccoli e che non poteva che essere che così, ieri, oggi, domani… Ci sono persone con cui, potendo, partirei anche se mi suonassero il campanello all’improvviso, e partirei con un sorriso, altre no. Che se sono stanca e :/ e le incontro comunque mi trasmettono una sensazione positiva. Anche se mi parlano di problemi. Altre che ti trasmettono una sensazione negativa anche se in teoria non ti stanno dicendo niente di che (ma sono acide, non ci sono caxxi). Poi le persone sono fatte di mille cose e ti possono sorprendere in positivo o in negativo. Ma in linea di massima il concetto è che dipende anche dal modo in cui una persona si rapporta con me in quel momento. E ci sono delle cose a cui metto i paletti, da chiunque provengano. E’ ovvio che vale anche da parte mia. E’ ovvio che sono stata la prima ad aver fatto un percorso attraverso le mie cose. E che non è nemmeno finito. Però di base ho voglia di serenità, e positività, esserlo e riceverlo, il che non significa che mi voglio rinchiudere dove non entra nessuno. Anche se io per prima faccio i conti anche con me.
@ LILLY, il tuo discorso in parte lo capisco, ma penso sia sbagliato il concetto.
Amare se stessi non significa cadere nell’egoismo o nel pensiero “col cavolo che ci ricasco”.
Questa è una sorta di corazza.
Credo piuttosto debba significare di dare la giusta importanza a se stessi, alla propria vita e ai propri interessi, indipendentemente dal fidanzato/a che si ha o si potrebbe avere.
Dobbiamo “imparare” a vivere come individui per poter stare in una coppia.
Certo è bello e romantico pensare a una sorta di “fusione”, ma è sbagliato e poco credibile, poichè nessuno sarà mai l’uno l’estensione dell’ altro.
La persona che si ama non dovrebbe mai essere posta al centro del cerchio, ma esserne “solo” un componente che ne fa parte.
Come la classica “ciliegina sulla torta”, che rende più bello e appetitoso tutto il resto…ma che qualora dovesse mancare…non farà crollare ogni cosa che con tanta fatica abbiamo costruito…
Ecco perchè si cade in depressione, ecco perchè si finisce con il non avere più voglia di nulla, perchè si cade e si fatica a rialzarsi.
Perchè la nostra vita e individualità l’abbiamo messa al posto di quella ciliegina, e la persona che amavamo era la torta, alias il nostro mondo.
Magari non per tutti è stato così, perchè ognuno ha avuto la propria esperienza.
Ma io parlo x me stessa, e x chi di sè ha avuto poco amor proprio.
Oggi io la vedo così.
Voglio stare così tanto bene con me, che se la persona che mi piace un giorno la amerò, qualora dovesse finire la relazione, starò in piedi da sola.
Piangerò ma non mi dispererò, e starò in piedi sul rispetto e la stima che ho x me stessa.
Perchè spesso alla fine di una storia ci si indebolisce, proprio perchè di stima e rispetto x noi non ne abbiamo.
Altrimenti tutte quelle umiliazioni, cattiverie, falsità che abbiamo ricevuto dagli ex, non ci sarebbero mai stati, o comunque la reazione a queste cose sarebbe stata più forte, diretta e razionale…perchè c’è anche da dire che ciò avviene nel momento in cui non si accetta la fine della storia, perchè si analizza ogni minima cosa, e perchè con il nostro folle amore, stressiamo anche la persona con cui siamo state fino a a portarla all’estremo.
Ma con quel minimo di amor proprio che serve, si potrebbe arrivare ad essere più realisti e “spicci”.
Della serie, paradossalmente…:
” Ti lascio…”
Ok, ciao!
Manu, tempo fa parlavo con un tipo, sui 30, che conosco. Mi raccontava di essersi lasciato diversi mesi fa, dopo otto anni di convivenza. «In cui ho dato tutto» diceva. Ma diceva anche che quando lei gli ha detto «non ti amo piu`» e gli ha detto «ma puoi vivere qui finche^ non trovi casa» lui per un mese e` stato li`, da separato in casa sperando di recuperare, con lei che andava e veniva, poi ha detto STOP. E in pochi giorni ha trovato un`altra casa, disdetto la sua parte di contratto, non e’ stato neanche a discutere sui lavori che lui aveva fatto in casa e sulle cose da dividere e ha svoltato. Ci ha pure rimesso dei soldi ma dice che nel momento in cui ha svoltato concretamente e’ stato meglio. Certo poteva permetterselo (non e’ un nababbo, lavora, fortunatamente) e a volte non e’ cosi facile dal punto di vista pratico andarsene subito. Pero’ e’ anche vero che c’e’ chi potendo non svolta. Anche un altro mio amico certo del tradimento della moglie (che da tot faceva la furba ma negava) in 24 ore le ha detto: se cortesemente levi, grazie. In 7 giorni era dall’avvocato. E per inciso – non mi dilungo – ci ha rimesso la casa (non data a lei) perche’ aveva fatto un mutuo contando (scelta anche di lei) sul fatto di lavorare in due. Dopo la separazione ha avuto periodi duri ma se gli chiedi cosa pensa di quella scelta “salvavita” dice che era convinto e che la considera ottima. Ovvio che c’era stato un periodo di crisi prima ma mentre lei teneva il piede in due scarpe per comodita’ e fifa di andare avanti da sola (l’altro era ancora impegnato) lui ha detto stop piuttosto che farsi peggio. E lei per inciso era quella piangente e incazzata… Non sa neanche se sia rimasta con il tipo o meno, dice che non era importante. Non ha fatto scene madri, ripicche, sviolinate, le ha anche lasciato la vecchia auto purche: fosse chiusa la’..Meno innamorati? puo’ darsi ma non credo. Il primo di cui parlavo parlava cmq di una storia importante, anche di un figlio di lei cresciuto con lui (“gli voglio bene ma da lei mi dovevo spostare. Ci facciamo gli auguri di compleanno e natale, con lei mi son lasciato civilmente, ma le nostre vite son divise)
l’altro sicuramente non aveva preso il legame sotto gamba e l’ha anche sostenuta mentre stavano insieme ma si capisce benissimo che gli e’ scattato via via e tanto piu’ nel momento “topico” l’amor proprio. Che di per se’ non ti fara’ guarire dalla botta in un momento ma cmq ti fa salvaguardare te. e’ ovvio che non so realmente che compagni di vita siano stati e per quali ragioni le loro donne li abbiano lasciati. Le resp non stanno mai al 100% da una parte sola, pero’ nelle loro parole (non cariche di rabbia distruttiva) parlano anche di donne dipendenti. Se le son scelte, ma quando sono stati lasciati (parlavamo di questo, no?) indipendentemente dalle percentuali di responsabilita’ (sapranno loro) gli e’ scattato il salvavita. Poiche’ ricordo benissimo quando scatto’ a me e quante energie risparmiai in ogni caso e in ogni caso investii su me (male il contrario, invece) li capisco e capisco anche perche’ raccontano del momento di autoconservazione cmq con un 🙂 e come un qualcosa di fondamentale, e anche con una certa “indulgenza” rispetto a se’ (ho amato, ho dato, ma vabbe’, e’ andata cosi) e pur non cercando a tutti i costi una storia sono forse anche meno incattiviti di chi ha sentito di preservarsi meno e di chi si e’ sentito totalmente alla merce’ di una decisione altrui. Lasciateli/e perdere, lasciateli/e voi… L’amore, una storia veramente importante in cui ti senti di investire e investi e’ molto piu’ di una ciliegina, anche perche’ si prendono decisioni che riguardano entrambi e tanto piu’ nel caso di figli… quel condividere fa si che cmq non si viaggi su binari separati (almeno cosi dovrebbe essere…) d’altra parte pero’ volerti bene ti protegge di piu’ probabilmente dal dipendere dall’altro, fare scelte capestro, mettere la tua vita intera e il tuo totale benessere nelle sue mani ecc e se qualuno o qualcosa lede il tuo benessere, la tua salute, se ti vengono imposte cose assurde e non stai scegliendo te ne accorgi e se va storta anche se sei a pezzi ti ricordi che la tua vita, la tua salute di per se’ valgono. francamente se guardo indietro il mio amor proprio salvavita mi ha sempre messo in guardia, protetta, fatto ricordare anche chi ero e certe mie priorita’. Anche quando avevo intorno gente negativa cmq dei miei salvavita scattavano. anche egoismi ma ti diro’ alla fin fine piu’ sani che no. Infatti a posteriori rifarei le stesse scelte. Ad un certo punto della vita una botta e’ arrivata in un momento.di passaggio, e per altre concomitanze e’ stato realmente piu’ complicato dare abbastanza voce al mio amor proprio, che cmq piu’ volte e’ scattato, anche se non sempre ha potuto agire concretamente (frustrante…), poi c’e’ stato proprio un casino globale e la’ veramente cmq dovevo avere dieci teste e dieci braccia… Ma cmq penso che sia FONDAMENTALE l’amor proprio, quello per cui ti ricordi anche di non far andare a rotoli veramente tutto quanto anche quando una botta arriva. Poi, chiaro, siamo umani,.dipende dalla botta, le bot
Manu, concordo con ciò che scrivi.
Ma il punto è un altro.
E sta nella differenza tra ciò che si prova e ciò che ci si racconta a noi stessi.
Io mi accorgo di essermi raccontata un sacco di balle nella mia esistenza.
Ogni volta in cui sono incappata in un fallimento (con o senza responsabilità ed in qualsiasi campo), quando mi sono rialzata, l’ho fatto con tanto orgoglio ed autostima.
Peccato che orgoglio ed autostima fossero genuini come una confezione di latte del 1996, peccato che orgoglio autostima e, aggiungo, il volermi bene fossero una farsa inscenata (e qui sta il grave) con me stessa prima che con gli altri.
Ed i fatti hanno ampiamente dimostrato che, esperienza dopo esperienza (sentimentale e non), sono cascata sempre nello stesso, identico, buco…
Colpa mia (e me la prendo tutta). Ma ogni volta mi sono fidata di me, del mio volermi bene, del mio orgoglio.
Ora il punto è questo: qual’è l’elemento scriminante? Cos’è che fa capire quando ci si sta mentendo per proteggersi e quando, invece, si sta facendo qualcosa per volersi bene?
Domanda retorica,lo so.
Non esiste una risposta universale. E nessuno può fornirmi la mia risposta individuale.
L’anima gemella e il rapporto-fusione sono, ormai, bei vecchi ricordi che, per errore, mi sono rimasti addosso nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
C’ho creduto e mi ci sono coccolata. Ma sono stati archiviati, per sempre.
Ci si può voler bene e accompagnare ma ognuno è un individuo a sè.
E se uno dei due decide di rallentare, accelerare, fermarsi o andare via l’altra parte deve essere in grado di dire “ok, va bene”, come dici tu.
Ma quelle convinzioni, per me, erano un vestito, però.
E ora mi trovo nuda davanti ad uno specchio che non mi va di guardare perchè non so se riconoscerei l’immagine riflessa.
Mi sento scollata da me. Ho tolto il vestito nella stagione sbagliata ed ora ho freddo ma il vestito è diventato talmente stretto da non poter più essere indossato.
Non so se riesco a spiegarmi…….
Mi sono sempre appoggiata agli altri, ad un complimento, ad una dichiarazione di amore o di stima, ad un “ti proteggo”, ad un “ci sono io/ci siamo noi” per tirarmi su.
O, e forse è peggio,ad un “ho/abbiamo bisogno di te”, per dare un perchè alla mia esistenza, per partire come un siluro.
Sia nella sfera dei sentimenti che in quella lavorativa.
Un errore, un grosso errore reiterato in modo diabolico. Ma è successo e, a volte,mi sento troppo vecchia e stanca per ricominciare come se fossi una ragazzina che ha sbagliato ma può raddrizzare il tiro.
Ed ora ho un sacco di difficoltà a rialzarmi. E’ come se i polsi cedessero. Anzi, è come se non li avessi braccia su cui fare leva per rialzarmi.
Ed è una bruttissima sensazione.
Non mancherebbe (perlomeno a giorni alterni) la volontà. Mancano i mezzi per ripartire e per ripartire da me.
Mentire, di per sè, è brutto ma mentire a sè stessi è espressione pura o di autolesionismo o di paura che tracima nel terrore.
Mentire sul volersi bene, poi, equivale a prendere una corda, mettersela al collo dopo averla fissata ad uno sperone di roccia, esporsi al baratro a 90° con un cartello sul sedere “dopo che me lo avete piantato ben bene datemi una spinta”.
Nella mia ultima relazione ho avuto una fortuna. Il mio ex provava affetto e mi ha aperto gli occhi, mi ha costretta a riflettere su tanti aspetti che prima, nella mia ansia di correre da un complimento ad un altro, da un richiesta di aiuto all’altra, non avevo minimamente preso in considerazione auto-rendendomi la vita un inferno in qualsiasi campo dell’esistenza umana.
Lo ringrazio e gli voglio bene per avermi aperto gli occhi.
Ma è successo troppo tardi.
Ciò che avrebbe potuto essere una diagnosi per azzeccare la terapia mi sembra più l’esito di un’autopsia…..
A giugno compio 41 anni, ho problemi a 360°, ho difficoltà a relazionarmi con il prossimo in un modo equilibrato, soffro di manie di persecuzione a cui pongo rimedio o rintanandomi come un orso grizzly ferito e imbestialito o concedendo fiducia urbe et orbi e ri-ri-riprendendomela (nel 50% dei casi) in quel posto con la sabbia.
Passo da un terapeuta all’altro senza grandi esiti (conquisto punti in consapevolezza ma non riesco a fare nulla per creare qualcosa sulle macerie del mio IO).
Voglio voglio voglio ma non riesco non riesco non riesco.
E non riesco perchè non so da che parte cominciare, brancolo nel buio, come se fossi il nonno di Heidi e mi venisse messo davanti un pc spento con un cartello “se vuoi campare continuando a vendere il tuo formaggio devi accedere a e-bay, creare un account e inserire il post”.
Il riscontro del nonno??
“…………????????…………azz!”
La vedo dura!
Buona domenica a tutti.