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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 22 Marzo 2006. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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14.073 commenti

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  1. 12621
    LUNA -

    PICCOLASTELLA: congratulazioni per la laurea 😀 Bacino! – LILLY: anch’io ho una fase particolare. Somiglia un po’ alla tua, credo. Ho molto materiale da rielaborare, però più d’intuizione, decisamente. Anch’io vivo parecchio alla giornata, in senso buono. E anche al minuto, sì. In realtà anche per delle preoccupazioni, ma sulle quali rimuginare non mi servirebbe. Io mi sento piuttosto ‘tornata’ rispetto a tempo fa e altre fasi. Per me ‘tornata’ non vuol dire darmi etichette, quanto piuttosto ascoltarmi in un certo modo e avere voglia. Voglia di che? Di ciò che ho voglia, ecco. Per un certo periodo non ne avevo per niente, non nel mio modo. Ripeto, il mio modo non è una regola, un prontuario, un già scritto. Un ‘io faccio così’. Buh, forse mi è difficile da spiegare perché non c’è bisogno. In realtà di certezze materiali ne ho ben poche. Il che da un lato è inquietante. Concretamente inquietante e faticoso. Però ho voglia. E più creatività. Boh 😀

  2. 12622
    Lilly -

    E’ vero, LUNA, la scarsità di certezze materiali, da un certo punto di vista, è inquietante e faticoso.
    Per quel che mi riguarda, però, posso dire (con estrema sincerità) che quando le ho avute o ho avuto un’aspettativa di avere delle certezze, il difenderle (sia le certezze che le aspettative), il mio modo (probabilmente) sbagliato di darci dentro con fatti e parole per mantenerle o per realizzarle mi ha veramente squassato ciucciandomi tanta di quell’energia da portarmi a chiedere, ora, se ne valesse veramente la pena.
    Ad un certo punto i miei progetti, la realizzazione dei miei progetti, è diventato un incubo di promesse da mantenere (a tutti i costi, anche quando la sfiga materialmente lo impediva),di aspettative da non deludere, di scadenze da rispettare, di sensi di colpa, imbarazzo, vergogna, terrore sfociati in quella nevrastenia che ti mangia la carne di dosso.
    Un incubo, insomma.
    Ma ha senso massacrarsi per qualcosa che, alla fine, sarà la pure realizzazione di un sogno ma, nel frattempo è un incubo della peggior specie?
    E non parlo di lottare. Parlo di vero e proprio massacro.
    L’incubo, insomma, si è mangiato il sogno.
    Non mi riconosco più in ciò che ho fortemente voluto. Non disconosco il passato ma cerco di essere coerente con me stessa nel mio presente.
    Mi sono letteralmente rotta le palle di ammazzarmi per realizzare qualcosa che non sento più mio.
    Il sacrificio mi sta bene, il darci dentro pure. Ma il rimetterci fisico e capoccia NO! Basta!
    Non me la sento più, per nessuno e per nessuna cosa al mondo, di ripassare da quella strada che mi ha portato ad essere il matto a rovescio in qualche modo rasserenata dal fatto di esserlo.
    Perchè il matto a rovescio è solo e deve rispondere solo a sè stesso.
    E sa perdonarsi, sa darsi tempo, sa comprendere intoppi e sfiga, sa darsi una pacca sulla spalla.
    Il matto a rovescio non fa danni. Nè a se stesso, perchè si vuole bene, nè ad altri perchè è solo e se cade e rotola giù per una discesa non trascina nessuno nella sua folle corsa.
    E per restare nel tema della lettera: è bellissimo darci dentro in due, le anime gemelle esistono come esistono coppie che durano finchè morte non li separi, è bello sacrificarsi per poter godere insieme delle piccole gioie e stringersi forte le mani davanti ai drammi.
    Ma se questa fortuna non capita (e può non capitare) è anche bello alzare le mani, sorridere alla Vita…..e correre da soli, fermarsi quando si è stanchi, ripartire senza aspettare o far aspettare nessuno.
    Un bacio.

  3. 12623
    Janeeros83 -

    Ciao a tutti. Avevo gia preso parte a questo forum qualche mese fa.
    Molto sinteticamente, chiedere a ognuno di voi, e volete chiaramente, di dire:
    Da quanto tempo siete stati lasciati.
    Se nel frattempo avete avuto altre storie o siete ancora innamoratei del vostro lui/lei.
    Cosa fareste, se lo fareste, per tornare con il vostro partner.

    Grazie a tutti e un abbraccio.
    Ps: di alcuni di voi mi ricordo la storia (raffy, luna ed altri). Baci

  4. 12624
    Manu -

    @Janeeros83 Personalmente più di un anno fa sono stata lasciata, non sono più innamorata della mia ex, e nel frattempo ho avuto un’altra storia (finita anche quest’ultima).
    Con la mia ex storica ci tornerei, ma solo x avere compagnia nell’attesa che il mio vero amore attuale ritorni sui suoi passi.
    Le cose cambiano di continuo.

  5. 12625
    LUNA -

    LILLY, d’accordo su tutto. A volte non si tratta neanche di rinunciare ad un sogno, ma di sentire se per chi sei nel presente è ancora ‘valido’, se ti somiglia ancora. A volte puoi tenerti il sogno, ma sei sulla strada sbagliata o cmq è il caso di dare un’occhiata alla mappa, dall’alto. Coerente col tuo presente: fondamentale. E quoto pienamente anche il finale. Sai, nel corso degli anni ho visto dei miei difetti. Alcuni li ho smussati, alcuni se ne sono andati perché erano idee, incastri, non difetti. Alcuni saranno emersi o pure peggiorati. Alcuni non son difetti, nè qualità. Sono. Molte cose son anche relative. Però ci son cose di me che mi somigliano. Al punto che me le son portate appresso ovunque fossi. Anche quando non avevo niente, o veramente poco di materiale. Con chiunque mi confrontassi anche col il massimo rispetto. Non sono etichette che mi do. E nè difetti nè qualità, ripeto. Non penso neanche qualcosa tipo ‘se mi ami ti devono piacere’. O che qualcuno debba cambiare PER ME. Penso piuttosto che le relazioni son alchimie tra mondi mai uguali ma che si incontrano o meno in cose più grandi o banali.

  6. 12626
    lan -

    LILLY il percorso è lungo e tortuoso , ma solo per il fatto che tu stessa lo stai ammettendo è gia un gran passo lo scatto successivo sara’ quello della consapevolezza in te stessa …. tutto insegna , tutto dopo viene preso con le molle , ma tutto cambia con il tempo .. stimati , amati , fai qualunque cosa che alzi la tua autostima .. essere equilibrati è difficile , ogni giorno è difficile . si chiama equlibrio propio per quello , basta un piede in fallo è si crolla , adesso sei libera anche se non ti sembra , quando avrai le forze ti tornera la voglia di lottare ed incasinarti il cuore … ma adesso cercati .. prima di pensare a sottostimarci a farci prendere da ansie e menate varie , vediamo prima se magari non siamo circondati da un branco di idioti … ciao

  7. 12627
    LUNA -

    IAN, a me sembra che a LILLY invece percepisca di essere libera. Libera da una serie di cose, perlomeno. Ma che ti risponda lei per sè! 🙂 Io devo dire che non ho mai vissuto pensando che fosse necessario avere una storia sentimentale. E può sembrare un controsenso visto che non ne ho avute molte, ma molto ravvicinate. Eppure non ho mai pensato ‘mi devo innamorare!’ o ‘non voglio/non posso restare da sola’ e forse, dico forse, paradossalmente, se son riuscita a reggere una storia quando vi ero molto sola è stato, a parte perché amavo molto la persona, l’amavo da anni, prima che l’andazzo mutasse e entrassero in gioco altre dinamiche, l’ho retta proprio per una mia parte di autonomia e indipendenza molto spiccata. Mi son chiesta quanto ci fosse di dipendenza affettiva nel mio combattere-sopportare-reggere e in un mio attaccamento viscerale. Beh, una parte ci sarà stata, certamente. Ma la veritá è che io quell’uomo l’ho amato a lungo nella buona sorte,

  8. 12628
    LUNA -

    quando tra noi c’erano sentimenti, passione, condivisione spontanea a unirci. Ma l’ho amato anche per quel nostro essere anche autonomi, indipendenti, che non vuol dire egoisti, menefreghisti, freddi, scostanti. Nè vuol dire il venerdì sera sempre libero per farsi gli affari propri. Per me il concetto di libertà è un altro. E’ qualcosa che mi son portada dentro sempre. E quando ero impegnata dai 20 ai 30anni, nella fase positiva, non mi son mai sentita meno libera. Dopo sì. Ma non perché ero in coppia, che neanche si capiva se c’ero e quanto. Per altre modalità e ragioni. Quando qualcuno dice che le relazioni sono ‘necessarie’ per avere un senso, di per sè, in sè, nella vita, così come qualcuno dice che la coppia, di per sè, è una trappola io non mi rivedo in nessuna delle due cose. Io, di per sè, quando son stata in coppia, dove avevo sentito realmente di stare, non l’ho mai vista come un qualcosa che mi toglieva possibilità e quando son stata sola non son stata peggio con me stessa. Il mio errore, anche se la faccenda è stata davvero alquanto complicata, è stato vivere un complesso ibrido. Che ho retto però, appunto, anche se con dolore e frustrazione, perché desideravo una vita normale -non una, la nostra- ho retto anche per la mia capacità di autonomia interiore. Perchè anche quando stavo male con me, in fondo, riuscivo a starci con me. Anche se si dilatava pure troppo la mia capacità di stare sola, fino a diventare un gorgo. E dimenticare perché la gente sta veramente insieme, su cosa sente anche di poter contare etc. Oggi, anche se ho le mie ferite in guarigione e son forse un po’ una che ha dimenticato certe modalità da fidanzatini, e son pure troppo autonoma per certi versi per cui per una persona fortemente dipendente risulterei un”aliena indipendentista e separatista in realtà mi sento più serena e libera perchë mi sento molto piú vicina ad un mio modo di essere. Per cui sto bene con me e non penso che una storia sia necessaria. Nè sia per forza un tragico cappio che distrugge e invade il tuo equilibrio. Anche perchè l’amore è raro. Non mi sento una fuggitiva perché dopotutto so che per quanto non sia mai stato così facile accalappiarmi veramente sin da quando ero ragazzina quando sentivo di amare e mi sentivo realmente amata non é mai servito il laccio. C’ero.

  9. 12629
    Lilly -

    Si LUNA, hai percepito bene. Percepisco di essere libera, di essermi sempre comportata in modo da non poterlo, fisicamente e mentalmente esserlo ma di avere sufficienti “armi” per poter stare da sola sulle mie gambe.
    Non vorrei tirare in ballo l’ultima storia, quella che, in qualche modo, hai “conosciuto”, tramite questa ed altre lettere del sito, anche tu. Ma devo farlo….perchè da quella fine ha avuto inizio il mio inizio (scusa il gioco di parole).
    A parte un’evidente scemenza acuta che mi ha perseguitato per alcune settimane, ho retto discretamente alla fine della storia che per me è stata la più importante della mia vita.
    E questo reggere bene potrebbe essere (ed è) interpretato, dai più, come menefreghismo o non amore.
    In realtà, con quella fine, mi sono liberata di un fardello.
    Un fardello incarnato non dalla storia in sè ma dal mio modo di vivere una storia.
    Un modo che mi apparteneva tanti anni fa e che ora non è più mio.
    Un modo viscerale contraddistinto da un senso di appartenenza reciproca al limite della prigionia amorosa. Un modo tipicamente adolescenziale (quantomeno la mia adolescenza).
    Anch’io, come te, LUNA, ho vissuto poche storie ma le ho vissute in tempi così ravvinati da coprire un ventennio della mia esistenza.
    Non sempre ho amato, devo essere sincera, ma finchè la soria è stata up sono stata bene, quando i problemi hanno fatto capolino ho avuto, negli anni, delle reazioni che mi avrebbero dovuto aprire gli occhi su come stavo diventando. Crisi di panico, fame d’aria, reazioni spropositate.
    Ora respiro e, come te, ho voglia.
    E non parlo di voglia di avere una storia. Ho una voglia generica. Voglia di vivere e di essere al centro del mio mondo a modo mio.
    Il che non significa nè comandare nè fregarsene. Significa essere autonomi e, se capita, se merita, accompagnarsi. Senza prevaricare, senza soccombere. Senza autocondannarsi, come ho fatto io (e ancora oggi non so il perchè visto che questa sensazione mi faceva un gran male) ad una dipendenza mentale che, a volte, è stata sfruttata, a volte è stata rifiutata.
    Voglia di godermi l’aria che mi entra nei polmoni. E voglio farlo ora.
    Non sono riuscita a diventare cinica e misandrica come mi auguravo i primi tempi, non sono caduta nel tunnel come mi è successo anni fa.
    Ho cambiato la pelle, come i serpenti.
    Sono uscita dal passato per entrare nel presente.
    E voglio starci, finalmente.
    Da sola? Va bene così.
    In compagnia? Ok.
    Ma io sono io, non sono nulla di particolare ma ho il mio spazio ed il mio tempo e me li voglio tenere, godere, piangere.
    Certo, ho i miei attimi bui. Attimi in cui il galleggiare nel caos non è affatto divertente e si vorrebbe tanto un abbraccio come punto di riferimento.
    A volte, quell’abbraccio, (morale ed amicale)c’è. A volte non lo trovo o non lo sento, piango un pò e me ne faccio una ragione.
    Ho anche i miei attimi allegri, che mi piacerebbe condividere ma ho imparato a ridere tra me e me. E non è affatto male.

  10. 12630
    Lilly -

    L’amore non è un dono divino la cui assenza priva l’esistenza di significato nè una prigione da evitare con cura.
    E’ un “qualcosa” che può capitare di incontrare come no. E’ un “qualcosa” che, a volte c’è ma non è corrisposto, un “qualcosa” che può finire o che può aumentare in modo esponenziale.Ma è, comunque, un “qualcosa” che nasce da e tra singoli individui. Individui che esistono e che hanno diritto di vivere e di vivere bene con sè stessi.
    Quando sono capitata qui, nel lontano 2009, uscivo da una storia marcia che mi aveva distrutta. Una storia in cui io non ero io, non ero nulla. Ero una bocca che non sapeva più come e cosa replicare, come difendersi da attacchi violenti e gratuiti.
    Ecco, se c’è qualcosa che stento a perdonarmi è proprio quel periodo. La gabbia in cui avevo scelto di rinchiudermi e cui stavo letteralmente attanagliata nonostante stessi male, nonostante mi sentissi distrutta.
    Il perchè mi sia condannata in quel modo è e resterà un mistero.
    Ma mi perdonerò, prima o poi, perchè quella brutta storia non ha lasciato vittime sul campo.
    Non lui che se l’è goduta, non io che bene o male sono sopravissuta a quel raid.
    Ora sono qui, viva e sopravissuta a quegli eventi grazie, anche, alla storia successiva. Una storia che è finita ma che mi ha dato tanto, finchè c’è stata e mi sta dando ancora adesso, sotto altre forme (non è vero che non si possono mantenere buoni rapporti).

    Se c’è un augurio che posso fare a tutti coloro che scrivono qui e in lettere simili è di riuscire a respirare. A respirare il presente e a sentirsi polmoni pieni di qualcoso di buono.

    Un saluto a tutti.

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